Woodland Park Zoo

Woodland Park Zoo

Da quanto scritto finora appare evidente quanto Seattle sia anche una città a misura di bambino: l’acquario, la ruota panoramica, la mostra coi supereroi Marvel, un museo dedicato e un’infinità di aree verdi e parchi pubblici attrezzati. Proprio a ridosso di uno di questi, il Green Lake Park (molto apprezzato da bikers e runners) c’è pure lo zoo. E che zoo! Stabilmente tra i primi 10 degli Stati Uniti, il Woodland Park Zoo ospita moltissimi animali: leoni, giraffe, ippopotami, zebre, procioni, volpi, porcospini, pinguini, farfalle ecc.Gestire tanta varietà significa non lasciare nulla al caso ed è questa la mission dei gestori, in prima linea nella difesa dell’ambiente dentro e fuori la struttura. Insomma, una tappa consigliatissima se ci si muove con figli al seguito, in modo da alternare la visita a punti di interesse più impegnativi con altre attrazioni più leggere, adatte a tutta la famiglia. Maggiori informazioni al sito: www.zoo.org.

Fremont

Fremont

Fremont è un quartiere di vecchi hippie e giovani hipster a circa un’ora da Downtown e Seattle Center, le zone più centrali della città. È famoso soprattutto per le statue disseminate lungo il quartiere e per una bizzarra indicazione stradale posta su un’isola spartitraffico all’incrocio con la 35th Street. Il cartello indica, tra le altre, la direzione per il “Centro dell’Universo”: una provocazione che spiega bene lo spirito anticonformista che anima il quartiere. Venendo alle statue, la più famosa è il Fremont Troll (detto anche “The Troll”, o “Troll Under the Bridge”). Si tratta di un gigante in pietra, liberamente mutuato dal folclore scandinavo, che in una mano stringe un maggiolino Volkswagen con targa californiana. Altra bizarria: la presenza di una statua in bronzo di Lenin. Giunta nel 1993 dall’ex Cecoslovacchia, teoricamente si trova a Fremont pro tempore, in attesa che un acquirente si decida all’acquisto ponendo fine a una contraddizione che va avanti da oltre 20 anni: il protagonista della rivoluzione bolscevica che fa bella mostra di sé in una delle città capitalisticamente più avanzate del pianeta. Da vedere!

MOHAI

MOHAI

Il software del computer che stai utilizzando (Microsoft); il caffè che stai sorseggiando (Starbucks); l’aereo che hai preso di recente (Boeing); il sito di ecommerce (Amazon) da cui hai appena acquistato i regali di Natale; la musica che fa da sottofondo alle tue giornate a lavoro, in macchina e nel tempo libero (Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam, Alice in Chains, Mudhoney, Foo Fighters ecc.): quasi tutte queste cose hanno visto la luce o la loro definitiva consacrazione a Seattle e dintorni. Perciò, visitare il Museum of History and Industry, dove queste esperienze sono raccontate in maniera assolutamente originale e coinvolgente, è tappa imprescindibile per approfondire il genius loci di Seattle. Non è finita, perché in questo museo vengono ripercorse altre storie importanti della città: dagli insediamenti dei primi nativi americani, all’EXPO 1962 che suggerì la costruzione dello Space Needle, fino alle serie tv che hanno visto Seattle come location principale. Due in particolare: Twin Peaks e Grey’s Anatomy. Maggiori informazioni al sito: mohai.org.

Chihuly Garden and Glass

Chihuly Garden and Glass

Situato vicino allo Space Needle (Seattle Center), questo museo ospita alcune delle opere dello scultore del vetro Dale Chihuly. Si tratta di una delle collezioni d’arte vetraria più belle al mondo, al punto da reggere tranquillamente il confronto con la “capitale della lavorazione del vetro”, Venezia. E, del resto, Chihuly non solo si è formato a bottega nella città lagunare (presso la vetreria Venini) ma, a metà degli anni ’90, ha esposto in città raccogliendo un notevole successo di pubblico e critica. Perciò, visitare il Chihuly Garden and Glass è davvero un’esperienza unica, di quelle che non ricapiteranno mai più nella vita. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.chihulygardenandglass.com.

MoPOP

MoPOP

Da Jimi Hendrix ai Pearl Jam, passando per i Nirvana, band che più di tutte le altre ha reso celebre il “Seattle sound” a partire dalla seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso. Ognuno di questi gruppi ha il suo spazio nel Museum of Pop Culture (MoPOP), a due passi dallo Space Needle. Si tratta di un museo dalle forme avveneristiche progettato dall’archistar Frank Gehry e finanziato dal compianto Paul Allen, cofounder del colosso dell’informatica Microsoft. All’interno, dicevamo, oltre a frammenti di storia del grunge (rock alternativo con venature punk e heavy metal che, poco sopra, abbiamo chiamato “Seattle sound”), non mancano altre sorprese: dall’esposizione coi supereroi Marvel (consigliata per i bambini), a quella con le scenografie e i costumi utilizzati in alcune delle pellicole di fantascienza più famose al mondo (Icons of Science fiction). Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari, le mostre temporanee e le modalità di visita del Museum of Pop Culture consultare il sito: www.mopop.org.

