National September 11 Memorial & Museum

National September 11 Memorial & Museum

L’11 settembre 2001 è una data destinata a rimanere impressa nella memoria non solo di chi, quel giorno, non poté far altro che assistere inerme alle immagini scioccanti dell’attacco alle Torri Gemelle; ma anche delle nuove generazioni, i cosidetti “millennials”, che sui libri di scuola troveranno traccia dell’episodio di terrorismo più grave della storia dell’umanità. I morti a causa del dirottamento aereo organizzato da Al Qaeda furono ben 2996. La storia delle vittime è interamente documentata attraverso immagini, fotografie, testimonianze e altri reperti nel Museo dell’11 Settembre. Una tappa imperdibile, dunque, per non dimenticare quello che è successo, e per far crescere in ognuno i necessari “anticorpi” affinché episodi del genere non accadano più. Da non perdere, all’esterno, le “Reflecting Absence”, le due cascate realizzate esattamente sul perimetro delle Twin Towers distrutte nell’attentato. A differenza del museo, per il quale è necessario l’acquisto del biglietto, queste due cascate sono visibili gratuitamente. Un messaggio di speranza e rinnovamento evocato dal fluire incessante dell’acqua che sarebbe davvero un peccato non cogliere durante una visita a New York. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.911memorial.org.

Wall Street

Wall Street

Wall Street è uno dei simboli di New York. In verità, non solo di New York, dal momento che dalla borsa americana sono passati alcuni degli eventi più decisivi della storia. Solo per dirne due: la Grande Depressione del 1929 e il fallimento della Lehman Brothers del 2008. Di quest’ultimo evento, tra l’altro, le economie mondiali stanno ancora pagando lo scotto, nonostante la fase acuta della crisi che ne scaturì sembrano essere alle spalle. Due esempi che dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza del Financial District di New York. Ovviamente non è possibile entrare nella Borsa o nella sede della Federal Reserve (la Banca Centrale americana). Però già solo passeggiare per queste strade, osservando i comportamenti delle persone che quotidianamente le frequentano e ci lavorano, dà l’idea dell’importanza dei luoghi. Per l’approfondimento storico, invece, rimandiamo al Museum of American Finance (www.moaf.org). Se aperto vale la pena farci un salto, come vale senz’altro la pena fermarsi per una foto davanti al “Charging Bull” (vedi foto), scultura raffigurante un gigantesco toro realizzata dall’artista italo americano Arturo Di Modica. Da fare!

Ponte di Brooklyn

Ponte di Brooklyn

Come accennato in apertura il fascino di New York è indissolubilmente legato all’evocatività dei suoi simboli. Grandiose opere ingegneristiche che non solo hanno fatto la storia (basti pensare all’Empire State Building o al Rockfeller Center) ma da cui dipende il presente e dipenderà il futuro della città. Il ponte di Brooklyn, da questo punto di vista, è una delle icone più potenti, se non addirittura la più potente, di New York. Attraversarlo a piedi (c’è un passaggio pedonale riservato anche ai ciclisti) è una sorta di “rito di passaggio”, una di quelle cose, cioè, destinate a rimanere per sempre impresse nella memoria. Non è finita, perché in fondo al ponte, c’è un parco bellissimo che si estende per oltre 30 ettari suddivisi tra aree verdi e aree giochi. Da non perdere i prati dell’Empire Fulton Ferry e i sentieri del Pier I. In quest’ultimo spazio c’è anche una piccola collina da cui sono stati realizzati alcuni degli scatti più suggestivi del ponte di Brooklyn e di Lower Manhattan. Perciò se vi piace la fotografia, questo è uno dei posti assolutamente imperdibili di New York. Maggiori informazioni al sito: www.brooklynbridgepark.org.

Guggenheim Museum

Guggenheim Museum

A meno di 5 minuti di cammino dal MET c’è un altro bellissimo museo che vale la pena visitare. Stiamo parlando del Guggenheim Museum, sito al 1071 della Fifth Avenue. All’interno centinaia di opere d’arte col meglio dell’astrattismo, del surrealismo, dell’impressionismo e dell’espressionismo europeo e americano. Da Van Gogh a Pollock, senza dimenticare Monet, Magritte, Picasso, Chagall e tanti altri. Ma se l’interno lascia a bocca aperta il visitatore, l’esterno del museo non è da meno. L’edificio venne infatti progettato dal grande architetto Frank Lloyd Wright, sebbene né l’autore né il fautore, Solomon R. Guggenheim, riuscirono a vedere l’opera terminata (l’inaugurazione del museo avvenne nel 1959, dopo la dipartita di entrambi). Perciò, casomai non riusciste a entrare, va bene anche solo dare uno sguardo dall’esterno a quella che viene giustamente considerata un’opera d’arte di per sé. Infine una curiosità: della Fondazione Solomon R. Guggenheim fa parte anche la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Per maggiori informazioni: www.guggenheim.org.

