Malé Sud

Malé Sud

Così vicini, così lontani. L’espressione rende bene la differenza che c’è tra gli atolli di North Malé e South Malé. Quest’ultimo, infatti, è molto meno abitato del primo. Sono solo tre le isole abitate contro le ventinove di Malè Nord e, altra differenza fondamentale, si trovano a distanza l’una dall’altra. L’effetto esotico è perciò garantito col vantaggio, però, di trovarsi ad appena un’ora di traghetto dalla capitale Malè e dall’aeroporto di Hulhulè intitolato al Presidente Ibrahim Nasir, scomparso nel 2008. L’altro aspetto che rende Malé Sud diversa è l’apertura di numerose guesthouse a Maafushi. Inevitabilmente, quest’isola di poco più di mille abitanti è diventata la più dinamica e cosmopolita delle Maldive anche se, va detto, lo scambio culturale tra locali e turisti non è sempre facile. Prova ne sia, la scelta di riservare una spiaggia ai soli ospiti stranieri (vedi foto) evitando in questo modo di mettere in imbarazzo i residenti, contrari all’esibizione di scollature e nudità. Per il resto, il punto forte di una vacanza a South Malè è il diving. Il canale Vadhoo Kandu che divide i due atolli offre numerosi punti di immersione di differente difficoltà. Ne ricordiamo alcuni senza pretesa di esaustività: Vaadhoo Caves, Valassaru Caves, Vangali Caves, Guraidhoo Kandu e Kuda Girl. Da fare!

Malé Nord

Malé Nord

La vicinanza con la capitale e con l’aeroporto internazionale sull’isola di Hulhule, ha reso l’atollo di North Malé uno dei più sviluppati delle Maldive. È composto da centinaia di isole, di cui solo 29 però abitate. Fisicamente ne fa parte anche Malè ma, considerato lo status di capitale, il capoluogo è Thulusdohoo, isola di poco più di 1000 abitanti sul versante orientale dell’atollo. Thulusdohoo è molto apprezzata dagli amanti del surf, mentre Himmafushi, grazie al boom turistico, è diventata l’isola dello shopping. Dalla produzione artigianale di tamburi, alle sculture in palissandro di squali, mante e delfini, sono molti i turisti provenienti dai resort tutt’attorno che quotidianamente si riversano su quest’isola per acquistare il classico souvenir da portare a casa. Non è finita perché meritano una visita anche Huraa e Dhiffushi. La prima, pur assistendo negli ultimi anni all’apertura di diverse guesthouse, ha conservato pressoché intatto il volto di isola tradizionale; Dhiffushi, invece, è ancora profondamente legata all’agricoltura e alla pesca della cui importanza abbiamo già parlato in precedenza. Per il resto, North Malé regala in abbondanza tutto quello che regalano gli altri atolli delle Maldive: paesaggi mozzafiato, mare cristallino, vegetazione lussureggiante e, soprattutto, diversi punti di immersione per osservare da vicino squali, mante, delfini, coralli e tutte le altre meraviglie di questa porzione di Oceano Indiano.

Malé

Malé

Come ribadito in apertura se, oltre all’aspetto esotico delle Maldive, desiderate approfondire cultura, usi e costumi dei suoi abitanti è consigliabile visitare, anche solo per qualche ora, Malé, la capitale. La prima, macroscopica, differenza rispetto al paesaggio classico dell’arcipelago è l’iper-urbanizzazione di quest’isola di appena 5 chilometri quadrati. Un fenomeno inarrestabile cominciato negli anni ’30 del secolo scorso con l’apertura di banche, scuole e uffici pubblici e proseguito negli anni ’70 con l’esplosione del turismo. Anche così, però, l’immagine non collima del tutto con quella di una capitale “classica”. In mezzo a tanti palazzi e grattacieli, infatti, sopravvivono spazi di socialità autenticamente “maldiviani” come il mercato ortofrutticolo e quello del pesce. Visitarli non significa solo assistere ai momenti concitati della compravendita, ma dà la misura di quanto le attività tradizionali conservino un ruolo tutt’altro che marginale nell’economia locale, specie per gli abitanti delle isole più lontane. Anche la religione occupa una parte assai importante, per esempio, imponendo ai turisti il rispetto di alcune precise condotte soprattutto per quel che riguarda consumo di alcool (vietato) e abbigliamento. Sia per la visita delle moschee (su tutte, l’Old Friday Mosque e la Grand Friday Mosque), che per quella del National Museum, è indispensabile un vestiario adeguato senza scollature e altre parti del corpo in bella mostra. Altro elemento tipico sono i teashop, i ristorantini di Malè dove vengono serviti i caratteristici short eats, stuzzichini e assaggi della cucina locale. Occhio, infine, ai motorini che sfrecciano dappertutto per le strade della città. Il rischio di essere investiti è elevato, motivo per il quale è sconveniente trattenersi in città se ci si muove con figli piccoli al seguito.

