Incastonata nel cuore della Lombardia, a pochi chilometri da Milano, Pavia unisce storia, arte e natura in un mix irresistibile. Adagiata lungo il fiume Ticino e attraversata dalla storica Via Francigena, questa antica capitale longobarda è una meta ideale per un weekend all’insegna della scoperta e del relax. Passeggiare per le sue strade significa immergersi in secoli di cultura: la città ospita una delle università più antiche e prestigiose d’Italia, fondata nel 1361, e custodisce un patrimonio artistico di grande rilievo, che si riflette nelle sue magnifiche chiese romaniche e rinascimentali, come la Basilica di San Michele Maggiore e il Duomo. Non solo arte e cultura: Pavia è anche sinonimo di eccellenza agricola, con le sue vaste risaie che ne fanno uno dei principali poli della risicoltura italiana. A pochi passi dal centro si estende il Parco del Ticino, un’area naturalistica di straordinaria importanza, riconosciuta come Riserva della Biosfera dall’UNESCO, perfetta per passeggiate e itinerari in bicicletta lungo gli argini del fiume. Attraversare il celebre Ponte Coperto regala una vista suggestiva e introduce al fascino della città vecchia, ma il richiamo della natura e della storia si prolunga anche nei borghi circostanti, piccoli gioielli che punteggiano il paesaggio pavese e invitano a scoprire un’Italia autentica e senza tempo. Di seguito il nostro elenco di cosa da fare e vedere a Pavia, un primo canovaccio utile per scoprire questa destinazione perfetta per chi desidera abbandonare la frenesia urbana e vivere un’esperienza slow, tra la bellezza di un passato che continua a parlare e la quiete di un territorio che invita a rallentare. Buona lettura.
Pavia
10 cose da fare e vedere a Pavia e 1 da non fare
1 Basilica di San Michele Maggiore a Pavia

La Basilica di San Michele Maggiore a Pavia è uno dei massimi esempi del romanico lombardo, uno stile sviluppatosi tra l’XI e il XII secolo nella “Lombardia storica”, regione informale comprendente anche parti dell’Emilia e del Piemonte. Con la sua struttura in pietra arenaria e le ricche decorazioni scolpite, San Michele incarna la monumentalità e l’eleganza di quest’epoca. Inserita nell’Itinerario Culturale Transromanico del Consiglio d’Europa, la basilica è parte di una “via immaginaria” che collega i principali luoghi romanici d’Europa, valorizzando un patrimonio comune e promuovendo il dialogo culturale. San Michele non è solo un capolavoro architettonico, ma anche un simbolo della storia di Pavia. Basti sapere che qui, in epoca longobarda, fu coniata la prima moneta raffigurante una chiesa: proprio quella di San Michele, a testimonianza del suo ruolo religioso e politico. La basilica acquisì ulteriore prestigio il 18 giugno 1155, quando vi fu incoronato Federico Barbarossa come re d’Italia. L’esterno è dominato da una facciata in pietra arenaria color ocra, tipico esempio di “facciata a vento,” che segue il profilo del tetto terminando a capanna. Il ricco apparato decorativo comprende bassorilievi raffiguranti animali fantastici, figure mitologiche e motivi vegetali che richiamano l’immaginario medievale. Sul lato meridionale si erge il campanile, solida struttura romanica che si integra armoniosamente con l’architettura dell’edificio. L’interno, a croce latina, si articola in tre navate separate da imponenti colonne, con un’atmosfera austera e solenne. I portali d’ingresso, riccamente scolpiti, introducono a un ambiente che conserva frammenti di affreschi medievali e una croce processionale in argento dorato, esempio di raffinata maestria. La cripta, situata sotto il presbiterio, è uno degli spazi più suggestivi, con le sue colonne dai capitelli scolpiti che creano un’atmosfera di profonda spiritualità. Visitare la Basilica di San Michele Maggiore significa immergersi in un luogo dove storia, arte e fede si intrecciano, restituendo il prestigio che Pavia ebbe nella storia dell’Europa medievale.
