Giappone del Sud

Foto di djedj
Giappone del Sud

12 cose da fare e vedere nel Giappone del Sud e 1 da non fare

Dalle atmosfere ancient Japan di Kyoto, ai ritmi metropolitani di Osaka, dalle isole tropicali Yaeyama, ricoperte di foreste di mangrovie e circondate da candide spiagge, alla “città memoria” di Hiroshima, protagonista di una delle pagine più drammatiche della storia contemporanea, dagli “inferni” termali di Beppu alle vette spirituali del Monte Koya. L’itinerario nella parte sud del Giappone unisce le sollecitazioni più diverse e vi porterà alla scoperta di una nazione considerata la più occidentale dell’Oriente, che sorprende per i suoi grandi contrasti. Un viaggio che va programmato con attenzione, per non lasciarsi sfuggire i luoghi più suggestivi che non sempre sono anche i più conosciuti.

Quando andare
: le stagioni più indicate sono la primavera e l’autunno, oltre ad essere caratterizzate da un clima mite, offrono la possibilità di vivere due esperienze top nella natura: la fioritura dei ciliegi e il foliage.
L’inverno ha qualche freccia al suo arco: Kyoto ricoperta di neve offre immagini da cartolina; inoltre nell’estremo sud (isole Yaeyama, Kagoshima) le temperature sono miti anche a gennaio; viaggiare è più economico. Da escludere il viaggio in estate, quando l’umidità rende la vita insopportabile giungendo a picchi del 70-80% abbinata a temperature che facilmente giungono oltre i 35°.

Come muoversi.
Il treno è una delle migliori soluzioni per spostarsi in Giappone. La rete Japan Rail è molto grande, con treni che raggiungono velocità di 320 km/h. La linea Sanyo Shinkansen collega Osaka a Fukuoka e, da lì, la linea Kyushu Shinkansen attraversa l’isola di Kyushu da nord a sud. I turisti possono acquistare il Japan Rail Pass (7, 14, 21 giorni) a prezzi più bassi dei giapponesi, che sono tutto sommato ragionevoli per gli standard economici del paese: https://www.jrailpass.com/it/il-japan-rail-pass. Un altro modo potrebbe essere l’auto, soprattutto per esplorare zone più periferiche e per avere una maggiore libertà. Il noleggio di un’auto ha costi simili all’Europa, le autostrade invece costano un po’ di più; ma anche per questo settore ci sono pass riservati ai turisti dai prezzi più bassi. Detto ciò bisogna ricordarsi che la guida in Giappone è a sinistra come in Gran Bretagna e che è necessario di munirsi di patente internazionale. Per raggiungere alcune mete – come le isole Yaeyama- i voli interni sono la soluzione più costosa, ma anche più veloce.  

Vediamo 12 cose da fare e 1 da non fare.

1 Osaka

Foto di xegxef
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La prima tappa del tour del Giappone del sud è Osaka, la città di arrivo e partenza per l’Italia, alla quale dedicheremo almeno due giorni. Osaka con 9 milioni di abitanti è la seconda area metropolitana più grande della nazione, dopo Tokyo. Come molte città giapponesi, Osaka è un misto antico e moderno, verde e cemento, ma la sua particolarità è lo status di “metropoli acquatica”. Sviluppatasi sulla pianura alluvionale dei fiumi Yodo e Yamato, Osaka – o meglio Naniwa, vecchio nome della città – fu sede di un porto strategico per i collegamenti commerciali. Per questo dal 645 al 744 divenne addirittura la capitale imperiale del Giappone. Oggi il dedalo di acqua che attraversa Osaka ne permette la visita anche a bordo del water bus: https://suijo-bus.osaka/. Molte celebri attrazioni turistiche si trovano proprio lungo i canali, i fiumi e in riva al mare: il quartiere di Minami, celebre per la strada Dōtonbori con i suoi giganteschi cartelloni pubblicitari, il complesso di strutture pubbliche sull’isola fluviale di Nakanoshima, la fortezza chiusa dal fossato del castello di Osaka e la zona della baia in cui si trovano gli Universal Studios Japan e l’Osaka Aquarium. Ovviamente può essere esplorata anche via terra, utilizzando la metropolitana, che attraversa tutta la città. Da non perdere, per un contatto con l’anima più profonda della città, due luoghi. Il mercato di Kuromon che si estende per circa 600 metri, parallelamente a Sakaisujidori Street, nella zona di Minami: https://kuromon.com/en/. Un’immersione nella cultura alimentare del paese, un luogo suggestivo per passeggiare, fare acquisti e gustare il piatto tradizionale di Osaka, il takoyaki, polpettine fritte di pesce; oltre a una varietà di cibi diversi: frutti di mare alla griglia, zampe di granchio, ostriche, ricci di mare, sushi, frutta di stagione. Il variopinto quartiere Shinsekai. Costruito nel 1900, per essere una zona di divertimenti ispirata a Parigi, ha anche una sua torre Eiffel, la Torre Tsutenkaku, elevata nel 1912, distrutta da un incendio e ricostruita nel 1956. Immersi nella atmosfera decadente del quartiere, potrete gustare il piatto più pericoloso del Giappone, il celebre fugu, da Zuboraya, ristorante specializzato, aperto nel 1920. Trovarlo è semplice grazie all’enorme lanterna-insegna a forma di pesce palla e alle pareti della rivestite di onde marine bianche e blu.