Non salire (per forza) sulla Torre Eiffel

Non salire (per forza) sulla Torre Eiffel

D’accordo la Torre Eiffel è tra le cose assolutamente da vedere a Parigi. E, come abbiamo detto, chi non si accontenta della visita da basso, acquistando (prima) il biglietto, può salire su in cima per godere di una spettacolare vista di Parigi da 300 metri d’altezza. Va detto, però che ci sono diverse alternative: una è la Basilica del Sacré Couer di Montmartre. È gratis e la vista è altrettanto spettacolare. Scopri di più visitando il sito ufficiale: www.sacre-coeur-montmartre.com (disponibile la versione in italiano).

Occhio al giorno di chiusura dei musei

Occhio al giorno di chiusura dei musei

In apertura abbiamo accennato all’enorme quantità di musei presenti a Parigi. Qui, invece, segnaliamo un altro aspetto: fare attenzione al giorno di chiusura. Per esempio, è bene ricordare che Louvre e Centre Pompidou sono chiusi il martedì, mentre Musée d’Orsay e Reggia di Versailles il lunedì. In generale, dunque, è preferibile consultare preventivamente orari e giorni di apertura/chiusura del museo che si intende visitare. La cosa più semplice è informarsi dal sito ufficiale di ciascuna struttura. Avvertiti!

Attenzione ai borseggiatori

Attenzione ai borseggiatori

Non camminare col portafoglio in bella vista nella tasca posteriore del pantalone, né sentirsi troppo al sicuro nel tenerlo buttato alla rinfusa nello zainetto (o in borsa). I borseggiatori, a Parigi, sono numerosi e perciò si raccomanda l’osservanza delle normali precauzioni in questi casi. Oltre a quelle già dette, possiamo aggiungere quelle di non indossare bracciali, orologi, catene e orecchini di particolare valore, e di non circolare a tarda notte nei sobborghi della città.

Disneyland Paris

Disneyland Paris

In una lista di cose da fare e vedere a Parigi non può mancare Disneyland Paris, il parco-divertimento più grande d’Europa (tra i primi 10 al mondo) che dal 1992 richiama in città milioni di visitatori l’anno. A essere più precisi, una parte consistente di questi alloggia negli hotel che afferiscono alla struttura; un’altra parte, invece, abbina la visita alla capitale francese con uno o più giorni dedicati al parco. Parco che pur trovandosi a Marne la Vallée, a 32 chilometri dalla città, è collegato benissimo con metropolitana, bus e servizio navetta. Ovviamente le attrazioni sono tantissime, basti pensare che le aree tematiche sono due con ingressi e orari indipendenti. La prima, Disneyland Park, è dedicata a fiabe e personaggi Disney; la seconda, invece, Walt Disney Studios Park, è dedicata al cinema, all’animazione e agli effetti speciali. Insomma, brevi cenni che danno però già l’idea di quanto coinvolgente possa essere una giornata a Disneyland Paris. Conviene perciò pianificare per bene il tutto, facendo affidamento alle notizie e ai consigli del sito ufficiale: www.disneylandparis.it.

Montmartre

Montmartre

Montmartre è un’altra tappa obbligata di una visita a Parigi. Quartiere dalla spiccata anima bohemienne è stato a lungo il rifugio delle avanguardie artistiche di passaggio in città. Non solo artisti, in verità: la lotta politica, unita a uno spiccato fervore intellettuale, ha sempre scandito le giornate di questa zona collinare da cui – ricordiamo -, partì la rivolta della Comune di Parigi nel 1871. Da tempo, commercio e turismo hanno sostituito sperimentazione artistica e passione politica anche se la fascinazione di località sui generis, di vera e propria “città nella città”, è sopravvissuta nei suoi abitanti. Diverse le cose da vedere: Place du Tertre, la Basilica del Sacro Cuore (vedi foto), il cimitero omonimo (Montmartre), senza ovviamente dimenticare il Moulin Rouge e Pigalle. Quest’ultimo è il quartiere libertino per antonomasia con diversi locali a luci rosse. Inutile dire che di notte occorre una certa prudenza.