2 Ponte Coperto di Pavia

Il Ponte Coperto, noto anche come Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo, è uno dei simboli più iconici di Pavia. La sua origine risale all’epoca romana, quando fu costruito per collegare le due sponde del Ticino in un punto strategico. Durante il Medioevo, il ponte divenne cruciale per i traffici commerciali: situato all’intersezione tra la rotta fluviale del Ticino e del Po e la rotta stradale tra Genova e Milano, fu un asse nevralgico per il commercio e i collegamenti tra città e porti. Leggenda vuole che il ponte sia stato costruito in una notte grazie a un patto con il Diavolo, che in cambio richiedeva l’anima della prima persona che lo avesse attraversato. Semidistrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il Ponte Coperto fu ricostruito nel dopoguerra, seguendo il modello medievale ma con alcune differenze. Il nuovo ponte, inaugurato nel 1951, ha cinque grandi arcate, due portali monumentali alle estremità e una piccola cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno al centro, a simboleggiare la continuità tra passato e presente. Nel 2005 è stata aggiunta una targa dedicata ad Albert Einstein, che abitò a Pavia per un periodo della sua giovinezza, ricordando il legame del grande fisico con la città. Sul lato opposto al centro storico, il ponte conduce a Borgo Ticino, un pittoresco quartiere che mantiene il fascino di un antico borgo fluviale, con le sue case colorate e l’atmosfera tranquilla. Visitare il Ponte Coperto significa ammirare un’opera di grande bellezza architettonica camminando su un passaggio che ha collegato persone, merci e culture per secoli.
3 Duomo di Pavia

Situato nel cuore del centro storico e a breve distanza dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, il Duomo di Pavia rappresenta uno dei monumenti più imponenti e simbolici del ricco patrimonio religioso della città. La sua storia affonda le radici nella fusione di due antiche cattedrali gemelle, Santo Stefano e Santa Maria Assunta, che riflettono la stratificazione storica e architettonica di Pavia. Entrambe le cattedrali, infatti, ebbero origine tra il VI e il VII secolo e furono successivamente ampliate in epoca romanica, tra l’XI e il XII secolo, con un’evoluzione che ricalca le fasi costruttive della vicina Basilica di Santa Maria Maggiore. Questi edifici furono il cuore religioso della città per secoli, fino alla decisione di unificarli in un’unica, grandiosa cattedrale. La costruzione dell’attuale Duomo iniziò nel 1488 e vide la partecipazione del celebre Donato Bramante, originario di Urbino, la cui influenza fu determinante nella progettazione, portando a Pavia lo spirito del Rinascimento italiano. La costruzione si sviluppò per secoli, iniziando con il corpo centrale, seguito dalla realizzazione della cupola, una delle più grandi in Italia, che coi suoi 97 metri di altezza è uno dei simboli più riconoscibili dello skyline cittadino. La cupola, completata nel XVIII secolo, è un capolavoro di equilibrio e maestosità, paragonabile per imponenza a quelle di Firenze e San Pietro a Roma. I lavori continuarono nei secoli successivi, con il completamento della facciata esterna e dei transetti, ultimati solo negli anni ’30 del Novecento. Gli interni, caratterizzati da una pianta a croce greca e suddivisi in tre navate, sono un esempio di armonia neoclassica. Gli spazi ampi e luminosi, scanditi da imponenti pilastri, offrono un senso di solennità e grandezza che riflette l’ambizione del progetto originario. L’insieme trasmette un equilibrio tra innovazione rinascimentale e stratificazione storica, conferendo al Duomo una personalità unica. Il Duomo di Pavia, con la sua imponente mole e la straordinaria cupola, non è solo un’opera architettonica, ma anche un simbolo di continuità storica e spirituale. La sua costruzione, frutto della fusione di due antiche cattedrali, testimonia il ruolo centrale della città nella storia religiosa e culturale della Lombardia e dell’Italia.
