Paleokastritsa

Paleokastritsa

Il posto più bello del mondo. È così che molti corfioti ritengono Paleokastritsa. Certo il campanilismo gioca un ruolo decisivo nella formulazione del giudizio, ma non siamo così poi tanto lontani dal vero. In effetti, questa baia ai piedi dei comuni di Lakones e Liapades è in assoluto uno dei luoghi più belli del Mediterraneo. Sul giudizio pesa positivamente sia l’alternanza tra insenature rocciose e piccoli tratti di spiaggia, sia il paesaggio retrostante la baia. Per esempio Lakones, il paesino in collina famoso per il panorama, anche questo enfaticamente ribattezzato il “balcone sullo Ionio“. Liapades, invece, presenta i tratti tipici del villaggio greco, in special modo la piazza del paese col suo sparuto gruppo di bar e taverne per lo più frequentati dalla popolazione locale. Molto bello anche il Monastero della Santissima Madre di Dio di Paleokastritsa. La sua ubicazione a picco sul mare ne ha fatto col tempo una delle attrazioni più visitate di Corfù. Da non perdere!

Pelekas

Pelekas

Val la pena portarsi la macchina fotografica anche a Pelekas, paesino in collina della costa centro-occidentale di Corfù. Pelekas ha una storia particolare, poichè negli anni ’70 del secolo scorso divenne una delle mete hippy più popolari d’Europa. Spiagge incontaminate, uliveti, vigneti e un paesino abbarbicato in collina hanno rappresentato per anni il contesto ideale per artisti, naturisti e personaggi più o meno eccentrici alla ricerca di località fuori dal comune. Oggi le cose sono decisamente cambiate, ma in parte Pelekas ha mantenuto la sua fama sui generis. Una fama dovuta oltre che alle sue frequentazioni, anche alla passione di Guglielmo II per il luogo. In particolare, per un punto panoramico in collina da cui l’imperatore di Prussia e Germania ammirava esterrefatto i meravigliosi tramonti di Corfù. Non a caso, il punto panoramico in questione è stato ribattezzato il Trono dell’Imperatore (anche Osservatorio del Kaiser, vd. foto) e da tempo rappresenta una delle attrazioni principali dell’isola. Da vedere anche il monastero di Mirtiotissa a 200 metri dalla spiaggia omonima, una delle tre spiagge raggiungibili dalla località (le altre sono appunto Pelekas e Glifada).

Lago di Korission

Lago di Korission

La costa meridionale di Corfù è tutta un susseguirsi di villaggi di piccole e medie dimensioni in cui lo sviluppo turistico si è diffuso a macchia di leopardo. Alcune località, come Messonghi e Moretika nel versante sud-orientale, hanno raggiunto un buon livello di ricettività alberghiera; altre, invece, come già detto in apertura, restano ancorate ai ritmi più cadenzati dell’agricoltura e della pesca. Parliamo in ogni caso di paesaggi bellissimi, caratterizzati da lunghe distese di sabbia e ambientazioni tipicamente mediterranee. Merita una sosta Lefkimi, comune di circa 3000 abitanti con un piccolo porto fluviale che consente ai pescatori della zona di ormeggiare le proprie imbarcazioni. Merita ancora di più il lago di Korission nel versante sud-occidentale. In questo caso parliamo di una zona di grande interesse naturalistico. Una laguna a ridosso del mare attraversata da un ponte che conduce a un piccolo boschetto sulla sabbia. Anatre, cormorani, aironi e numerose altre specie di uccelli popolano questo habitat unico che, dal punto di vista paesaggistico, dà il meglio di sé sul far del tramonto. Perciò, non dimenticate la macchina fotografica!

Palazzo Achillion

Palazzo Achillion

Imboccata la strada statale Corfù-Achillion bisogna seguire le indicazioni per Agios Deka e da lì quelle per il villaggio di Gastouri. Sentieri tortuosi, uliveti a perdita d’occhio fino a scorgere un imponente palazzo in stile neoclassico risalente alla fine del XIX secolo. A volerne la costruzione fu l’imperatrice Elisabetta d’Austria che a Corfù trovava la pace necessaria a placare, almeno un po’, le sofferenze di una vita piuttosto tribolata. Anche la dedica del palazzo ad Achille fu un omaggio della principessa Sissi che all’eroe omerico dedicò perfino una statua con la famosa scena del tallone trafitto da Paride. Dopo la morte dell’Imperatrice Elisabetta, il palazzo venne acquistato da Guglielmo II di Prussia che vi apportò diverse migliorie, compresa l’installazione di una nuova scultura dedicata ad Achille, stavolta però in posa da guerriero vittorioso. Il sopraggiungere della prima guerra mondiale con l’occupazione francese e, in seguito, del secondo conflitto con gli italiani e i tedeschi nel ruolo di occupanti, portò a un lungo declino dell’edificio privato di numerose opere d’arte. C’è voluto molto tempo prima che la Grecia riuscisse finalmente a riportare Palazzo Achillion al suo antico splendore.
Per maggiori informazioni sulla storia di Palazzo Achillion visita il sito: www.achillion-corfu.gr (disponibile la versione in inglese).

