
11 cose da fare e vedere a Vienna e 1 da non fare
Vienna
Vale per Vienna quanto già detto a proposito di altre “città monumentali” come Venezia, Firenze, Budapest e Praga. Si tratta … Continua
Vale per Vienna quanto già detto a proposito di altre “città monumentali” come Venezia, Firenze, Budapest e Praga. Si tratta … Continua
Come è noto l’Islam vieta l’alcool. Gli “expat”, però, nei locali provvisti di apposita licenza, possono bere alcolici senza problemi. Il punto importante è non bere, né mostrarsi ubriachi (o ubriache) per strada. Vale a riguardo quanto già detto in precedenza per l’abbigliamento. Basta rispettare le prescrizioni culturali locali, tra l’altro infinitamente più tolleranti di altre nazioni dell’area (per esempio negli stati vicini la somministrazione di alcol ha precise limitazioni pro capite, mentre in Bahrein no), e non si avranno problemi di alcun tipo. Infine una curiosità. Se capita di visitare il paese durante il Ramadan è buona norma rispettare il digiuno diurno.
Il periodo migliore per visitare il Bahrain è ottobre/novembre – febbraio/marzo. Nei restanti mesi la temperatura sale in maniera graduale ma inesorabile fino al caldo terribile di agosto con punte sopra i 50°C. Il rischio, se non abituati, è di mettere a dura prova il fisico. Di contro, decidere di trascorrere il Natale in Bahrein, al caldo, su una delle tante spiagge (da visitare l’isola di Al Dar con le sue tante possibilità di svago) è tutt’altro che un’idea peregrina. Provare per credere!
I bahreiniti sono aperti e disponibili nei confronti degli occidentali, parlano un buon inglese e sono persone d’affari. In cambio chiedono solo comportamenti non ostili o morbosamente curiosi nei confronti dell’Islam. In primis per quel che riguarda l’abbigliamento. Perciò meglio non fissare troppo o, peggio ancora, fare foto alle donne coperte. Le straniere, invece, residenti o turiste, possono vestire normalmente, sempre però nei limiti dell’accettabilità sociale previsti dalla cultura locale. Vuol dire che in prossimità dei luoghi di culto bisogna avere un abbigliamento decoroso coprendo braccia e gambe, mentre in altri contesti pubblici si può essere “scoperte” ma mai “succinte”. Del resto, considerando che ci sono molti locali per occidentali non si tratta di grosse limitazioni. Le prescrizioni di cui sopra valgono principalmente quando si è per strada. Osservarle evita problemi ed è una dovuta forma di rispetto.
Dopo le tensioni sociali del 2011, quando anche il Bahrein fu investito dal vento della cosidetta “primavera araba”, nel paese non si sono più registrate particolari situazioni di rischio. Naturalmente non è tutto rosa e fiori. La convivenza tra sciiti e sunniti (al potere con la dinastia al Khalifa) non è sempre scontata, anche perché l’influenza persiana sull’area è un fatto storicamente acclarato. Detto questo, il centro di Manama non è oggetto di scontri. Al più il venerdì, giorno di preghiera, possono esserci delle manifestazioni ma le forze di polizia presidiano il territorio e la situazione è tranquilla. Ad ogni modo, resta preferibile non addentrarsi troppo nelle zone periferiche e nei villaggi. Soprattutto, prima di partire per una destinazione lontana come il Bahrein, è sempre opportuno consultare il sito “Viaggiare sicuri” del Ministero Affari Esteri, nonché registrarsi nel sito “Dove siamo nel mondo” sempre all’interno dell’Unità di Crisi della Farnesina.
L’automobile, da sempre, è anche uno status symbol. Inevitabile quindi che in una nazione tanto ricca come il Bahrein le auto di grossa cilindrata siano molte di più che altrove. Guai però a pensare che questo autorizzi corse folli in autostrada. Superare i limiti di velocità può essere molto rischioso (in alcuni casi è addirittura previsto l’arresto per un giorno). Tra le cause più frequenti di incidente stradale v’è l’utilizzo degli smartphone mentre si è al volante. Il consiglio, perciò, è guidare responsabilmente evitando di correre più del consentito. Ciò detto, a conferma della maggiore tolleranza del Bahrein rispetto ad altre nazioni dell’area, va sottolineata positivamente la circostanza che per le donne non esistono limitazioni alla guida.
