Madrid

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Madrid

11 cose da fare e vedere a Madrid e 3 da non fare

Madrid non è Parigi, né Roma. Pur non mancando musei, chiese e opere d’arte di rilievo internazionale la “monumentalità” non è il suo punto forte. Anche i servizi pubblici talvolta sono rivedibili, per non parlare dei problemi legati alla qualità dell’aria e al traffico. Perché, allora, nonostante le difficoltà, Madrid affascina tanto? Perché chi la visita, nove volte su dieci, ne parla in maniera più che positiva? Il segreto, se di segreto si può parlare, è la strabordante voglia di vivere dei suoi abitanti. Una gioia che ha resistito alla lunga dittatura franchista e che da un decennio convive con gli effetti della crisi finanziaria del 2008. Crisi che in Spagna è stata durissima, tra licenziamenti, taglio dei salari e quasi generalizzata revisione al ribasso del tenore di vita. Eppure Madrid brulica ugualmente di giovani, di sogni, di speranze per apprezzare le quali, però, è necessario dismettere i panni del “semplice” turista e indossare quelli del viaggiatore desideroso di catturare il genius loci della capitale spagnola. Di seguito, i nostri suggerimenti su cosa fare e vedere a Madrid. Buona lettura.

1 Puerta del Sol

Foto di liandra
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Dismettere i panni del semplice turista e indossare quelli del viaggiatore attento. Questo è il consiglio che abbiamo dato in apertura per apprezzare fino in fondo Madrid. Puerta del Sol è il punto di partenza perfetto per quest’esplorazione alla scoperta dell’anima madrilena. Lo è innanzitutto da un punto di vista simbolico, poiché rappresenta il km 0 della rete stradale spagnola, e poi perché storicamente è sempre stata la piazza più importante di Madrid, già prima che la città assurgesse a rango di capitale nel 1561. Basti pensare, senza andare troppo a ritroso nel tempo, che il 15 maggio 2011 Puerta del Sol fu teatro di un’imponente manifestazione contro le misure di austerità varate dal governo per fronteggiare la crisi cominciata tre anni prima. Proteste che da Madrid si estesero alle principali città della Spagna, in maniera non dissimile da quanto era avvenuto qualche mese prima in Tunisia e in Egitto. Dunque una piazza politicamente assai calda, un po’ come Piazza Syntagma ad Atene, ma anche una piazza che ama profondamente divertirsi. Puerta del Sol, infatti, è il cuore della movida di Madrid. Poco distante si trova Huertas, la zona più turistica della città piena zeppa di locali, pub e birrerie. Da vedere, inoltre, l’ex Palazzo delle Poste (Casa de Correos), oggi sede del governo della comunità autonoma di Madrid, famoso tra le altre cose per i 12 rintocchi (campanadas) con cui l’orologio dell’edificio annuncia, la sera di San Silvestro, l’avvento del nuovo anno.

2 Museo del Prado

Foto di falco
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La pinacoteca con la più grande collezione al mondo di opere del pittore fiammingo Hieronymus Bosch. Basterebbe questa considerazione a spiegare la fama internazionale del museo, e invece non è finita perché oltre ai quadri di “El Bosco” (come gli spagnoli sono soliti riferirsi all’artista olandese) ci sono tantissime altre opere da vedere: Velasquez, Goya, Caravaggio, Tiziano, Raffaello, Rubens, Brugel e altri. Nel Museo del Prado sono presenti più di 70.000 dipinti per un arco temporale che va dal XII al XIX secolo. Quadri, ma anche sculture e disegni che occupano le gallerie, le sale e le stanze di un enorme edificio dal gusto neoclassico progettato a fine ‘700 dall’architetto spagnolo Juan de Villanueva. Il finanziamento di un progetto così imponente non poteva che provenire dalla casa reale spagnola. Fu infatti Carlo III di Spagna a volere la costruzione del palazzo, con l’intento iniziale di farne un Museo di Storia Naturale, mentre fu il nipote Ferdinando VII a modificarne la destinazione adibendolo a pinacoteca della famiglia reale. Ovviamente nel corso dei secoli il Museo del Prado ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni, l’ultima delle quali nel 2007 con l’inaugurazione di una nuova struttura espositiva nell’attiguo chiostro del monastero di San Jeronimo El Real. Infine un consiglio: dal momento che la visita del museo porta via diverse ore meglio evitare la ressa dei weekend per entrare. Maggiori informazioni su orari, prezzi, opere e mostre temporanee sul sito ufficiale: www.museodelprado.es (disponibile la versione in inglese).

