Corso Strada Nuova a Pavia

Corso Strada Nuova a Pavia

Come già sottolineato nel paragrafo precedente, Corso Strada Nuova è una delle arterie urbane più significative di Pavia, che conserva in sé l’eredità dell’antica urbanistica della Ticinum romana. La sua struttura segue ancora oggi una direttrice nord-sud, che si estende per circa un chilometro dal Castello Visconteo – di cui parleremo più avanti – fino al Ticino, attraversando il cuore pulsante della città. Non solo testimonianza dell’impronta romana, Strada Nuova è anche un emblema dell’evoluzione storica e sociale di Pavia, che ne ha fatto nel corso dei secoli una delle sue arterie vitali. Oggi, infatti, Corso Strada Nuova è un’animata zona pedonale, centro nevralgico della vita cittadina, frequentata da giovani, studenti universitari e turisti. Caratterizzata da negozi, bar e ristoranti, questa strada offre anche una suggestiva esperienza artistica e architettonica, con eleganti palazzi storici come Palazzo Bottigella, esempio di decorazioni rinascimentali, e Palazzo Mezzabarba, sede del Municipio, con la sua sontuosa facciata barocca. Nel cuore del corso si trova la Galleria Arnaboldi, un piccolo ma straordinario gioiello architettonico risalente alla fine dell’Ottocento. Commissionata dal marchese Gino Arnaboldi Gazzaniga, che all’epoca ricopriva la carica di sindaco di Pavia, e progettata dall’ingegnere Ercole Balossi, la galleria venne concepita per ospitare appartamenti eleganti e spazi commerciali, ispirandosi alle grandi gallerie europee del periodo. Il suo stile eclettico, che fonde rimandi neoclassici con la modernità imponente della volta in ferro e vetro, la rende un omaggio alle più celebri gallerie di Milano (Galleria Vittorio Emanuele II) e Napoli (Galleria Umberto I), seppure con dimensioni più contenute. Oggi, la Galleria Arnaboldi continua a mantenere il suo fascino, ospitando boutique, eventi culturali e spazi conviviali. Da vedere!

Piazza della Vittoria a Pavia

Piazza della Vittoria a Pavia

Piazza della Vittoria, conosciuta anche come Piazza Grande (in latino ‘Platea Magna‘), è uno dei luoghi simbolo di Pavia. Il nome di Piazza Grande nasce per distinguerla dalla vicina Piazza Piccola (‘Platea Parva‘), oggi conosciuta come Piazza del Duomo, situata proprio di fronte alla cattedrale. La piazza si trova nel cuore del centro storico cittadino, all’intersezione tra Corso Cavour, Corso Mazzini e la Strada Nuova, e ricalca l’antico foro romano di Ticinum, confermando l’impronta urbanistica classica basata sull’incrocio tra decumano massimo e cardo massimo. Con la sua caratteristica pianta rettangolare, Piazza della Vittoria è stata per secoli il fulcro della vita sociale, commerciale e politica di Pavia. Fino agli anni ’60 del Novecento, la piazza ospitava il mercato cittadino, poi trasferito in una struttura sotterranea nota come Mercato Ipogeo, situata proprio sotto la piazza stessa. Oggi, tuttavia, l’attività complessiva del mercato sotterraneo è ridotta, mentre altre sedi cittadine ospitano i mercati principali, mantenendo viva questa tradizione storica. Sul lato meridionale della piazza si erge il maestoso Broletto, l’antico palazzo comunale di Pavia. Il nome deriva dal termine medievale “broloche indicava uno spazio recintato adibito a riunioni pubbliche. Costruito nel XII secolo, il Broletto ospitava le magistrature cittadine, testimoniando il ruolo politico di Piazza della Vittoria nel corso dei secoli.

Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia

Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia

La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro si trova a breve distanza sia dal Duomo che dalla Basilica di San Michele Maggiore, e con entrambe condivide stratificazione storica e culturale. Come per queste ultime, infatti, le sue origini risalgono ai secoli compresi tra il VI e l’VIII d.C., con successive ricostruzioni tra l’XI e il XII secolo che ne hanno consolidato l’assetto romanico. Durante il Medioevo, San Pietro in Ciel d’Oro era considerata un luogo di culto fondamentale, alla pari della Basilica di San Michele Maggiore, simbolo della centralità religiosa e politica di Pavia. La basilica è profondamente legata alla figura di Liutprando, re dei Longobardi, che nel 725 d.C. volle trasferire a Pavia dalla Sardegna le reliquie di Sant’Agostino, per proteggerle dalle incursioni saracene. Questo gesto sancì il ruolo della chiesa come custode di un patrimonio spirituale di portata europea, attirando pellegrini e studiosi da tutto il continente. Oltre a Sant’Agostino, la basilica ospita anche la tomba di Severino Boezio, filosofo, matematico e politico romano, autore del celebre trattato La consolazione della filosofia. La sua figura, simbolo di saggezza e rettitudine, viene celebrata da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Paradiso, X, 124-126), dove lo cita come anima beata: una terzina dantesca è incisa sulla facciata della basilica a testimonianza di questo legame. Nel periodo napoleonico la basilica fu spogliata di molti arredi e ridotta quasi allo stato di rudere, rischiando di scomparire. Fu solo alla fine del XIX secolo che iniziarono i lavori di restauro, che le restituirono l’antico splendore e ne assicurarono la conservazione. La facciata, in stile romanico, colpisce per la semplicità e l’austerità delle sue linee, dominate dalla pietra e dai mattoni che ne sottolineano l’antichità. L’interno presenta una pianta a croce latina, con tre navate divise da imponenti colonne, che guidano lo sguardo verso l’abside e il magnifico arco trionfale, ornato da rilievi. Nella cripta si trovano le reliquie di Sant’Agostino, custodite in un’arca marmorea riccamente decorata, capolavoro dell’arte gotica lombarda. Visitare San Pietro in Ciel d’Oro significa immergersi in un luogo di profonda spiritualità, dove arte, storia e fede si intrecciano in modo straordinario. È un viaggio nella storia europea, tra le memorie di grandi personaggi e il fascino di una città che nel Medioevo fu centro nevralgico della cultura e della politica.

Duomo di Pavia

Duomo di Pavia

Situato nel cuore del centro storico e a breve distanza dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, il Duomo di Pavia rappresenta uno dei monumenti più imponenti e simbolici del ricco patrimonio religioso della città. La sua storia affonda le radici nella fusione di due antiche cattedrali gemelle, Santo Stefano e Santa Maria Assunta, che riflettono la stratificazione storica e architettonica di Pavia. Entrambe le cattedrali, infatti, ebbero origine tra il VI e il VII secolo e furono successivamente ampliate in epoca romanica, tra l’XI e il XII secolo, con un’evoluzione che ricalca le fasi costruttive della vicina Basilica di Santa Maria Maggiore. Questi edifici furono il cuore religioso della città per secoli, fino alla decisione di unificarli in un’unica, grandiosa cattedrale. La costruzione dell’attuale Duomo iniziò nel 1488 e vide la partecipazione del celebre Donato Bramante, originario di Urbino, la cui influenza fu determinante nella progettazione, portando a Pavia lo spirito del Rinascimento italiano. La costruzione si sviluppò per secoli, iniziando con il corpo centrale, seguito dalla realizzazione della cupola, una delle più grandi in Italia, che coi suoi 97 metri di altezza è uno dei simboli più riconoscibili dello skyline cittadino. La cupola, completata nel XVIII secolo, è un capolavoro di equilibrio e maestosità, paragonabile per imponenza a quelle di Firenze e San Pietro a Roma. I lavori continuarono nei secoli successivi, con il completamento della facciata esterna e dei transetti, ultimati solo negli anni ’30 del Novecento. Gli interni, caratterizzati da una pianta a croce greca e suddivisi in tre navate, sono un esempio di armonia neoclassica. Gli spazi ampi e luminosi, scanditi da imponenti pilastri, offrono un senso di solennità e grandezza che riflette l’ambizione del progetto originario. L’insieme trasmette un equilibrio tra innovazione rinascimentale e stratificazione storica, conferendo al Duomo una personalità unica. Il Duomo di Pavia, con la sua imponente mole e la straordinaria cupola, non è solo un’opera architettonica, ma anche un simbolo di continuità storica e spirituale. La sua costruzione, frutto della fusione di due antiche cattedrali, testimonia il ruolo centrale della città nella storia religiosa e culturale della Lombardia e dell’Italia.

