Transiberiana

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Transiberiana

12 cose da fare e vedere lungo la Transiberiana e 2 da non fare

C’è chi ama i viaggi “brucianti”, quelli cioè che impiegano il minor tempo possibile per raggiungere la meta, e chi dà così tanta importanza al piacere del percorso in sé che la meta può addirittura diventare secondaria. Se appartenete alla seconda categoria, la Transiberiana sarà un’esperienza indimenticabile. La linea ferroviaria più lunga del mondo non è considerata con lo stesso romanticismo dai russi che la usano soprattutto per necessità economiche o per paura di volare. Ma è piena di persone provenienti dalle regioni più diverse della Federazione Russa, e rappresenta quindi un’immersione nella cultura, anzi nelle culture, della Grande Madre. A patto che non la si percorra sul treno Zarengold, noleggiato interamente per il turismo internazionale. La Transiberiana storica ha come destinazione finale Vladivostok a 9000 km di distanza da Mosca; il tempo di percorrenza, senza fare nessuna tappa, è di una settimana. Il costo del biglietto varia ovviamente a seconda della classe scelta: la prima classe ha una cabina con due posti letto, la seconda quattro posti letto e la terza classe 35 posti letto. I puristi della grande traversata russa sostengono che il “viaggio” vero è quello in terza classe per l’interazione costante con gli altri passeggeri. Però, avendo a cuore la privacy, è possibile anche scegliere la prima o seconda classe per i pernottamenti, e abbandonarsi alla socialità della terza classe per le tratte più brevi. Ogni tratta ha un suo biglietto separato; è quindi fondamentale prima di avventurarsi sul sito delle ferrovie russe avere chiaro il quadro del percorso, la durata della permanenza nelle varie località. Il modo più veloce, ma più costoso di acquistare tutti i biglietti necessari per il vostro viaggio, è rivolgersi alle agenzie di viaggio. Il fai da te non è così difficile come potrebbe sembrare, il sito delle ferrovie russe ha una versione inglese e una buona navigabilità: https://eng.rzd.ru. Scopriamo 12 città da vedere lungo la Transiberiana, oltre a Mosca e San Pietroburgo, che sono generalmente le città di partenza; vista la loro importanza troverete degli articoli interamente dedicati.

1 Nižnij Novgorod

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Situata a circa 270 miglia a est di Mosca, l’antica Gorky, di fondazione medievale, ha avuto un ruolo di primo piano nell’economia russa, essendo un importante centro industriale. Distrutta dai bombardamenti tedeschi durate la Seconda Guerra Mondiale, divenne in seguito la più grande “città chiusa” dell’Unione Sovietica, rigorosamente vietata agli stranieri. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, con il nuovo nome di Nižnij Novgorod è diventata una città molto accogliente, anche grazie al clima temperato continentale e alla quantità monumenti storici e cose da vedere. Il primo luogo da visitare è il bel Cremlino con le sue 13 torri. Si tratta dell’antico centro fortificato della città, che si estende su un’area di quasi 23 ettari e ospita al proprio interno vari monumenti di rilevanza nazionale tra cui l’antica Cattedrale dell’Arcangelo Michele, ricostruita tra il 1628 ed il 1631, sul sito di un tempio duecentesco. Una visita meritano: il Museo Statale d’Arte, artmuseumnn.ru/tickets uno dei più antichi musei russi, fondato alla fine del XIX secolo. La collezione di opere ammonta a circa 12mila pezzi e ripercorre la storia dell’arte russa dalle antiche icone fino alle opere contemporanee. Il Monastero dell’Ascensione Pecherskyhttp://www.pecherskiy.nne.ru/map – che racchiude un’austera cattedrale a cinque cupole, risalente al 1632, e due chiese con tetti a tenda, del 1640. Invece per entrare a contatto con il volto più moderno della città consigliamo una passeggiata lungo la via pedonale Bolshaya Pokrovskaya. La strada soprannominata “Pokrovka” dalla gente del posto si trova tra Piazza Minin e Piazza Gorky. Caffè, ristoranti, cinema, teatri e negozi di souvenir, animano questa bella via, vivace sia di giorno che di sera. Gli appassionati di letteratura russa apprezzeranno i luoghi dedicati allo scrittore Gorky. Si va da “House of Kashirin” la casa d’infanzia dello scrittore, all’appartamento-museo Maxim Gorky, dove sono esposti 1500 oggetti appartenuti allo scrittore fino al Museo letterario. Per info ticket e visite guidate sulle orme di Gorky, potete navigare sul sito: http://museumgorkogo.ru/en/tickets. E infine raggiungete il terminal marittimo di River Station, per una gita fluviale di un’ora e mezza durante la quale si potrà ammirare lo skyline della città dall’acqua, o semplicemente per fare una passeggiata (o pedalata) lungo l’argine: i tramonti sul Volga sono spettacolari!