Due vele di 50 piani l’una, per 240 metri di altezza collegate da tre pale eoliche del diametro di 29 metri ciascuna. Il Bahrein World Trade Center è il simbolo più fulgido della voglia di modernità e sostenibilità di questo paese che sfrutta le enormi ricchezze garantite dai giacimenti petroliferi per provare, in prospettiva, ad affrancarsi dalla risorsa. Una politica “green oriented” che oltre a sfruttare l’energia del vento punta anche sul solare e il riciclo delle acque reflue. L’edificio, nel centro di Manama, è l’esperimento più avanzato del paese in fatto di sostenibilità ambientale, ma non è l’unico primato: si tratta, infatti, di uno dei più grandi centri commerciali al mondo con tutte, ma proprio tutte, le firme di maggior richiamo dell’alta moda: Louis Vitton, Fendi, Gucci, Versace, Bulgari ecc. Insomma, architettura, design, lusso e tecnologia: questi i “pilastri” su cui si regge quest’avveneristico grattacielo dello shopping made in Bahrein.
Il Bahrain è un centro d’affari cosmopolita con una vita notturna più libera e tollerante rispetto agli altri paesi della zona. Numerosi ristoranti e lounge bar dove mangiare, ascoltare musica e bere un drink. Luoghi spesso di lusso, frequentati oltre che dagli stranieri, anche dai “cugini” sauditi pronti ad attraversare King Fahd Causeway, la famosa sopraelevata del Re Fahd che unisce i due stati.
Un enorme centro commerciale nel cuore dell’isola Amwaj fatto di negozi, bar, ristoranti, boutique e spazi all’aperto in cui trascorrere piacevoli giornate in famiglia e/o in compagnia di amici. Il design e la posizione fronte mare rendono questo posto unico nel suo genere. Non a caso, il numero di visitatori tra residenti e turisti è in continua crescita. Per saperne di più visita il sito ufficiale: www.thelagoonbahrain.com
Oltre che per il Gran Premio di Formula 1 il circuito Sahkir è famoso per il Go Kart. Vi si disputano diversi campionati, ma soprattutto l’impianto è a disposizione dei turisti che vogliono cimentarsi col karting. L’organizzazione mette a disposizione abbigliamento e vetture che variano a seconda delle fasce d’età. Il tutto, naturalmente, nel pieno rispetto degli standard di sicurezza previsti dalla disciplina. Un modo divertente di trascorrere una serata in Bahrain in famiglia e/o con gli amici. Per maggiori informazioni sulle formule, i prezzi e gli orari di accesso alla struttura clicca qui
Dal 2004 in Bahrain fa tappa anche la Formula 1. Per ospitare il circuito automobilistico più famoso al mondo il piccolo stato della Penisola arabica non ha badato a spese costruendo un’avveneristica pista in mezzo al deserto. Il circuito Sahkir, questo il suo nome, spicca per spettacolarità e tecnologia. Sin dalla prima edizione si è rivelato particolarmente ostico per i piloti che qui devono affrontare condizioni ambientali sui generis: dalla sabbia che inevitabilmente si deposita sul manto (nonostante l’utilizzo di prodotti particolari per limitare il fenomeno), alla forte escursione termica tra il giorno e la sera quando generalmente si disputa la corsa. Tre curiosità: il primo Gran Premio, nel 2004, se lo è aggiudicato il pilota tedesco Michael Schumacher, da anni costretto all’immobilità a causa di un incidente sciistico; nel 2011, invece, la gara non si disputò a causa dei disordini che interessarono il paese sulla scorta delle diverse “primavere arabe” che quell’anno infiammarono anche Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Yemen e Siria. Infine, diversamente dagli altri Gran Premi di Formula 1, sul podio lo champagne classico (proibito al pari degli altri alcolici) è sostituito da quello arabo, rigorosamente analcolico.