Ponte Coperto di Pavia

Ponte Coperto di Pavia

Il Ponte Coperto, noto anche come Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo, è uno dei simboli più iconici di Pavia. La sua origine risale all’epoca romana, quando fu costruito per collegare le due sponde del Ticino in un punto strategico. Durante il Medioevo, il ponte divenne cruciale per i traffici commerciali: situato all’intersezione tra la rotta fluviale del Ticino e del Po e la rotta stradale tra Genova e Milano, fu un asse nevralgico per il commercio e i collegamenti tra città e porti. Leggenda vuole che il ponte sia stato costruito in una notte grazie a un patto con il Diavolo, che in cambio richiedeva l’anima della prima persona che lo avesse attraversato. Semidistrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il Ponte Coperto fu ricostruito nel dopoguerra, seguendo il modello medievale ma con alcune differenze. Il nuovo ponte, inaugurato nel 1951, ha cinque grandi arcate, due portali monumentali alle estremità e una piccola cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno al centro, a simboleggiare la continuità tra passato e presente. Nel 2005 è stata aggiunta una targa dedicata ad Albert Einstein, che abitò a Pavia per un periodo della sua giovinezza, ricordando il legame del grande fisico con la città. Sul lato opposto al centro storico, il ponte conduce a Borgo Ticino, un pittoresco quartiere che mantiene il fascino di un antico borgo fluviale, con le sue case colorate e l’atmosfera tranquilla. Visitare il Ponte Coperto significa ammirare un’opera di grande bellezza architettonica camminando su un passaggio che ha collegato persone, merci e culture per secoli.

Basilica di San Michele Maggiore a Pavia

Basilica di San Michele Maggiore a Pavia

La Basilica di San Michele Maggiore a Pavia è uno dei massimi esempi del romanico lombardo, uno stile sviluppatosi tra l’XI e il XII secolo nella “Lombardia storica”, regione informale comprendente anche parti dell’Emilia e del Piemonte. Con la sua struttura in pietra arenaria e le ricche decorazioni scolpite, San Michele incarna la monumentalità e l’eleganza di quest’epoca. Inserita nell’Itinerario Culturale Transromanico del Consiglio d’Europa, la basilica è parte di una “via immaginaria” che collega i principali luoghi romanici d’Europa, valorizzando un patrimonio comune e promuovendo il dialogo culturale. San Michele non è solo un capolavoro architettonico, ma anche un simbolo della storia di Pavia. Basti sapere che qui, in epoca longobarda, fu coniata la prima moneta raffigurante una chiesa: proprio quella di San Michele, a testimonianza del suo ruolo religioso e politico. La basilica acquisì ulteriore prestigio il 18 giugno 1155, quando vi fu incoronato Federico Barbarossa come re d’Italia. L’esterno è dominato da una facciata in pietra arenaria color ocra, tipico esempio di “facciata a vento,” che segue il profilo del tetto terminando a capanna. Il ricco apparato decorativo comprende bassorilievi raffiguranti animali fantastici, figure mitologiche e motivi vegetali che richiamano l’immaginario medievale. Sul lato meridionale si erge il campanile, solida struttura romanica che si integra armoniosamente con l’architettura dell’edificio. L’interno, a croce latina, si articola in tre navate separate da imponenti colonne, con un’atmosfera austera e solenne. I portali d’ingresso, riccamente scolpiti, introducono a un ambiente che conserva frammenti di affreschi medievali e una croce processionale in argento dorato, esempio di raffinata maestria. La cripta, situata sotto il presbiterio, è uno degli spazi più suggestivi, con le sue colonne dai capitelli scolpiti che creano un’atmosfera di profonda spiritualità. Visitare la Basilica di San Michele Maggiore significa immergersi in un luogo dove storia, arte e fede si intrecciano, restituendo il prestigio che Pavia ebbe nella storia dell’Europa medievale.