3 Museo Thyssen-Bornemisza

Foto di leosoueu
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Una questione di cuore. Scherzandoci su, può esser riassunta così la lunga vicenda della collezione privata di Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza (1921 -2002) che dopo esser stata contesa da mezzo mondo, negli anni ’90 del secolo scorso è approdata (quasi per intero) a Madrid. Il motivo? Il matrimonio (il quinto) di questo rampollo della famiglia Thyssen (una delle “famiglie dell’acciaio” tedesco) con l’ex miss Spagna Carmen Cervera Fernández de la Guerra. Ovviamente alla base della scelta di spostare questa ricca collezione d’arte dalla casa di Lugano, in Svizzera, alla capitale spagnola hanno concorso anche altri fattori (soprattutto economici) senza sottovalutare però il ruolo giocato dal clima continentale di Madrid (la città sorge a circa 600 metri s.l.m.) maggiormente favorevole alle preservazione delle tele. Tele che vanno dal Trecento italiano alla Pop Art statunitense, abbranciando otto secoli di storia della pittura. Dal Ghirlandaio a Picasso, passando per Van Gogh, Renoir, Monet e gli Espressionisti tedeschi. Una varietà di opere d’arte d’inestimabile valore, dal 1992 ospitata nel settecentesco palazzo di Villahermosa, a due passi dal Museo del Prado di cui abbiamo parlato in precedenza. Per maggiori informazioni su orari, prezzi e mostre temporanee visita il sito ufficiale: www.museothyssen.org (disponibile la versione in inglese).

4 Museo Reina Sofia

Foto di Ulleskelf
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C’è chi sostiene che la vista di Guernica, la famosissima tela di Picasso ospitata nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, valga, da sola, un viaggio a Madrid. In effetti questo quadro, che racconta il terribile bombardamento della città basca a opera dell’aviazione tedesca durante la guerra civile spagnola, è uno dei capolavori assoluti dell’arte del ‘900. Non il solo tra quelli presenti al secondo piano di questo museo dove è allestita la collezione permanente:“L’Irruzione del XX secolo: utopie e conflitti”. Oltre a Picasso fanno parte della collezione anche alcune opere di Mirò e Dalì, altri due grandissimi protagonisti della pittura spagnola del secolo scorso. Il Museo Reina Sofia, che completa il “Paseo del Arte”, il triangolo museale madrileno, è allestito all’interno dell’ex Hospital General, edificio del XVIII secolo progettato dall’architetto di corte Francisco Sabatini. Dal 2005, attaccato alla struttura principale c’è un altro edificio dalle forme avveneristiche progettato dall’architetto francese Jean Nouvel. In questa nuova ala del museo vengono allestite le mostre temporanee. Per maggiori informazioni su orari, prezzi ed eventi in programma visita il sito ufficiale: www.museoreinasofia.es (disponibile la versione in inglese).