2 Yaeyama Islands

Foto di Kzaral
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Le isole Yaeyama formano un arcipelago che si trova all’estremità sud-occidentale del Giappone, praticamente di fronte a Taiwan. L’atmosfera rilassante, le belle spiagge, lo stile di vita semplice e i magnifici fondali marini, le rendono un piccolo paradiso tropicale su cui volare da Osaka, iniziando così l’itinerario del Giappone del sud con l’effetto contrasto metropoli-natura, contrasto che è la chiave per comprendere a fondo questa bellissima terra. Le isole principali sono 6: Ishigaki, il centro più importante oltre che più densamente popolata, Iriomote, Yonaguni, Hateruma, Taketomi e infine Kohama. Tutte le isole dell’arcipelago si possono visitare imbarcandosi sul traghetto che parte da Ishigaki e che impiega mezz’ora per raggiungere l’isola più vicina, un’ora per la più lontana. La migliore base per esplorare l’arcipelago è Ishigaki, il cui punto forte sono le belle spiagge e le barriere coralline regno di snorkeling e immersioni. Info: https://visitishigaki.com/. Un problema è rappresentato dalle meduse, tra cui la temibile cubomedusa; però la maggior parte dei lidi ha delle reti di protezione in mare, per permettere un bagno in sicurezza. La spiaggia più famosa dell’isola è Kabira Bay (vd.foto). Il mare è talmente trasparente che le barche sembrano sospese in aria. Da Kabira tramite taxi boat si raggiunge un altro posto celebre, Manta Scramble, qui si va per osservare le mante giganti, fare snorkeling e nuotare in loro compagnia. Info qui: https://www.insidejapantours.com/experience-japan/i-ne002-3/manta-scramble/. L’interno di Ishigaki è ricco di verde e di sentieri escursionistici; vale la pena di salire sul monte Nosoko per godere di una vista completa su tutta l’isola. Se non avete in programma un tour completo di tutto l’arcipelago, visitate almeno l’isola di Iriomote, uno dei luoghi più selvaggi del Giappone completamente ricoperta da una fitta giungla subtropicale e da paludi di mangrovie. Nonostante la sua wilderness è possibile spostarsi in auto, percorrendo l’unica strada costiera che collega i villaggi del nord alle coste orientali. Cosa troverete? Un paradiso: spiagge da pubblicità, tra cui spicca Hoshizuna – letteralmente spiaggia di sabbia stellata – che ha i granelli di sabbia a forma di stella, mare trasparente, fiumi, cascate, sentieri che conducono nel cuore della foresta, dove abita il gatto selvatico di Iriomote, una specie ormai grave pericolo di estinzione. Il modo migliore per esplorarla è a piedi, o in kayak, i meno avventurosi possono servirsi dei tour guidati organizzati dalle agenzie turistiche http://aneikankou.co.jp/languages/e_index.html. Da non perdere il passaggio dall’isola di Iriomote alla piccola isola di Yubu, su un carro trainato da un bufalo, mentre il conducente suona il sanshin. Le due isole sono unite da una stretta lingua di sabbia poco profonda.