Giro in barca sulla Senna

Giro in barca sulla Senna

Sono milioni i visitatori che ogni anno solcano in barca i canali della Senna. A bordo dei caratteristici Bateaux Mouches (battelli interamente vetrati, in parte aperti e in parte chiusi) Parigi appare ancora più bella di quanto normalmente sia già. A fare la differenza non è solo l’insolita prospettiva dal fiume, ma anche l’ora del giorno in cui si effettua l’escursione e, ancora di più, la formula prescelta, dal momento che le compagnie che effettuano il servizio forniscono diverse alternative: dal pranzo, all’aperitivo al tramonto, alla cena (quest’ultima particolarmente romantica). Per maggiori informazioni clicca qui.

Versailles

Versailles

All’appello di un viaggio a Parigi non può mancare la Reggia di Versailles. Non c’è forse edificio al mondo in grado di evocare in maniera tanto eloquente l’idea del potere senza per questo, però, perdere in armonia e grazia. Basti considerare due aspetti per mettere meglio a fuoco ciò di cui stiamo parlando: in primis, il fatto che la zona dove Luigi XIV (1638-1715) volle realizzare la reggia era paludosa e circondata da boschi. Non a caso, Luigi XIII, padre del “Re Sole”, la utilizzava come riserva di caccia. Il secondo aspetto da tenere a mente è l’affollamento che per diversi anni caratterizzò la reggia. Luigi XIV pretese che la corte si trasferisse quasi per intero a Versailles, acuendo ancor di più quel senso di potere e dominio cui abbiamo accennato all’inizio. Talmente tante le cose da vedere che occorrerebbero giorni per avere una panoramica completa. Dalla Cappella Reale, al Teatro d’Opera, passando per le due depandance (Grand e Petit Trianon) rifugio, rispettivamente, di Luigi XIV e Maria Antonietta (consorte di Luigi XVI), c’è davvero da restare senza fiato al cospetto di tanta magnificenza. Assolutamente imperdibile la Galleria degli Specchi, una stanza lunga 73 metri (vedi foto) famosa, tra le altre cose, per essere stata il luogo dove si pose fine alla Prima Guerra Mondiale con la firma del celebre Trattato di Versailles. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari di apertura e su come raggiungere la reggia che, ricordiamolo, dista una ventina di chilometri da Parigi, consultare il sito ufficiale: www.chateauversailles.fr.

Notre Dame

Notre Dame

Insieme alla Torre Eiffel e al Louvre, la Cattedrale di Notre Dame è il monumento più visitato di Parigi. Una chiesa maestosa risalente al 1163 anno in cui l’allora vescovo Maurice De Sully diede ordine di costrurire un edificio che simboleggiasse anche sul piano religioso lo status di capitale della città. L’invito fu raccolto nel tempo (per l’ultimazione della chiesa ci sono voluti, infatti, circa 2 secoli) da migliaia di carpentieri, fabbri, maniscalchi e artisti capaci di tirare su un capolavoro di arte gotica che tutt’ora, a distanza di centinaia di anni, affascina anche chi è completamente a digiuno di storia dell’arte. Va detto che la chiesa nel corso dei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti, i più gravi dei quali sicuramente durante gli anni tumultuosi della Rivoluzione Francese. Solo nel XIX secolo, specificatamente dopo le fortune letterarie del romanzo omonimo di Victor Hugo (“Notre Dame de Paris”), subentrò la volontà di porre fine al degrado che ormai da anni si era impossessato di questo maestoso tempio che domina Ile de la Cité, una delle due isole fluviali della Senna (l’altra è Ile de Saint Louise). Va da sé, la chiesa ha ospitato diversi eventi che hanno segnato la storia di Francia e d’Europa. Tra gli altri: l’incoronazione a imperatore di Napoleone Bonaparte e il discorso con cui il generale Charles De Gaulle salutò la liberazione della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale. Per maggiori informazioni sulla storia e gli orari di visita della Cattedrale di Notre Dame (Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1991) consultare il sito: www.notredamedeparis.fr.

