Festival di Salisburgo

Festival di Salisburgo

Ogni estate – dall’ultima settimana di luglio fino alle fine di agosto -, Salisburgo ospita uno dei festival di musica classica e opera più importanti al mondo. Una tradizione risalente alla fine del XIX secolo che però ha trovato piena contitnuità soltanto dal 1920, subito dopo la Prima Guerra Mondiale. A puntare fortemente sulla manifestazione furono tre eminenti personalità: il regista Max Reinhardt, il drammaturgo Hugo von Hofmannsthal e il compositore Richard Strauss. E, proprio su quest’ultimo oltre, ovviamente, che su Mozart è incentrato parte del programma che ogni anno richiama in città melomani da tutto il mondo. L’aderenza alla tradizione, però, non ha mai impedito ai direttori artistici nel corso degli anni di allargare sguardo e orizzonti all’attualità. L’unico vero vincolo è sempre stato lo standard elevato e la presenza del meglio del palcoscenico mondiale del momento. Assai positivi i risvolti anche in ambito turistico. La concomitanza con l’estate favorisce, infatti, la presenza di un pubblico più eterogeneo rispetto ai soli appassionati. La soluzione più gettonata è l’abbinamento tra un giro diurno nel magnifico scenario dei laghi salisburghesi e un concerto serale di musica classica nel cuore del centro storico della città. Per maggiori informazioni sulla storia, i protagonisti e il programma del Festival di Salisburgo consultare il sito ufficiale: www.salzburgerfestspiele.at.

Museum der Moderne

Museum der Moderne

Il museo d’arte moderna di Salisburgo consta di due parti: una è il “Collegium Rupertinum” palazzo barocco dell’ex seminario nel cuore del centro storico; l’altra è l’edificio inaugurato nei primi anni ’00 sul Mönchsberg, collina che “ospita” anche la Fortezza Hohensalzburg (vedi punto 1). Entrambe le sedi ospitano interessanti collezioni tematiche e monografiche col meglio dell’arte austriaca del XX e XXI secolo. L’approccio, però, è tutt’altro che nazionalista. Anzi, negli ultimi anni, di pari passo con la crescita turistica, la vocazione museale è andata sempre più internazionalizzandosi, sì da venire incontro ai gusti e alle preferenze di una platea assai variegata. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari e le modalità di visita consultare il sito: www.museumdermoderne.at (disponibile la versione in inglese).

Castello Mirabell

Castello Mirabell

Al pari di Hohensalzburg e Hellbrunn, Mirabell è un’altra tappa imperdibile di una vacanza a Salisburgo. Un trittico di castelli la cui visita consente di ripercorrere le gesta dei diversi principi-vescovi che per secoli hanno retto le sorti della città. La prima edificazione del Castello Mirabell risale a fine ‘500 per volere dell’allora arcivescovo Wolf Dietrich von Altenau. Il palazzo, costruito aldilà delle mura cittadine, doveva essere la residenza di Salome Alt amante “segreta” dell’uomo. In realtà di segreto la relazione non aveva proprio nulla, dal momento che la coppia ebbe ben 16 figli! Nel corso del ‘600, invece, furono Markus Sittikus von Hohenems e Paride Lodrom a commissionare importanti modifiche alla struttura; tendenza che continuò anche nel XVIII secolo con l’arcivescovo Franz Anton Horrach che impresse una decisa virata barocca all’edificio. Purtroppo, però, delle vestigia barocche è rimasto ben poco. Nel 1818, infatti, un terribile incendio devastò Salisburgo arrecando notevoli danni anche al Castello di Mirabell che, successivamente, venne ricostruito in prevalente stile neoclassico. Ciò detto, il castello e, soprattutto il giardino, meritano senz’altro una visita. Da non perdere!

Casa Museo di Mozart

Casa Museo di Mozart

Come ricordato in apertura, Salisburgo è la città natale di Mozart. Un’icona globale senza tempo la cui fama non conosce confini e che, con la sua vita e le sue opere, inevitabilmente ha portato alla ribalta anche il luogo natio. Non deve perciò stupire che la casa in cui ha trascorso tutta l’infanzia e parte della giovinezza, al civico 9 di Getreidegasse, sia da moltissimi anni ormai una delle attrazioni principali della città. A spiegarne la popolarità sono soprattutto due fattori: la capacità degli ambienti di restituire la quotidianità dell’uomo oltre che dell’artista e, in secondo luogo, il fatto di trovarsi nel cuore della città vecchia. Getreidegasse, infatti, è una strada ricca di fascino, con molti negozi – dall’artigianato tipico all’alta moda – e un’infinità di dettagli architettonici rilevanti sotto il profilo artistico-culturale. Per maggiori informazioni consultare il sito: mozarteum.at (disponibile la versione in inglese).