3 Kagoshima

Foto di tsunehachi
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Dopo le Yaeyama Islands, l’itinerario alla scoperta dei Giappone fa tappa a Kagoshima, capitale dell’omonima prefettura, nella regione di Kyushu. La città è definita la Napoli del Giappone perché anche il suo golfo è dominato da un vulcano, il Sakurajima, che è un po’ il Vesuvio di Kagoshima. Inoltre come Napoli, la città giapponese ha un clima mite, qualcuno si spinge a trovare somiglianze anche nel temperamento dei suoi abitanti, che sarebbero più “caldi” rispetto ai connazionali. Fatto sta che Kagoshima è gemellata con Napoli e a questo legame ci tiene tanto da averle dedicato dei tram e una strada, Napori dōri – viale Napoli. In più l’amministrazione comunale finanzia il viaggio a Napoli per 10 cittadini. Anche Napoli ha omaggiato la città gemellata con una strada “via Kagoshima”. Da vedere in città: Il giardino Senganen. Già solo lo scenario da cartolina vale la visita al parco, la baia di Kagoshima e il Sakurajima sono il magnifico fondale per un itinerario tra piante, piccoli stagni, ruscelli, santuari e un boschetto di bambù. Senganen risale al 1658 così come la Residenza Iso che si trova al suo interno. Per info e ticket: https://www.senganen.jp/en/. L’acquario di Kagoshima (World Kagoshima Suizokukan) si trova sul accanto al terminal dei traghetti di Sakurajima. Sono sette piani dedicati alle creature che vivono nel mare di Kagoshima e delle isole a sud. L’attrazione più importante è Kuroshio, una vasca enorme dove vivono pesci di tutte le dimensioni. Ci sono banchi di pesciolini, razze e persino uno squalo balena gigante. Nel complesso c’è anche una Dolphin Pool dove ogni giorno si svolgono tre spettacoli di delfini. Maggiori info: http://ioworld.jp/english. Chi volesse approfondire la storia e la cultura locale può visitare il Museo Reimeikan. Su tre ampi piani ha una vasta collezione che copre l’arco della storia di Kagoshima dall’antichità ai tempi moderni. Interessante il grande diorama del centro di Kagoshima all’inizio del periodo Showa (1926-1989) e un modello in piccola scala di un villaggio del Medioevo. Da vedere fuori città: Sakurajima, il Vesuvio giapponese, è uno dei vulcani più attivi del Giappone, oltre che simbolo di Kagoshima. Il vulcano fuma costantemente e spesso si verificano eruzioni minori più volte al giorno. Troneggia al centro della baia di Kagoshima, con i suoi 1117 metri e la circonferenza di circa 50 chilometri (più o meno le stesse misure del gemello napoletano). Prima della potente eruzione avvenuta nel 1914, Sakurajima era un’isola, l’enorme flusso di lava ha creato l’attuale collegamento terrestre con la penisola di Osumi. Il modo più semplice per arrivare a Sakurajima è prendere il traghetto dal porto di Kagoshima. Il terminal si trova nei pressi del City Aquarium, a soli 10 minuti a piedi dalla stazione JR Kagoshima. Le corse partono ogni 15 minuti 24 ore al giorno: http://www.city.kagoshima.lg.jp/sakurajima-ferry/english/guides.html. Sakurajima ha tre picchi principali: Kita-dake (“picco nord”, 1117 metri), Naka-dake (“picco medio” 1060 metri) e Minami-dake (“picco meridionale”, 1040 metri). Il picco Minami-dake è attualmente il più attivo. È vietato oltrepassare il limite dei due chilometri di distanza dai crateri del vulcano. Ci sono molti punti di osservazione intorno a Sakurajima dove è possibile guardare le eruzioni a distanza di sicurezza. Un bel percorso, di 3 km, che costeggia il mare, è il Nagisa Lava Trail, percorribile a piedi o in bicicletta. Il sentiero si imbocca nei pressi del Visitor Center ed è stato tracciato sulla lava del 1914. Lungo tutto il percorso panchine e punti di osservazione invitano a una sosta per ammirare lo splendido paesaggio tra rocce vulcaniche, arbusti e mare. Info sul percorso e altri itinerari: http://www.sakurajima.gr.jp/svc/english/guide/