2 Kazan

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Sono necessarie 11 ore di viaggio circa da Nižnij Novgorod per raggiungere un’altra città fluviale, Kazan, che si trova alla confluenza dei fiumi Volga e Kazanka. La capitale della Repubblica del Tatarstan è diversa dalle altre città russe ed è considerata un po’ il crocevia tra occidente e oriente. Metà della popolazione è di etnia russa e l’altra metà è di etnia tatara; la lingua ufficiale è il tataro, ma si parla anche russo. Le religioni principali sono la Cristiana Ortodossa e l’Islam, in città troverete numerose moschee e chiese. Esplorare Kazan a piedi è molto interessante. Magari partendo da Bauman Street, una delle strade più antiche, oggi animatissima arteria pedonale, dove si trova anche un’attrazione di Kazan: la Chiesa dell’Epifania con il suo alto campanile. Se invece preferite spostarvi con i mezzi pubblici, facendo scalo alle stazioni della metropolitana Kremlevskaya e Piazza Tukay, avrete la possibilità di ammirare le decorazioni che raffigurano la storia tartara. Tra i monumenti più visitati di Kazan c’è sicuramente il candido Cremlino che si affaccia sul Volga. Unica fortezza tartara sopravvissuta in Russia, è Patrimonio Unesco. ll Cremlino di Kazan risale al periodo musulmano dell’Orda d’oro e del Khanato di Kazan. Fu conquistato da Ivan il Terribile nel 1552 e divenne la sede cristiana della Terra del Volga. Oggi, oltre a essere una attrazione turistica, è luogo di pellegrinaggio. E’ costituito da un eccezionale gruppo di edifici storici risalenti al XVI e al XIX secolo, che integrano resti di strutture precedenti dal X al XVI secolo. Al suo interno si visitano: la Torre di Syuyumbeki, tra i maggiori simboli della capitale del Tatarstan, nonché una delle torri pendenti più famose della Russia. Deve il nome a Söyembikä, eroina del popolo tataro e reggente del Khanato di Kazan’ dal 1549 al 1551, la quale, secondo la leggenda, si suicidò gettandosi dalla torre, piuttosto che sposare Ivan IV, il Terribile. Ancora nel Cremino si visitano: la Cattedrale dell’Annunciazione, il Monastero del Salvatore-Trasfigurazione, il Palazzo del Governatore, la Scuola dei cadetti e la Fonderia di cannoni. Per saperne di più: https://kazan-kremlin.ru; il sito non è tradotto in inglese, ma si può scegliere la traduzione italiana offerta da google. Tra le moschee da visitare a Kazan segnaliamo la Kul Sharif Mosque, una delle icone della città. Quando venne costruita nel XVI secolo, era considerata la più grande moschea d’Europa; distrutta da Ivan il Terribile nel 1552, è stata ricostruita a partire dal 1996; i lunghi lavori durati 9 anni hanno restituito questo straordinario luogo di culto ai musulmani del Tatarstan e ai turisti. Gli archi imbiancati, le cupole e gli svettanti minareti azzurri rendono la Moschea Kul Sharif uno dei luoghi più fotografati della città. La Moschea è aperta al pubblico gratuitamente, mentre il Museo dell’Islam che si trova all’interno del complesso è a pagamento, maggiori info qui: http://www.kul-sharif.com. Non andate via senza aver gustato i sapori di Kazan, paradiso dei buongustai. La cucina fusion tra tradizione russa e orientale offre mille delizie tra cui spiccano golosità tartare come i chak-chak, palline di pasta cotte al miele, tradizionalmente servite in occasioni festive. Se scatta il colpo di fulmine potete anche visitare il museo in città a loro dedicato: https://chak-chak.museum.

3 Ekaterinburg

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Città moderna con un lungo passato, Ekaterinburg è una città che merita una sosta. I nostalgici zaristi la conosceranno come luogo in cui avvenne l’esecuzione capitale dei Romanov, l’ultima famiglia reale russa; però la città ha più di un legame con la storia contemporanea, essendo anche il luogo di nascita di Eltsin, il primo presidente della Federazione Russa. Città simbolo della storia quindi, ma anche della geografia poiché è considerata il confine tra la Russia europea e quella asiatica. Chi voglia saltellare tra un continente e l’altro può raggiungere l’Obelisco che segna il punto esatto del limite tra Europa e Asia; si trova a 20 minuti di auto dalla città. È un luogo molto visitato dai turisti, per cui intorno alla stele si è organizzato un vero e proprio merchandising: bancarelle di souvenir con monete ricordo, vendita di certificati che attestano che si è varcato il confine tra l’Europa e l’Asia, giri in slitta, a cavallo, matrimoni.

Consigli su cosa vedere in città
Se siete appassionati di architettura, sicuramente gli edifici! Ekaterinburg può essere considerata la capitale del costruttivismo russo, avendo oltre 140 strutture in stile. Nei primi decenni del ‘900, venne cooptato il fior fiore degli architetti di Mosca e Leningrado, tra cui alcuni specialisti del Bauhaus, per un piano di ammodernamento della città. Tra i migliori esempi di questa architettura socialista segnaliamo: il Chekists Village, un complesso residenziale collettivo costruito per i membri della polizia segreta. Oggi ospita l’Hotel Iset. La Casa della Stampa, un edificio del 1930 dalla facciata arrotondata e con scale in gabbie di vetro semicircolari. Il Complesso sportivo Dinamo, 1934, sulle rive del fiume Iset, che sembra una nave in movimento, grazie all’utilizzo di elementi di architettura navale, come una facciata vetrata arrotondata con finestre ad oblò e un tetto che ricorda il ponte di una nave. Dopo il brutalismo sovietico, passiamo ad altri memorabilia di cemento come la Cattedrale del Sangue, una chiesa ortodossa, costruita tra il 2000 ed il 2003 sul luogo dove furono uccisi l’imperatore Nicola II, la sua famiglia e alcuni domestici. In ultimo una chicca: i cultori di bizzare non possono lasciarsi scappare il cimitero di Shirokorechenskoe con le sue stravaganti tombe di gangster uccisi nei famigerati anni ’90. Alcune di queste tombe sono grottesche, la più famosa (vicino all’ingresso a sinistra) ha l’immagine del defunto che indossa un abito costoso, con in mano le chiavi della sua Mercedes. Per approfondire: https://www.zibaldoneweb.it/il-cimitero-dei-gangster-di-shirokorechenskoe-in-russia.