4 Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia

La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro si trova a breve distanza sia dal Duomo che dalla Basilica di San Michele Maggiore, e con entrambe condivide stratificazione storica e culturale. Come per queste ultime, infatti, le sue origini risalgono ai secoli compresi tra il VI e l’VIII d.C., con successive ricostruzioni tra l’XI e il XII secolo che ne hanno consolidato l’assetto romanico. Durante il Medioevo, San Pietro in Ciel d’Oro era considerata un luogo di culto fondamentale, alla pari della Basilica di San Michele Maggiore, simbolo della centralità religiosa e politica di Pavia. La basilica è profondamente legata alla figura di Liutprando, re dei Longobardi, che nel 725 d.C. volle trasferire a Pavia dalla Sardegna le reliquie di Sant’Agostino, per proteggerle dalle incursioni saracene. Questo gesto sancì il ruolo della chiesa come custode di un patrimonio spirituale di portata europea, attirando pellegrini e studiosi da tutto il continente. Oltre a Sant’Agostino, la basilica ospita anche la tomba di Severino Boezio, filosofo, matematico e politico romano, autore del celebre trattato La consolazione della filosofia. La sua figura, simbolo di saggezza e rettitudine, viene celebrata da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Paradiso, X, 124-126), dove lo cita come anima beata: una terzina dantesca è incisa sulla facciata della basilica a testimonianza di questo legame. Nel periodo napoleonico la basilica fu spogliata di molti arredi e ridotta quasi allo stato di rudere, rischiando di scomparire. Fu solo alla fine del XIX secolo che iniziarono i lavori di restauro, che le restituirono l’antico splendore e ne assicurarono la conservazione. La facciata, in stile romanico, colpisce per la semplicità e l’austerità delle sue linee, dominate dalla pietra e dai mattoni che ne sottolineano l’antichità. L’interno presenta una pianta a croce latina, con tre navate divise da imponenti colonne, che guidano lo sguardo verso l’abside e il magnifico arco trionfale, ornato da rilievi. Nella cripta si trovano le reliquie di Sant’Agostino, custodite in un’arca marmorea riccamente decorata, capolavoro dell’arte gotica lombarda. Visitare San Pietro in Ciel d’Oro significa immergersi in un luogo di profonda spiritualità, dove arte, storia e fede si intrecciano in modo straordinario. È un viaggio nella storia europea, tra le memorie di grandi personaggi e il fascino di una città che nel Medioevo fu centro nevralgico della cultura e della politica.
5 Piazza della Vittoria a Pavia

Piazza della Vittoria, conosciuta anche come Piazza Grande (in latino ‘Platea Magna‘), è uno dei luoghi simbolo di Pavia. Il nome di Piazza Grande nasce per distinguerla dalla vicina Piazza Piccola (‘Platea Parva‘), oggi conosciuta come Piazza del Duomo, situata proprio di fronte alla cattedrale. La piazza si trova nel cuore del centro storico cittadino, all’intersezione tra Corso Cavour, Corso Mazzini e la Strada Nuova, e ricalca l’antico foro romano di Ticinum, confermando l’impronta urbanistica classica basata sull’incrocio tra decumano massimo e cardo massimo. Con la sua caratteristica pianta rettangolare, Piazza della Vittoria è stata per secoli il fulcro della vita sociale, commerciale e politica di Pavia. Fino agli anni ’60 del Novecento, la piazza ospitava il mercato cittadino, poi trasferito in una struttura sotterranea nota come Mercato Ipogeo, situata proprio sotto la piazza stessa. Oggi, tuttavia, l’attività complessiva del mercato sotterraneo è ridotta, mentre altre sedi cittadine ospitano i mercati principali, mantenendo viva questa tradizione storica. Sul lato meridionale della piazza si erge il maestoso Broletto, l’antico palazzo comunale di Pavia. Il nome deriva dal termine medievale “brolo” che indicava uno spazio recintato adibito a riunioni pubbliche. Costruito nel XII secolo, il Broletto ospitava le magistrature cittadine, testimoniando il ruolo politico di Piazza della Vittoria nel corso dei secoli.