Monastero di Vlachérna e Pontikonissi

Monastero di Vlachérna e Pontikonissi

Poco distante dal centro di Corfù, di fronte l’aeroporto cittadino, ci sono due tra i luoghi più fotografati dell’isola. Il primo è un piccolo monastero del ‘700 la cui particolarità consiste nel fatto di essere stato edificato su un isolotto di nome Vlachérna. Poco più di uno scoglio da cui, però, è possibile raggiungere un’altra isola di grande fascino, meta preferita dell’imperatrice Elisabetta d’Austria. Stiamo parlando di Pontikonissi (trad. Isola dei topi) che ospita una cappella bizantina del XII secolo circondata da alti cipressi. Quest’isola, oltre ad affascinare la principessa Sissi, pare sia stata fonte d’ispirazione per l’artista svizzero Arnold Böcklin, autore del celeberrimo quadro Die Toteninsel (trad.Isola dei morti). Una tela che ha segnato la storia dell’arte del XX secolo e che affascinò personalità del calibro di Lenin, Hitler e Freud. Tuttavia, in anni più recenti, sono state avanzate altre ipotesi circa il luogo da cui trasse ispirazione Böcklin (che dell’opera realizzò 5 diverse versioni). Tra queste, ritorna Ischia che con Corfù, abbiamo visto, contende pure l’identificazione geografica di Scheria, la mitica isola dei Feaci.

Paleopolis

Paleopolis

Il sito archeologico di Paleopolis è una tappa obbligata di una visita a Corfù. Si trova nella penisola di Kanoni (circa 2 km a sud dal centro storico del capoluogo) e offre uno spaccato interessantissimo dell’antichità dell’isola, centrale nei traffici lungo le rotte dell’Adriatico e dello Ionio già prima dell’avvento dei Greci e dei Romani. Gli scavi, cominciati attorno la metà del XIX secolo, hanno portato alla luce l’agorà della città antica, i resti del porto militare di Alcinoo (re dei Feaci), i resti delle terme del periodo Romano, l’antica Basilica bizantina, il santuario di Artemide-Gorgone e una torre dell’antica cinta muraria. A pochi minuti di cammino dalle terme romane si trova Palazzo Mon Repos (vd. foto), edificio risalente alla dominazione inglese, in seguito proprietà della famiglia reale greca e oggi invece sede del Museo della Storia di Paleopolis. Nove sale in cui oltre alla storia degli scavi di Paleopolis, è descritta la flora del bellissimo parco che circonda la residenza. Insomma la visita scavi di Paleopolis più Museo Mon Repos fornisce al visitatore informazioni preziose non solo del periodo classico, ma anche della leggendaria epoca dei Feaci, gli abitanti dell’isola di Scheria che, secondo quanto riportato da Omero nell’Odissea, fornirono a Ulisse la nave con cui fare ritorno a Itaca. Secondo un’altra interpretazione, che però non ha mai trovato la stessa eco in ambito accademico, Scheria coinciderebbe con l’isola d’Ischia e non con Corfù.
Per gli orari di apertura del Museo Mon Repos vedi la tabella.

Giorni Orari
Lun chiuso
Mar-Dom 08:00
15:00

Maggiori informazioni sugli scavi e sul Museo Mon Repos al sito: paleopolis.ba.iac.cnr.it.

Chiesa di San Spiridione

Chiesa di San Spiridione

L’imponente campanile di San Spiridione (Agios Spiridonas), con la sua caratteristica cupola rossa, fa da sfondo fisso alla visita del centro storico di Corfù. La chiesa del santo patrono è di gran lunga il monumento religioso più famoso di tutta l’isola. L’interno, a una navata, è riccamente decorato con affreschi, icone sacre, ex voto, candelabri e lampadari. Tutto rigorosamente in oro e argento, compreso il meraviglioso soffitto cassettonato. E dire che San Spiridione non è natio di Corfù. Il santo, infatti, è originario di Cipro ed è lì che ha svolto gran parte della sua attività pastorale. Dopo la caduta di Costantinopoli la salma venne traslata a Corfù e fu deciso di costruire un tempio per ospitarla a dovere. La bara con le reliquie è oggetto continuo di culto da parte dei corfioti che a San Spiridione attribuiscono diversi miracoli a tutela della città. Dall’aiuto contro le epidemie di peste, alla cacciata dei saraceni, fino alla protezione per marinai e pescatori, sono molti gli ambiti in cui l’intercessione del santo avrebbe agito positivamente. Per questo motivo le reliquie vengono portate in processione per le strade di Corfù ben 4 volte l’anno: la Domenica delle Palme, a Pasqua, l’11 agosto e la prima domenica di novembre. Vietato scattare foto all’interno della chiesa. Si raccomanda un vestiario consono alla sacralità del luogo.