4 Tobolsk

Foto di Alexander Lesnitsky
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L’antica capitale della Siberia, Tobolsk, è una cittadina molto pittoresca, con l’unico Cremlino della regione e un centro storico dal fascino un po’ decadente. Fu fondata nel 1587 dal leader cosacco Daniel Chulkov alla confluenza dei fiumi Tobol e Irtysh, quest’ultimo una via di trasporto fluviale strategica per i popoli siberiani. La città è divisa in una zona bassa e una alta. Nella zona alta si trova il Cremlino, considerato una “perla della Siberia”, è la maggiore attrazione della cittadina. Il complesso comprende: la Cattedrale di Sofia-Assunzione, l’ex palazzo del viceré, la prigione e vari edifici settecenteschi. La fortezza non ha avuto una vita facile: il primo Cremlino fu eretto nel 1594, ma essendo in legno è stato distrutto da un incendio. È stato ricostruito e bruciato per ben sei volte, finchè gli abitanti non si decisero, alla fine del 1600, a passare a un nuovo materiale di costruzione: la pietra. L’incarico fu affidato all’architetto Semyon Remezov che si trovò di fronte all’arduo compito di combinare le varie strutture situate sul Capo Troitsky in un unico sistema architettonico urbanistico e di difesa militare. Nel 1698 andò a Mosca in quello che oggi definiremmo un corso di aggiornamento professionale, per maturare le competenze necessarie all’impresa. Nel maggio 1700 iniziò la costruzione del primo edificio del Cremlino: la Camera dell’Ordine. Successivamente furono costruiti il ​​Gostiny Dvor e Rentrey. Tutto filava liscio, quando una tegola cadde sul capo degli abitanti di Tobolsk: nel 1714 lo zar vietò la costruzione di edifici in pietra in tutte le città russe, ad eccezione di San Pietroburgo. La costruzione del Cremlino fu temporaneamente sospesa; riprese negli anni ’40 del XVIII secolo. Alla fine del XVIII secolo, il Cremlino perse definitivamente la sua importanza come fortezza e divenne una cittadella religiosa: furono eretti una casa del vescovo, un edificio monastico, un concistoro e il Campanile della Cattedrale, che ne contraddistingue lo skyline.

Parte bassa della città
Il XVIII secolo fu un periodo particolarmente ricco per la costruzione di chiese a Tobolsk, molte delle quali erano riccamente decorate in stile “barocco siberiano”. Sebbene la maggior parte di queste chiese sia stata gravemente danneggiata durante l’era sovietica, alcune di esse sono sopravvissute e meritano una visita: la Chiesa di San Michele Arcangelo, splendidamente restaurata, la Chiesa dei Santi Zaccaria ed Elisabetta, uno dei migliori esempi del barocco siberiano e la Chiesa della Santa della Croce, situata vicino al fiume Irtysh – il link per trovarla: https://www.tourister.ru/world/europe/russia/city/tobolsk/temples/28642. Tra i pochi edifici secolari ben mantenuti nella città bassa c’è il palazzo Kuklin, in stile neoclassico, dove i Romanov rimasero agli arresti domiciliari nel 1917 e nel 1918. Per un’immersione nella cultura siberiana consigliamo una visita al museo Dvorets Namestnika – tutte le info in inglese qui: http://tiamz.ru/en/museums/20. Infine, avendo un po’ di tempo in più merita una puntatina il monastero di Abalaksky Znamensky – luogo di pellegrinaggio di ortodossi provenienti da tutto il paese; maggiori info: https://it.volgaprojects.net/puteshestviya/96231-svyato-znamenskiy-abalakskiy-monastyr-istoriya-i-foto.html.