Chiesa dei Francescani

Chiesa dei Francescani

Se la Cattedrale rappresenta il volto istituzionale della chiesa salisburghese, la Franziskanerkirche, al contrario, incarna il sentimento di fede popolare. Sentimento che, in questo territorio, nel cuore dell’Austria, ha un tratto più austero e contemplativo rispetto ad altre parti d’Europa. Non a caso, quel che più colpisce i visitatori della Chiesa dei Francescani di Salisburgo è il buio della navata, interrotto qua e là dai raggi di luce che passano dalle vetrate laterali. Dal punto di vista architettonico, invece, questa chiesa, che parrebbe essere addirittura più antica del Duomo, rappresenta una miscellanea di stili: insieme al tardo-romanico della navata, infatti, vanno considerate l’impronta gotica del coro e quella barocca dell’altare maggiore; quest’ultimo progettato a inizio ‘700 dall’architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach. Brevi cenni, tuttavia sufficienti per capire l’importanza storica della Franziskanerkirche. Una centralità simbolicamente ribadita dall’imponenza della torre campanaria, elemento imprescindibile dello skyline di Salisburgo. Da vedere! 

Residenz Salzburg

Residenz Salzburg

Ad appena 100 metri dalla Cattedrale dei Santi Ruperto e Virgilio, Palazzo Residenz è un’altra testimonianza dell’immenso potere spirituale e temporale dei principi-arcivescovi di Salisburgo. Nonostante le prime tracce di questa gigantesca residenza (ca. 180 stanze) risalgano al XIII secolo, l’attuale fisionomia dell’edificio va storicamente collocata ai primi del ‘500 sotto il principe-arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau. Va da sé, questo non significa affatto che nei secoli successivi sia rimasto tutto così com’è. Anzi, ciascun principe-arcivescovo ha lasciato la sua impronta, determinando quella commistione di stili – rinascimentale, barocco e neoclassico – che è la vera cifra dell’edificio e della piazza tutt’attorno (Residenzplatz). Oltre alle sale più famose di quest’immensa dimora nel cuore di Salisburgo (Sala dei Carabinieri, del Consiglio, delle Udienze eccetera) merita una visita la galleria al terzo piano. Nella Residenz Galerie, infatti, c’è un’importante collezione di quadri col meglio dell’arte europea dal XVI al XIX secolo, soprattutto olandese e fiamminga. Non è finita, perché a 500 metri, c’è Neue Residenz, il Nuovo Palazzo Residenziale, con un’importante installazione museale, “Il Mito di Salisburgo“, che celebra la fama culturale e turistica acquisita dalla città dal XIX secolo in avanti. Per maggiori informazioni consultare i siti: residenzgalerie.at e www.salzburgmuseum.at.

Duomo di Salisburgo

Duomo di Salisburgo

Progettata dall’architetto italiano Santino Solari, la Cattedrale di Salisburgo venne consacrata nel 1628 dal vescovo cittadino Paride Lodron. La chiesa, spettacolare testimonianza del barocco austriaco, venne edificata sui resti di due preesistenti edifici sacri. Il primo edificio addirittura del 774 e una seconda struttura tardo-romanica risalente, invece, al XII secolo. Le tracce di queste due chiese paleocristiane sono oggi visibili nella cripta della Salzburger Dom. Cripta che è solo una delle cose da vedere di questa imponente chiesa nel cuore di Salisburgo, capace di ospitare fino a 10.000 persone. Per cogliere l’importanza storica della cattedrale, nonché l’attaccamento dei salisburghesi verso di essa, basti sapere che subito dopo i bombardamenti che nel 1944 distrussero la cupola e altre parti della struttura ci si adoperò immediatamente per ristrutturare quanto lesionato. L’intervento di recupero richiese 15 anni al termine dei quali, però, la Cattedrale di Salisburgo riottenne quella centralità simbolica e materiale che storicamente l’aveva sempre contraddistinta. Da vedere anche la piazza all’esterno (Domplatz), palcoscenico delle più importanti manifestazioni cittadine: il Festival della Musica e i Mercatini di Natale durante il periodo dell’Avvento. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale: www.salzburger-dom.at (disponibile la versione in inglese).

