Cienfuegos

Cienfuegos

Cienfuegos, capoluogo della provincia omonima, è conosciuta anche come “la perla del Sud”. Ad affascinare è soprattutto l’elegante centro storico in cui si combinano architettura francese (la città fu fondata dal francese Louis D’Clouet) e spirito caraibico. La maggior parte dei punti di interesse è concentrata nel centro storico, dal 2005 sotto tutela UNESCO. En passant segnaliamo: Palacio de Valle, principesca villa dei primi del ‘900 (vedi foto) appartenuta all’imprenditore di origini asturiane Acisclo del Valle Blanco; Teatro Tomas Terry, realizzato tra il 1887 e il 1889; la Catedral de la Purissima Conception e, ultimo ma non in ultimo, Castillo de Jagua, fortezza a protezione della città risalente a metà del ‘700. Nei dintorni, invece, meritano una visita la cascata El Nicho con attiguo sentiero naturalistico e la Playa Rancho Luna, stupenda spiaggia distante una ventina di chilometri. Rancho Luna è particolarmente indicata per lo snorkeling con la possibilità, da agosto a novembre, di incrociare il raro squalo balena di cui abbiamo parlato a proposito delle Maldive.

Trinidad

Trinidad

Da quando nel 1988 è sopraggiunta la tutela UNESCO, Trinidad è diventata una delle località turistiche più frequentate di Cuba. Ad affascinare è soprattutto il suo volto coloniale rimasto pressoché intatto dalla seconda metà del XIX secolo. La città, infatti, si espanse e prosperò grazie al commercio della canna da zucchero che veniva coltivata e lavorata nella vicina Valle de los Ingenios. Non a caso, le attrazioni principali di Trinidad sono il Museo Historico Municipal e la Manca Iznaga. Il museo storico, nei pressi della centralissima Plaza Mayor, ospita le ricchezze acquisite negli anni dall’industriale dello zucchero Justo Cantero. Manca Iznaga, invece, è una torre alta 16 metri nel cuore della Valle de los Ingenios da cui veniva continuamente monitorata la giornata lavorativa degli schiavi. Insomma, se Santa Clara è uno snodo fondamentale per la storia politica dell’isola, Trinidad è importante per approfondirne il retaggio coloniale. Dopodiché, come sempre a Cuba, c’è il mare a rallegrare il soggiorno. Nel caso specifico, parliamo di Playa Ancón a circa 10 chilometri dalla città (vedi foto), l’ideale per una giornata di relax sotto il sole dei Caraibi. Da non perdere!

Santa Clara

Santa Clara

I fan di Ernesto Che Guevara in vacanza a Cuba hanno diverse tappe obbligate: una è la scultura realizzata da Enrique Ávila che campeggia sulla facciata del Ministero dell’Interno (tratta dalla famosa foto di Alberto Korda); l’altra, forse addirittura più importante della prima, è il mausoleo di Santa Clara a circa 300 chilometri dall’Avana. Questo mausoleo, infatti, è sormontato da un’imponente statua in bronzo di Che Guevara installata nel 1987 per celebrarne il ventennale della morte. Nel 1997, inoltre, a seguito del ritrovamento in una fossa comune delle spoglie del Che, nel mausoleo sono stati sepolti i resti dell’eroe argentino e dei soldati giustiziati con lui nella sfortunata rivoluzione boliviana. Dunque un vero e proprio luogo di culto, da visitare in abbinamento al “Monumento a la Toma del Tren Blindado” che spiega l’origine del legame tra Che Guevara e la città di Santa Clara. Fu infatti qui che il 29 dicembre 1958 Che Guevara, insieme al suo manipolo di uomini, riuscì a intercettare e a far deragliare un treno blindato che trasportava soldati e armi nella disponibilità di Fulgencio Batista. Fu la vittoria decisiva che consentì ai barbudos di fare il loro ingresso trionfale all’Avana. Insomma, Santa Clara è meta imperdibile per chi vuole approfondire la storia politica di Cuba. Questo, però, senza dovere per forza rinunciare agli agi del turismo balneare considerando la vicinanza con Cayo Coco (nell’immagine di copertina in testa all’articolo) e le altre isole del meraviglioso Arcipelago di Camagüey.

