Fece discutere qualche anno fa la scelta dei responsabili dello zoo di Copenaghen di abbattere una giovane giraffa con tanto di autopsia pubblica e carcassa data in pasto ai leoni. Una decisione che sollevò un mare di critiche e finanche minacce di morte alla direzione. Quest’ultima si è sempre difesa spiegando che l’abbattimento poggiava su basi scientifiche, dal momento che Marius (così, nel frattempo, era stata ribattezzata la giraffa dagli ambientalisti schierati in sua difesa) era nata da due parenti stretti e l’endogamia alla lunga avrebbe portato a un indebolimento della specie. C’erano altre soluzioni? Probabilmente sì, non sta a noi dirlo. Quel che è certo, però, è che i criteri con cui viene gestita l’area sono rigorosamente scientifici e, al di là dell’episodio appena ricordato, contemplano il benessere degli animali presenti. I numeri, del resto, parlano chiaro: non è possibile ospitare più di 3000 animali (ippopotami, scimmie, elefanti, tigri, leoni, orsi polari, serpenti, coccodrilli, cervi, capre ecc.) senza uno sforzo costante per rendere accoglienti i rispettivi ambienti. Non solo, perché l’altro punto d’onore dello zoo di Copenaghen è l’accessibilità degli spazi ai bambini. C’è anche un’area pensata esclusivamente per l’interazione a scopo didattico con capre, conigli, cavalli e altre specie adatte allo scopo. Insomma, approccio scientifico, investimenti costanti (nel 2008 è stata inaugurata l’Elephant House; nel 2013 l’Arctic Ring per gli orsi polari) e pedagogia: sono queste le linee guida dello zoo di Copenaghen, tappa imperdibile per chi visita la città con figli al seguito. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale: www.zoo.dk (disponibile la versione inglese).