Occhio alle trappole per turisti

Occhio alle trappole per turisti

Il tema delle “trappole per turisti” è un argomento ricorrente nei nostri articoli e riguarda quei ristoranti, bar, locali e negozi situati nelle zone più frequentate dai visitatori, spesso caratterizzati da prezzi elevati rispetto alla qualità offerta. Anche ad Anversa, come in molte altre città, è importante prestare attenzione ai locali del centro, ma questo non significa doverli escludere a priori. Al contrario, il modo migliore per godersi un’esperienza autentica è consultare recensioni aggiornate e affidabili o, meglio ancora, seguire i consigli di chi vive in città, purché imparziali e non condizionati da interessi personali.

Lo Zoo di Anversa

Lo Zoo di Anversa

Lo Zoo di Anversa (Zoo Antwerpen), fondato nel 1843, è una delle strutture più antiche d’Europa e ha da sempre giocato un ruolo importante nella storia della città. La sua origine è legata in parte al periodo coloniale belga, che ha favorito l’importazione di animali esotici. La posizione dello zoo, a pochi passi dalla Stazione Centrale, lo rende facilmente accessibile per i turisti e perfetto per una visita che unisce il fascino naturalistico alla modernità urbana. La struttura si estende su una superficie di 10 ettari e ospita una vasta gamma di specie provenienti da tutto il mondo. Tra le sue aree, si possono ammirare giaguari, tigri, gorilla, giraffe, elefanti, orsi polari e una vasta varietà di uccelli esotici. Lo zoo è anche impegnato nella conservazione delle specie a rischio, attraverso il suo Centro per la Ricerca e la Conservazione (CRC), che si occupa di progetti legati alla protezione degli animali e alla gestione degli allevamenti, oltre a fornire informazioni pratiche per la gestione degli zoo a livello internazionale. Visitarlo è un’ottima esperienza turistica per famiglie, offrendo una pausa piacevole e istruttiva, soprattutto dopo la visita dei numerosi musei e dei quartieri storici della città. Per chi cerca una leggera distrazione immersa nella natura, lo Zoo di Anversa rappresenta un’opportunità ideale per trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta e scoprire il mondo animale in modo coinvolgente. Per saperne di più: zooantwerpen.be.

Quartiere della Moda di Anversa

Quartiere della Moda di Anversa

Partendo dalla Stazione Centrale di Anversa, celebre “Cattedrale delle stazioni”, si raggiunge in pochi minuti il cuore del Quartiere della Moda, un’area vibrante che si snoda lungo vie come Nationalestraat, Kammenstraat e Schuttershofstraat. Questo quartiere è diventato un simbolo della creatività e dell’eleganza internazionale, grazie al contributo dei celebri “Sei di Anversa”, già citati in apertura, che hanno trasformato la città in un epicentro della moda globale. Qui si intrecciano storia e avanguardia, lusso e accessibilità. Tra boutique di alta moda, atelier di stilisti emergenti e negozi di pret-à-porter, il Fashion District offre un’esperienza adatta a ogni tipo di visitatore. Non è solo un luogo per chi cerca il lusso: accanto ai grandi marchi internazionali, si trovano concept store e spazi creativi che abbracciano una vasta gamma di stili e fasce di prezzo, rendendo il quartiere inclusivo e variegato. Passeggiare nel Quartiere della Moda non significa soltanto fare shopping, ma immergersi in un’atmosfera unica, dove design e cultura si incontrano. La vicinanza al Quartiere dei Diamanti crea un’affascinante continuità tra l’artigianato della tradizione e l’innovazione della moda contemporanea, due volti della stessa città ricca di storia e stile. Insomma, il Fashion District di Anversa è il cuore creativo della città, perfetto per appassionati di moda e curiosi. Qui passato e futuro si incontrano, raccontando il motivo per cui Anversa è un riferimento nel mondo del design. Da vedere!

