Samos

Foto di Philippe
Samos

11 cose da fare e vedere a Samos e 1 da non fare

Se quel che desideri è una vacanza all’insegna del relax più assoluto, senza divertimenti sfrenati, discoteche, villaggi vacanze, mega strutture alberghiere ecc. allora Samos (o Samo) è il posto giusto per te. In quest’isola dell’Egeo orientale, a un tiro di schioppo dalla Turchia, i ritmi sono ancora prevalentemente legati all’agricoltura e alla pesca, tutt’ora importantissime nell’economia locale. Soprattutto l’agricoltura, accanto al turismo, gioca un ruolo di primo piano: viticoltura e olivicoltura, infatti, sono decisive per i redditi locali. Ancor di più dopo la crisi che dal 2011 sta mettendo a dura prova l’intera Grecia. Va detto che sulle isole le tensioni sociali non sono le stesse di Atene, e anzi, nel caso specifico, proprio l’agricoltura ha cementato ancor di più i legami comunitari. In altri termini, l’orto domestico, insieme alla vigna, consente agli abitanti di Samos di tirare avanti, all’occorrenza aiutandosi l’un con l’altro. La circostanza è particolarmente apprezzata dai turisti che, come abbiamo detto all’inizio, scelgono l’isola anche per la sua frugalità. Ovviamente c’è tanto da vedere e conoscere: archeologia, spiagge bellissime e diversi sentieri escursionistici: le attrazioni a Samos non mancano di certo. Di seguito vediamo insieme i principali punti di interesse dell’isola. Buona lettura. (In copertina Kokkári).

1 Vathý

Foto di Mark Gregory
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Il nostro racconto di Samos parte dal capoluogo Vathý (o Samos città), poco più di 8000 abitanti nel versante nord-orientale dell’isola. Pur essendo il centro più importante, Vathý non è la principale località turistica. Anzi, chi decide di soggiornarvi quasi sempre lo fa per via delle tariffe alberghiere più abbordabili rispetto al resto del territorio. Questo non vuol dire assenza di vita sociale e notturna. Locali, bar e ristoranti non mancano di certo, specie sul lungomare che va dal molo dei traghetti alla piazza principale del paese. Tuttavia, le attrazioni sono soprattutto di tipo storico-culturale. La parte vecchia (Ano Vathý), per esempio, offre una testimonianza significativa dell’antica architettura dell’isola. Sembra quasi di essere in un borgo del XIX secolo, tutto fatto di case, fontane pubbliche e chiese. E, a proposito di chiese, merita senz’altro una visita la parrocchia di San Spiridione che, ricordiamo, è anche patrono dell’isola di Corfù. Da vedere, infine, il Museo archeologico in cui sono confluiti molti reperti ritrovati nelle aree di Heraion e Pythagoreion, principali siti archeologici dell’isola. Insomma, Vathý è sicuramente una tappa indispensabile per approfondire il genius loci di Samos, quel singolare mix di antico e moderno che rende tanto affascinante la Grecia e le sue isole.

2 Pythagório

Foto di Anders Gustavson
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Dopo Vathý è la volta di Pythagório. Com'è facilmente intuibile, la località deve il suo nome a Pitagora, matematico e filosofo nativo dell'isola. Una statua davanti il molo dei pescatori ricorda l'illustre avo, inventore di un importantissimo teorema, tuttora studiato in ogni parte del mondo. E, proprio la statua di Pitagora, assieme al porto (alle cui spalle sono sorti locali, bar e negozi), sono due tra i punti di maggior interesse del paese. Pythagório, infatti, pur contando solo 1300 abitanti, è la prima destinazione turistica di Samos. Tantissimi i posti letto, anche se, come già ribadito in apertura, non ci sono grandi strutture alberghiere. Piuttosto esiste una ricettività diffusa in grado di venire incontro alle più disparate esigenze dei visitatori a partire, ovviamente, dal budget disponibile. Non manca, anche qui, un Museo archeologico la cui visita può essere abbinata a quella del Castello di Loghotetis e al Monastero di Panagia Spiliani. Il primo è una fortezza difensiva a pochi metri sul livello del mare e a ridosso del centro storico cittadino. A volerne l'edificazione, nel 1822, fu l'allora capo dei ribelli di Samos alle prese con la guerra di liberazione dai turchi. Panagia Spiliani, invece, è un piccolo monastero con una chiesa in comune alle confessioni cattolica e ortodossa. Poco distante, una suggestiva grotta naturale pure questa da secoli adibita a luogo di culto. Soprattutto, Panagia Spiliani è un luogo panoramicissimo con una vista che abbraccia la città, il mare e l'aeroporto di Samos, distante appena 4 chilometri dal paese. Non è finita, perché all'appello manca l'acquedotto di Eupalino, opera ingegneristica risalente al 550 a. C. con cui venne risolto il problema della carenza idrica in relazione allo sviluppo urbanistico del territorio. Quest'acquedotto, interamente scavato nella collina Kastelli (dove si trova il Castello di Loghotetis), venne realizzato secondo tecniche all'avanguardia per l'epoca. Basti pensare che per convogliare le acque provenienti da una sorgente all'esterno delle mura cittadine, fu necessario inserire nel tunnel oltre 4000 tubature d'argilla (l'acquedotto di Eupalino non è sempre visitabile, accertarsi sul posto dell'apertura).