P.S.: Se siete amanti del grunge e, più in generale del rock, non perdetevi il Crocodile, uno dei locali più cool di Seattle dove, ovviamente, si sono esibiti anche Nirvana, Pearl Jam e Rem. Ancora oggi questo locale è tappa imperdibile per tutti gli amanti del genere.

Space Needle

Space Needle

If you see one thing in Seattle, see everything, che tradotto significa “Se vedi una cosa a Seattle, vedi tutto”. Basta questa frase, una delle tante con cui viene pubblicizzata la salita sullo Space Needle (Ago Spaziale), per capire l’importanza turistica di quest’avveneristica struttura nel cuore di Seattle. Del resto, i numeri parlano chiaro: sono oltre un milione i visitatori che annualmente salgono sull’osservatorio (Observation Desk) a 160 metri d’altezza per ammirare lo stupendo skyline della città. La torre venne costruita nel 1962 in occasione dell’Esposizione Universale, circostanza che l’accomuna alla Torre Eiffel di Parigi per quanto, ovviamente, si tratti di due edifici completamente diversi tra loro. Sulla cima dello Space Needle c’è anche un ristorante ruotante, nel caso ci si voglia fermare a mangiare qualcosa in uno scenario davvero unico al mondo. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.spaceneedle.com.

Smith Tower

Smith Tower

La salita in ascensore per la terrazza al 35esimo piano della Smith Tower è un’altra delle cose da fare a Seattle. L’edificio, 42 piani in tutto, risale al 1914 e per molti anni è stato il più alto della città. Nonostante non lo sia più, ha conservato intatto il suo fascino che deriva non solo dalla magnifica vista offerta, ma anche dal contesto urbanistico e architettonico in cui è inserito. Siamo, infatti, nel Pioneer Square e Historical District, zona piena di musei (su tutti il Klondike), parchi (Occidental Park) e palazzi storici. Oltre alla Smith Tower di cui stiamo dicendo, anche l’omonimo Pioneer Buiding, edificio che più di tutti gli altri svela l’influenza del romanico richardsoniano in città. Si tratta, infatti, di una costruzione in pietra con archi e colonnati secondo i dettami, appunto, del romanico, e però allo stesso tempo tradisce anche la lezione del rinascimento vittoriano appresa dalla storia inglese. Tornando alla Smith Tower, se ce n’è modo vale la pena sedersi sulla “Wishing Chair”, sedia portafortuna che si dice aiuti a trovare un partner. Come succede spesso, la pubblicistica turistica ha trasformato questa diceria in un appuntamento imperdibile da immortalare col più classico dei selfie. Maggiori informazioni al sito: www.smithtower.com.

Seattle Aquarium

Seattle Aquarium

Seattle è una destinazione ideale per una vacanza con tutta la famiglia. Abbiamo già accennato alla grande quantità di aree verdi, tant’è vero che l’altro appellativo con cui è conosciuta è “Emerald City”, ma non è tutto. Una menzione particolare va senza dubbio all’acquario, sito sul molo 59 del rinnovato lungomare cittadino. Dal 2010 è gestito dalla società no profit “Seattle Aquarium” che investe le donazioni ricevute non solo, com’è ovvio, per accudire nel modo migliore possibile gli animali presenti (squali, polpi giganti, coralli, anemoni, meduse, stelle marine, lontre e un’infinità di uccelli), ma anche per promuovere iniziative tese alla conoscenza, alla cura e alla valorizzazione dell’habitat marino e terrestre attorno alla città. Insomma, una buona idea per chi si muove coi figli al seguito, magari da fare in abbinamento a un giro sulla poco distante ruota panoramica (Seattle Great Wheel). Maggiori informazioni al sito: www.seattleaquarium.org.

Pike Place Market

Pike Place Market

In apertura abbiamo accennato alla capacità di Seattle di coniugare innovazione tecnologica e qualità della vita. Quello che non vi abbiamo detto, però, è che la sintesi non passa solo per la cura dei parchi pubblici. A interrompere il paesaggio urbano fatto di grattacieli e templi del consumismo c’è anche il Pike Place Market, mercato di prodotti alimentari e artigianali, generalmente assunto come base di partenza per un tour alla scoperta della città. Fondato agli inizi del ‘900, il mercato nacque proprio dall’esigenza di mettere in comunicazione produttori e acquirenti senza la mediazione dei grossisti, ritenuti responsabili di ingiustificati aumenti dei prezzi. Insomma, la scelta del cosidetto “chilometro zero” a Seattle non solo è piuttosto datata ma ha resistito, innnovandosi, pure alle difficoltà della Seconda Guerra Mondiale e alla successiva affermazione delle grandi catene di distribuzione. Negli anni, ai banchi di frutta e verdura si sono aggiunti quelli del pesce, dei salumi e dell’artigianato tipico locale, fino alla comparsa in tempi (relativamente) più recenti di artisti di strada e attività di ristorazione. Assolutamente da vedere lo Starbucks all’interno del mercato. Il negozio ha fama di essere il più vecchio tra quelli in attività di questa famosa catena di caffè fondata, tra l’altro, proprio a Seattle. Da vedere, inoltre, “Rachel The Pig”, il maialino salvadanaio a grandezza naturale che campeggia nella galleria principale del mercato. Toccare il muso di bronzo di questa scultura è diventato un rito benaugurale, come del resto benaugurale è la raccolta fondi realizzata attraverso l’opera. Il ricavato, infatti, viene destinato a iniziative sociali per la comunità che vive attorno il Pike Place Market. Per maggiori informazioni sulla storia, i prodotti e le attività presenti consultare il sito ufficiale: www.pikeplacemarket.org.