Varadero

Varadero

Dalle piantagioni di tabacco da sigaro di Viñales ai resort all inclusive di Varadero. Una distanza notevole, non solo chilometrica (oltre 300 km) ma anche economica e sociale. Varadero, infatti, è la più turistica tra le località di Cuba; la preferita da europei, canadesi e argentini per una vacanza tutta all’insegna del sole, della sabbia e dell’acqua turchese dei Caraibi. Non a caso, uno dei modi di dire più diffusi per descrivere spiaggia e hotel retrostanti è che “non si tratta di Cuba ma di Stati Uniti“. E, in effetti, perlomeno da un punto di vista geografico, le cose stanno davvero così: Miami e la Florida sono a poche ore di navigazione (in linea d’aria a meno di un’ora di volo). Quanto alle cose da fare e vedere a Varadero non sono molte. Tutto ruota attorno ai 20 chilometri dell’arenile, noto anche col topos di Playa Azul. L’Avana è a circa 2 ore di auto (o mezzi pubblici) e perciò, volendo, si può decidere di soggiornare a Varadero per fare poi tappa nella capitale o, meglio ancora, suddividere il soggiorno tra le due località nell’ordine che più aggrada. Da vedere!

Viñales

Viñales

Se siete amanti di arrampicata, trekking, passeggiate a cavallo, speleologia, birdwatching e tutte le altre attività praticabili nella natura, la valle di Viñales, nella provincia di Pinar del Rio, è il posto giusto per voi. La cittadina omonima e i villaggi attigui si trovano a circa 200 chilometri dall’Avana e mostrano il volto rurale di Cuba. In ordine di importanza sono tabacco, canna da zucchero e riso le coltivazioni che danno da vivere alla popolazione locale, esito del secolare meticciato tra indigeni, coloni spagnoli e schiavi africani. Le tecniche colturali, nella maggior parte dei casi, sono rimaste quelle tradizionali, con scarso o nullo ricorso alla tecnologia; stesso dicasi per le abitazioni che mantengono un’autenticità non di facciata valsa alla valle la tutela UNESCO. Da vedere i mogotes, colline calcaree ricoperte di vegetazione che si stagliano nel mezzo delle pianure coltivate. Insomma, un paradiso per gli amanti della natura e per chi è realmente interessato ad approfondire i mille risvolti del melting pot caraibico: dalla succitata coltivazione del tabacco da sigaro alla musica cubana che in questa provincia a ovest dell’Avana ha dato i natali ad alcuni dei suoi più grandi interpreti. Infine, se ce n’è modo, vale la pena fare un salto sulla spiaggia di Cayo Jutia. Distante circa 60 chilometri da Viñales, questa spiaggia non ha ancora fatto i conti col turismo di massa. Insomma, pochi servizi e pochissime strutture ricettive; in cambio, però, sabbia bianca, acqua turchese e la proverbiale tranquillità caraibica. Da non perdere.

Playas del Este

Playas del Este

Circa 10 chilometri di litorale ampio, libero e sprovvisto di grandi servizi, perlomeno se paragonato agli standard delle località balneari occidentali. In compenso, però, la sabbia è bianca, il mare è turchese, le spiagge sono disseminate di palme, e si possono praticare diversi sport acquatici: dallo snorkeling al windsurf, passando per le immersioni subacquee. Le spiagge di Playas del Este si trovano ad appena una ventina di chilometri dal centro dell’Avana e, oltre a essere frequentate dai turisti, rappresentano un gradito momento di relax e divertimento per i tanti cubani che vivono lungo la costa. A 20 minuti d’auto dal Malecón c’è Playa Bacuranao, piccola insenatura a ferro di cavallo particolarmente indicata per gli amanti dello snorkeling; poco dopo, Tararà e Playa Megano per arrivare, infine, a Santa Maria del Mar, unanimemente riconosciuta come la spiaggia più bella del Este. Ovviamente non mancano bar e ristorantini di pesce, come pure la possibilità di noleggiare ombrelloni, lettini e sdraio ma, vale la pena ribadirlo, l’atmosfera è un po’ decadente, in questo assolutamente in linea con molta parte dell’Avana. Eppure, nonostante qualche difficoltà, il clima è assolutamente disteso, l’ideale per una vacanza caraibica all’insegna del relax.