3 Heraion

Foto di Anita Gould
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Circa 10 km a sud di Pythagório c’è il villaggio di Ireón. Fino a qualche decennio fa, Ireón era nient’altro che un piccolo borgo marinaro utilizzato dai locali come punto d’appoggio per le proprie attività quotidiane (dal rammendo delle reti, ai depositi di olio e olive), salvo poi, ritirarsi nell’entroterra dove avevano le proprie abitazioni. Dagli anni ’80 del secolo scorso, invece, la località ha conosciuto un notevole sviluppo turistico con la nascita di diverse attività commerciali (trattorie, bar, ristoranti) prevalentemente a ridosso della spiaggia. Tuttavia, alla base delle fortune del territorio non c’è solo il suggestivo lungomare. Guai a dimenticare, infatti, il sito archeologico di Heraion, dal 1992 Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Si tratta, come suggerisce il nome, di un tempio ionico intitolato alla divinità Era. La prima fondazione risalirebbe all’VIII secolo a. C., anche se è due secoli dopo, in coincidenza col periodo di massimo splendore di Samos, che questo luogo di culto assunse una sua prima, spettacolare, sistemazione con la realizzazione di un peristilio di oltre 100 colonne. A realizzare il monumento sacro Rhoicos e Teodoros, due architetti di Samos che provvidero a coprire il tempio con travi e tetto in legno. Un incendio, però, distrusse l’opera costringendo il tiranno Policrate a impegnarsi in un nuovo, e ancor più mastodontico, progetto. Progetto che però non venne mai portato a termine e di cui oggi, a distanza di millenni, non restano che le rovine. Tra queste spicca un pilastro verticale di circa 10 metri (kolónna) punto di partenza della visita archeologica del sito. Anche così, però, sono molte le tracce rivelatesi utili alla comprensione dell’evoluzione dell’architettura classica. Da qui, la sopraggiunta tutela UNESCO che riguarda anche la Galleria di Eupalino ricordata in precedenza. Da vedere!

4 Samiopoúla

Foto di Anders Gustavson

L’isola di Samiopoúla è tappa imperdibile di una vacanza a Samos. Si trova circa un chilometro a sud dell’isola madre (amministrativamente fa parte del comune di Spatharéi) e da Pythagorio è facilmente raggiungibile. Due le opzioni a disposizione: c’è chi si ferma per l’intera giornata, approfittandone per conoscere da vicino questa virgola di terra (c’è anche una piccola chiesa, Agia Pelagia) e chi, invece, sosta giusto il tempo di un bagno ritornando poi a bordo delle imbarcazioni che fanno la spola con la località. L’acqua cristallina, unitamente alla vista della costa turca e allo sfondo ravvicinato di Samos rendono questa gita ricca di fascino. Da non perdere!