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5 Novosibirsk

Foto di Ninara
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Novosibirsk, capitale della Siberia e la terza città più grande della Russia, nonostante non sia particolarmente interessante val bene uno stop dopo 20 ore di viaggio! Tale è infatti la distanza da Tobolsk. È una città di recente fondazione – e il suo nome lo dice: Novosibirsk significa infatti Nuova Siberia. Sorse a fine Ottocento da un primo nucleo di case in legno abitate dai lavoratori che stavano costruendo un ponte ferroviario sul fiume Ob’, che attraversa la città e la divide in due. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale divenne un polo industriale in quanto vi furono spostate più di 50 grosse imprese che si trovavano nella Russia europea. Oggi è un importante centro di industrie automobilistiche e metallurgiche. Il cuore di Novosibirsk ha numerosi edifici di epoca sovietica ben conservati. Lenina Square, la piazza con la statua del leader rivoluzionario è uno dei luoghi più fotografati della città. A pochi passi troverete un’altra attrazione: il Teatro Accademico Statale dell’Opera e del Balletto, soprannominato il “Colosseo siberiano” in quanto è il più grande teatro musicale del paese. Fondato nel 1944, è l’orgoglio della città. Per assistere a uno spettacolo è possibile acquistare i ticket sul sito del teatro, i prezzi sono molto più economici degli standard europei: https://novat.nsk.ru/en/buy_now/tickets/2298282. Un luogo interessante è il Museo di archeologia ed etnografia siberiano dell’Accademia delle scienze russa https://archaeology.nsc.ru/muzei/muzey-01. Questo museo è famoso perché custodisce una celebre mummia, la principessa Ukok o del Ghiaccio, ritrovata negli anni ‘90 nella zona di Altai. Si tratta di una mummia di una giovane donna la cui storia in questi decenni è stata ricostruita dagli scienziati anche a colpi di tac e tomografie che ne hanno svelato il giallo della morte. La mummia è diventata famosa anche per i tatuaggi di cui era adornata e non ultimo per la polemica che si è innescata tra gli abitanti di Altai e gli scienziati. Scavando la tomba della “principessa”, gli scienziati avrebbero risvegliato gli spiriti delle montagne e quindi gli abitanti di Altai chiedono che la mummia sia nuovamente sepolta nel luogo dove è stata trovata. Per approfondire la storia, i tatuaggi e la maledizione della mummia:
https://lastoriaviva.it/la-principessa-siberiana-i-suoi-tatuaggi-e-altre-storie
https://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/scienza_e_tecnologia/mummiaru/mummiaru/mummiaru.html

6 Krasnoyarsk

Foto di andrymaxsis
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Krasnoyarsk nella Siberia del sud è un’altra tappa da inserire nel programma della transiberiana. La città è ricca di contrasti. Alla bellezza della natura incontaminata che la circonda si oppone l’aspetto severo di città industriale, votata al genio ingegneristico. Diciamo subito che sono le attrazioni naturali le cose più interessanti da vedere. Krasnoyarsk si affaccia sull’immenso fiume artico Yenisey, il più lungo della Russia – 3476 km – oltre che uno dei maggiori dell’Asia e del mondo intero, per lunghezza e per dimensioni del bacino idrografico. Data la sua ampiezza il fiume ospita delle isolette. La maggiore è Tatyshev che si può raggiungere anche in auto, attraversando il ponte Octyabrsky, oppure a piedi tramite il ponte Vinogradovsky. L’isola è molto frequentata dagli abitanti di Krasnoyarsk sia in inverno – c’è una pista di pattinaggio gigantesca – sia in estate. Tatyshev si presta per vari sport all’aperto o anche semplicemente per rilassarsi sulla spiaggia e nel parco, magari stringendo amicizia con i gospher. Questi simpatici roditori, simili a scoiattoli, popolano l’isola e non disdegnano un bocconcino dagli umani. L’altro pezzo forte della città è il Parco Nazionale “Krasnoyarsk Stolby”​, una riserva voluta dagli abitanti per preservare questo bellissimo luogo dalla deforestazione e dall’estrazione di pietra naturale. Stolby significa “Pilastri” e il nome non è casuale: l’attrazione principale della riserva sono le gigantesche rocce di sienite, che raggiungono i 100 metri di altezza e hanno forme molto bizzarre. La riserva è aperta tutti i giorni. Maggiori info sul sito ufficiale: http://stolby.ru/eng. Tra i monumenti in città segnaliamo: la piazza del Teatro dell’Opera, cuore della città e luogo dei maggiori eventi, al cui centro troneggia una grande fontana e una statua di Apollo su un’alta colonna; la fontana dei “Fiumi siberiani”, un complesso intreccio artistico di bronzo, marmo, musica, luci e acqua con al centro una grande scultura del fiume Yenisei, circondato da ninfe danzanti; la cappella di Paraskeva Friday, simbolo di Krasnoyarsk, sulla cima del monte Karaulnaya, dove si trovava un tempio pagano al tempo degli antichi tatari Kachin. Vari infine i festival in città tra cui spicca il contest invernale “Magic Ice of Siberia”.