Museo Hemingway

Museo Hemingway

In precedenza abbiamo accennato al “peso della storia” di Cuba. Le mille vicissitudini dell’isola oltre che sui libri, sono continuamente evocate per le strade, nei palazzi e perfino nei locali dell’Avana (da non perdere il Floridita e la Bodeguita del Medio, tutti e due frequentati da Hemingway). Insomma la memoria gioca un ruolo fondamentale nel racconto turistico del territorio, e non vale solo per le vicende politiche. A Cuba, infatti, hanno vissuto personalità di rilievo internazionale come, ad esempio, il Premio Nobel per la Letteratura Ernest Hemingway. Allo scrittore americano, autore di grandi classici come “Per chi suona la Campana” e “Il Vecchio e il Mare”, non solo è intitolato il porto turistico dell’Avana (Marina Hemingway) ma anche un museo, allestito proprio nella sua casa cubana nel quartiere periferico di Francisco De Paula a una ventina di chilometri da Habana Vieja. Nella dimora cubana di Hemingway tutto è rimasto così com’era: libri, scrivania, macchina da scrivere, oggetti d’arredo sono stati lasciati al loro posto, o meglio, sono stati rimessi al loro posto, con l’aggiunta successiva di lettere, documenti e altri reperti appartenuti allo scrittore. Visitare il Museo Hemingway Finca Vigía significa allora immergersi nell’atmosfera degli anni ’40 e ’50 dell’isola caraibica tra battute di pesca, bevute di rum (entrambe grandi passioni di Hemingway) e la quiete necessaria a uno scrittore per trovare l’ispirazione per i suoi libri. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.hemingwaycuba.com.

El Malecón

El Malecón

Avenida de Maceo, più conosciuta come El Malecón, è la strada più famosa dell’Avana. Un lungomare di circa 8 chilometri che costeggia quasi per intero il versante settentrionale della città. Eppure il progetto iniziale, risalente al 1901, prevedeva la realizzazione di una breve passeggiata che invece andò progressivamente estendendosi assecondando lo sviluppo edilizio della città. Non a caso, dall’altra parte della carreggiata, sorsero numerosi palazzi in stile neoclassico e art nouveaux che ancora oggi ammaliano i turisti che ne apprezzano l’eleganza architettonica sorvolando sugli evidenti segni di decadenza di molti di essi. L’ampliamento de El Malecón avvenne sotto il governo di Gerardo Machado cui si deve, inoltre, la costruzione del Capitolio Nacional di cui abbiamo parlato in precedenza. Nonostante la carriera politica nelle fila degli indipendentisti che alla fine del XIX secolo si erano battuti contro la Spagna, e nonostante qualche felice intuizione in ambito urbanistico, Machado terminò in maniera ingloriosa la sua esperienza di governo, pagando sia il crescente autoritarismo che le difficoltà economiche successive alla Grande Depressione del 1929. Il suo tracollo aprì le porte al governo di Fulgencio Batista rovesciato poi nel 1959 da Fidel Castro. Insomma, El Malecón non è solo una strada bellissima, specie sul far della sera coi suoi spettacolari tramonti caraibici, ma è anche un pezzo importante di storia cubana, il cui “peso” si avverte già solo passeggiando. Da vedere!

Plaza de La Revolucion

Plaza de La Revolucion

Avendo ricordato le bellissime piazze di Habana Vieja, non ci si può esimere dal citare Plaza de la Revolucion, nel quartiere di Vedado. Questa piazza è stata per anni il palcoscenico dei comizi fiume di Fidel Castro e ha inoltre ospitato le storiche visite di Giovanni Paolo II (1998) e Papa Francesco (2015). Non solo. È anche la piazza che ospita il memoriale intitolato all’indipendentista Jose Marti, ed è soprattutto la piazza dove c’è il Ministero dell’Interno con la storica effigie di Ernesto Guevara. Una scultura diventata ben presto un’icona globale con molteplici risvolti politici, sociali e anche turistici. Infatti, da quando smartphone, iphone, reflex e tablet sono entrati nella nostra quotidianità (quasi) non c’è viaggio a Cuba che non contempli uno scatto sotto il volto carismatico e austero del Che. Tuttavia, Plaza de la Revolucion non è l’unica cosa da vedere a Vedado. Ricordiamo en passant Avenida Quinta, la strada delle rappresentanze diplomatiche, e Tropicana Cabaret, locale famoso per i suoi varietà con ballerine in costumi sgargianti. Quest’ultimo, in particolare, rimanda storicamente al trentennio dal 1920 al 1950 quando gli interessi economici legati all’alcol e al gioco d’azzardo fecero rotta a Cuba per sfuggire alla stretta del proibizionismo negli Stati Uniti. Sempre in quegli anni, comparvero numerosi edifici e villette in stile liberty che man mano si estesero fino a ridosso del Malecón, l’affascinante lungomare dell’Avana di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