4 Kumamoto

Foto di Kohji Asakawa
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In un’ora e tre quarti di viaggio in treno, da Kagoshima è possibile raggiungere Kumamoto, anche questa cittadina si trova nell’isola/regione di Kyushu, nel sud-ovest del Giappone. Kumamoto è una ottima base di partenza per visitare il “Monte Aso”, dove si trova una delle caldere più grandi del mondo; ma anche per esplorare l’arcipelago di “Amakusa”, con oltre 100 isole, dai paesaggi idilliaci e mare incontaminato. Sia le Aso che il mare di Amakusa sono stati designati parchi nazionali dal governo giapponese. Questi due parchi nazionali “montani” e “marini” rendono Kumamoto una meta turistica molto visitata in Giappone. Anche Kumamoto, che è una delle principali città sulla costa occidentale di Kyushu, ha alcuni interessanti punti da visitare. La città è famosa soprattutto per il suo castello, che è uno dei più maestosi del Giappone. Benché oggi sia quasi del tutto ricostruito, ci sono ancora delle parti sopravvissute intatte nei secoli risalenti al XVII secolo. Con circa 800 alberi di ciliegio, il castello è anche una meta popolare durante la stagione di fioritura – tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. È possibile raggiungere il castello con i mezzi pubblici; tutte le info qui: https://castle.kumamoto-guide.jp/en/access/. Da vedere in zona: le isole di Amakusa, a circa 60 chilometri di distanza da Kumamoto. Le tre isole principali – Shimoshima, Ueshima e Oyano – sono collegate a Kumamoto da un ponte, quindi è possibile raggiungerle in auto o bus. Amakusa ha uno straordinario patrimonio naturalistico: la vegetazione è lussureggiante, il mare è ricco di fauna, tra cui spiccano le comunità di delfini. Inoltre è stato uno dei luoghi del Giappone di maggior diffusione del Cristianesimo, prima che la religione fosse proibita all’inizio del periodo Edo. Oggi sulle isole ci sono numerose chiese e musei che testimoniano questo importante patrimonio religioso. L’arcipelago è una meta imperdibile per gli appassionati di fossili, dinosauri e geologia, essendo tanto ricco di reperti da essere considerata un museo a cielo aperto. Qui tutte le attività del geoparco: https://www.t-island.jp/en/amazing/geopark.html.

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5 Monte Aso

Foto di Kohji Asakawa
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Il Monte Aso è un vulcano attivo nel centro del Kyushu, che vanta una tra le caldere più grandi del mondo con un diametro di 25 chilometri e una circonferenza di oltre 100 chilometri. Fa parte del Parco Nazionale Aso-Kuju, fondato nel 1934. Nella zona del Monte Aso si possono ammirare scenari di grande impatto, primo tra tutti il vulcano fumante Nakadake, la cui visita molto ravvicinata vale da sola tutto il viaggio. I visitatori possono infatti raggiungere il bordo del vulcano e guardare il suo impressionante cratere. Non sempre, ovviamente. L’area del cratere spesso è completamente o parzialmente chiusa ai visitatori a causa di gas vulcanici velenosi, maltempo o rischio di attività vulcanica. Quindi se l’obiettivo primario è la scena infernale del Nakadake, per non restare delusi è meglio controllare prima di partire lo stato del vulcano sul sito del parco. Inoltre la visita al cratere non è per tutti: le persone con problemi respiratori dovrebbero astenersi, perché i gas possono essere molti intensi, anche nei giorni di apertura al pubblico. Il modo migliore per visitare il parco Nazionale Aso-Kuju è l’auto, perché si tratta di un’area molto vasta. In alternativa è possibile partecipare ad un tour con partenza e ritorno in giornata da Kumamoto: http://explore-kumamoto.com/around-aso-tour-2/. È altresì possibile raggiungere il parco con i mezzi pubblici, ma i tempi sono abbastanza lunghi e bisogna fare vari cambi di vettore. Oltre ai brividi vulcanici, la zona riserva anche posti di placida bellezza, come la vasta pianura erbosa di Kusasenri piena di mucche al pascolo e cavalli in libertà, i sentieri del piccolo vulcano Komezuka, la gola di Kikuchi, una valle piena di ruscelli e cascate, la vetta del Monte Tsurumi, raggiungibile in funivia, da cui si gode una magnifica vista della baia di Beppu. Tutte le info sul parco: https://www.env.go.jp/en/nature/nps/park/aso/guide/view.html.