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5 Plaza de Cibeles

Foto di NakNakNak
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Se Puerta del Sol è la piazza delle proteste contro l’austerità che hanno portato alla nascita di Podemos, partito che contende ai socialisti il secondo posto nei consensi dietro i popolari, Plaza de Cibeles è invece il luogo dove si riuniscono i tifosi del Real Madrid per festeggiare le numerose vittorie dei blancos. Una piazza “sportiva”, dunque, con al centro una fontana, Fuente de Cibele (vd. foto), a sua volta cinta da quattro storici edifici cittadini. Da nord a sud: Palacio de Buenavista, quartier generale dell’esercito; Palacio de Linares, sede del centro Casa de America per lo scambio culturale tra Spagna e America; Palacio de Constituciones, sede del municipio cittadino e infine Banco de Espana, la banca centrale spagnola. La fontana, anch’essa dedicata alla dea Cibele (o Cerere) è uno dei monumenti a cui i madrileni sono più affezionati, tanto da averla protetta coi sacchi di sabbia durante la guerra civile che dal 1936 al 1939 insanguinò la nazione. Da vedere!

6 Plaza Mayor

Foto di lapping
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La tendenza tutta madrilena a vivere all’aria aperta trova un’ulteriore conferma in Plaza Mayor. Oggi questo stile di vita spiega le fortune turistiche della città, ma sbaglieremmo di grosso a considerare solo quest’aspetto. In questa piazza, forse più che nelle altre, si respira tutta la storia di Madrid. Il riferimento non è tanto alla statua di Filippo II, realizzata da quel Giambologna di cui abbiamo già parlato a proposito della Fontana del Nettuno di Bologna, quanto soprattutto alla Casa de la Panaderia e all’Arco de Cuchilleros. Casa de la Panaderia è il più importante tra gli edifici storici che cingono Plaza Mayor e deve il suo nome al fatto che un tempo era la sede in cui veniva fissato il prezzo del pane (oggi è sede dell’Ufficio del Turismo di Madrid). Arco de Cuchilleros, invece, è la più famosa delle nove porte di ingresso alla piazza. Il topos “Cuchilleros” fa riferimento all’antica corporazione dei coltellieri che rivendevano i propri prodotti ai macellai della zona. Non bisogna dimenticare, infatti, che anticamente questa piazza era sede del più importante mercato cittadino. Non solo. Sempre qui, in questo spiazzo rettangolare lungo 130 metri e largo 94, avvenivano le esecuzioni decretate dal Tribunale dell’Inquisizione e si disputava la corrida. Insomma, seduti ai tavolini di uno dei numerosi bar presenti, o intenti ad ammirare le mille invenzioni degli artisti di strada, guai a trascurare il “peso della storia” di Plaza Mayor, cuore del centro storico di Madrid.

7 Parco del Retiro

Foto di nperron22
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Sapevate che Madrid è l’unica città al mondo con un monumento al diavolo? A scanso di equivoci, meglio chiarire subito che non si tratta di un omaggio. La scultura, Fuente del Angel Caldo (“Fontana dell’Angelo Caduto”), fu realizzata nel 1878 dall’artista Riccardo Bellver e raffigura la caduta di Lucifero dal regno dei cieli. Non è l’unica opera d’arte presente in questo grande parco pubblico che, al di fuori del periodo invernale, registra sempre il pienone di turisti e residenti. Già dalla primavera, infatti, sono migliaia le persone che si riversano qui per dedicarsi agli ozi e alle attività ludiche che un posto come questo offre generosamente agli astanti. Palacio de Cristal, Palacio de Velasquez (entrambe le strutture espongono opere d’arte contemporanea), la Rosaleda (magnifico giardino di rose) e il Bosque de las Ausentes sono altrettanti posti da vedere all’interno del parco. Specie quest’ultimo, il “Bosco degli Scomparsi”, ha un elevatissimo valore simbolico. I 192 cipressi e ulivi piantumati ricordano infatti le vittime del brutale attacco dell’11 marzo 2004, quando una cellula terroristica legata ad Al Qaida fece esplodere una serie di bombe in 4 diverse stazioni delle rete ferroviaria regionale causando appunto 192 vittime e migliaia di feriti. Da vedere!

