Cosa mangiare nel Cilento
Cosa mangiare nel Cilento
Parlando di Velia (vd. punto 2) abbiamo accennato agli esuli provenienti da Focea che, di quell’insediamento, ora prestigiosa area archeologica, furono gli artefici. Abbiamo omesso però di dire – lo facciamo ora – che a introdurre la coltivazione dell’olivo nel CIlento furono proprio i Focesi. Per la precisione essi coltivavano la Pisciottana, la varietà più antica dell’olio locale (le altre sono: Rotondella, Ogliarola, Frantoio, Salella e Leccino). Un aneddoto che rivela quanto antica sia la tradizione gastronomica cilentana. Il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta (DOP) per l’olio cilentano risale invece al 1998, stesso anno in cui al CIlento è stata riconosciuta anche la tutela UNESCO. Ma non è finita, perché nell’articolo abbiamo accennato anche al Museo della Dieta Mediterranea di Pioppi (vd. punto 5) anche qui, però, omettendo un aspetto fondamentale: la decennale presenza sul territorio dello scienziato americano Ancel Keys che dei benefici della dieta mediterranea fu appunto lo scopritore. Dieta mediterranea che, come sappiamo, oltre all’utilizzo dell’olio extravergine di oliva, prevede il consumo di verdure, legumi, ortaggi e pesce azzurro, tutti prodotti di cui il Cilento dispone in grande quantità. Insomma, che si tratti di tonno, spigole, alici (soprattutto alici), melenzane, pomodori, fagioli, lenticchie eccetera il CIlento è il posto giusto.