6 Beppu

Foto di Fredrik Rubensson
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A circa 2 ore di viaggio dal Monte Asu si trova la capitale degli onsen giapponesi, Beppu. La città, soprattutto in inverno, sembra fumare: sono i pennacchi di vapore che si alzano dalle migliaia di fonti termali di Beppu. E, spettacolo nello spettacolo, alcune di queste sorgenti sono colorate: rosso scuro, blu, verde. Soltanto a Yellowstone è possibile ammirare uno spettacolo più grandioso di questo! L’isola di Kyūshū è infatti una delle maggiori zone vulcaniche della nazione e il territorio di Beppu è caratterizzato da abbondanti fenomeni di vulcanesimo secondario: solfatare, fumarole e sorgenti termali. La temperatura di queste sorgenti varia dai 37 ai 98 °C. Le più bollenti, fumanti e colorate prendono il significativo nome di jigoku – inferno – e non sono adatte al relax: acque a 100 gradi e coccodrilli potrebbero rovinarvi la festa. Ma possono essere ammirate in tutta la loro spregiudicata bellezza, compiendo il Beppu Hells tour a bordo del Jigoku Meguri, un autobus turistico. Il tour raggiunge gli otto inferni in due ore e mezza: qui tutte le info: http://www.beppu-jigoku.com/fee/index.html. Tra i Jigoku più spettacolari (e fotografati) segnaliamo: Chinoike – lago di sangue – di un intensissimo colore rosso e Umi – che significa mare – blu cobalto. Alcuni Jigoku, come abbiamo già scritto, sono abitati da animali: Yama Jigoku ad esempio è la casa di un ippopotamo, vera e propria mascotte del parco, la cui principale attività è mangiare i bocconi lanciati dai visitatori. Con 100 yen si comprano verdure crude da offrire alla simpatica e affamata bestiola. L’altra insolita riserva naturale è Oniyama Jigoku, conosciuta come “inferno degli alligatori”. In questo posto ci sono oltre 80 coccodrilli che vivono tutti insieme in enormi piscine.

7 Hiroshima

Foto di Samuele Schirò
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Da Beppu si può raggiungere Hiroshima in treno in circa 3 ore, facendo scalo a Kitakyushu e coprendo l’ultimo tratto con lo Shinkansen. Hiroshima, tristemente nota per essere stata distrutta dalla bomba atomica, durante la II Guerra Mondiale, è la città principale della regione di Chugoku e ospita oltre un milione di abitanti. Dopo la guerra, la città ha compiuto uno sforzo gigantesco per risollevarsi. Malgrado la residua attività radioattiva, Hiroshima cominciò ad essere ricostruita già nel 1949, ritornando ad essere velocemente un importante centro industriale. Ovviamente nell’immaginario collettivo resta soprattutto una città-memoria. Il luogo più importante di Hiroshima è il Peace Memorial Park -Heiwa Kinen Kōen- un gigantesco parco di oltre 120.000 metri con alberi, prati e percorsi pedonali. L’area era il cuore politico e commerciale della città e fu proprio qui che venne sganciata Enola Gay. Ma quando la città venne ricostruita, si decise che il centro sarebbe sorto in una zona diversa e questa area sarebbe stata per sempre dedicata alle strutture commemorative della pace come il Peace Memorial Museum. http://hpmmuseum.jp/?lang=eng. Composto da due edifici, il museo ripercorre la storia di Hiroshima, soffermandosi sugli eventi del 6 agosto 1945, il lancio della bomba e le sue drammatiche conseguenze. Molte sono le immagini sconvolgenti, necessarie a mantenere viva nei visitatori l’indignazione per le stragi di guerra e far riflettere sul valore della pace. Un altro monumento del parco è “A Bomb Dome”, noto anche come Memoriale della pace di Hiroshima (vedi foto); è ciò che resta dell’ex Sala della prefettura per la promozione industriale. Questo simbolo dell’industria giapponese è stato uno dei pochi edifici a rimanere in piedi dopo l’atomica, fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Tra il museo e la cupola della bomba atomica c’è il cenotafio per le vittime della bomba atomica. Il cenotafio è una tomba ad arco per coloro che sono morti a causa della bomba, a causa dell’esplosione iniziale o dell’esposizione alle radiazioni. Sotto l’arco c’è una cassa di pietra che contiene un registro di questi nomi, più di 220.000.