7 Irkutsk

Foto di jacqueline macou
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Fermata ineludibile della Transiberiana, Irkutsk, si trova vicino ai fiumi Angara, Irkut e Ushakovka, e a 66 km a ovest del lago Baikal. La maggior parte dei turisti la sceglie come stop per poi proseguire verso il celeberrimo Baikal. Ma la città, con la sua architettura del XIX secolo, le pittoresche casette di legno, le numerose chiese e non ultimo i deliziosi ristoranti, merita di essere considerata un po’ più che un punto di passaggio per il Baijkal. Ha tutti i numeri per uno stop più approfondito. Cosa vedere: iniziamo dal luogo d‘arrivo: la stazione ferroviaria di Irkutsk. Venne costruita nel 1898, quando in città arrivò il primo treno; da allora è stata più volte ricostruita e modernizzata, conservando però intatto il suo stile originale. Passiamo poi nella zona storica di Irkutsk Sloboda per ammirare le case in legno del XVIII – XIX secolo. Alcuni di questi edifici ospitano dei musei; ad esempio la casa di Zatoplyaev è un museo della ferrovia siberiana. Nel quartiere c’è anche il complesso didattico Noosphere che comprende un planetario, un museo e un ampio osservatorio dotato di un telescopio. Irkutsk Sloboda è inoltre il posto migliore dove mangiare in città, tanti i ristoranti e varie le cucine, oltre alle bontà russo/siberiane, si va dalla vietnamita all’italiana, se proprio non si vuole rinunciare ai sapori di casa. In città sono molte le chiese e i luoghi sacri da visitare: la Chiesa del Salvatore – maggiori info qui: http://vstlg.ru/places/spasskaya_tserkov-_irkutsk– è la chiesa più antica della Siberia orientale, costruita nel 1706. L’edificio è sopravvissuto a inondazioni, terremoti e incendi. È famoso non solo per la sua storia, ma anche per i dipinti realizzati nel XIX secolo che decorano l’esterno del tempio. Il monastero Znamensky, costruito nel 1762, in stile barocco siberiano. All’interno si possono ammirare un’iconostasi imponente e un sarcofago d’oro che contiene le reliquie miracolose del missionario siberiano Sant’Inokent. In passato qui venivano esiliati i Decabristi con le loro famiglie. Oggi il Monastero Znamensky è un luogo di pellegrinaggio e una delle principali attrazioni turistiche della città. https://www.sputnik8.com/ru/irkutsk/sights/znamenskiy-monastir/info. La colorata chiesa di Kazan che sembra un po’ un palazzo delle favole. La cattedrale dell’Epifania, http://epiphany.cerkov.ru, decorata anche esternamente con coloratissime immagini di santi, è una combinazione insolita di stile neoclassico e barocco siberiano. L’interno è stupefacente: un trionfo di santi dipinti su mura e una splendida iconostasi. Gli amanti dell’arte apprezzeranno poi l’Irkutsk Art Museum, che contiene circa 20.000 capolavori d’arte e la Bronshteyn Gallery, una grande collezione privata di arte contemporanea che comprende circa 1500 opere d’arte, tra dipinti, sculture e grafica. Da non perdere: il mercato che è uno dei grandi in Siberia. Qui troverete di tutto di più dal miele, ai frutti di bosco, dalle spezie al cibo locale, dai cappelli russi ai souvenir, una mecca per lo shopping.

8 Lago Bajkal

Foto di romainriere
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Sono molti i viaggiatori che affrontano la Transiberiana solo per giungere sulle sponde del lago più profondo del mondo: il lago Bajkalhttps://whc.unesco.org/en/list/754 – che nel punto più abissale misura 1637 metri. Non sono soltanto le sue caratteristiche fisiche – la bellezza del luogo, il patrimonio naturalistico – ad attrarre qui ogni anno milioni di persone. Sembra infatti che questa superficie di acqua dolce, grande quanto il Belgio31.500 chilometri quadrati – sia anche un campo energetico, un lago sacro, dal miracoloso potere vivificante. Almeno così lo percepiscono i buriati, una delle tribù mongole della Siberia, che vive nella regione e pratica lo sciamanesimo. Bajkal è un mago, un guaritore fluido, non a caso il nome del lago in buriato è Dalai-Nor: Mare sacro.

Come arrivare al lago di Bajkal?
Raggiungendo la pittoresca località di Listvyanka, che si trova a 70 km da Irkutsk, in “marshrutka”, la tipica corriera russa, con il taxi (contrattate il prezzo prima della partenza) o noleggiando un’auto ad Irkutsk;, quest’ultima è la soluzione migliore per chi ha intenzione di rimanere più giorni sul lago e girare un po’ alla scoperta delle sue bellezze naturali e paesaggistiche. Se decidete di giungere qui in inverno, stagione che ha il suo grande fascino, sappiate che è necessaria una vettura a trazione integrale 4×4, alta da terra e una certa esperienza nel guidare su terreni ghiacciati. Da Listvyanka si possono fare gite in barca sul lago alla scoperta dell’isola di Ogojè e delle baie di Peschanaya e Babushka – i tour durano di mezza giornata. Se Listvyanka è il posto più facilmente raggiungibile da Irkutsk, l’isola di Olkhon, distante oltre cinque ore di auto dalla città, è il più affascinante. Lunga 70 km, è uno dei punti più mistici del lago. Qui il Capo Burchan, più famoso come “roccia dello sciamano”, qui i pilastri di preghiera “Sergee”, entrambi tra i più celebri luoghi sacri per lo sciamanesimo. Il paese principale dell’isola è Khuzhir; offre sia alberghi confortevoli che guest house più spartane. La guida Lonley Planet definisce unlovely il villaggio di Khuzhir, cresciuto disordinatamente a causa della rapida ascesa turistica che si è verificata negli ultimi 15 anni; nonostante ciò esso resta il posto più comodo dove fare base, e da cui partire per dei tour organizzati alla scoperta dell’isola: https://baikaler.com/olkhon-3-day-tour.