The Metropolitan Museum of Art

The Metropolitan Museum of Art

Con circa 6 milioni di visitatori l’anno, il “MET” è in assoluto il luogo più visitato di New York. Un museo gigantesco in cui sono esposte testimonianze provenienti da tutto il mondo relative agli ultimi 5000 anni di storia. Uno sforzo enciclopedico enorme, tanto più meritorio se consideriamo che all’atto della fondazione, nel 1870, non c’era quasi nulla rispetto alla collezione attuale. Arte egizia, greco-romana, islamica, senza dimenticare il meglio della pittura europea, africana, oceanica e americana: in questo spazio museale, organizzato in tre diversi edifici (The Met Fifth Avenue; The Met Breuer; The Met Cloisters), c’è davvero di che divertirsi. Ovviamente è impossibile vedere tutto in una volta. Occorre perciò pianificare in anticipo la visita consultando il sito ufficiale del museo (www.metmuseum.org), cui rimandiamo anche per l’approfondimento su orari di apertura, esibizioni e mostre temporanee.

Empire State Building

Empire State Building

Non è l’edificio più alto (è il One World Trade Center) né, probabilmente, quello con la vista migliore (vedi Top of the Rock). Detto questo, è sicuramente il grattacielo più famoso di New York, tappa obbligata di qualsiasi visita in città, si tratti di un giorno o una settimana. Due le terrazze panoramiche: una all’aperto all’86esimo piano; un’altra chiusa al 102esimo. La vista spazia su Central Park, il fiume Hudson, il Ponte di Brooklin, la Statua della Libertà, abbracciando per intero i 5 “burroughs” in cui è amministrativamente divisa la città. Gli ultimi 30 piani dell’edificio, inoltre, si illuminano ogni sera con led diversi a seconda delle stagioni e delle celebrazioni che si svolgono a New York: dalla tradizionale festa di San Patrizio, alla carovana irriverente del Gay Pride. Considerati i numeri monstre dell’affluenza, stabilmente sui 3 milioni di visitatori annui, è preferibile prenotare in anticipo la visita. In alternativa, presentarsi all’ingresso il mattino presto o in tarda serata sperando nella minore affluenza rispetto al resto del giorno. Maggiori informazioni al sito: www.esbnyc.com (disponibile la versione in italiano).

Nella foto, la vista dall’Empire State Building

Times Square

Times Square

La “piazza per eccellenza”; una “cascata di luci scintillanti”; il “cuore pulsante” di New York: questa è solo una piccolissima parte dei modi con cui viene raccontato quest’incrocio ad angolo tra Broadway e la Settima Strada. Dunque scordatevi i paragoni con le gigantesche piazze di Mosca, San Pietroburgo, o qualsiasi altra capitale europea. A Times Square, a essere davvero “gigantesca” è soltanto la folla di turisti, residenti e curiosi (quasi) ipnotizzati dai led pubblicitari. Attorno alla piazza girano i principali simboli della “Grande Mela”: taxi, fast food, artisti di strada, senza dimenticare i cartelloni che annunciano gli spettacoli teatrali della vicina Broadway. Eppure non è stato sempre così. A un primo momento di splendore, infatti, ha fatto seguito un periodo particolarmente lungo di declino, durante il quale la fama della piazza era più spesso associata a fatti di criminalità. Poi la rinascita negli anni ’90 con la sindacatura di Rudolph “Rudy” Giuliani. Negli anni del suo mandato, l’ex “procuratore di ferro” è riuscito ad abbinare sicurezza e riqualificazione urbana, assurgendo a esempio virtuoso per molti altri sindaci alle prese con problemi analoghi. Insomma, Times Square non può mancare all’appello in un viaggio nella “Grande Mela”, foss’anche solo per scattare un selfie. Nei dintorni, a meno di un miglio di distanza, meritano ugualmente una visita l’iconico Flatiron Building e la Cattedrale di San Patrizio, principale luogo di culto cittadino.