8 Miyajima

Foto di pen_ash
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Miyajima, l’isola del santuario, come viene comunemente chiamata Itsukushima, è una piccola isola che si trova a meno di un’ora di viaggio da Hiroshima. È famosa per il santuario shintoista, Itsukushima Jinja, e la sua gigantesca porta torii, che con l’alta marea sembrano galleggiare sull’acqua. Itsukushima Jinja, oltre a essere Patrimonio Unesco, è uno dei tre luoghi più celebri e fotografati del Giappone, soprattutto al tramonto, quando i raggi del sole incendiano il rosso vermiglio delle colonne del torii. Il santuario si trova in una piccola insenatura, mentre il torii si trova nel mare interno di Seto, bisogna quindi attendere che la marea si ritiri per ammirare da vicino i 16 metri di pregiato legno di canfora, materia di cui è fatta la sua sacra possanza, e scattarsi il selfie -ricordo di ordinanza. Il complesso del santuario strutturato in palafitte costruite nelle acque della baia è costituito da più edifici, tra cui una sala di preghiera, una sala principale e un palcoscenico di teatro Noh, che sono collegati da passerelle e supportati da pilastri sul mare. L’isola di Miyajima ha una lunga storia come luogo sacro dello shintoismo. La vetta più alta dell’isola, il Monte Misen, era venerata dalla popolazione locale già nel VI secolo. Nel 1168, Taira no Kiyomori, l’uomo più potente del Giappone durante la fine del periodo Heian, scelse l’isola come sito del santuario della famiglia del suo clan e costruì il santuario di Itsukushima. Non è possibile visitare il santuario dopo il tramonto, è invece possibile continuare a goderne la vista esterna nella sua suggestiva illuminazione serale. Tutte le info qui: http://www.en.itsukushimajinja.jp/admission.html. Se avete la possibilità, pernottate almeno una notte a Miyajima, in un ryokan, per gustare l’isola senza turisti e dedicare un po’ di tempo anche alla scoperta della sua natura, passeggiando lungo uno dei tanti incantevoli sentieri; da non perdere il foliage autunnale del Momijidani, la valle degli aceri, e la fioritura dei ciliegi primaverile della pagoda Tahoto. Maggiori info: https://www.miyajima.or.jp/english/spot/spot_other.html. Da Hiroshima è possibile raggiungere l’isola, prendendo un treno il treno JR Sanyo Line per Miyajimaguchi Station, da Hiroshima Station; una volta giunti a destinazione con da qui imbarcarsi sul traghetto che in 10 minuti porta all’isola. Tutte le info qui: http://jr-miyajimaferry.co.jp/en/.

9 Castello di Himeji

Foto di chechanie
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Chi ama i castelli non potrà perdere l’occasione di visitare il numero uno delle costruzioni fortificate del Giappone: il castello feudale dell’airone bianco, Himeji, a un’ora di treno da Hiroshima: https://www.himejicastle.jp/en/. Il candido colore di questo colosso è già anticipato dal nome, ma la sua eleganza soprattutto quando si erge ton sur ton nella neve o incorniciato dai ciliegi in fiore, e le sue imponenti dimensioni sono sempre una sorpresa per il visitatore. Non a caso è stato inserito nella lista World cultural Heritage. A differenza di molti altri castelli giapponesi, non è mai stato distrutto da guerre, terremoti o incendi e, nonostante sia stato bombardato durante la II Guerra Mondiale, non ha subito grossi danni; oggetto di un’ampia ristrutturazione durata diversi anni, è stato completamente riaperto al pubblico nel 2015. Il primo nucleo fortificato risale al 1400; nel corso dei secoli, il castello venne ampliato dai vari clan che governarono la regione. Il complesso del castello così come sopravvive oggi ha più di 400 anni ed è stato completato nel 1609. È composto da oltre ottanta edifici, collegati da una serie di porte e sentieri tortuosi. Al centro del complesso si trova il mastio principale, una struttura in legno a sei piani collegati da una serie di scale ripide e strette. Ogni livello diventa progressivamente più piccolo man mano che si sale. Il piano più alto ospita un piccolo santuario, da quassù si gode un’incredibile vista a 360 gradi su tutta la città di Himeji. Il castello di Himeji è un luogo molto popolare per la fioritura dei ciliegi – inizio di aprile – perché offre incantevoli scorci, ma sappiate che non sarete soli! La folla è tanta che i biglietti per accedere al mastio principale sono limitati.