9 Ulan Ude

Foto di Mike W.
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Ulan-Ude, capitale della Repubblica della Buriazia, è una delle città più antiche e più grandi della Siberia. Si trova alla confluenza dei fiumi Selenga e Uda, ed è circondata dalle catene montuose Khamar-Daban e Ulan-Burgas. Fondata come fortezza dai cosacchi, la città divenne una tappa importante sulla rotta delle carovane del tè dalla Cina attraverso Kyakhta. Durante il regime sovietico, in quanto base di impianti militari segreti, è stata una città chiusa. Solo dagli anni ‘90 è possibile visitarla. Ulan Ude è vicina al confine con la Mongolia, ha quindi una cultura fortemente asiatica oltre a essere il più importante centro del buddismo in Russia. Per la sua particolare atmosfera culturale, per la ricchezza di monumenti e per l’incantevole natura che la circonda, Ulan Ude oggi ha sviluppato una forte vocazione turistica. Il monumento più fotografato della città è la testa di Lenin. È la più ipertrofica tra le innumerevoli sculture del leader sovietico disseminate in Russia; alta otto metri e pesante 42 tonnellate, la grande testa fu commissionata nel 1971 in occasione del centenario della nascita di Lenin. Ecco una lista di cose da vedere e luoghi da visitare in città:

Ivolginsky Datsan
Fondato nel 1945, l’Ivolginsky Datsan è il più grande complesso buddista in Russia, celebre luogo di pellegrinaggio. È diventato il primo tempio buddista funzionante in Russia, dopo che il divieto dei riti religiosi buddisti è stato revocato. Attualmente è la residenza di due lama Khambo. Vista l’importanza del complesso potrebbe essere interessante partecipare a una visita guidata: https://ivolgdatsan.ru/about/exursions

Ulitsa Sobornaya, il centro storico di Ulan Ude
Una passeggiata lungo questa strada pedonale, che inizia con la Cattedrale di Odigitria, per ammirare la tipica architettura in pizzo di legno della vecchia città mercantile tra cui spicca la casa della mercante Chernyk. In epoca sovietica Sobornaya Street fu ribattezzata in onore del cantante d’opera L. Linkhovoin e vi venne costruito l’edificio dell’NKVD di Buriazia. Nonostante molti cambiamenti, la strada ha mantenuto il suo fascino inalterato.

Da vedere fuori città: Il Museo Etnografico
Situato a 8 km di distanza da Ulan-Ude, il Museo Etnografico è uno dei più grandi musei all’aperto in Russia, copre 37 ettari e comprende sette complessi. In mostra tombe e oggetti di uso quotidiano degli Evenki, i primi coloni della regione, e i caratteristici ger dei cosacchi Buryat costruiti in legno e feltro. Non lasciate Ulan Ude senza aver gustato la sua cucina: spazia dalla tradizione russa, mongola e asiatica. Il ristorante Tengis – tra i più raffinati in città, ma anche piuttosto caro – è famoso per il suo piatto d’autore creato appositamente per Vladimir Putin, il pesce Baikal ripieno di funghi porcini e pinoli: https://tengis.ru/#about

10 Chita

Foto di Artem Svetlov
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Chita è una delle città meno turistiche della Siberia orientale, e questo è già un ottimo motivo per visitarla. I simboli sovietici abbelliscono tuttora le facciate staliniste, una serie di vecchie case di legno sono ancora in piedi lungo strade dritte come frecce, in Odora Park of Culture ci sono carri armati in mostra. Ma ciò che rende Chita particolarmente interessante sono gli echi del capitolo decabrista che risuonano ancora nella geografia e nella storia della città. All’inizio del 1827, 85 decabristi, partecipanti alla rivolta contro l’autocrazia in Piazza del Senato a San Pietroburgo, furono esiliati a Chita, che a quel tempo contava solo 300 residenti e una manciata di case. Questi prigionieri politici ebbero un grande impatto sullo sviluppo urbanistico e culturale di Chita. Ad esempio si deve a un decabrista, Peter Falenberg, la bella pianta geometrica della città. E qui visse, ben oltre il periodo dell’esilio, Dmitry Zavalishin, autore di Notes of a Decembrist, che contiene preziose informazioni sulla vita dei Decembristi in Siberia. Tra i posti da vedere in città non può mancare quindi l’ex Chiesa di San Michele Arcangelo, in Dekabristov Street, conosciuta come Chiesa dei Decabristi. Costruito nel 1776, è l’edificio più antico di Chita, uno splendido esempio di architettura in legno, bella nella sua semplicità. La chiesa venne chiusa durante la rivoluzione del 1917 e cadde in rovina. Dopo il restauro, durato più di 10 anni, nell’ex chiesa sono stati collocati reperti museali dedicati alla vita in esilio dei partecipanti alla rivolta del dicembre del 1825. Invece per ammirare un edificio “importante”, è necessario raggiungere via Lenina, dove Palazzo Shumovsky colpisce il passante con la sua civettuola facciata rosa cipria, le paraste bianche, gli stucchi ornamentali. È un palazzo sontuoso, che gronda ricchezza, infatti i proprietari, fratelli Shumov, possedevano delle miniere d’oro. L’interno non è da meno, con pavimenti in marmo, pitture parietali, scalinate in ferro battuto. Chi volesse approfondire la conoscenza del territorio, può visitare: il Museo Zabaykalsky, in via Babushkina, 113, uno dei più antichi musei della Siberia. In mostra 190 mila oggetti di archeologia ed etnografia che forniscono uno spaccato sull’antica cultura degli abitanti della Transbaikalia, l’economia, la religione, l’arte degli indigeni e dei russi. E il Museo geologico di Chita, in via Gorky Street, 28. Una raccolta di oltre 20 mila campioni di vari minerali che si trovano nel territorio della Transbajkalia, comprese rocce contenenti oro, argento e pietre preziose. Di particolare interesse la collezione di opere d’arte realizzate con pietre semipreziose e metalli preziosi. Chiudiamo la lista delle cose da vedere in città con un luogo sacro: la Cattedrale di Kazan, in Via Butina, 6. È la principale chiesa ortodossa di Chita, costruita in pietra bianca in un fulgido stile Vladimir-Suzdal.