Complesso El Morro-Cabaña

Complesso El Morro-Cabaña

Altra tappa imperdibile all’Avana è il Complejo El Morro-Cabaña. Il Castillo de los Tres Reyes del Morro è la fortezza antica costruita a cavallo tra XVI e XVII secolo. Responsabile del progetto l’ingegnere italiano Battista Antonelli, autore per conto della casa reale spagnola di altre fortificazioni lungo le coste caraibiche. La Fortaleza de la Cabaña, invece, venne costruita nel 1764 sotto il regno di Carlo III. I motivi che spingono i turisti a visitare questo complesso di fortificazioni alla foce del porto sono fondamentalmente due: il meraviglioso panorama e la cerimonia del Cañonazo. Ogni giorno alle 21, soldati in divisa d’epoca sparano un colpo ciascuno dai cannoni della fortezza. Un rituale che nel tempo ha assunto un significato prevalentemente turistico, richiamando numerosi visitatori, tra cui molti crocieristi. Da vedere!

Avana Vecchia

Avana Vecchia

Un tour alla scoperta di Cuba non può che partire da Habana Vieja, parte vecchia della capitale omonima, l’Avana. È questa la zona più turistica della città, quella a cui il governo ha destinato molte risorse per una complessiva riqualificazione di piazze ed edifici di interesse storico. A dare impulso all’ammodernamento dell’area la tutela UNESCO del 1982. Da vedere sono soprattutto le piazze: Plaza de la Catedral, Plaza de Armas, Plaza Vieja e Plaza Franciso de Asis. Le prime due, in particolare, sono tappe imperdibili: Plaza de la Catedral perché, come suggerisce il nome, ospita la cattedrale cittadina considerata la massima espressione del barocco caraibico; Plaza de Armas, invece, è famosa per i suoi mercatini di libri e souvenir. Non è finita, perché all’appello non può mancare El Capitolio Nacional. L’edificio, del tutto simile al Campidoglio di Washington, si trova nel vicino quartiere di Centro Avana. Sotto il governo di Fulgencio Batista era la sede del Parlamento cubano; con la salita al potere di Fidel Castro, invece, divenne sede del Ministero della Scienza scontando però la diffidenza dei rivoluzionari che identificavano l’edificio con un simbolo yankee. Negli ultimi anni le cose sono cambiate e la ristrutturazione del Campidoglio è stata interpretata da diversi analisti come un gesto simbolico di conciliazione del governo cubano nei confronti degli Stati Uniti d’America. Politica a parte, l’edificio è uno dei simboli più importanti dell’Avana e il suo ripristino va considerato nell’ottica di un’apertura al turismo e all’economia di mercato. Sempre a Centro Avana, inoltre, segnaliamo il Museo della Rivoluzione, il Museo delle Belle Arti e il Castello del Morro di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

Occhio ai borseggiatori

Occhio ai borseggiatori

Valgono per l’Andalusia le stesse precauzioni che abbiamo evidenziato per il capoluogo Siviglia: evitare di girare con molti contanti dietro; lasciare incustodita la borsa ai tavolini di un bar; tenere il portafogli nel taschino posteriore dei pantaloni o indossare orologi, catene, bracciali di grande valore. Specie nelle zone affollate, dove c’è un gran via vai di persone, il rispetto di queste accortenze mette al riparo da sgradevoli sorprese.  Al di là di questi aspetti, peraltro comuni a quasi tutte le grandi città europee, niente paura e buona vacanza!