Castello Hellbrunn

Castello Hellbrunn

A separare la Fortezza Hohensalzburg e il Castello Hellbrunn sono soltanto 5 chilometri, tuttavia la “distanza concettuale”, se così si può dire, è molto maggiore. Se Hohensalzburg, infatti, venne concepito con eminente funzione difensiva, Hellbrunn, al contrario, sin dall’inizio fu pensato come luogo di divertimento. A volerne l’edificazione nel 1612 fu il principe – arcivescovo Markus Sittikus che affidò la realizzazione della dimora all’architetto italiano Santino Solari, a cui Salisburgo deve anche l’edificazione del duomo di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto. Da vedere sono soprattutto i giardini e gli innumerevoli giochi d’acqua disseminati lungo il percorso: fontane, zampilli e grotte che, insieme al vicino zoo, distante circa un chilometro, rallegrano notevolmente la visita. Per maggiori informazioni consultare i siti: www.hellbrunn.at e salzburg-zoo.at.

Fortezza Hohensalzburg

Fortezza Hohensalzburg

Molto spesso la Fortezza Hohensalzburg è la prima cosa che si visita una volta giunti a Salisburgo. Il “merito” è della funivia di Festungsgasse (Festungsbahn) che, dal 1892, facilita il raggiungimento di questo antico complesso fortificato. Si tratta di uno dei simboli più vistosi di quel potere arcivescovile che per secoli ha retto le sorti del territorio e dell’intera area salisburghese. La prima edificazione del castello risale, infatti, al 1077 su mandato dell’arcivescovo Gebhart I von Helffenstein, anche se i lavori terminarono “soltanto” 500 anni dopo su impulso di un altro arcivescovo, Leonhard von Keutschach. Va da sé, in questo lunghissimo arco temporale l’edificio ha subito diversi aggiustamenti, quasi tutti dettati dalla necessità di adeguare le funzioni difensive del maniero ai progressi che man mano si compivano in ambito militare. Detto brevemente della storia, veniamo all’attualità: sono principalmente due i motivi alla base del successo turistico del luogo. Il primo, ovviamente, è il superbo panorama, con vista d’insieme dell’intera Salisburgo, sia la parte vecchia, risalente al medioevo, che la nuova, edificata invece in gran parte nel corso dell’Ottocento. La seconda ragione è la presenza di ben tre musei (Museo della Fortezza, Antico Arsenale e Museo del Reggimento Rainer) e, soprattutto, delle Stanze dei Principi al terzo piano. Visitare questi ambienti è esperienza che non lascia indifferente anche chi è a digiuno di qualsiasi nozione di storia dell’arte. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari e le modalità di visita consultare il sito: www.salzburg-burgen.at. Infine una curiosità: non distante da Festungsgasse c’è il piccolo cimitero di San Pietro (Petersfriedhof) dove sono sepolti molti aristocratici di Salisburgo, tra cui Nannerl Mozart, sorella del più celebre compositore. Se ce n’è modo vale senz’altro la pena fare una visita.

Attenzione ai borseggiatori

Attenzione ai borseggiatori

Malaga, ma il discorso va esteso a tutta la Costa del Sol, è ben presidiata dalle forze di polizia. Una misura che serve a garantire il buon esito del soggiorno per i migliaia di turisti che scelgono la città e il sud dell’Andalucia per le proprie vacanze. La vita, perciò, scorre tranquilla e la cronaca non offre spunti di cui doversi preoccupare particolarmente. Perciò le uniche precauzioni da prendere sono quelle di sempre relative al borseggio: evitare di girare con molti contanti; lasciare incustodita la borsa ai tavolini del bar; tenere il portafogli nel taschino posteriore dei pantaloni; eccetera. Per il resto, niente paura e buona vacanza!

Spiagge di Malaga

Spiagge di Malaga

Come ribadito più volte nell’articolo, Malaga è una città dalla “doppia anima“: accanto alle attrazioni storico-culturali ci sono, infatti, spiagge, bar, ristoranti e un’infinità di altri locali. L’equilibrio tra questi due aspetti spiega le dinamiche dell’economia cittadina anche se, inutile negarlo, il turismo balneare da queste parti realizza numeri impressionanti. Il motivo è la vicinanza con le località della Costa del Sol, fermo restando che anche Malaga in fatto di spiagge, mare, servizi e accoglienza turistica sa decisamente il fatto suo. Per capire meglio ciò a cui ci riferiamo non è necessario allontanarsi dal centro: poco distante da Plaza de Toros, nel quartiere de La Malagueta, c’è la spiaggia omonima (“La Malagueta”) che si estende per più di un chilometro. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso, in maniera non dissimile da quanto avvenuto sui lungomare delle vicine Torremolinos e Marbella, sono sorte numerose attività ricettive. Inevitabilmente, perciò, “La Malagueta” è molto più frequentata dai turisti che dagli abitanti di Malaga che in genere preferiscono le spiagge più a est. In successione: Playa de la Caleta, El Balneario (“Baños del Carmen”), Pedregalejo, El Palo ed El Candado. A ovest, invece, in direzione Costa del Sol, abbiamo Playa de Huelin e Playa de la Misericordia. Insomma, tanta, tanta varietà, addirittura imbattibile se allarghiamo il discorso alle località nei dintorni (Torremolinos, Benalmadena, Fuengirola), per una vacanza rigenerante all’insegna di mare, sole e relax.