8 Palazzo Reale

Foto di neozenit
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Non si può dire di essere stati a Madrid senza una visita al Palacio Real. Il fatto che i reali di Spagna non risiedano più qui è un dettaglio secondario. Il Palazzo Reale di Madrid resta nell’immaginario collettivo la residenza reale, il luogo dove ogni primo mercoledì del mese (ad eccezione di gennaio, luglio, agosto e settembre) avviene il celebre Cambio della Guardia, momento ambitissimo dai turisti che si accalcano dietro i cancelli della Plaza de la Armeria o sulle scale della Cattedrale de la Almudena (per saperne di più sul Cambio della Guardia visita il sito: www.guardiareal.org). Quanto alla visita guidata dell’edificio tocca, ovviamente, solo una parte delle 3000 e passa stanze che lo compongono. La Real Armeria con la sua gigantesca collezione di armi e armature appartenute alla famiglia reale e alla corte, e la Galleria di Pittura con le opere di Velasquez, Goya, Caravaggio e Tipeolo sono, senza dubbio, le sale più interessanti. Meritano anche gli Appartamenti di Stato che spiccano per lo sfarzo e l’impronta rococò tipica del XVIII secolo. Il Palazzo Reale, infatti, fu realizzato a partire dal 1738 su mandato di Filippo V. Il progetto, portato avanti dagli architetti italiani Filippo Juvarra (uno dei massimi interpreti del Barocco) e Giovan Battista Sacchetti, venne ultimato solo molti anni dopo, tant’è che il primo re effettivamente a risiedervi fu Carlo III nel 1764. Per saperne di più sulla storia e le modalità di accesso, consultare la scheda del palazzo dal seguente link: http://www.patrimonionacional.es/real-sitio.

9 Stazione di Atocha

Foto di Alexandre Delbos
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La Estación de Atocha fu uno dei luoghi maggiormente colpiti l’11 marzo 2004 quando Al Qaida fece esplodere 10 ordigni a bordo di 4 treni regionali. L’attentato più terribile di Spagna, nazione che pure ha dovuto fare i conti con le frange più estreme del nazionalismo basco, non è riuscito tuttavia a cancellare la storia della prima stazione dei treni della capitale. Un monumento, come è giusto che sia, ricorda la circostanza, ma per il resto la stazione è tornata presto a essere una delle principali attrazioni turistiche di Madrid. Alla base del suo fascino concorrono diversi fattori: il primo, già ricordato, ha a che fare col fatto di essere la stazione più antica della capitale; il secondo, e più importante, sta nella commistione tra cemento, acciaio e vegetazione. Già, perché dal 1992 la stazione di Atocha è soprattutto un centro commerciale ricreativo con un bellissimo giardino tropicale che ospita migliaia di piante di tantissime specie diverse. Partono ancora alcuni treni turistici, ma il grosso del traffico ferroviario è stato dirottato nella poco distante nuova stazione ad alta velocità e lunga percorrenza. La stazione di Atocha, che all’esterno ha conservato la sua fisionomia originaria, è facilmente riconoscibile per via della grande volta in ferro e vetro che la sormonta.

10 Madrid Rio

Foto di Nicolas Vigier
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Prima della crisi finanziaria del 2008 la Spagna era una nazione in crescita. Una crescita fortemente sostenuta dall’edilizia, settore che qui più che nel resto d’Europa ha pagato l’esplosione del mercato immobiliare cominciata negli Stati Uniti. Edilizia però non è sinonimo di speculazione, e perciò a fianco casi più che discutibili di espansione urbana ce ne sono stati altri, da manuale, di riqualificazione e trasformazione di aree pubbliche dismesse. Uno di questi esempi virtuosi è il Madrid Rio, parco pubblico cittadino inaugurato nel 2011 ma progettato a partire dal 2003. Uno spazio ricreativo di circa 120 ettari realizzato a seguito dell’interramento di un tratto di autostrada (la circonvallazione M-30) che per anni aveva tagliato a metà il Manzanares, sub-affluente del gigantesco fiume Tago che attraversa la Penisola Iberica per poi sfociare, presso Lisbona, nell’Oceano Atlantico. Piste ciclabili; di pattinaggio; campi da tennis; di calcio; centri di canoa, canotaggio e persino una spiaggia: i 10 km del Madrid Rio offrono davvero di tutto, con un’attenzione costante alle esigenze di anziani e disabili tradottasi nell’eliminazione di barriere fisiche e architettoniche. Ad aver beneficiato per primi di quest’enorme spazio sono stati ovviamente gli abitanti dei quartieri limitrofi. In pochissimo tempo, però, il Madrid Rio è diventato patrimonio comune dell’intera città, compresi i turisti che a decine di migliaia la frequentano durante l’anno. Da non perdere!

