Alcazar de los Reyes Cristianos

Alcazar de los Reyes Cristianos

Pur essendo più piccolo dell’Alhambra di Granada e del Real Alcazar di Siviglia, l’Alcazar de los Reyes Cristianos di Cordova non ha nulla da invidiare agli altri due siti. Anzi, le minori dimensioni giocano a favore della fruibilità turistica del bene e consentono al visitatore attento di familiarizzare prima e meglio con l’architettura del luogo. Architettura che rappresenta quasi un compendio perfetto della storia di Cordova, dal momento che questo palazzo racchiude in sé quasi tutta l’evoluzione stilistica e progettuale della città. Romani, visigoti, arabi e cristiani hanno lasciato, infatti, ciascuno la propria impronta anche se le tracce “moresche” prevalgono sulle altre. Il motivo va ricercato nel fatto che Alfonso XI saggiamente volle che la ristrutturazione del palazzo non oscurasse il suo passato storico (la fortezza venne costruita, infatti, nel 1328 sul luogo in cui sorgeva un antico palazzo arabo). E perciò si incontrano giardini, fontane, mura merlate e pavimenti in mosaico realizzati appunto, per la maggior parte, durante il dominio omayyade sulla città. La storia, però, va inesorabilmente avanti cambiando destinazione d’uso e significato ai luoghi. Così l’Alcazar de los Reyes Cristianos passò dall’essere la dimora di Ferdinando e Isabella di Castiglia a Tribunale dell’Inquisizione e, in seguito, nel XIX secolo, carcere civile. Agli inizi del ‘900 sotto l’edificio vennero scoperti e riportati alla luce i “Baños Reales”, i bagni di vapore molto diffusi all’epoca del califfato e tuttora elemento distintivo della cultura tradizionale araba. Anche qui, con lungimiranza, si scelse di valorizzare questa testimonianza che non ha tardato a imporsi tra le principali attrazioni turistiche cittadine. Per maggiori informazioni su storia, luoghi, orari e modalità di visita, consultare il sito: alcazardelosreyescristianos.cordoba.es.

Juderia

Juderia

In apertura abbiamo suggerito di non tagliare la storia di Cordova “con l’accetta” appiattendone il racconto sulla sola dominazione musulmana, per quanto questa sia stata innegabilmente centrale. Perderemmo, infatti, il contributo dei romani, sotto il cui dominio la città visse un periodo di intensa crescita e, soprattutto, perderemmo, il contributo degli ebrei presenti a Cordova da prima che la dinastia omayyade entrasse in città. Il centro storico, per esempio, è ricco di tracce della secolare permanenza ebrea. C’è perfino una sinagoga a ricordare storicamente la circostanza. Quel che è più importante sottolineare, è che ci fu una lunga stagione in cui i tre monoteismi – musulmano, cattolico ed ebraico – trovarono a Cordova un modo di convivenza pacifico prosperando negli affari e nel piccolo commercio. Lo spazio dei traffici era appunto la Juderia, toponimo del centro storico, anche se, va detto, in passato si trattava di un’area molto più estesa dell’attuale. Tornando alle cose da vedere segnaliamo l’Iglesia de San Bartolomé, mirabile esempio di arte mudejar; la Calleja de Las Flores, la strada più famosa di tutta la città; e Plaza de Maimónides, dove ha sede il Museo Taurino. Infine, ricordiamo che l’Alcazar de los Reyes Cristianos e la Mezquita, di cui parleremo nei prossimi due punti, distano appena poche centinaia di metri. Da vedere!

Attenzione ai borseggiatori

Attenzione ai borseggiatori

Vale per Ajaccio quanto già detto nell’articolo sulla Corsica: la marginalità di alcune periferie; il sentimento indipendentista; un malinteso senso dell’onore sono alcuni dei fattori che spiegano la genesi di episodi di criminalità sul territorio. Va detto, però, che il fenonemo ha una sua specificità, storicamente legata al dato profondo dell’insularità, e perciò non va confuso con i casi di devianza urbana dei sobborghi di Marsiglia e Parigi. Insomma, ad Ajaccio e in Corsica si sta benissimo, e le uniche precauzioni da prendere sono quelle “comuni” contro borseggiatori e ladruncoli. Perciò: non lasciare la borsa incustodita; non tenere il portafogli nel taschino posteriore del pantalone; non girare con molti contanti; non indossare bracciali, collane, orologi di grande valore (perlomeno in alcune situazioni); non lasciare aperte e/o in luoghi isolati macchina e moto eccetera eccetera.