Quartiere Latino

Quartiere Latino

Cuore pulsante del ’68 parigino, Le Quartier Latin si estende tra il V e VI arrondissement della città. Quindi, a dispetto del nome, non si tratta di un vero e proprio quartiere, ma di una zona più vasta con specifiche peculiarità. La prima, di carattere storico, fa riferimento al fatto che c’è stato un tempo in cui accademici e studenti della Sorbona (vedi foto) effettivamente parlavano latino tra di loro (da cui il nome). La seconda è la presenza del Pantheon, il monumento voluto da Luigi XV in onore di Santa Genoveffa (Sainte Geneviève, patrona di Parigi). All’interno di questo monumento sono sepolte diverse personalità di spicco: tra gli altri, Jean Jacques Rosseau, Emile Zola e Victor Hugo. Dalla cupola, inoltre, si scorge un panorama meraviglioso, che ripaga della fatica necessaria ad arrivare in cima. Non è finita, perché da vedere, oltre la Sorbona e il Pantheon, ci sono diverse altre cose: le chiese di Saint Etienne du Mont e St.Severine, l’Istituto del Mondo arabo e Place St. Michel, piena di caffè, librerie e locali frequentati soprattutto da giovani e studenti. Da vedere!

Centro Pompidou

Centro Pompidou

Dopo il Louvre e il Museo d’Orsay è la volta del Centre Pompidou. Se i primi due, infatti, gettano luce sul passato artistico, storico e culturale francese ed europeo, lo spazio museale voluto dal Presidente della Repubblica Georges Jean Raymond Pompidou illumina invece il presente e il futuro della nazione transalpina. Costruito negli anni ’70 del secolo scorso, questo museo ha profondamente ravvivato la vita culturale parigina. Non solo per le tantissime opere esposte (tra gli altri, Matisse, Kandinsky, Mirò, Picasso) ma proprio perché l’edificio nel suo complesso fu pensato e realizzato come elemento di rottura con l’architettura che aveva accompagnato fin lì lo sviluppo urbanistico della città. Tra l’altro, ed è un aspetto di cui pure bisogna tener conto, il Centre Pompidou si trova a metà strada tra il Marais e Les Halle. Il primo è forse l’unico quartiere in cui l’impronta medievale parigina ancora sopravvive. Un tempo abitato in prevalenza da ebrei, oggi è una zona bohemienne e votata al multiculturalismo. Les Halle, invece, è il centro commerciale più grande della città e sorge dove una volta c’erano i mercati generali. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.centrepompidou.fr (disponibile la versione in inglese).

Museo d’Orsay

Museo d'Orsay

Da un’ex casa reale (Louvre) a un’ex stazione ferroviaria (d’Orsay) o, se preferite, da Leonardo, Michelangelo e Tiziano a Van Gogh, Gaughin e Cezanne. E già, perché il Musée d’Orsay offre una delle panoramiche più esaustive al mondo su impressionismo e post-impressionismo. Non solo. Urbanistica, architettura, design e cinema sono gli altri temi trattati in questa ex stazione ferroviaria riconvertita in museo nel 1986 su progetto dell’architetta italiana Gae Aulenti. Per il resto, vale quanto già detto per il Louvre. Considerata l’affluenza si consiglia la prenotazione anticipata. Maggiori informazioni sul sito ufficiale del museo: www.musee-orsay.fr (disponibile la versione in italiano). Da vedere!

Museo del Louvre

Museo del Louvre

Giotto, Beato Angelico, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Parmigianino e tanti altri. Basterebbe la collezione d’arte italiana a qualificare il Louvre come il museo più bello al mondo. E invece non è finita perché ci sono pure le esposizioni dedicate all’arte orientale, egizia e greco-romana. Insomma, pittura, scultura e archeologia fanno del Muséè du Louvre una tappa imperdibile di una visita a Parigi. Sono milioni i visitatori che ogni anno si avventurano in questo edificio contenente circa 30.000 opere d’arte (la stima è per difetto). È stato calcolato che per vedere tutto occorrerebbero 100 giorni a patto, però, di dedicare qualche secondo a ogni stanza. E invece, dalla “Monna Lisa” di Leonardo, alla Nike di Samotracia, fino al Museo dedicato a Eugene Delacroix visitabile con un unico biglietto (purché la visita avvenga nella stessa giornata) gli stimoli culturali che il Louvre è in grado di offrire sono davvero tantissimi. Stante l’impossibilità di vedere tutto, il consiglio è di pianificare la visita nel dettaglio con l’ausilio delle informazioni presenti sul sito ufficiale della struttura (www.louvre.fr). Da non perdere!

Nella foto, la piramide d’ingresso del Louvre progettata dall’architetto Ieoh Ming Pei