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5 Escursione sul Monte Kerkis

Foto di Ondra
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Come ricordato in apertura, Samos è un paradiso per gli amanti del trekking. Gli itinerari escursionistici sono molti anche se, purtroppo, non tutti debitamente segnalati. Ce n’è uno, però, che più degli altri affascina i turisti amanti del verde. Stiamo parlando del sentiero che da Votsalakia, località turistica del versante meridionale dell’isola, porta fin su la vetta del Monte Kerkis a 1433 metri sul livello del mare. O meglio, porta fin sulla vetta del Vigla, il più alto dei rilievi di questo complesso montuoso che domina il versante occidentale di Samos. L’escursione di per sé non è difficilissima e, anzi, volendo, la prima parte del percorso (da Votsalakia al Monastero di Evangelistrias) può esser fatta anche in auto o scooter. Dal monastero si prosegue fino alla piccola chiesa di Profitis Ilias e da lì, infine, si raggiunge la vetta del Vigla segnalata da una croce. Tre i consigli da seguire: il primo, abbastanza scontato, è quello di affrontare un’escursione del genere col giusto equipaggiamento (abbigliamento a strati, materiale traspirante, berretto, scorta d’acqua, scarpe tecniche); il secondo è di portare con sé la macchina fotografica; il terzo, infine, è di affidarsi a guide esperte del posto. Per maggiori informazioni a riguardo segnaliamo il sito: www.samosoutdoors.com. Da fare!

6 Karlóvassi

Foto di Anders Gustavson
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Karlóvassi è la seconda città dell’isola dopo Vathý. Al pari di quest’ultima, però, ha conservato la sua autenticità. C’è da dire che la zona ovest di Samos è decisamente più selvaggia rispetto al resto dell’isola. I centri abitati sono sparpagliati, continuamente interrotti da falesie e macchia mediterranea. Karlóvassi non fa eccezione. Divisa in cinque distretti (Paleó Karlóvassi, Meséo Karlovassi, Néo Karlóvassi, Órmous Karlvássou, Limáni) non è molto turistica a eccezione dei quartieri Paleó Karlóvassi e Limáni. Il primo coincide con la parte antica della città. Da qui l’interesse turistico, legato alla possibilità di approfondire le atmosfere tipiche dei paesini delle isole greche. Limáni, invece, si trova a ridosso della zona portuale ed è il quartiere in cui sono concentrate la maggior parte delle strutture alberghiere cittadine. Circa due chilometri a ovest del porto c’è la spiaggia di Potámi da cui, a sua volta, è possibile raggiungere uno degli angoli più belli dell’isola: le cascate di Potámi, di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

7 Cascate di Potámi

Foto di Najots
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Le cascate di Potámi (Potámi Waterfalls) sono una tappa imperdibile di un viaggio a Samos. Si trovano al termine di un sentiero retrostante la spiaggia omonima (vd. foto) anche se, oltre un certo punto, occorre immergersi nell’acqua fino all’anca per raggiungere le cascate vere e proprie. Che poi, in realtà, si tratta di un salto d’acqua di appena due metri che termina in un laghetto in cui è bello fare il bagno. Specie durante il periodo estivo, quando il clima in spiaggia si fa rovente, mentre nel sentiero alle spalle la temperatura si mantiene decisamente più fresca sia per la presenza degli alberi che, soprattutto, per la temperatura più fredda del ruscello. Chiaramente il percorso non è alla portata di tutti. Pur non presentando grosse difficoltà chi non vuol immergersi nelle acque delle cascate farà bene a non proseguire oltre nel cammino.

8 Manolátes

Foto di denvilles_duo
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A 16 chilometri da Karlóvassi e a 12 da Kokkári (vd. prossimo punto) c’è Manolátes, poco più di cento abitanti alle pendici del Monte Ambelos, il secondo massicio dell’isola dopo il Kerkis. Manolátes è l’emblema del villaggio tradizionale greco. Case antiche; balconi fioriti; strade strette; vegetazione e panorama tutt’attorno. La vista, davvero stupenda, si spinge fin sulle coste della Turchia in uno scenario d’incanto in cui a dominare sono l’azzurro del mare e del cielo e il verde della macchia mediterranea. A fianco a questa, ettari e ettari di campi coltivati a vite, tuttora principale risorsa economica del territorio. Soprattutto d’estate il via vai di turisti che raggiungono la località è davvero notevole. C’è anche chi si ferma nelle poche sistemazioni presenti, ma la maggior parte dei visitatori raggiunge e lascia il villaggio in giornata. Da vedere!