10 Kyoto

Foto di Thanapat Pirmphol
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La città che probabilmente incarna l’idea di Giappone – giardini zen, templi buddisti, case piccole e colorate, geishe – è Kyoto, non a caso una delle mete maggiormente visitate del paese, che non delude il visitatore alla ricerca dell’anima più tradizionale della nazione, nonostante sia molto turistica. Kyoto fu la capitale del Giappone e la residenza dell’imperatore dal 794 al 1868. Nel corso dei secoli è stata distrutta da molte guerre e incendi, ma fortunatamente è stata risparmiata sia dall’atomica che dai bombardamenti a tappeto durante la II Guerra Mondiale. Oggi è una delle dieci città più grandi del paese con una popolazione di 1,5 milioni di persone e un patrimonio incredibile di strutture storiche dal valore inestimabile. Oltre ad hotel boutique internazionali, hotel capsula, ostelli e alberghi a buon mercato, Kyoto offre la possibilità di soggiornare in alcuni dei migliori ryokan del paese. Le cose da vedere sono tantissime; ne segnaliamo alcune tra le più apprezzate: Kinkakuji, Padiglione d’Oro, un tempio Zen nel nord di Kyoto i cui due piani superiori sono completamente ricoperti di foglie d’oro. Il tempio ha una vicenda tribolata, perchè durante la sua lunga storia è stato distrutto e ricostruito più volte; l’ultima distruzione risale al 1950, quando venne incendiato da un monaco fanatico. L’attuale struttura è stata ricostruita nel 1955. Il castello di Nijo, tra i migliori esempi di architettura feudale del Giappone, patrimonio mondiale dell’UNESCO, fu costruito nel 1603 come residenza di Tokugawa Ieyasu, il primo shogun del periodo Edo (1603-1867). Nel 1867, il castello di Nijo fu utilizzato come palazzo imperiale, poi fu donato alla città e aperto al pubblico come sito storico. Il Santuario di Fushimi Inari (vedi foto), un importante santuario shintoista nel sud di Kyoto. È famoso per i tunnel vermigli composto da migliaia di porte torii, lungo i sentieri che conducono nella foresta boscosa del sacro Monte Inari. Il tempio Kiyomizudera, “Tempio dell’Acqua Pura”, uno dei templi più celebri del Giappone, patrimonio dell’Unesco. È stato costruito a est di Kyoto, nel 780 sul sito della cascata Otowa. I visitatori armati di tazze, legate a lunghi pali, bevono l’acqua della cascata che scende in tre diversi ruscelli dalla base del tempio. L’acqua di ogni singolo ruscello avrebbe un beneficio diverso: longevità, successo e amore. Alla fine della lista un tocco di contemporaneità: l’edificio della stazione di Kyoto, aperto al pubblico nel 1997, dal design futuristico firmato dall’architetto giapponese Hara Hiroshi. Se viaggiate in treno, Matrix, la grande sala principale con il suo tetto a travi in ​​acciaio a vista, vi darà un benvenuto singolare nella città più tradizionale del paese. Molti gli eventi che animano Kyoto durante tutto l’anno; i più famosi sono i “Tre grandi festival di Kyoto”: Aoi Festival, Gion Festival e Jidai Festival; tutte le info qui: https://www.insidekyoto.com/kyoto-festivals-events.

11 Nara

Foto di Nick115
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A meno di un’ora di viaggio da Kyoto, troviamo ancora un’altra città hotspot del Giappone, dal glorioso passato: Nara. Prima del 700, ogni volta che un nuovo imperatore saliva al trono, la capitale giapponese veniva spostata in una nuova posizione. Nara, fondata nel 710, è stata la prima capitale permanente. Tuttavia questo status è durato appena 74 anni; nel 784 la capitale venne spostata a Nagaoka e pochi anni dopo a Kyoto; quest’ultima è l’unica città in Giappone che supera Nara per ricchezza di siti tradizionali. Nara ospita alcuni dei migliori templi e santuari del paese, insieme a numerosi bei giardini, musei e quartieri tradizionali. Il sito più visitato della città è Todaiji, uno dei templi più maestosi del Giappone, bene Unesco, la cui principale attrazione è la gigantesca statua di Buddha che troneggia nella Daibutsuden, la Buddha Hall. Info sui ticket qui: http://www.todaiji.or.jp/. Con i suoi 15 metri di altezza, si tratta della statua di Buddha più grande della nazione (vedi foto). Per realizzarla sono state necessarie oltre 400 tonnellate di bronzo fuso. Dietro la statua sono esposti i modelli di come appariva originariamente il sito del tempio. Venne commissionato intorno al 752, dell’imperatore Shomu per chiedere l’aiuto divino in un periodo davvero sciagurato: gli era morto un figlio neonato, un’epidemia di vaiolo aveva colpito la comunità, c’era stata una carestia e anche un tentativo di colpo di stato. Una curiosità: uno dei pilastri della sala del Grande Buddha ha una stretta apertura alla base, delle stesse dimensioni della narice della statua di Buddha. È credenza comune che chi riesca a oltrepassarla riceverà l’illuminazione nella prossima reincarnazione, quindi non è raro vedere dei visitatori (di tutte le età) che tentano l’impresa, mentre amici e parenti scattano foto. Un altro tempio da visitare è Horyuji, del 607, Patrimonio dell’Umanità per avere le più antiche strutture in legno sopravvissute del mondo. Da non trascurare i giardini di Nara: Isuien, un grazioso giardino giapponese diviso in due parti. Un giardino anteriore che risale alla metà del XVII secolo. Un giardino sul retro del 1899. C’è anche un piccolo museo che espone ceramiche, sigilli, specchi e altri manufatti dell’antica Cina e Corea. Info sui ticket: https://www.isuien.or.jp/access.php. Yoshikien un piacevole parco giapponese, vicino a un fiume, situato nel centro di Nara, costruito sul sito delle ex residenze sacerdotali del Tempio Kofukuji. Yoshikien offre l’opportunità di vedere racchiuse in un unico sito tre varianti di giardini giapponesi: uno con laghetto, un giardino di muschio e un giardino per la cerimonia del tè. Maggiori info: https://www.visitnara.jp/venues/A00492/.