6 Corso Strada Nuova a Pavia

Come già sottolineato nel paragrafo precedente, Corso Strada Nuova è una delle arterie urbane più significative di Pavia, che conserva in sé l’eredità dell’antica urbanistica della Ticinum romana. La sua struttura segue ancora oggi una direttrice nord-sud, che si estende per circa un chilometro dal Castello Visconteo – di cui parleremo più avanti – fino al Ticino, attraversando il cuore pulsante della città. Non solo testimonianza dell’impronta romana, Strada Nuova è anche un emblema dell’evoluzione storica e sociale di Pavia, che ne ha fatto nel corso dei secoli una delle sue arterie vitali. Oggi, infatti, Corso Strada Nuova è un’animata zona pedonale, centro nevralgico della vita cittadina, frequentata da giovani, studenti universitari e turisti. Caratterizzata da negozi, bar e ristoranti, questa strada offre anche una suggestiva esperienza artistica e architettonica, con eleganti palazzi storici come Palazzo Bottigella, esempio di decorazioni rinascimentali, e Palazzo Mezzabarba, sede del Municipio, con la sua sontuosa facciata barocca. Nel cuore del corso si trova la Galleria Arnaboldi, un piccolo ma straordinario gioiello architettonico risalente alla fine dell’Ottocento. Commissionata dal marchese Gino Arnaboldi Gazzaniga, che all’epoca ricopriva la carica di sindaco di Pavia, e progettata dall’ingegnere Ercole Balossi, la galleria venne concepita per ospitare appartamenti eleganti e spazi commerciali, ispirandosi alle grandi gallerie europee del periodo. Il suo stile eclettico, che fonde rimandi neoclassici con la modernità imponente della volta in ferro e vetro, la rende un omaggio alle più celebri gallerie di Milano (Galleria Vittorio Emanuele II) e Napoli (Galleria Umberto I), seppure con dimensioni più contenute. Oggi, la Galleria Arnaboldi continua a mantenere il suo fascino, ospitando boutique, eventi culturali e spazi conviviali. Da vedere!
7 Castello Visconteo di Pavia

Il Castello Visconteo di Pavia, imponente simbolo del potere e dell’eleganza medievale, venne costruito tra il 1360 e il 1365 per volere di Galeazzo II Visconti, signore di Milano. Questo straordinario edificio non fu concepito soltanto come una fortezza militare, ma anche come una raffinata residenza signorile. Circondato originariamente da un vasto parco di caccia, che si estendeva fino al Ticino, il castello rappresentava un equilibrio perfetto tra la funzione difensiva e il lusso della corte viscontea. La struttura quadrata, con torri angolari e mura imponenti, tradisce il carattere militare dell’edificio. Tuttavia, è impossibile non cogliere la vocazione residenziale del castello: le eleganti bifore esterne, il loggiato che si affaccia sul cortile interno e le ampie sale affrescate testimoniano l’opulenza e il gusto della famiglia Visconti. Tra le decorazioni interne, spicca la suggestiva Sala Azzurra, così chiamata per i suoi straordinari affreschi che ricoprivano le pareti, evocando un cielo stellato. Sebbene molte delle pitture originali siano andate perdute nel tempo, i frammenti rimasti ci offrono un’idea della magnificenza artistica che il castello custodiva. Il Castello Visconteo continuò a essere un punto nevralgico anche durante l’epoca degli Sforza, che ne consolidarono l’importanza strategica e culturale. Nel corso dei secoli, la struttura ha subito varie trasformazioni, adattandosi alle esigenze dei nuovi proprietari e sopravvivendo a momenti di abbandono e degrado. Dal secondo dopoguerra, il Castello Visconteo è rinato come polo culturale di Pavia, ospitando i Musei Civici. Questi offrono ai visitatori un viaggio nel tempo attraverso collezioni di archeologia, arte medievale, rinascimentale e moderna, oltre a una sezione dedicata alla scultura lignea e alla pittura del Novecento. Insomma, il Castello Visconteo di Pavia rappresenta un viaggio nella storia della città e delle sue dinastie più potenti, un luogo in cui si fondono la forza delle fortificazioni e la raffinatezza della vita di corte.