11 Khabarovsk

Foto di kramst
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Dopo centinaia di chilometri di steppa russa, Khabarovsk sorprende il viaggiatore della Transiberiana con la sua vivacità e il suo frizzante allure di città dell’estremo Oriente. Città russa solo da metà Ottocento, prima infatti Khabarovsk era un piccolo insediamento cinese e si chiamava Boli. La zona fin dal XII secolo apparteneva alla Cina Imperiale, poi col trattato di Aigun, nel 1858, l’intera area venne ceduta ai russi. I russi la ribattezzarono Chabarovsk, in onore dell’esploratore Erofej Chabarov che scoprì questi luoghi nel XVII secolo. La posizione assai scenografica lungo il fiume Amur, il centro storico ricco di bei palazzi del XIX secolo, i viali alberati, un grande parco e una spiaggia dove poter fare il bagno nel fiume, rendono questa città un vero gioiello da scoprire. Se ciò non bastasse, sappiate che la vita notturna è assai frizzante e la cucinafusion Russia Cina – ottima. Volendo è anche possibile fare un “giretto” in Cina senza visto – partecipando ad un tour organizzato; i traghetti fluviali collegano Khabarovsk a Fŭyuăn in 90 minuti. Un giro in città è d’obbligo per ammirare: Le case in legno e mattoni risalenti all’epoca della fondazione, alcune di esse sono state finemente restaurate. La scenografica piazza Komsomolskaya con l’alta Cattedrale della Santa Assunzione, costruita nel 2002 e il Monumento agli eroi dell’Estremo Oriente, che rappresenta un tributo agli eroi della guerra civile russa. Il monumento, eretto nel 1956, è alto 22 metri, porta in cima l’insegna sovietica della stella circondata da steli di grano. Dalla piazza raggiungere le altre attrazioni è facile, basta seguire i punti cardinali: in direzione sud c’è il fiume Amur e la grande spiaggia, molto frequentata in estate, mentre spostandosi verso est troverete Glory Square e la Cattedrale Spaso-Preobrazhensky. Chi volesse approfondire la cultura del luogo può visitare il polo museale regionale della città- https://hkm.ru/to-visitors/tseny.html – che comprende due edifici separati, uno di storia naturale ed etnologia e l’altro di archeologia; quest’ultimo custodisce alcuni preziosi petroglifi di Sikachi Alyan, un villaggio vicino alla città, famoso per le numerose incisioni rupestri. Tra i petroglifi di Sikachi-Alyan meglio conservati c’è un’incisione che raffigura un mammut; si ritiene che l’Estremo oriente russo sia stato uno degli ultimi habitat dei mammut prima della loro estinzione. Nel Museo di archeologia si possono altresì ammirare oggetti dell’Impero d’Oro del popolo Jurchen.

Consigli per gite fuori porta
A 48 km a sud-ovest della città, si trova la Bolshekhekhtsirsky State Natural Reserve (conosciuta anche come Big Khekhtsir) un luogo unico dove le liane del sud, le noci della Manciuria crescono fianco a fianco con le conifere sempreverdi. Occasionalmente si possono osservare orsi, volpi, lupi, alci e tigri. Per visitarla è possibile partecipare a un tour con partenza dalla città: https://portbaikal.com/en/russia/russia-sights/excursions-in-khabarovsk/item/217-excursion-to-the-khekhtsir-nature-reserve-4-hours. I cinefili saranno contenti di sapere che parte del film Dersu Uzala di Akira Kurosawa è stata ambientata a Khabarovsk. Se invece volete un quadro della città al tramonto dell’impero sovietico, potete leggere il libro-reportage di Tiziano Terzani scritto nel 1991 “Buonanotte, Signor Lenin”, che scrive: “A vederla dall’alto della mia finestra sull’Amur, Habarovsk, con le sue luci, le sue navi alla rada, la sagoma elegante dei tetti verdi di rame, sembra una città […]
ferma nella bellezza senza tempo del fiume.
Eppure so che fra quelle luci, quelle strade, anche questa, come tutte quelle che ho visto finora, è una città di tombini scoperchiati, di buche non riempite, di rifiuti, di rottami e soprattutto di gente delusa, affaticata e spenta
”.

