Isole Eolie

Foto di riccardomortandello
Isole Eolie

8 cose da fare e vedere alle Isole Eolie

La fondamentale importanza in ambito geologico e naturalistico è il motivo per cui l’Unesco, nel 2000, ha inserito le isole Eolie nella “World Heritage List”. Da 200 anni, infatti, le sette sorelle dell’arcipelago (Lipari, Panarea, Vulcano, Stromboli, Salina, Alicudi, Filicudi) rappresentano uno straordinario campo di ricerca per geologi provenienti da tutto il mondo. Senza dimenticare che la cenere, la lava e tutto il materiale eruttato nel corso dei millenni ha contribuito in maniera determinante alla preservazione di moltissimi reperti di età antica, trasformando le Eolie in un grande parco-archeologico all’aperto. Non solo storia e geologia. Anche da un punto di vista paesaggistico-ambientale le isole Eolie rappresentano un “unicum” nel bacino del Mediterraneo meridionale. Unicum che di seguito proveremo a raccontare indicando le cose principali da fare e vedere nell’arcipelago. Buona lettura.

Da Napoli sono attivi collegamenti per le Isole Eolie effettuati da Alilauro e Snav. A questi, durante il periodo estivo, si aggiungono i collegamenti veloci dal porto di Mergellina.

1 Lipari

Foto di Patrick Nouhailler
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Via Garibaldi; Corso Vittorio Emanuele; il Castello, l’architettura, le chiese, Marina Lunga, Marina Corta, e naturalmente bar, ristoranti, panorami e tutto l’immaginario tipico normalmente associato a una località balneare: Lipari, quasi sempre, è il punto di partenza di un tour alla scoperta delle Eolie. Delle sette isole dell’arcipelago è la più grande e densamente abitata (circa 10.000 abitanti). Quanto al mare e alle spiagge c’e solo l’imbarazzo della scelta: Pietra Liscia, Acquacalda, Papesca, Porticello, Valle Muria, Vinci e le altre meritano ciascuna una visita. Menzione speciale per il Museo regionale intitolato all’archeologo Luigi Bernabò Brea (1910-1999). Il Museo si trova sul Castello di Lipari ed è suddiviso in sei sezioni: Preistorica; Epigrafica; Isole Minori; Classica; Vulcanologica e Paleontologia del Quaternario. Un vero e proprio viaggio nel tempo, agevolato da esaustivo materiale didascalico, per consentire ai visitatori di ripercorrere lo sviluppo delle civiltà succedutesi nelle Isole Eolie dalla preistoria all’età moderna. Non è finita, perché da vedere ci sono anche le sedi distaccate di Filicudi e Panarea.

Orari:
Feriali: ore 09.00 – 19,30
Festivi: ore 09,00 -13,30

Orari Sezione Distaccata di Filicudi:
Periodo estivo: tutti i giorni: ore 9.30-13.30/15.00-18.00.
Periodo invernale: su prenotazione

Orari Sezione Distaccata di Panarea:
Periodo estivo: tutti i giorni ore 9.30-13.30/15.00-18.00
Periodo invernale: su prenotazione

Biglietto:
Ingresso: 6,00 €uro
Ridotto: 3,00 €uro (dal 18° al 25° anno di età)