8 Università e Orto Botanico di Pavia

L’Università di Pavia è una delle più antiche e prestigiose istituzioni accademiche d’Italia e d’Europa, un simbolo indiscusso della città. La sua storia ha radici lontane, risalendo all’825, quando l’imperatore Lotario fondò la scuola del Palazzo Reale per promuovere lo studio della retorica per i funzionari del regno. Tuttavia, fu solo nel 1361, sotto il regno di Carlo IV, che l’istituzione ricevette ufficialmente il titolo di Università, consolidandosi come centro di eccellenza per l’istruzione superiore. Nel corso dei secoli, l’ateneo attraversò un periodo di grande crescita e prestigio, particolarmente tra il IX e il XV secolo, con una rinascita significativa sotto la dominazione della Casa d’Austria nel XVIII secolo. Durante questo periodo, l’Università venne riformata e potenziata attraverso l’istituzione di nuove cattedre e l’ampliamento delle aree di studio, scelte che finirono col rendere Pavia un polo di riferimento per la cultura scientifica e umanistica. L’Università ha formato alcuni dei più illustri pensatori della storia. Tra i suoi studenti più celebri si annoverano Alessandro Volta, inventore della pila; Ugo Foscolo, poeta e scrittore romantico; Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica; e Camillo Golgi, scopritore dell’apparato di Golgi e anch’egli premio Nobel per la medicina. Questo elenco è solo un assaggio del ruolo fondamentale che l’ateneo ha avuto nello sviluppo del sapere e della ricerca, consolidandone la reputazione internazionale. Una curiosità che aggiunge fascino all’ateneo è rappresentata dalle numerose superstizioni studentesche. Si dice, ad esempio, che attraversare l’aula magna o camminare sopra determinati simboli accademici prima di aver completato gli studi porti sfortuna, un retaggio folcloristico che testimonia il legame emotivo e culturale degli studenti con la loro Università. Accanto all’Università si trova il meraviglioso Orto Botanico, fondato nel 1773 con l’obiettivo di supportare l’insegnamento della botanica. Quest’orto storico è stato creato sul modello dell’orto botanico di Padova, con l’intento di combinare ricerca, istruzione e conservazione delle specie vegetali. L’Orto ospita una varietà di collezioni rare e preziose, tra cui piante medicinali, esotiche e autoctone, conservando un patrimonio naturale inestimabile. Di particolare interesse sono le antiche serre e l’albero di Ginkgo biloba, uno dei più vecchi d’Italia.