9 Kokkari

Foto di KRiemer
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In apertura abbiamo detto che Samos è la destinazione ideale per chi è alla ricerca di una vacanza all’insegna della semplicità e del relax. Kokkari, cittadina del versante settentrionale dell’isola, riassume alla perfezione queste due caratteristiche. Si tratta, infatti, di un ex villaggio di pescatori che, pur convertitosi al turismo, non ha smarrito la propria identità storica. E perciò le piccole imbarcazioni da pesca continuano a fare capolino sul porto, così come le case hanno mantenuto intatta la propria impronta mediterranea senza alcuna concessione a forme architettoniche più elaborate e/o giganti. Insomma, è rimasto un territorio a dimensione d’uomo, meno movimentato di Pythagório, Vathý e Karlóvassy e perciò ideale per chi non cerca altro che mare e brevi passeggiate. Chi desidera farne di più lunghe, invece, non deve far altro che imboccare i sentieri alle spalle di Kokkari, alle pendici dell’Ambelos. Lo scenario è dominato anche qua da pinete, uliveti e vigne. Magia!

10 Le spiagge di Samos

Foto di Luca Conti
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La premessa quando si parla delle spiagge di Samos è che il mare è cristallino dappertutto. Perciò, quello che fa la differenza è quanto appartati si vuol stare e, anche da questo punto di vista, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ad ogni modo le spiagge più famose dell’isola sono quelle del versante settentrionale. Ci sono le due baie di Seitáni (Mikró e Megálo) raggiungibili in barca da Karlóvassi; poco più su c’è Potámi, cui abbiamo accennato a proposito delle cascate omonime alle spalle della spiaggia; e ancora c’è il trittico rappresentato dalle spiagge di Tsamboú, Tsamanadoú e Lemonákia, proseguendo fino alla spiaggia di Kokkari che pure merita una sosta (c’è un centro attrezzato per il windsurf e gli sport velici). Lungo il versante orientale, invece, segnaliamo Mourtiá, Possidonio e Klima. Quest’ultima, in particolare, è molto frequentata dai residenti, in special modo gli abitanti del capoluogo Vathý. Se invece quella che cercate è una spiaggia adatta ai bambini uno solo è il nome sopra tutti gli altri: Psilí Ámmos. Siamo poco distanti da Klima e oltre ad avere fondali che degradano dolcemente, questa spiaggia è facilmente raggiungibile in auto o scooter. Motivo per il quale, però, è quasi sempre affollata durante il periodo estivo. Occhio però che di Psilí Ámmos ce n’è un’altra sul versante occidentale, poco distante da Votsalakia, base di partenza per il trekking sul Kerkis. Infine, segnaliamo Limniónas, spiaggia sabbiosa pure questa poco distante da Votsalakia.

11 Gita a Patmos

Foto di EzPzPics
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Sono molti i turisti che, in vacanza a Samos, si concedono una gita fuori porta alla scoperta di Patmos, l'”isola dell’Apocalisse“. I collegamenti da Pythagório sono abbastanza frequenti, specie durante il periodo estivo e una volta messo piede nel porto di Patmos capirete subito il perché. L’isola, infatti, è un vero e proprio gioellino architettonico, per stile molto simile alle più famose Santorini e Mykonos. Il territorio si divide in 3 parti: Skala, il centro abitato attorno l’area portuale; Chora (o Hora), il centro antico; e infine il Monastero di San Giovanni, più simile a una fortezza che a un luogo di culto. Le testimonianze religiose sono molte e girano attorno la presenza di San Giovanni Evangelista. Giovanni, infatti, venne esiliato sull’isola dall’imperatore Domiziano e pare che fu proprio durante il soggiorno forzato che scrisse l’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento. Sull’isola c’è una grotta (chiamata anch’essa monastero) dove, secondo il mito, Giovanni Evangelista riposava e aveva le visioni alla base del manoscritto. Insomma, la dimensione storico-religiosa, assieme a quella paesaggistico-ambientale, sono i due asset alla base del successo turistico di Patmos. Non a caso, tutte le località fin qui richiamate (Skala, Chora, Monastero di San Giovanni e Grotta dell’Apocalisse) sono sotto tutela UNESCO. Da vedere!

1 Non indossare abiti inadeguati per visitare chiese, musei e villaggi

Samos è una località balneare dai grandi numeri e perciò la gente è abituata a vedere i turisti in costume e abiti succinti. Più che altro, l’invito a fare attenzione a cosa indossare vale solo per alcuni luoghi. Per esempio chiese, monasteri, musei e i paesi dell’entroterra. Specie in quest’ultimo caso occorre un po’ di riguardo nei confronti degli abitanti, poiché valori e stili di vita sono ancora quelli tradizionali e perciò maggiormente sensibili verso atteggiamenti ritenuti troppo sbarazzini.

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