Maggiori informazioni su: www.regione.sicilia.it/beniculturali/museolipari

2 Salina

Foto di Lorenzo Blangiardi
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Ricordate “Il Postino” l’ultimo film di Massimo Troisi? Beh, allora ricorderete anche la casa rosa e la spiaggia sottostante dove si muoveva il poeta Pablo Neruda, interpretato dall’attore Philippe Noiret. Quegli ambienti sono a Salina, per la precisione in località Pollara, nel comune di Malfa, e dall’uscita del film, nel 1994, vengono visitati ogni anno da migliaia di appassionati. Merito del “cineturismo”, segmento in costante crescita che, nel caso specifico, ha premiato anche la piccola Procida (diverse scene de “Il Postino” sono state girate pure alla Corricella, suggestivo villaggio procidano). Ma i legami con le isole del Golfo di Napoli non sono circoscritti al cinema. Nel 2013, infatti, c’è stato il gemellaggio tra Leni, altro piccolo comune di Salina (c’è anche Santa Marina) e il comune di Ischia, uno dei 6 in cui è divisa amministrativamente l’isola omonima. Motivo della celebrazione la vicenda dei fratelli Sanfilippo che da Leni, nel 1855, partirono alla volta di Ischia per salvare le viti ischitane dalla filossera con il loro prodotto a base di zolfo. I tre fratelli riuscirono nel loro intento non ricevendo, però, in cambio la giusta ricompensa. Il maltolto cagionò la morte di uno dei tre a cui gli ischitani, per espiare il senso di colpa, dedicarono una piccola edicola votiva raffigurante la Madonna del Terzito, venerata proprio a Leni. Il Santuario della Madonna del Terzito, insieme alla spiaggia nera del piccolo borgo di Rinella, sono due altri buoni motivi per visitare la bella isola di Salina.

3 La pozza dei fanghi di Vulcano

Foto di silvia_c77
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Reumatismi, artrosi, distorsioni, fratture, allergie, infiammazioni delle vie respiratorie, acne e psoriasi: non c’è quasi nulla che i fanghi di Vulcano non possano lenire. La pozza, circondata da piccole collinette sulfuree da cui escono in continuazione soffioni caldi (ideali per le insufflazioni) si trova alle spalle del porto di Levante ed è bene chiarire subito che non è in convenzione col Sistema Sanitario Nazionale. Perciò, è importante sapere che a fronte di gravi patologie (neoplasie, cardiopatie ecc.) o stati particolari (gravidanza, periodo mestruale ecc.) è sconsigliato immergersi. Idem per i bambini sotto i 5 anni. Al netto di queste, e altre piccole precauzioni (evitare le ore più calde della giornata o una permanenza prolungata) non ci sono particolari controindicazioni. Il continuo afflusso di gas caldi (tra i 40 e gli 80°C) garantisce la sterilità della pozza giornalmente frequentata da numerosi visitatori. La pozza è gestita da una società privata al cui sito (www.geoterme.it) si rimanda per ulteriori informazioni e le tariffe praticate (vd. “Servizi”).

4 Cratere di Vulcano

Foto di Rhiannon
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Odore di zolfo, fumarole, cenere, lapilli, ginestre e panorami tutt’intorno: la scalata al Gran Cratere di Vulcano è di sicuro una delle cose da fare assolutamente una volta alle Eolie. Anche perché non presenta grosse difficoltà e in poco più di un’ora si raggiunge la vetta (circa 3 ore tra andata e ritorno). Il sentiero, con partenza dal Porto di Levante, è debitamente segnalato e porta fin sulla cima a 391 metri sul livello del mare. Quanto alle precauzioni, sono quelle normalmente in uso tra gli appassionati di trekking: abbigliamento adatto; scarpe tecniche; giusta idratazione; evitare le ore più calde della giornata ecc. A queste, però, se ne aggiungono altre due che è bene tenere a mente: un sentiero porta fin dentro la bocca del vulcano; c’è chi lo percorre ma bisogna fare molta attenzione alle esalazioni che sono continue e potrebbero essere pericolose. Idem per il periplo del cratere: il percorso non presenta grandi diffcoltà, ma bisogna cercare di stare il più possibile controvento. Per questo il consiglio è di effettuare l’escursione con una guida ambientale del posto in grado di gestire queste criticità. Per il resto, guai a dimenticare la macchina fotografica! Ad attendervi ci sono paesaggi stupendi e tramonti da togliere il fiato.