Stazione Centrale di Anversa

Stazione Centrale di Anversa

La Stazione Centrale di Anversa (Antwerpen-Centraal), costruita tra il 1895 e il 1905 con il sostegno del re Leopoldo II, noto per la sua passione per la modernizzazione del paese, è un capolavoro architettonico che unisce elementi del Rinascimento, del Barocco e dell’Art Nouveau belgaLa maestosa cupola della stazione, progettata dall’architetto Louis Delacenserie, si erge a 75 metri di altezza, offrendo una vista spettacolare sull’intera struttura. La sua imponente presenza è un omaggio all’architettura classica, integrando armoniosamente gli stili storici con le esigenze moderne. Sotto la cupola, la stazione ospita una straordinaria volta in ferro alta 44 metri, progettata dall’ingegnere Clement Van Bogaert. Questa struttura ingegneristica, all’epoca una vera e propria prodezza, è composta da una serie di archi in acciaio che sostengono il tetto in vetro, creando un’atmosfera luminosa e ariosa. Nel corso del XX secolo, la stazione ha subito un importante progetto di ristrutturazione, completato nel 2009, che ha restituito alla struttura il suo splendore originale, pur integrando le necessità moderne. Questo intervento ha permesso di preservare l’integrità storica dell’edificio, garantendo al contempo funzionalità e comfort ai viaggiatori. Nel 2011, la stazione è stata insignita del Premio del patrimonio culturale dell’Unione europea da Europa Nostra, riconoscendo il suo valore architettonico e culturale. Europa Nostra è una federazione che promuove la conservazione del patrimonio culturale in Europa, fungendo da lobby per la protezione e valorizzazione dei beni culturali. All’interno e sulle facciate della stazione, si trovano numerose statue allegoriche che rappresentano diverse città e regioni, simbolizzando l’importanza di Anversa come nodo di collegamento tra diverse culture e territori. Dal 2012, un’illuminazione pubblica speciale valorizza i dettagli architettonici della stazione, creando suggestivi giochi di luce che esaltano la bellezza della struttura, soprattutto di sera. Questa illuminazione mette in risalto le linee eleganti e le decorazioni, offrendo uno spettacolo visivo che incanta residenti e visitatori. Visitare la Stazione Centrale di Anversa significa immergersi in un ambiente che fonde storia, arte e ingegneria, offrendo un’esperienza unica che testimonia la ricchezza culturale e architettonica della città.

Quartiere dei Diamanti di Anversa

Quartiere dei Diamanti di Anversa

Tra Rotterdam e Amburgo, Anversa è il secondo porto d’Europa per importanza e il primo hub mondiale per il commercio dei diamanti, un settore che ha plasmato la città per secoli. Il Diamond District, situato a pochi passi dalla Stazione Centrale (vd. prossimo punto), è il cuore pulsante di questa attività, dove la tradizione artigianale e il commercio internazionale si intrecciano. Proprio qui, tra le strade di Hoveniersstraat, Pelikanstraat e Rijkstraat, si concentrano laboratori, negozi e uffici specializzati. Il commercio di diamanti ha radici profonde ad Anversa, che nel XVI e XVII secolo si affermò come il centro della lavorazione dei diamanti, grazie all’abilità nel tagliare pietre di qualità inferiore e renderle straordinariamente preziose. La città si trovò in competizione con Amsterdam, che, con il suo ruolo crescente nel commercio globale, divenne il centro finanziario per lo scambio delle pietre grezze. Mentre Amsterdam si concentrava sugli affari finanziari, Anversa consolidava il suo primato nell’arte del taglio dei diamanti, mantenendo una posizione dominante che dura ancora oggi. Il Diamond District è anche strettamente legato alla comunità ebraica ortodossa, che ha avuto un ruolo fondamentale nel consolidamento del commercio di diamanti ad Anversa. Questa comunità ha portato avanti una tradizione che oggi continua a prosperare nel quartiere. Un episodio che ha segnato la recente storia del distretto è la celebre rapina del 2003, quando una banda di ladri italiani riuscì a sottrarre diamanti per oltre 100 milioni di euro, in uno dei colpi più audaci mai realizzati. L’evento, che ha avuto ampio risalto mediatico, ha ispirato film e documentari, aggiungendo un tocco di leggenda al quartiere. Per visitare il Diamond District, il momento migliore è durante la settimana, evitando il sabato, quando molti negozi sono chiusi. Durante i giorni feriali, il distretto è animato da una continua attività commerciale, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nell’atmosfera unica di uno dei centri più importanti al mondo per il commercio di diamanti.