Mercato Centrale di Atarazanas

Mercato Centrale di Atarazanas

Altra meta obbligata di una vacanza a Malaga è il Mercado Central de Atarazanas. Come tutte le attrazioni di cui ci siamo occupati fin qui anche questa si trova in centro, ad appena 500 metri da Calle Larios, con cui abbiamo aperto il nostro racconto. Si tratta di un mercato al chiuso in cui si vende pesce, carne, formaggio, frutta e in cui, oltre a fare la spesa, è possibile consumare un pasto in alternativa a bar, ristoranti e locali della città. Il fascino del luogo, però, più che per le opportunità offerte, deriva dalla sua storia. Il mercato, infatti, sorge sui resti di un cantiere navale del XIV secolo. Parliamo dell’età moresca e, soprattutto, parliamo di un momento storico in cui il mare, evidentemente, penetrava in città molto più di adesso, tanto da suggerire alla dinastia nasride di realizzare un cantiere per la costruzione, la manutenzione e il rimessaggio delle imbarcazioni. Un secolo dopo, a seguito della vittoria dei Re Cattolici, questo spazio al chiuso venne adibito prima a magazzino e poi perfino a caserma. Bisognò attendere la fine del XIX secolo per la riqualificazione del luogo ad opera dell’architetto Joaquin Rucoba, cui la città deve anche Plaza de Toros. Rucoba progettò il mercato facendo largo utilizzo di vetro e ferro. Le linee, invece, richiamano in pieno quel mix di architettura ispanica e moresca, altrimenti noto come stile mudejar. Da vedere!

Centre Pompidou

Centre Pompidou

Malaga non ha solo il Museo Picasso in comune con Parigi. A unire le due città c’è anche il Centre Pompidou, presente in terra andalusa con una sua succursale in cui sono esposte una ottantina di opere prese a prestito dal museo transalpino. Le firme sono di tutto rispetto: Chagall, De Chirico, Frida Kahlo, Magritte, Mirò eccetera, in modo da consentire ai visitatori un viaggio attraverso il meglio dell’arte contemporanea del XX e XXI secolo. Ovviamente, nel corso dell’anno, il Centre Pompidou di Malaga ospita anche due o tre mostre temporanee contribuendo in questo modo a intercettare un segmento turistico diverso da quello che abitualmente frequenta la città. Per maggiori informazioni consultare il sito: centrepompidou-malaga.eu.

Museo Carmen Thyssen

Museo Carmen Thyssen

Difficile dire cosa sia più interessante del Museo Carmen Thyssen di Malaga: se la collezione di pittura andalusa del XIX secolo (attualmente la più completa in Spagna), o se il palazzo in cui la mostra è ospitata. Parliamo di Palacio de Villalón, in Calle Compañía, a nemmeno 500 metri dal Museo Picasso su cui ci siamo soffermati in precedenza. Si tratta di un edificio del XVI secolo, interamente ristrutturato dall’amministrazione pubblica di Malaga col fine, appunto, di renderlo una sede museale adeguata a ospitare la collezione privata di Carmen Cervera, vedova del magnate svizzero Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza (vedi anche Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid). I lavori di restauro, costati svariati milioni di euro, non solo hanno valorizzato le linee e lo stile architettonico originario dell’edificio, ma hanno portato anche ad importanti scoperte archeologiche di età romana. Maggiori informazioni al sito: www.carmenthyssenmalaga.org.

Museo Picasso

Museo Picasso

Ad appena qualche centinaio di metri dalla Casa Natale di Picasso, c’è anche il museo dedicato all’artista. Si trova in Calle San Augustin ed è stato inaugurato nel 2003. In questo modo anche Malaga, dopo Parigi e Barcellona, ha uno spazio museale interamente dedicato al suo cittadino più illustre. Artefici dell’iniziativa, Christine e Bernard Ruiz Picasso, nuora e nipote dell’artista. Sono stati loro a donare alla città oltre 200 opere di Picasso col fine specifico di preservarne, esibirne e divulgarne il lavoro artistico. Stando ai numeri un’operazione perfettamente riuscita pure dal punto di vista turistico. In pochi anni, infatti, questo museo, anche grazie allo stile mudejar del palazzo Buenavista in cui è ospitato, è diventato una delle principali attrazioni cittadine. Per maggiori informazioni su orari, prezzi, collezioni e modalità di visita consultare il sito: www.museopicassomalaga.org.