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5 Panarea

Foto di roberto
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Panarea è l’isola più piccola e antica dell’arcipelago delle Eolie. Secondo molti è anche la più bella, frequentata prevalentemente da Vip che qui trascorrono i propri mesi estivi tra giornate  in barca attorno la piccola isola di Basiluzzo, feste in villa e aperitivi al tramonto. C’è una parte di isola, però, sopravvissuta all’evoluzione mondana e ultimamente tornata alla ribalta grazie alla Sezione CAI (Club Alpino Italiano) di Siracusa che ha ripristinato i tre sentieri che portano fin su la vetta dell’isola (421 mt. s.l.m. “Punta Corvo”). Il più facile dei tre, debitamente segnalato con la bandiera dell’associazione, parte da San Pietro, il centro abitato principale (gli altri due sono Ditella e Drautto) e in 45 minuti circa raggiunge la cima. Gli altri, invece, sono più impegnativi ed è preferibile affrontarli con una guida ambientale del posto. Il percorso rivela l'”altra” Panarea, per secoli colonia agricola di Lipari (di cui fa parte amministrativamente) coltivata prevalentemente a viti e olivi oggi scomparsi quasi del tutto. Restano i terrazzamenti, i muri a secco e il paesaggio stupendo tutt’attorno. spesso unica consolazione per i contadini impegnati nella dura vita dei campi. Il recupero degli itinerari escursionistici di Panarea ha consentito una parziale destagionalizzazione dei flussi turistici e, soprattutto, ha dato un po’ d’ossigeno all’immagine di un’isola che cominciava, forse, a esser troppo appiattita sulla sua fama mondana.

6 Stromboli

Foto di camux
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Delle sette isole dell’arcipelago, Stromboli è l’unica con un’attività vulcanica permanente. Basta questo a spiegare il fascino di quest’isola la cui risorsa principale è ovviamente il turismo escursionistico. Dimenticate le serate VIP di Panarea; a Stromboli le strade non sono illuminate ed è premura del comune di Lipari (di cui fa parte) lasciare le cose esattamente come stanno. A illuminare l’isola, infatti, ci pensano le stelle e il vulcano. Vulcano, che oltre a essere uno dei più visitati, è anche uno dei più monitorati al mondo, specie dopo le ultime eruzioni (successive al 2002) che hanno cambiato la configurazione dei diversi crateri. Prima erano tre, mentre adesso ce n’è uno con più bocche in continuo divenire. Tornando alle escursioni, per ovvie ragioni di sicurezza ci si muove solo su prenotazione e alla presenza di guide vulcanologiche. Da provare la gita in barca alla “Sciara del Fuoco”, pendio di cenere, lapilli e lava incandescente (quando il vulcano è in attività) che dallo Stromboli scende fino a mare. Molto bello anche il villaggio di Ginostra. Raggiungibile via mare, ci si muove solo con i muli e da qualche tempo con i carrelli elettrici.

7 Alicudi e Filicudi

Foto di Kill Pop
Booking.com: mostra mappa con hotel vicino a Alicudi e Filicudi

Ci sono isole e isole. Alcune, sono vere e proprie città “galleggianti”; altre, invece, sono paesi di piccole o medie dimensioni in cui magari non trovi centri commerciali e discoteche a due piani ma, per il resto, tutti i comfort di una moderna località turistica; infine c’è Alicudi (nella foto), l’isola più isola che c’è: due negozi di alimentari; un ufficio postale; un albergo; una chiesa, uno sparuto numero di case e circa 100 abitanti. Un po’ più grande e con qualche servizio in più Filicudi che ospita anche una sezione di grande interesse del Museo Archeologico Eoliano. D’estate, naturalmente, queste isole attraggono un discreto numero di visitatori; negli altri periodi dell’anno le cose cambiano notevolmente. Eppure, sono in molti a ritenere che, a parte l’inverno, siano l’autunno e la primavera, e non l’estate, le stagioni migliori per cogliere a pieno l’essenza di territori così ricchi di fascino dove ci si abitua a vivere davvero con poco. Magia!

8 Malvasia

Foto di picoluca
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Last but not least bisogna assolutamente assaggiare la Malvasia delle Lipari. Sono diverse le aziende agricole nell’arcipelago che producono questo vino DOC e la maggior parte di queste fornisce agli ospiti la possibilità di degustare e naturalmente comprare il pregiato prodotto. Perché il vino, prima ancora che una bevanda, è un prodotto culturale non disgiungibile dalla storia e dalle tradizioni del luogo dove viene coltivato. Vale sempre, a maggior ragione in un territorio morfologicamente complesso quale l’arcipelago delle isole Eolie.

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