Museo Plantin-Moretus di Anversa

Museo Plantin-Moretus di Anversa

Poco distante dal centro storico di Anversa, il Museo Plantin-Moretus è uno dei luoghi più affascinanti e autentici della storia culturale europea. Questo museo non è solo una celebrazione della tipografia, ma un simbolo dell’importanza di Anversa come capitale culturale nel XVI secolo, quando rivaleggiò con città come Parigi e Venezia nel plasmare il panorama dell’editoria e della diffusione del sapere. Christophe Plantin, stampatore francese trasferitosi ad Anversa, fondò qui nel 1555 la sua officina editoriale, trasformando la città in un polo internazionale della stampa. Il suo lavoro fu proseguito e ampliato dal genero Jan Moretus, che consolidò l’eredità familiare. Per oltre tre secoli, questa casa editrice non solo mantenne le sue radici nello stesso edificio, ma rimase anche legata alla stessa famiglia, un caso unico al mondo. Il complesso casa-laboratorio-museo Plantin-Moretus incarna questo straordinario connubio di tradizione, innovazione e continuità, conservando i luoghi originali dell’attività tipografica, i macchinari – tra cui le due presse da stampa più antiche al mondo – e una collezione di documenti rari. Tra i suoi tesori si trovano la monumentale Bibbia Poliglotta, atlanti, manoscritti e oltre 30.000 volumi che testimoniano la centralità di Anversa nel circuito editoriale europeo. L’edificio stesso, con i suoi eleganti saloni rinascimentali e il cortile fiorito, è parte integrante di questa esperienza. Non sorprende perciò che il Museo Plantin-Moretus sia stato il primo museo al mondo a entrare nel 2005 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Questo riconoscimento sottolinea la sua autenticità, conservata attraverso i secoli grazie a un rispetto meticoloso per i luoghi, gli oggetti e la storia della famiglia. Insomma il Museo Plantin-Moretus racconta una storia di eccellenza, innovazione e passione. Un’esperienza imperdibile per chiunque voglia comprendere il ruolo di Anversa nella storia europea. Per maggiori informazioni: museumplantinmoretus.be.

Museo Aan de Stroom di Anversa

Museo Aan de Stroom di Anversa

Il Museo Aan de Stroom (MAS), uno degli edifici più iconici di Anversa, sorge a circa 15 minuti a piedi dal centro città, nel quartiere moderno dell’Eilandje, proprio lungo il fiume Schelda. La sua posizione strategica riflette il legame indissolubile tra Anversa e il suo ruolo storico di città portuale e crocevia culturale. La sua architettura è unica e sorprendente. Progettato dagli architetti dello studio olandese Neutelings Riedijk, l’edificio si sviluppa in 10 piani, caratterizzati da un’alternanza tra pietra arenaria rossa e grandi vetrate ondulate, che creano un gioco di luci e riflessi straordinario. La facciata, visibile da lontano, evoca un movimento verticale che richiama i container del porto, rendendo l’edificio un simbolo perfetto del dinamismo e della modernità della città. All’interno del MAS, il visitatore intraprende un viaggio attraverso “il presente, il passato e il futuro di Anversa nel mondo, una mission ben espressa anche dalla frase del museo: Nel MAS conosci Anversa nel mondo e il mondo di Anversa. L’identità portuale della città è al centro del percorso espositivo, che esplora come Anversa sia stata plasmata dalla navigazione, dal commercio e dagli scambi culturali, ma anche come il suo porto l’abbia resa una protagonista globale. Le collezioni del MAS testimoniano questa profonda connessione. Oggetti come navi storiche, mappe antiche, strumenti di navigazione e opere d’arte narrano le vicende economiche e sociali legate al porto, mostrando come Anversa abbia costruito il suo successo guardando oltre i confini locali. Le esposizioni, sia permanenti che temporanee, intrecciano il passato con prospettive contemporanee, creando un dialogo continuo tra il locale e il globale. Uno dei momenti più emozionanti della visita è la terrazza panoramica, situata all’ultimo piano, che regala una vista mozzafiato sulla città, il porto e il fiume Schelda. Da qui si può ammirare l’armoniosa fusione tra architettura storica e moderna, mentre il flusso delle acque del fiume ricorda costantemente la centralità del porto nella vita della città. Insomma il MAS è un luogo che racconta storie e invita a riflettere sull’identità della città come crocevia di culture e mondi. Imperdibile per chi vuole cogliere l’essenza di questa città vibrante e cosmopolita. Per saperne di più: mas.be.