11 El Rastro

Foto di Chris Gladis
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Da oltre 400 anni, ogni domenica, in Plaza Cascorro, a sud di Plaza Mayor (vd. punto 6), si svolge El Rastro il “mercato delle pulci” più importante di Madrid. Ovviamente questo caratteristico mercato ha progressivamente invaso anche tutte le strade limitrofe Plaza Cascorro e, come spesso succede in questi casi, la sua popolarità non è tanto legata alla possibilità di portare a casa qualche buon affare, quanto all’opportunità di socializzare con altre migliaia di persone accorse in zona da ogni parte della città. Madrileni soprattutto, ma anche molti turisti pronti ad unirsi al rito del mercanteggiamento seguito, subito dopo, dall’altrettanto rituale sosta nei bar e nelle trattorie della zona. Insomma, anche se tra vestiti usati, cianfrusaglie, artigianato povero e pezzi d’antiquariato può effettivamente capitare l’affare, da secoli El Rastro è soprattutto uno spazio informale di socializzazione. Bello e divertente da frequentare, consapevoli però della possibilità di imbattersi in qualche borseggiatore. Tuttavia è sufficiente osservare le normali precauzioni del caso (non girare con molti contanti; non tenere il portafoglio nel taschino posteriore del pantalone; tenere zaino e borse ben in vista ecc.) per non incorrere in alcuna spiacevole sorpresa. Da vedere!

1 Attenzione ai borseggiatori

Madrid, come abbiamo ribadito più volte nel corso del nostro racconto, è una città da vivere all’aperto. Questo, inevitabilmente, significa metter in conto anche la presenza di ladri e borseggiatori. Ne abbiamo parlato a proposito del mercato de El Rastro, ma certo non è l’unica zona in cui può capitare qualche spiacevole sorpresa.Tram, mezzi pubblici, ma pure le strade della movida attorno Puerta del Sol, sono tutte “situazioni” in cui occorre tenere un minimo gli occhi aperti. Nessuna paura, però. Si tratta solo di osservare le precauzioni del caso (non girare con molti contanti; non lasciare aperta la borsa; non sfoggiare collane, orecchini, orologi di grande valore ecc.) e non c’è nient’altro da temere.

2 Evitare i mesi freddi

Questo è un consiglio da prendere con le molle, o meglio da seguire solo se siete particolarmente freddolosi. Il clima di Madrid, infatti, è di tipo continentale e perciò se da un lato è vero che i mesi invernali (soprattutto gennaio e febbraio) sono freddi, bisogna anche riconoscere che sono asciutti. In altri termini, se sopportate di buon grado il freddo, la capitale spagnola è visitabile tutto l’anno. Viceversa, è sufficiente aspettare l’arrivo della primavera per aggirare l’inconveniente.

3 Evitare le file ai musei

Parlando del Museo del Prado abbiamo consigliato di evitare la ressa, specie durante i weekend. Il suggerimento può essere esteso anche agli altri musei, tenuto conto che in alcune ore della giornata sono visitabili gratuitamente (per saperne di più consultare i siti ufficiali linkati nei paragrafi di riferimento). Tuttavia, affrontare code chilometriche annulla, di fatto, il beneficio della gratuità. Perciò, meglio valutare bene il da farsi, soprattutto in considerazione del soggettivo grado di sopportazione.

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