9 Parco del Ticino

Il Parco Lombardo della Valle del Ticino, già menzionato in apertura, rappresenta uno dei polmoni verdi più importanti della Lombardia, un gioiello naturale che si estende lungo la porzione lombarda della Valle del Ticino, attraversando ben 47 comuni delle province di Varese, Milano e Pavia. Questa straordinaria area, caratterizzata da una sorprendente biodiversità e da paesaggi fluviali di rara bellezza, ha ricevuto nel 2002 il prestigioso riconoscimento di Riserva della Biosfera UNESCO. Un titolo che ne sottolinea l’importanza a livello internazionale, sia per il suo valore ambientale che per il suo ruolo nella tutela degli ecosistemi. Il parco è attraversato dalla celebre Via Francigena, l’antico cammino che collega Canterbury a Roma, un percorso intriso di storia e spiritualità. Questo itinerario, frequentato già in epoca medievale da pellegrini diretti verso la Città Eterna, attraversa il parco seguendo i paesaggi più suggestivi del Ticino, offrendo a chi lo percorre l’opportunità di immergersi nella natura incontaminata e nella storia millenaria di questi luoghi. Una delle sue varianti, il Cammino di San Francisco di Lucomagno, attraversa la zona portando con sé un’eredità di spiritualità e meditazione, rendendolo particolarmente affascinante per chi cerca un’esperienza a metà tra il viaggio fisico e quello interiore. Lungo il Parco Lombardo, la Via Francigena si rivela un cammino accessibile a tutti: ideale sia per chi desidera intraprendere lunghe tappe a piedi o in bicicletta, sia per chi vuole semplicemente dedicarsi a escursioni brevi e rigeneranti. Questo tratto è perfetto per scoprire il territorio lentamente, immergendosi nel verde, ammirando la fauna locale e osservando gli scorci unici offerti dal fiume Ticino Oltre al suo valore naturalistico, il parco custodisce tesori storici e culturali che si intrecciano con l’identità stessa del territorio. Antichi mulini, ponti medievali e piccoli borghi si susseguono lungo il percorso, offrendo occasioni per scoprire il legame profondo tra l’uomo e il fiume, che per secoli ha rappresentato una fonte di sostentamento e una via di comunicazione strategica. Per maggiori informazioni: ente.parcoticino.it.
10 Certosa di Pavia

La Certosa di Pavia compare per ultima in questo articolo solo per esigenze narrative, ma sarebbe senz’altro uno dei primi luoghi da visitare per chiunque voglia scoprire il patrimonio artistico e culturale della Lombardia. Questo straordinario complesso monumentale, situato nel comune omonimo (Certosa di Pavia), a circa 8 chilometri dal centro di Pavia, è uno dei capolavori del Rinascimento italiano, un simbolo della storia e della spiritualità della regione, immerso nella quiete delle campagne pavesi. Facilmente raggiungibile, la Certosa rappresenta una tappa imperdibile per chiunque visiti la zona. La sua edificazione risale al 1396, quando Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, pose la prima pietra in adempimento a un voto della moglie Caterina Visconti. Sin dal principio, la Certosa fu concepita non solo come un luogo di culto e meditazione, ma anche come una dichiarazione del prestigio e della grandezza della dinastia Visconti. Il monumento esprime il legame profondo tra arte e potere: una testimonianza dell’autorità viscontea che, attraverso questa opera monumentale, intendeva consolidare il proprio ruolo nella storia. All’interno della chiesa si trova il maestoso monumento funebre di Gian Galeazzo Visconti, progettato da Gian Cristoforo Romano, che custodisce le spoglie del fondatore. Non meno suggestivo è il sepolcro dedicato a Ludovico il Moro e a Beatrice d’Este, realizzato da Cristoforo Solari. Tuttavia, a differenza di Gian Galeazzo, le loro spoglie non sono conservate nella Certosa, ma il monumento rimane un esempio di straordinaria raffinatezza artistica. La Certosa di Pavia incanta anche dal punto di vista architettonico. La sua facciata in marmo, che fonde elementi gotici e rinascimentali, è un autentico capolavoro che cattura immediatamente lo sguardo. All’interno, affreschi di Bernardino Bergognone e opere di artisti come il Perugino e il Guercino impreziosiscono ulteriormente l’ambiente sacro, trasformandolo in un luogo di straordinaria bellezza e devozione. Il fascino della Certosa non si limita alla chiesa: i chiostri del complesso rappresentano un altro elemento di grande interesse. Il Chiostro Grande, con le sue decorazioni in cotto e le celle che un tempo ospitavano i monaci certosini, offre un’atmosfera di raccoglimento e contemplazione. Il Chiostro Piccolo, invece, colpisce per le sue proporzioni armoniose e i dettagli architettonici che testimoniano una maestria senza tempo. Da non perdere!
1 Venire un giorno
Di controindicazioni vere e proprie non ce ne sono. L’unico errore, forse è pensare di visitare Pavia in un paio d’ore. Se possibile meriterebbe almeno 2,3 giorni.