Top of the Rock

Top of the Rock

Il “30 Rock”, come lo chiamano i newyorkesi, è uno dei 19 grattacieli che compongono il Rockfeller Center. La sua popolarità è dovuta al fatto che al 70° piano ci sono tre terrazze panoramiche interne ed esterne che consentono la vista del meraviglioso sky line della città. Un panorama talmente bello, e con diversi punti di osservazione che, secondo molti, sarebbe addirittura preferibile all’Empire State Building. Il motivo, oltre alla maggiore ampiezza della veduta (vedi foto), sarebbe proprio la sua (relativa) minore fama. La salita in cima al “Top of the Rock” è solo una delle attrazioni del Rockfeller Center (l’accensione dell’albero di Natale è un altro momento molto sentito in città). Questo complesso immobiliare nel cuore di Manhattan, infatti, è uno dei simboli più fulgidi della “Grande Mela”. Realizzato negli anni’ 30 del secolo scorso è giustamente considerato “a city within a city” (trad.”una città nella città”) per dirla con le parole del suo primo finanziatore John D. Rockefeller Jr. In oltre 80 anni di storia, questo gruppo di edifici commerciali in art decò è passato per diverse mani. La proprietà attuale è del fondo immobiliare Tishman Speyer. Maggiori informazioni al sito: www.rockefellercenter.com.

MoMA

MoMA

Il Museum of Modern Art di New York dista circa 600 metri dal Central Park. Pochi minuti di cammino per passare da uno dei parchi pubblici più belli al mondo a uno dei musei d’arte moderna più belli al mondo. Van Gogh, Picasso, Matisse, Warhol, Pollock, Cattelan e un’infinità di altri artisti sono presenti nei 4 piani che ospitano la collezione permanente del museo. I nomi più famosi sono agli ultimi due piani, per cui conviene visitare il MoMA procedendo dall’alto verso il basso. In tutto 200.000 opere di cui 79.000 visibili anche on line. Tra l’altro, con un unico biglietto è visitabile anche il MoMA PS1, museo d’avanguardia allestito all’interno di una ex scuola. Conviene perciò affidarsi al sito ufficiale del museo (www.moma.org) per pianificare la visita ed essere aggiornati sulle molteplici attività dell'”Olimpo degli amanti dell’arte” come da più parti viene definito questo spazio museale. Avvisati.

Central Park

Central Park

In apertura abbiamo accennato alla “grandezza” di New York come uno dei fattori che più contribuisce al suo appeal turistico. Tutto è gigantesco, o comunque sensibilmente più grande rispetto alla maggior parte delle altre metropoli in giro per il mondo. Central Park non fa eccezione. Parliamo di un parco di oltre 300 ettari che fa circa 40 milioni di visitatori l’anno. La sopraggiunta e meritata fama, però, offusca l’enorme fatica che ci è voluta a trasformare nel “polmone verde” di New York quella che nel XIX secolo era una gigantesca palude. Alla bonifica, infatti, parteciparono migliaia di operai agli ordini dei due progettisti, il paesaggista Frederick Law Olmsted e l’architetto Calvert Vaux. Grazie a questi due uomini New York colmò il gap con le grandi città europee – pensiamo a Parigi e Londra – dotandosi di uno spazio verde pubblico a disposizione dell’intera città, indipendentemente dallo status economico e sociale dei singoli abitanti. E ancora oggi, a oltre un secolo di distanza, resta questa l’essenza del parco. Tantissime le cose da vedere. En passant segnaliamo lo Strawberry Fields Memorial, dedicato a John Lennon e il Conservatory Water, lago artificiale particolarmente amato dalle famiglie newyorkesi. Nei pressi del lago c’è una statua di Alice nel Paese delle Meraviglie, attorno alla quale scorazzano liberi decine di bambini specie nei mesi primaverili ed estivi. Maggiori informazioni al sito: centralpark.org.

Monastero di Rila

Monastero di Rila

Insieme alla Chiesa di Bojana, il Monastero di Rila è l’altra attrazione che da sola vale il viaggio a Sofia. In realtà, la distanza dalla capitale bulgara è di un centinaio di chilometri per cui, o ci si accontenta della classica gita di un giorno, oppure si pernotta presso il villaggio omonimo a circa 20 chilometri. Fondato nel X secolo dai discepoli di San Ivan Rilsky (San Giovanni di Rila), il monastero si espanse progressivamente nei secoli successivi, sopravvivendo alla lunga dominazione ottomana, nel corso della quale non mancarono saccheggi e parziali distruzioni. La caparbietà con cui i fedeli hanno custodito nei secoli le vestigia ortodosse del tempio, ha fornito in seguito facili argomenti alla propaganda nazionalista bulgara. Soprattutto la ricostruzione successiva a un terribile incendio divampato nel 1833, valse come prova della fedeltà dei bulgari alle proprie tradizioni in opposizione alla secolare invasione turca. Tra le tante cose da vedere menzione speciale per la Chiesa della Natività coi suoi affreschi apocalittici e l’Iconostasi in legno, tutti elementi decorativi in linea con l’arte sacra ortodossa. Ovviamente, considerata la sacralità del luogo (patrimonio UNESCO dal 1983) è richiesto un abbigliamento consono. Da vedere!