Gibilterra

Gibilterra

Gibilterra è l’ultima tappa del nostro tour alla scoperta dell’Andalusia. Il fascino di questa cittadina di circa 30.000 abitanti è legato soprattutto alla sua peculiare posizione geografica nel punto di intersezione tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico (le antiche “Colonne d’Ercole”). Dal 1713 è un’enclave del Regno Unito, anche se il rapporto con la Spagna è sempre stato – e tutt’ora resta – decisivo dal punto di vista economico. Proprio quest’ambiguità ha rappresentato uno dei punti caldi della discussione sulla “Brexit” con l’Unione Europea. Alla fine pare che la Spagna abbia ottenuto una co-sovranità di fatto che, seppur non formalmente riconosciuta (il territorio resta inglese), autorizza Madrid a dire la propria sul futuro economico di questo lembo di terra. Va da sé, la centralità geopolitica di Gibilterra contribuisce moltissimo anche al suo fascino turistico. In altri termini, molti visitatori sono attratti proprio da questa condizione di extraterritorialità che tra l’altro viene rimarcata pure da un punto di vista architettonico. Basta passeggiare per Main Street, l’arteria principale, per rendersi conto quanto negozi, pub, ristoranti e tutte le altre attività commerciali presenti ricalchino molto più l’estetica british che quella spagnola. Quanto alle cose da vedere è senza dubbio “la rocca” l’attrazione principale di Gibilterra. Uno spuntone di roccia, in posizione dominante rispetto all’abitato, che ospita la Grotta naturale di Saint Michael (Saint Michael’s Cave) e i tunnel artificiali (Great Siege Tunnels) scavati dall’esercito inglese in funzione difensiva. Sempre sulla rocca, inoltre, vive una comunità selvatica di scimmie berbere (bertucce) da sempre molto fotografata (anche se non sempre molto disponibile).

Jerez de La Frontera

Jerez de La Frontera

Parlando di Siviglia abbiamo sottolineato, tra le altre cose, il ruolo storico e sociale del flamenco nel definire il genius loci della città. L’importanza di questa musica che, non dimentichiamo, è anche una danza, nel caso di Jerez de La Frontera è ancora maggiore. Anzi, è opinione diffusa che la vera anima del flamenco abiti a Jerez più che nel resto dell’Andalusia, anche per la ritrosia della città a piegarsi del tutto alle logiche del turismo di massa. Insomma, se nel resto della regione il flamenco è rimasto un po’ vittima delle banalizzazioni della pubblicistica turistica, a Jerez de La Frontera, al contrario, continua ad avere una valenza culturale, ben oltre la considerazione dei soli aspetti commerciali. Che poi, a ben vedere, l’appunto non vale solo per il flamenco. Anche la produzione di sherry, vino liquoroso famoso in tutto il mondo, contribuisce a definire l’identità locale, come pure la tradizione equestre legata all’antico allevamento dei cavalli andalusi. Il discorso non cambia se passiamo alle tracce della lunga dominazione araba. L’Alcazar di Jerez de La Frontera, infatti, è una delle fortezze moresche più belle di tutta l’Andalusia. Merita inoltre una visita la Cattedrale de San Salvador che col suo mix di gotico, barocco e rinascimentale domina Plaza Encarnación. Quanto al tempo necessario per visitare Jerez de La Frontera vale quanto detto a proposito di Ronda: uno, massimo due giorni, sono più che sufficienti.

Cadice

Cadice

Cadice si discosta notevolmente dalle città andaluse fin qui incontrate. Infatti non ha vestigia islamiche né medievali e le sue fortune economiche – prima legate al commercio marittimo e ora al turismo – sono in gran parte dovute alla felice esposizione geografica sull’Oceano Atlantico. Insomma una città di mare con un grazioso centro storico in cui sono concentrate la maggior parte delle attrazioni. Su tutte la Cattedrale, col suo mix di barocco e neoclassico. All’interno è sepolto il grande compositore spagnolo Manuel de Falla, personalità sui generis capace di coniugare amore e talento sconfinato per la musica con uno stile di vita assai frugale, secondo alcuni quasi ascetico. Se c’è modo e tempo vale la pena salire sulla Torre Ovest (Torre de Poniente) della chiesa da cui si scorge una bellissima veduta della città. Anche dalla Torre Tavira il panorama è notevole. Si tratta di una torre di avvistamento utilizzata nel XVIII secolo per monitorare il transito dei bastimenti in partenza per, o provenienti dall’America. Da non perdere, infine, il Museo Civico, in cui oltre ai reperti di età fenicia e romana, c’è un’ampia sezione dedicata all’arte, tra cui diverse opere del pittore del ‘600 Francisco de Zurbaran.