Le spiagge di Ajaccio

Le spiagge di Ajaccio

Come detto in apertura Ajaccio è una rinomata località balneare. Le spiagge, una ventina in tutto, durante i mesi estivi risultano molto affollate a partire da quella di Saint Francois (vedi foto), a poche centinaia di metri da Place Foch. Nei pressi dell’aeroporto Napoleone Bonaparte, invece, c’è la spiaggia di Ricanto ma, perlopiù, le spiagge cittadine si susseguono lungo la D111, altrimenti nota come “Route des Sanguinaires”: Barbicaja, Le Week End, Le Terre Sacrée, Macumba, Le Goeland eccetera. A nord delle Isole Sanguinarie segnaliamo infine: Petit Capo e Grand Capo (Plage de Grand Capo Di Feno). Ovviamente l’elenco andrebbe esteso alle spiagge nei dintorni, motivo in più per scoprire le meraviglie del mare di Ajaccio e della Corsica!

Casinò di Ajaccio

Casinò di Ajaccio

Guai a dimenticare di mettere in valigia qualche abito elegante per una o più uscite mondane. Ajaccio, giova ricordare, è meta di turismo internazionale e certamente non mancano le occasioni di svago notturno, in particolare nel centro storico. Tra l’altro, c’è anche il Casinò, l’unico di tutta la Corsica, un motivo in più per indossare uno smoking, un abito da sera, e concedersi qualche puntata al tavolo verde senza esagerare. Il gioco non è l’unica opzione. Il Casinò Municipal di Ajaccio, infatti, dispone anche di bar, ristorante, club lounge, e inoltre ospita una molteplicità di eventi e manifestazioni. Insomma, slot machine, roulette, black jack, ma anche musica e cabaret per una vacanza indimenticabile. Maggiori informazioni al sito: casino-ajaccio.com.

Isole Sanguinarie

Isole Sanguinarie

Le Isole Sanguinarie sono tappa imperdibile di una visita ad Ajaccio. Si trovano all’ingresso del golfo cittadino, di fronte la penisola di Punta della Parata (sormontata da una torre genovese del XVI secolo) e sono particolarmente suggestive sul far della sera, quando il tramonto vivifica la roccia granitica di cui sono composte. Il nome stesso, “Sanguinaires”, è probabilmente dovuto a questo riflesso che, nelle giornate propizie, merita senz’altro di essere catturato da una lunga esposizione con treppiede e reflex. Diversi i modi per raggiungere la località. Uno, il più commerciale e forse meno suggestivo, è con i trenini che fanno base in Place Foch; c’è poi la possibilità di raggiungere l’arcipelago via mare noleggiando un’imbarcazione al porto di Ajaccio; infine, via terra, percorrendo la D111 più nota come la “Route des Sanguinaries”, oppure attraverso il “Sentier Des Crêtes” itinerario escursionistico per gli appassionati di trekking. Da fare!

Monumento commemorativo di Napoleone

Monumento commemorativo di Napoleone

Quella al centro di Piazza Maresciallo Foch non è l’unica statua di Napoleone presente ad Ajaccio. Ce n’è un’altra a circa un chilometro di distanza in Place d’Austerlitz, ed è una copia di quella che si trova sulla colonna di Place Vendôme a Parigi. Il “Monument commémoratif de Napoléon 1er” risale al 1938 e consiste in un’imponente statua in bronzo del generale su un altrettanto imponente piedistallo di granito. Ai piedi del mausoleo è scolpito un elenco con tutte le battaglie vinte dall’Imperatore di Francia nella sua carriera politica e militare. C’è anche una leggenda che ha contribuito nel tempo a fare di questo luogo un’attrazione turistica. Proprio alle spalle del monumento, infatti, c’è una grotta di granito dove si dice Napoleone amasse rifugiarsi da bambino. L’anfratto si trova in un terreno all’epoca di proprietà della famiglia Bonaparte, da qui l’attitudine alla meditazione del giovane condottiero. Da vedere!