Centro storico di Corfù

Centro storico di Corfù

Il centro storico di Corfù (Kérkyra in greco) è il punto di partenza obbligato di una vacanza sull’isola. Dal 2007 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è nella parte vecchia del capoluogo che sono più evidenti le influenze architettoniche veneziana e inglese di cui abbiamo parlato in apertura. A detta di molti, il quartiere più affascinante è Cambiello, un dedalo di strade strette (kantounia) fiancheggiate da palazzi di 4 e 5 piani. Un’edilizia antica, in gran parte sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, che conferisce un fascino retrò a tutta la zona. La Spianada, invece, è la piazza principale di Corfù e si trova davanti la Fortezza Antica, una delle due cittadelle fortificate (l’altra è la Fortezza Nuova) con funzioni di avvistamento e difesa dei pericoli provenienti dal mare. Nella Fortezza Antica sorge la Chiesa di San Giorgio. Costruita dagli inglesi, questa chiesa colpisce per il colonnato della facciata esterna in aperta similitudine con un tempio dorico. Inoltre, poco distante dalla Fortezza Antica si trova il Palazzo Reale, l’edificio più grande di Corfù, pure questo edificato in stile neoclassico dagli inglesi. La pietra arenaria con cui fu costruito venne portata da Malta che, al pari dell’isola greca, nel XIX secolo era sotto il protettorato britannico. La Fortezza Antica, il Palazzo Reale, il Museo Bizantino e gli altri musei presenti sul territorio sono visitabili con un biglietto unico acquistabile presso ognuna di queste strutture.

Attenzione ai borseggiatori

Attenzione ai borseggiatori

Come abbiamo detto in apertura la Corsica ha un problema di criminalità. Un fenomeno complesso in cui entrano in gioco fattori economici, politici e culturali: la marginalità di alcune periferie; il sentimento indipendentista; un malinteso senso dell’onore (presente anche in alcune zone della Sardegna) ecc. Abbiamo anche detto però che il turismo è riuscito a mitigare molti aspetti indesiderati. Sopratutto, bisogna ricordare con forza che i comportamenti devianti riguardano una strettissima minoranza dei 300.000 e passa abitanti dell’isola. Perciò venire in vacanza in Corsica non è rischioso e gli unici pericoli cui bisogna prestare un po’ d’attenzione sono quelli comuni a tante altre rinomate località turistiche: non lasciare la borsa incustodita; non tenere il portafogli nel taschino posteriore del pantalone; non girare con molti contanti; non indossare bracciali, collane, orologi di grande valore (perlomeno in alcune situazioni). Insomma, per trascorrere una vacanza all’insegna del relax e senza spiacevoli sorprese è sufficiente rispettare le normali precauzioni anti borseggio.

Occhio alle strade

Occhio alle strade

Sono in molti a venire in vacanza in Corsica con auto e/o moto al seguito. Del resto, fermo restando l’esistenza della rete ferroviaria, il modo migliore per girare l’isola è senza dubbio su strada. Occhio, però, perché se da un lato le arterie principali sono facilmente percorribili, le strade secondarie e quelle dell’entroterra, invece, sono quasi sempre strette e piene di tornanti. In alcuni casi sono anche scoscese. Perciò prudenza alla guida e attenzione alla scelta dell’hotel. Per le ragioni fin qui espresse, scegliere una struttura troppo fuori mano rischia di compromettere il buon esito della vacanza.

Non venire per una settimana

Non venire per una settimana

Al pari di altre guide on line, nel nostro racconto abbiamo descritto solo alcune delle infinite possibilità che questa meravigliosa regione offre ai visitatori. Anche da quel poco che abbiamo scritto, però, è evidente che se avete intenzione di girare l’isola in lungo e in largo il soggiorno deve essere almeno di due settimane. 14 giorni appena sufficienti a farsi un’immagine complessiva della Corsica, mentre se il tempo a disposizione è di meno, sarà bene tornare una seconda volta. E, perché no, pure una terza, una quarta ecc.