Alla ricerca del vero Bahrein. È questo lo spirito con cui approcciare la visita al mercato di Manama, nella parte nord della città, proprio sotto le torri gemelle del Financial Harbor. In realtà di tipico il souq di Manama conserva ben poco, perlomeno rispetto ai mercati di Tunisia, Marocco, Egitto e soprattutto Qatar. Tuttavia una visita in questo dedalo di viuzze tra elettrodomestici, cibo e spezie è comunque assai istruttiva. Non foss’altro che consente di familiarizzare con quella parte di popolazione lontana dalla ribalta di finanza e moda.
La perla è uno dei simboli di Manama e del Bahrein. Una tradizione antichissima che ha accompagnato per secoli lo sviluppo del territorio al punto da costituire parte integrante della storia e dell’identità locale come certificato dalla tutela Unesco in vigore da qualche anno. Tra l’altro la raccolta delle ostriche non solo continua, ma negli ultimi anni ha registrato un notevole aumento in ragione della domanda crescente da parte di mercanti e gioiellieri. La perla del Bahrein, infatti, è celebre per la sua purezza contribuendo notevolmente all’economia già florida di questo minuscolo stato insulare della penisola arabica. Da vedere il “distretto” dell’isola di Muharraq da dove parte il grosso delle imbarcazioni dedite alla raccolta delle ostriche. Diciassette edifici, tra magazzini, gioiellerie, residenze di mercanti e l’immancabile moschea, storicamente riconducibili alla lavorazione di questa gemma preziosa. Molte altre notizie e testimonianze si trovano all’interno del Museo Nazionale. Ciò detto in Bahrein conviene acquistare oro e preziosi. I prezzi sono molto più abbordabili rispetto al mercato occidentale e perciò venirci in vacanza può essere l’occasione giusta per un acquisto di valore che dura nel tempo.
Qal’at al-Bahrain, la fortezza cinquecentesca costruita dai portoghesi è senza dubbio una delle attrazioni principali di questo minuscolo stato insulare. Non a caso il forte, circondato da un fossato, è Patrimonio dell’Unesco. Uno dei consigli più ricorrenti è quello di visitare le rovine sul far della sera per meglio apprezzare il contrasto tra la parte antica della città, illuminata da “semplici” faretti, e le luci iper moderne dei palazzi che definiscono lo skyline di Manama, la capitale del Regno.
Una volta a Manama è impossibile non notare la Moschea Al Fateh (da Ahmed Al Fateh, capostipite della dinastia Al Khalifa che regna sul piccolo stato insulare). Come quasi tutto in città, il gigantismo della struttura si impone all’attenzione dei turisti che ogni anno sempre più numerosi scelgono di visitare il paese. Una cupola in fibra di vetro, due minareti e gli elementi decorativi dell’interno (lampade in legno lavorato, un enorme lampadario di Swarovsky, tappeti ecc.) ne fanno uno dei simboli più vistosi del benessere bahreinita, punto di riferimento spirituale per tutti i musulmani del mondo. Non a caso, è una delle moschee più grandi del pianeta e può arrivare a ospitare 7000 fedeli. Generalmente vengono organizzate visite guidate per conoscere approfonditamente la struttura che è visitabile a patto di avere un abbigliamento consono. Le donne, per esempio, devono necessariamente indossare abaya (lungo camice nero, di tessuto leggero, che copre tutto il corpo eccetto testa, piedi e mani) e velo, mentre per tutti corre l’obbligo di togliere le scarpe all’ingresso.
L’allevamento di cammelli della famiglia reale del Bahrein (o Bahrain) è di sicuro una delle attrazioni da visitare se avete figli al seguito. Ovviamente anche se non ne avete, tuttavia è indubbio che questi animali (soprattutto le femmine, tenute in disparte con i propri cuccioli) riescono a suscitare empatia ed affetto nei ragazzi. Occhio però ad avvicinarsi troppo. In genere, dopo un po’ che ci si trova sul posto arriva uno dei tanti lavoratori dell’allevamento a spiegare come fare per accarezzare, fotografare e dar da mangiare a questi animali in tutta sicurezza. Se fortunati, dietro corrispettivo di una piccola mancia, riuscirete anche a cavalcarne uno. Il Janabiya Reale Camel Farm Bahrain è aperto al pubblico tutti i giorni, tutto il giorno. L’ingresso è gratuito. Unica accortenza, lavare (o disinfettare) le mani subito dopo la visita.