12 Monte Koya

Foto di Riccardo Battistella
Booking.com: mostra mappa con hotel vicino a Monte Koya

Chi vuole vivere un’esperienza particolare non può escludere dal suo viaggio in Giappone, il monte Koya, centro del buddismo Shingon: https://www.nankaikoya.jp/en/index.html. Quindi prima di ripartire per l’Italia da Osaka, gli possiamo dedicare l’ultima tappa del nostro viaggio. Si tratta di un luogo speciale che offre un’immersione nella dimensione di vita dei monaci buddisti, tanto ricca di suggestioni spirituali per gli animi più sensibili, ma ampiamente apprezzata anche dai più prosaici, per l’effetto relax che caratterizza l’ambiente e il contatto con la natura. Ovviamente il miglior modo per entrare in sintonia con questo meditativo stile di vita è pernottare presso i monasteri, che offrono alloggi tradizionali e pasti vegetariani buddisti, Shojin Ryori. Qui tutte le info sui costi e sulle modalità di prenotazione: https://www.japaneseguesthouses.com/ryokan-search-results/Mt-Koya/. Da non perdere, la partecipazione a una delle cerimonie che si svolgono presso i templi, vera full immersion nella cultura religiosa del luogo. Il primo monastero sul monte Koya fu opera di Kobo Daishi (774-835) fondatore e leader del buddismo Shingon. Dopo aver vagato per anni per il paese alla ricerca di un luogo adatto per la sua religione, Kobo Daishi scelse questo magnifico posto, iniziando la costruzione del complesso del tempio originale nell’826. Da allora più di cento templi sono sorti lungo le strade di Koyasan. I più importanti sono Kongobuji, il tempio principale del buddismo Shingon, e Okunoin, il sito del mausoleo di Kobo Daishi; quest’ultimo è un must assoluto per i credenti, poiché è considerato uno dei luoghi più sacri di tutto il Giappone. Si narra infatti che Kobo sia stato illuminato dalla visione del Grande Buddha, durante una meditazione, e che non sia mai morto, ma si trovi tuttora in uno stato di eterna meditazione in attesa di Miroku Nyorai, il Buddha del Futuro. Attualmente il sito è patrimonio dell’Unesco e ospita oltre ai templi, una pagoda e il più grande cimitero del Giappone. Come raggiungere il sacro monte da Osaka? Bisogna prendere il treno JR Kuroshio da Shin-Osaka, l’hub per i treni ad alta velocità shinkansen, per raggiungere la stazione di Wakayama. Il viaggio in treno durerà circa un’ora. Da Wakayama si prende la linea JR Wakayama per 19 fermate, fino a raggiungere la stazione di Hashimoto. Anche per raggiungere Hashimoto da Wakayama ci vorrà circa un’ora. Dalla stazione di Hashimoto si prende la linea Nankai-Koya e si prosegue per 9 fermate, fino alla stazione di Gokurakubashi. Infine si prende la funivia Nankai Koyasan che in 5 minuti porta alla stazione di Koyasan.

1 Non dare la mancia

Per quanto i giapponesi abbiano da tempo adottato uno stile di vita occidentale, hanno una cultura molto diversa, e per certi versi antitetica agli occidentali. Pensiamo ad esempio quanto siano radicati valori come la vergogna e la dignità e come vengano affrontati con leggerezza nel nostro paese. E risiede proprio in questo altissimo – e diverso – senso di dignità nipponica, la sensazione di vergogna che prova un giapponese al quale viene data la mancia! Non datela mai! Né al cameriere del ristorante, né al tassista, né alla guida turistica. Se in Europa e negli Stati Uniti andare via senza lasciare qualche spicciolo è espressione di taccagneria, in Giappone al contrario dare la mancia a qualcuno per i suoi servizi è altamente offensivo, un vero insulto. Questo perché il giapponese considera parte intrinseca della propria professionalità lavorare al massimo standard, quindi vedersi premiato per la propria prestazione è percepito più come un gesto di carità che un ringraziamento per il buon servizio. Basterà un arigatò dal profondo del cuore, magari accompagnato da un mezzo inchino per mostrare la propria riconoscenza a chi ci ha ben servito.

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