Sport e attività outdoor

Sport e attività outdoor

La Corsica è decisamente una meta per sportivi. Mari, fiumi, montagna, valli ne fanno una destinazione ideale per gli amanti dell’arrampicata, della mountain bike, del kayak, della vela, del trekking, delle immersioni e perfino degli sci. Già, perché con oltre 100 cime sopra i 2000 metri in Corsica non potevano certo mancare impianti di scialpinismo (Bastelica, Col de Vergio, Ghisoni ecc.) ottimi per l’affluenza da dicembre a marzo. Insomma, una regione turisticamente completa, perdipiù dotata di servizi e centri specializzati per ogni esigenza tecnica e organizzativa. Per saperne di più sull’alpinismo in Corsica visitare il sito: www.montagnesdecorse.com (disponibile la versione in inglese).

Bastia

Bastia

Se Ajaccio è il centro politico e Porto Vecchio quello turistico, Bastia è di gran lunga il centro commerciale e industriale più importante di tutta la Corsica. Basti pensare che la città, seconda per numero di abitanti (ca. 44.000) nella regione, è al centro di un avveneristico progetto di collegamento ferroviario con il capoluogo della Sardegna, Cagliari. Tempo di collegamento stimato 40 minuti, il che rappresenterebbe un evento rivoluzionario per le due isole sotto molteplici punti di vista. Per adesso, il supertreno Cagliari-Bastia rimane un sogno portato avanti dalla società corsa Femuqui, ma chissà che negli anni a venire il progetto non veda davvero la luce. Ciò detto, Bastia merita anche da un punto di vista turistico. Il centro storico è molto ben curato e ricco di chiese (nella foto, la chiesa di San Giovanni Battista). Il circuito delle chiese barocche di Bastia è, insieme alla gastronomia, una delle maggiori attrazioni cittadine. Infine una curiosità: dal porto di Bastia è normalmente visibile l’isola d’Elba, distante appena 27 miglia marine. Non a caso, i collegamenti tra la città e l’isola della Toscana sono frequenti durante il periodo estivo.

Per saperne di più

9 cose da fare e vedere a Bastia e 1 da non fare

Museo Archeologico d’Aléria

Museo Archeologico d'Aléria

Risalendo la costa orientale della Corsica vale la pena fare una tappa ad Aléria, poco più di 2000 abitanti alla foce del fiume Tavignano. Il paese offre un compendio perfetto della storia dell’isola, dalla colonizzazione greca del VI sec. a. C. a quella genovese, terminata nel 1769. Non a caso, nel Fort de Matra, la fortezza costruita dai genovesi (circa 2 chilometri dal centro del paese), c’è un interessante museo archeologico con numerosi reperti ceramici di età greca e romana. Non solo, perché dal Museo Jérôme Carcopino – questo il suo nome – si accede a una vasta area di scavi che si riferiscono al lungo dominio dei romani che, proprio da Aléria partirono nel III sec. a. C. per andare alla conquista di tutta l’isola.
Per gli orari di apertura del Museo Carcopino vedi la tabella.

Mesi Orari Mattina Orari Pomeriggio
16 Mag – 30 Sett 09:00
12:00
13:00
18:00
1 Ott – 15 Magg 08:00
12:00
13:00
17:00
1 Nov – 31 Mar Chiuso la domenica

Per maggiori informazioni: Musée d’archéologie d’Aleria

Porto Vecchio

Porto Vecchio

Porto Vecchio è la terza città della Corsica per numero di abitanti (dopo Ajaccio e Bastia), ma è la prima per afflusso turistico. Deve la sua popolarità all’esteso litorale che da Pinarello (ca. 20 km a sud) a Punta di Rondinara (ca. 18 km a nord) regala numerose spiagge con dune e pinete retrostanti. Scenari incantevoli, particolarmente adatti alle famiglie con bimbi al seguito che nei mesi estivi affollano le strutture ricettive spuntate come funghi lungo la costa. Il top, a detta dei più, è rappresentato dalle due spiagge di Santa Giulia e Palombaggia (vd. foto). Davanti a quest’ultima si trovano le Isole Cerbicali, piccolo scrigno di biodiversità non a caso dichiarate Riserva Naturale dal governo francese. Risalendo la costa orientale fino a Solenzara lo scenario paesaggistico non cambia: chilometri di litorale basso e sabbioso costellato di hotel, residence e case vacanze. Nell’entroterra, però, ritorna la Corsica più autentica con la possibilità di numerose escursioni (soprattutto da Solenzara) per gli amanti del trekking.