12 Vladivostok

Foto di DVFU
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Costruita intorno a baie e collegata da ponti moderni, Vladivostok è diversa da qualsiasi altra città russa ed è l’ultimo stop della ferrovia Transiberiana. Alla fine di un viaggio così epico, questa vivace città di mare è un buon posto per rilassarsi per qualche giorno, respirare l’aria del Pacifico e andarsene in giro a caccia di attrazioni, che non mancano. Se poi si è degli ulissidi impenitenti, è anche una base per saltare su una nave diretta in Giappone o Corea. Anche le meraviglie paesaggistiche della Kamchatka sono a poche ore di aereo. Vladivostok nasce nel 1860 come base navale; oggi il suo porto è il più importante scalo russo sulla costa del Pacifico. La città ha goduto dello status di porto franco tra il 1862 e il 1909. Il commercio esente da dazi ha fornito un rapido sviluppo di Vladivostok e ha attirato capitali stranieri. Un ulteriore impulso alla trasformazione della città in un grande centro commerciale e industriale dell’Estremo Oriente avvenne con la costruzione della ferrovia transiberiana. Questo paese che diede i natali a Yul Brynner, ha parecchi assi da giocare: una bella posizione in collina, spiagge e baie, come Kungasny Beach e Luzarnaya Bay, dove in estate si può prendere il sole e bagnarsi nelle gelide acque dell’oceano. E una spiaggia particolare: la bizzarra Glass Beach. Discarica di vetro d’epoca sovietica, è stata trasformata dal mare in una spiaggia di “sassi di cristallo”, per la gioia degli instagrammer. Particolarmente scenografica e fotografata è la Baia del Corno d’Oro (così chiamata per la somiglianza con il porto di Istanbul), attraversata da enormi ponti sospesi. Tra le opere ingegneristiche c’è poi il lungo Ponte dell’isola Russkij che collega la città con l’omonima isola. Russkij è interessante da visitare: eccellenti spiagge, sentieri naturalistici e antichi forti abbandonati, risalenti al primo Novecento, tra cui il più famoso è la Fortezza di Prospelov. Per visitare questa e le altre numerose fortezze della città di Vladivostock è possibile partecipare ai tour organizzati: https://fortressvl.ru/news/raspisanie-ekskursij-iyul. Sull’isola c’è anche il Primorsky Oceanarium, un grande acquario che ospita esemplari che vivono nelle acque russe: dal mare di Bering al lago Baikal, fino alle distese aperte dell’oceano Pacifico; maggiori info qui: https://primocean.ru. Chi ama la natura può visitare l’interessante Orto Botanico della città (info qui) particolarmente bello in tarda primavera e all’inizio dell’estate, quando fioriscono peonie, iris e magnolie. L’identità culturale della città è nata da un crogiolo di culture e la cucina riflette queste interazioni.

A Vladivostok: si mangia bene
I piatti forti sono: borscht, zuppa di barbabietole, zrazy, polpette di patate ripiene di carne, shchi russi, zuppa di cavoli, plov asiatico, riso pilaf, e lagman, tagliatelle fatte a mano, pelmeni siberiano, gnocchi di carne, belyashi, tortini di carne fritti, e, data la ricchezza del Pacifico, piatti a base di pescato dalle ostriche, ai granchi, dai calamari ai polpi; anche le alghe (kelp) hanno un loro posto di tutto rispetto in questa cucina, come in tutte quelle dell’estremo Oriente.

1 Non sbagliare l’organizzazione del viaggio

L’errore maggiore che potete compiere in questo viaggio è sostanzialmente legato all’organizzazione: è necessario stabilire prima quali sono i luoghi dove fare scalo, quanto tempo si vuole soggiornare e dopo prenotare i treni, facendo attenzione agli orari di partenza, ma soprattutto di arrivo del treno. Per alcune percorrenze può capitare che arriviate in città di notte; in questo caso dovreste contattare l’albergo per sapere se è possibile un check in notturno; inoltre in caso di arrivo dopo la mezzanotte, fate attenzione a non inserire nella prenotazione alberghiera la data del nuovo giorno, per non trovarvi in piena notte senza un alloggio. Negli alberghi si paga la giornata che va dall’ora del check in, in genere intorno alle 14,00, fino al check out – variabile tra le 10 e le 12 – del giorno successivo. La creazione del programma di viaggio della Transiberiana è quindi un puzzle che va incastrato con cura. Ci sono viaggiatori che partono senza acquistare i biglietti del treno, ma questo gusto dell’avventura è molto rischioso in alta stagione quando le prenotazioni sono tante e si rischia di non trovare posto. Un altro grosso handicap nell’acquisto dei biglietti direttamente nelle stazioni ferroviarie russe è la lingua. Non è raro trovare addetti alla biglietteria che non parlano inglese, soprattutto se non sono giovanissimi.

2 Non partire senza aver imparato qualche vocabolo

I russi sono molto ospitali e comunicativi, stringere amicizia sul treno è una delle esperienze che aggiungono sapore al viaggio. Ma l’inglese non è molto diffuso, a volte c’è una sorta di passiva resistenza a imparare la lingua. Basterà però anche solo mostrare di conoscere poche parole russe che il ghiaccio sarà sciolto e con l’aiuto dei dispositivi elettronici e un po’ di mimica si riuscirà a condurre in porto una simpatica conversazione.

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