Attenzione alla guida

Attenzione alla guida

Girare Sofia in auto non è una buona idea. Non solo perché il traffico è elevato, ma anche perché quasi tutte le principali attrazioni sono concentrate nel raggio di pochi chilometri. È invece una buona idea noleggiare un auto per visitare quello che c’è nei dintorni: in primis la chiesa di Bojana, ma soprattutto il monastero di Rila distante circa 120 chilometri. Il vantaggio, in questo caso, è che la macchina garantisce oggettivamente maggiore flessibilità di spostamento rispetto ai mezzi pubblici e ai tour organizzati. Tutto vero, a patto di fare attenzione alla guida: il manto stadale, specie nelle vie secondarie, è quasi sempre sconnesso e questo provoca molti incidenti. Una soluzione “terza” è senza dubbio il taxi: bisogna “solo” contrattare prima il prezzo (in “leva” o in “euro”) o accertarsi dell’accensione del tassametro. Nel caso di spostamenti fuori città è buona pratica contattare lo stesso tassista anche per il ritorno, ovviamente procurandosi il recapito in anticipo. Avvisati.

Non guardare la città con gli occhi dell’Occidente

Non guardare la città con gli occhi dell'Occidente

Sofia non è Roma, Parigi o Berlino. Perciò è inutile attardarsi in giudizi sulla città avendo come riferimento le capitali dell’Europa occidentale. Detto in maniera un po’ più complessa si tratta di rinunciare all’etnocentrismo tipico di chi, spesso in maniera anche inconsapevole, tende a giudicare le altre culture secondo i criteri della propria. Una volta accantonati i pregiudizi, è possibile comprendere, e a limite apprezzare, quelle che di primo acchitto sembrano storture o contraddizioni evidenti. Un esempio concreto è la statua di Santa Sofia (vd. foto) che venne installata in ossequio alla martire cristiana dimentichi però del fatto che il topos della città facesse riferimento alla “Saggezza di Dio” (Sophia). Un errore marchiano, dunque, che però va contestualizzato nel clima successivo alla caduta del regime comunista che imponeva il ritorno dei numerosi simboli della cristianità.   

Parco Nazionale Vitosha

Parco Nazionale Vitosha

Vitosha è il parco più vecchio di tutta la Bulgaria. Istituito nel 1934, è un sito interessantissimo sotto molti punti di vista; geologico, naturalistico e, ovviamente, turistico. L’affluenza media annua supera stabilmente il milione di visitatori che sfruttano le molteplici possibilità di fruizione di quest’area montuosa a ridosso di Sofia: impianti sciistici in inverno; escursioni e pic nic durante i mesi primaverili ed estivi. Passeggiare tra abeti, betulle e pini, con l’apertura di improvvisi scorci qua e là è una delle cose più belle che Sofia offre ai turisti. Inevitabilmente, negli anni sono sorti hotel, ristoranti, cafè e numerosi rifugi per gli amanti del trekking, tant’è che la sfida attuale delle istituzioni e di chi lavora nell’ente parco è trovare un giusto equilibrio tra valorizzazione turistica e preservazione di habitat unici nel loro genere. Per maggiori informazioni sulla storia del parco, le attività possibili e i collegamenti con Sofia (nei weekend e nei giorni festivi da Simeonovo sono attive anche una seggiovia e una cabinovia) consultare il sito ufficiale: park-vitosha.org (disponibili le versioni italiana e inglese).

Museo Nazionale di Storia

Museo Nazionale di Storia

Il Museo Nazionale di Storia si trova ai piedi del Parco Nazionale del Vitosha (vedi prossimo punto), e può essere tranquillamente visto in abbinamento alla chiesa di Boyana, da cui dista circa due chilometri. L’edificio, allestito all’interno dell’ex palazzo presidenziale comunista, raccoglie reperti di inestimabile valore come i tesori aurei di epoca tracia, spesso all’estero per l’allestimento di mostre in giro per il mondo (vd. foto). Anche i reperti medievali hanno notevole importanza, a cominciare dalle decorazioni parietali della chiesa di Boyana che amministrativamente, infatti, afferisce al Museo Nazionale di Storia (come, del resto, altri musei sparsi sul territorio bulgaro). Per altro verso, la conservazione di molti reperti medievali, soprattutto icone bizantine, dimostra l’attacamento dei bulgari ai propri simboli, preservati dalla cultura iconoclasta di matrice islamica (i turchi hanno governato per secoli questa parte di Balcani). Chiaramente non mancano all’appello costumi tradizionali e materiale della storia del ‘900 segnata in profondità dal regime comunista. Insomma, il Museo Nazionale di Storia è tappa imperdibile per chi è realmente intenzionato ad approfondire vicende e valori che hanno segnato la Bulgaria. Maggiori informazioni al sito: historymuseum.org (disponibile la versione in inglese).