Museo Fesch

Museo Fesch

In una città di appena 65.000 abitanti, perdipiù su un’isola (pur grande come la Corsica), c’è uno dei musei più importanti di Francia e d’Europa. Già, perché quando si parla di Palais Fesch ad Ajaccio, è questo l’aspetto da mettere subito in chiaro. Quest’edificio, al civico 50 di Rue Fesch, ospita una delle collezioni più importanti d’arte italiana per un arco temporale di cinque secoli, dal ‘300 al ‘700. Per importanza, in Francia, è secondo solo al Louvre di Parigi con un dettaglio ulteriore, però, che rende il museo ancora più affascinante. Gran parte delle opere esposte, infatti, facevano parte della collezione privata del Cardinale Joseph Fesch, a lungo Ambasciatore di Francia presso lo Stato Pontificio e, soprattutto, zio di Napoleone Bonaparte. Fu durante il soggiorno italiano che il presule ebbe modo di conoscere l’arte del Belpaese, innamorandosene a tal punto da arrivare a collezionare oltre 17.000 opere, in gran parte, come dicevamo, dipinti. Ecco spiegata la presenza di Bellini, Botticelli, Tiziano, Perugino, Veronese, Bernini e tanti altri, a cui nel corso del ‘900 si sono aggiunte altre collezioni pubbliche e private. Del Museo Fesch fa parte anche la Chapelle Impériale, dove, per volere di Napoleone III, in ossequio alla volontà testamentaria del cardinale, sono sepolti diversi membri della famiglia Bonaparte a cominciare dai genitori di Napoleone, il capostipite Carlo e dalla moglie Letizia. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.musee-fesch.com.

Place Foch

Place Foch

A metà strada tra la Casa Natale di Napoleone Bonaparte, di cui abbiamo appena parlato, e il Museo Fesch di cui, invece, parleremo nel prossimo punto, c’è Place Foch, cuore del centro storico di Ajaccio. Una piazza ordinata, pulita e ombreggiata (grazie alla presenza di numerose palme) in cui si susseguono bar, ristoranti e negozi di ogni tipo. Al centro, un’imponente statua in marmo di Napoleone con ai piedi quattro leoni (“Fontaine des quatre lions”, vedi foto) a simbolica protezione del generale. I motivi per cui abbiamo inserito questa piazza tra le cose da vedere ad Ajaccio sono sostanzialmente tre: in primis, il Museo Napoleonico all’interno del municipio (Salon Napoléonien Hotel de Ville) con un’importante collezione di medaglie, ritratti, busti della famiglia e il registro battesimale che attesterebbe il ricevimento del sacramento in Cattedrale del piccolo Napoleone (vedi punto 1); in secondo luogo la presenza del mercato locale, con la vendita dei prodotti tipici della regione (dal martedì alla domenica); in ultimo per la presenza dello stazionamento dei trenini (Petit Train) che portano i turisti in giro per la città garantendo, tra l’altro, due distinti percorsi. Una soluzione, quest’ultima, particolarmente indicata per chi sbarca dalle navi da crociera e, perciò, ha poco tempo a disposizione per conoscere più approfonditamente Ajaccio. Da fare!

Maison Bonaparte

Maison Bonaparte

Come detto, la distanza dalla Cattedrale in cui Napoleone Bonaparte venne battezzato alla casa in cui visse ininterrottamente fino all’età di nove anni, è di appena 100 metri. Scontato quindi inserire Maison Bonaparte tra le cose da vedere ad Ajaccio. La palazzina, adibita a museo nel 1967, offre uno spaccato interessante su arredi, mobili e altre suppellettili della seconda metà del ‘700, ma sarebbe riduttivo fermarsi alla considerazione del solo design d’epoca. Da un punto di vista storico, infatti, è decisamente più interessante approfondire le vicissitudini che legano la famiglia Bonaparte all’immobile di proprietà, e più in generale al destino della Corsica. Basti sapere, ad esempio, che subito dopo lo scoppio della rivolta indipendentista capeggiata da Pasquale Paoli, i Bonaparte furono costretti a riparare a Marsiglia per sottrarsi alla rappresaglia dei nazionalisti corsi che non perdonavano alla famiglia la fedeltà alla Francia. Le cose, poi, si complicarono ulteriormente perché furono gli inglesi a prendere il controllo dell’isola, trasformando Casa Bonaparte in deposito di foraggi e armi. Solo a fine ‘700 l’immobile tornò nella disponibilità della famiglia che dopo aver provveduto al restauro ne lasciò la cura a Camille Illari, anni addietro nutrice e tata del piccolo Napoleone. Il destino successivo della casa natale di Napoleone Bonaparte è inevitabilmente legato alle sorti del generale. Bisogna attendere la metà del XIX secolo perché l’immobile tornasse alla grandeur di un tempo, grazie all’interessamento di Napoleone III e della moglie Eugenia de Montijo che diedero mandato all’architetto Alexis Piccard e al pittore-scultore Jérôme Maglioli di aggiornare i fasti della casa di famiglia. Questa, in sintesi, la storia della Maison Bonaparte in Rue Saint-Charles ad Ajaccio. Per maggiori informazioni su storia, orari e modalità di visita consultare il sito: www.musee-maisonbonaparte.fr.