La casa di Rubens ad Anversa

La casa di Rubens ad Anversa

La Casa Museo di Rubens (Rubenshuis), situata nel cuore del centro storico di Anversa a soli dieci minuti a piedi dalla Grote Markt, è un luogo che combina arte, storia e architettura. Acquistata nel 1610 dal celebre pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, la dimora fu trasformata in una residenza unica, ispirata alle sue esperienze in Italia, dove aveva vissuto a Mantova, Genova e Roma. Rubens ampliò la casa con un tocco “italiano”, ispirandosi ai palazzi nobiliari genovesi, e vi aggiunse un cortile interno, un elegante portico barocco e un padiglione affacciato su un giardino formale. Nel Settecento, la casa subì profonde modifiche strutturali che ne alterarono l’aspetto originale. Tuttavia, un importante restauro conservativo realizzato nel 1937 restituì al complesso parte del suo splendore, con il recupero di elementi chiave come il portico barocco e il padiglione del giardino, riportando in vita l’idea architettonica di Rubens. Oggi, la Casa Museo ospita una preziosa collezione d’arte, che include opere del maestro e dei suoi allievi, offrendo uno sguardo affascinante sulla vita e sulla bottega di Rubens. La sua eredità artistica permea l’intera città di Anversa, visibile anche nei suoi capolavori conservati nella Cattedrale di Nostra Signora e in altri luoghi simbolo. La Casa Museo guarda ora al futuro, con un ambizioso progetto di ristrutturazione e ampliamento che sarà completato entro il 2030. Questo intervento migliorerà l’esperienza dei visitatori, arricchendo gli spazi espositivi e introducendo tecnologie innovative per far rivivere la storia e l’arte del grande maestro fiammingo. Visitare la Casa Museo di Rubens significa immergersi nell’universo creativo e personale di uno dei più grandi artisti del Barocco, in un contesto architettonico unico che celebra il dialogo tra tradizione fiamminga e influenze italiane. Per approfondire: rubenshuis.be.

Il Castello di Anversa (Het Steen)

Il Castello di Anversa (Het Steen)

Il Castello di Anversa, o Het Steen, è uno dei simboli più affascinanti della città, situato a breve distanza dal centro storico sulla sponda destra del fiume Schelda. La sua posizione strategica lungo il fiume non è casuale: fu scelto per garantire il controllo sui traffici fluviali e difendere Anversa dalle incursioni nemiche. Le origini del castello risalgono al XIII secolo, quando venne costruito come parte delle mura difensive cittadine. L’edificio medievale aveva una struttura più compatta e semplice, ma nel corso del XVI secolo, sotto il regno di Carlo V, venne ampliato e arricchito con elementi rinascimentali, trasformandosi in un edificio più monumentale e decorativo. Questo contrasto tra le epoche è ancora visibile oggi grazie ai materiali utilizzati: le pietre calcaree delle fondamenta medievali si alternano alle pietre arenarie introdotte nei lavori rinascimentali, rivelando le stratificazioni storiche e costruttive del castello. Il castello fu a lungo utilizzato come prigione, una funzione che ricoprì fino al XIX secolo. Durante questa fase, Het Steen divenne un luogo temuto e simbolo di austerità, un passato che contribuisce ancora oggi al suo fascino enigmatico. Nel Novecento, il castello subì ulteriori restauri e venne trasformato nel Museo Nazionale della Navigazione (1952-2008), dedicato al rapporto storico tra Anversa e il fiume Schelda. Recentemente, Het Steen è stato ulteriormente rinnovato e oggi ospita un centro turistico e culturale moderno, che combina mostre interattive, eventi e spazi dedicati alla storia della città. All’ingresso del castello domina la scena la statua di Lanfe Wapper, gigante leggendario del folklore fiammingo (vd. foto). Insomma, Het Steen è una tappa imprescindibile per chiunque voglia scoprire il genius loci di Anversa che passa – come già detto – dal legame profondo col fiume Schelda. Da vedere!