Seattle Art Museum

Seattle Art Museum

A poche centinaia di metri dal Pike Place Market, il Seattle Art Museum è un’altra tappa obbligata di una visita in città. Ovviamente il SAM non regge il confronto col MET di New York, ma ciò non toglie si tratti di uno spazio museale di assoluto rispetto, col meglio dell’arte della Northwest School. In particolare, il pittore Mark Tobey considerato dalla critica un po’ il padre di un altro grande artista statunitense: Paul Jackson Pollock. E, non a caso, Pollock è presente nell’esposizione permanente del museo, come pure Andy Wahrol e, prima di questi, con riferimento ad artisti nati nel XIX secolo, altri grandi pittori quali Monet e Matisse. Non è finita, perché il Seattle Art Museum ospita anche numerosi reperti dei nativi indiani contribuendo in questo modo a non disperdere la memoria dei primi abitanti del continente americano. Del museo, inoltre, fa parte anche l’Olympic Sculpture Park, ex area industriale trasformata in un grande giardino dell’arte che dialoga positivamente con lo spazio urbano circostante. Maggiori informazioni al sito: www.seattleartmuseum.org.

Meglio (se possibile) non visitare New York in estate

Meglio (se possibile) non visitare New York in estate

Luglio e agosto sono i mesi più caldi e le temperature possono diventare torride. Perciò, se avete la possibilità di scegliere, meglio evitare il periodo estivo. Il foliage autunnale, la neve in inverno e l’aria frizzante della primavera, invece, tratteggiano una New York sempre diversa, ma ugualmente accogliente.

Non fermarsi troppo a Times Square

Non fermarsi troppo a Times Square

Abbiamo inserito Times Square tra le cose da vedere a New York perché è una delle principali icone della città. Detto questo, basta fermarsi lo stretto necessario. La calca è notevole e anche scegliere di mangiare qualcosa o fare shopping non è molto conveniente.

Occhio alle trappole per turisti

Occhio alle trappole per turisti

Quello delle “trappole per turisti” è un argomento caldo in quasi tutte le grandi città. New York non fa eccezione, per cui il consiglio è quello di prestare la giusta attenzione alla scelta del ristorante. Il consiglio vale anche per il cibo da strada. A meno di avere qualche “dritta” particolare, meglio evitare di comprare hot dog dal primo ambulante che capita. Leggermente diverso il discorso per McDonald, Burger King e gli altri grandi marchi del fast food statunitense. Nulla vieta di andarci, ma visto che si trovano quasi dappertutto nel mondo (mentre essere a New York non è cosa di tutti i giorni) valutate bene se ne vale la pena. Tuttavia oggi non è difficile prendere le misure a questi aspetti: basta leggere preventivamente le recensioni o, se ce n’è modo, chiedere consiglio a qualcuno che ha visitato la città in precedenza. Meglio ancora chiedere consiglio a qualcuno del posto purché, ovviamente, non sia parte interessata.

Statua della Libertà

Statua della Libertà

Last but not least “Lady Liberty” o, volendo chiamare per esteso la statua, “Liberty Enlightening The World” (trad. “La Libertà che illunina il mondo”). Dalla fine dell’Ottocento fino alla metà degli anni ’50 del secolo scorso, questa statua ha salutato milioni di immigrati (moltissimi italiani) in arrivo nel porto di New York. Un’icona universale, dunque, che è possibile visitare in abbinamento al Museo dell’Immigrazione sito nella vicina Ellis Island. Tra l’altro, prenotando in anticipo (fino a sei mesi prima) è possibile salire fin su la corona della statua, al termine di ben 345 gradini. In alternativa, bisogna accontentarsi (si fa per dire) di visitare il piedistallo che pure regala una magnifica vista della città. Per maggiori informazioni, consultare il sito ufficiale della National Park Serrvice: www.nps.gov.

High Line

High Line

New York non è solo enormi grattacieli che si stagliano nell’aria per centinaia di metri ma è anche una città all’avanguardia quanto a trasformazione e riqualificazione urbana. L’esempio più virtuoso è quello della High Line, vecchia linea ferroviaria sopraelevata trasformata addirittura in un giardino pensile. Un’oasi verde a West Side Manhattan dove giornalmente si riversano migliaia di persone tra turisti e residenti. L’High Line è anche uno spazio espositivo all’aperto per le avanguardie artistiche cittadine, nonché un tempio dello street food. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.thehighline.org.