Cattedrale Santa Maria Assunta

Cattedrale Santa Maria Assunta

Il nostro tour alla scoperta di Ajaccio parte dalla Cattedrale Santa Maria Assunta, sede vescovile della Corsica e suffraganea dell’Arcidiocesi di Marsiglia. Il motivo per cui abbiamo messo questa chiesa al primo posto non è soltanto religioso; piuttosto ha a che fare col fatto che in una città in cui quasi tutto ruota attorno alla figura di Napoleone Bonaparte, era quasi inevitabile partire dal luogo in cui il generale francese venne battezzato nel 1771 (anche se sono stati sollevati dubbi a riguardo). Il fonte battesimale si trova subito dopo l’ingresso in Cattedrale e reca un’iscrizione in latino che recita: “Heic Baptisatus Imperator Magnus”. Qui fu battezzato il grande imperatore e, in verità, qui sarebbe stato anche sepolto (nella Cappella della Madonna del Rosario) nel caso in cui Parigi non avesse voluto accoglierne le spoglie. Le cose da vedere non finiscono qua. Meritano anche le Cappelle della Madonna del Pianto e della Nostra Signora della Misericordia. Nella prima si possono ammirare le pitture murali di Domenico Robusti, figlio del Tintoretto, e una tela del famoso pittore francese Eugène Delacroix; nella Cappella della Nostra Signora della Misericordia, invece, c’è una statua della Madonnuccia, patrona di Ajaccio, festeggiata ogni anno il 18 marzo. Poco distante dalla Cattedrale, infine, c’è la Casa Natale di Napoleone Bonaparte, di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

Attenzione ai borseggiatori

Attenzione ai borseggiatori

Valgono per Chicago le stesse cautele di tutte le altre metropoli del mondo: non girare con molti contanti; non portare il portafogli nel taschino posteriore del pantalone; non lasciare la borsa incustodita al tavolino del locale; non indossare orologi, anelli, bracciali, orecchini particolarmente costosi; evitare i mezzi pubblici di notte eccetera eccetera. Per il resto, niente paura: è sufficiente evitare le zone periferiche per non incorrere in alcun pericolo. Anzi, gli abitanti di Chicago sono perfino riusciti a trasformare in attrazione turistica la fama “criminale” legata alle imprese di Al Capone: da anni, infatti, c’è la possibilità di prenotare una visita guidata che ripercorre alcuni dei luoghi più sinistramente famosi della Chicago anni ’20. Il tour, con attori vestiti in abiti d’epoca, si muove tra realtà e finzione, alternando vicende reali ad altre, invece, mutuate dal fortunato film di Brian De Palma “The Untouchables” con Robert De Niro (nei panni del gangster italo-americano), Kevin Costner, Sean Connery e Andy Garcia. Per maggiori informazioni consultare il sito: gangstertour.com.

606 Trail

606 Trail

La storia del 606 Trail è del tutto simile a quella dell’High Line di New York. Una linea ferroviaria sopraelevata dismessa che, grazie alla partnership virtuosa tra pubblico e privato, viene trasformata in parco urbano a disposizione di residenti e turisti. Uno spazio pubblico pensato e organizzato per mettere in contatto le persone (“community connector”) attraverso lo sport e la creazione di eventi. Circa 4 chilometri di percorso nel versante nord della città – tra Wicker Park e Logan Square – dove fino agli anni ’80 del secolo scorso c’erano i binari su cui correvano i treni merci e dove, invece, da inizio millennio, è possibile andare in bicicletta, correre, camminare o, perché no, sedersi su una panchina e rilassarsi. Magari in concomitanza di qualche mostra temporanea o qualche altro evento pubblico. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.the606.org.

Lincoln Park

Lincoln Park

Il più grande parco pubblico di Chicago è un’importante valvola di sfogo per i residenti che qui trovano diverse soluzioni per il tempo libero. Dallo zoo, alle spiagge sul lungolago, passando per il Museo Storico e il Mercato Ortofrutticolo, le cose da fare e vedere sono davvero moltissime, fermo restando che l’alternarsi delle stagioni incide sulle attività praticabili all’aperto. Inevitabile, quindi, inserire il parco e il quartiere omonimo tra le tappe imperdibili di un viaggio a Chicago, soprattutto per chi si muove coi figli al seguito. Da vedere, inoltre, il mausoleo dedicato ad Abramo Lincoln. La statua, chiamata “Standing Lincoln”, raffigura il 16esimo Presidente degli Stati Uniti assorto nei suoi pensieri prima della pronuncia di uno dei suoi celebri discorsi. Arte oratoria affinata esercitando la professione di avvocato nello Stato dell’Illinois; una circostanza, questa, che accomuna Abraham Lincoln a un altro Presidente degli Stati Uniti: Barack Obama. Da non perdere!