Frente Mar

Frente Mar

Una passeggiata per il lungomare di Funchal è tappa obbligata di una vacanza a Madeira, tanto più che Frente Mar è una rinomata zona alberghiera ed è quindi probabile che scegliate di soggiornare in zona. È un lungomare classico in cui si susseguono caffè, ristoranti e belvedere (Jardim Panoramico). Colpisce però la cura dei luoghi, segno della grande attenzione che pubblico e privato destinano all’accoglienza turistica. Al termine della passeggiata, lungo la quale si incontrano diversi stabilimenti balneari (Complexo Balnear Ponta Gorda, Doca do Cavacas, nella foto), c’è Praia Formosa, la spiaggia più grande e pubblica di Madeira. In realtà si tratta di quattro spiagge l’una dietro l’altra: Praia Nova, Praia Formosa, Praia Dos Namorados e Praia do Areero. Tutte spiccano per la pulizia delle acque e i servizi offerti ai bagnanti, compresi i più piccoli.

Jardim Botanico

Jardim Botanico

Tra le tappe irrinunciabili di un viaggio a Madeira il Jardim Botanico merita senz’altro un posto d’onore. L’indirizzo è Caminho do meio, a circa tre chilometri da Funchal. Volendo, il parco è raggiungibile anche in funivia con partenza da Monte col vantaggio, quindi, di trasformare la visita delle due località in un unico itinerario. Si tratta del giardino con la più grande collezione di piante esotiche al mondo. Un’area di 80.000 metri quadrati in cui è bellissimo camminare prestando attenzione alle migliaia di specie presenti tra cactacee, palmizi e piante officinali. Non è finita, perché con lo stesso biglietto è visitabile anche il Louro Parque, parco aviario che ospita diverse specie di pappagalli, canarini e altri uccelli della variegata fauna maderense. Infine un consiglio. Tanta varietà (il parco dispone anche di un meraviglioso belvedere) va assolutamente immortalata. Perciò, non dimenticate la macchina fotografica. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale: www.sra.pt/jarbot.

Porto Santo

Porto Santo

Madeira è l’isola maggiore dell’omonimo arcipelago di cui fanno parte anche 6 isole disabitate (Isole Deserte e Isole Selvagge) e l’isola di Porto Santo. Quest’ultima, 50 chilometri a nord est di Madeira, conta poco più di 5000 abitanti ed è giornalmente collegata con l’altra tramite traghetto. Porto Santo turisticamente non ha molto da offrire, ma quel poco che ha lascia esterrefati per la bellezza dei luoghi. In particolare la lunghissima spiaggia, oltre 7 chilometri di arenile, che dal porto si estende fino a Punta da Calheta, estremità meridionale dell’isola. L’altro punto a favore di Porto Santo è il clima mite quasi tutto l’anno. Ovviamente, in estate è molto più frequentata, ma c’è chi preferisce il volto invernale, forse un po’ più malinconico, ma assolutamente paradisiaco per gli spazi e gli ambienti a disposizione. Per saperne di più visita il sito: www.porto-santo.com.

Curral das Freiras

Curral das Freiras

A circa mezz’ora di autobus da Funchal c’è un piccolo villaggio che merita assolutamente di esser visitato. Stiamo parlando di Curral das Freiras (trad. “Valle delle Monache”), poche migliaia di anime a 300 metri sul livello del mare in mezzo alla rigogliosa natura vulcanica di Madeira. Oltre al turismo, la principale fonte di sostentamento della comunità locale è l’allevamento di castagni. Molte pietanze tipiche sono infatti a base di castagne, e al frutto è dedicata un’importante festa paesana ai primi di novembre. Come detto, la località è facilmente raggiungibile coi mezzi pubblici, ma c’è un’alternativa più scenografica: arrivare comodamente in autobus fino a Eira do Serrado (altra piccola località con hotel, ristoranti, negozi di souvenir ecc.) e poi proseguire in discesa per la strada che collega le due località. Il dislivello è di circa 700 metri (Eira do Serrado è a 1094 m.s.l. m.), mentre la distanza da percorrere è inferiore ai 5 chilometri. Nulla vieta, ovviamente, di fare il percorso inverso. La salita, senz’altro più faticosa, è preferita da molti escursionisti per la minore sollecitazione delle ginocchia. Da fare!
Sito ufficiale:
www.jf-curraldasfreiras.pt

Monte

Monte

Monte è tappa obbligata di una visita a Madeira. Si tratta di un sobborgo di Funchal a 500 metri sul livello del mare dove, fino a fine ‘800, le famiglie più facoltose dell’isola si trasferivano durante il periodo estivo per sfuggire all’afa della costa. Perciò, il quartiere ha conservato una certa impronta aristocratica che ancora oggi si evince soprattutto dalla particolare cura dedicata al verde presente. Il Jardim Tropical Monte Palace, metà giardino e metà museo, e il Parque Municipal do Monte, con la sua grande varietà di alberi e piante esotiche, meritano una visita. Da non perdere anche la Igreja da Nossa Senhora, piccola chiesa barocca famosa, tra l’altro, per ospitare le spoglie di Carlo I, ultimo sovrano d’Austria sepolto nella cappella laterale a sinistra dell’ingresso. Quasi tutti raggiungono la località tramite la funivia, il Teleferico do Funchal, con partenza da la Zona Velha. A scendere, invece, conviene prendere i “carrihos”, caratteristici slittini di vimini guidati da due conducenti in camicia bianca e cappello in paglia. Non a caso, Monte è chiamata “a frequesia dos carrinhos”, proprio a sottolineare la particolarità di questo mezzo di locomozione che, si racconta, affascinò particolarmente Ernest Hemingway.

Mercado dos Lavradores

Mercado dos Lavradores

Il Mercato degli Agricoltori è una delle principali attrazioni turistiche di Madeira. Ogni giorno tra crocieristi, turisti e residenti, l’area, che si trova al centro di Funchal, nel nucleo storico di Santa Maria, viene visitata da migliaia di persone che si muovono a loro agio tra i chioschi e i negozietti della zona. Vuol dire che, fermo restando l’appeal turistico a cui abbiamo appena accennato, il Mercado dos Lavradores conserva intatta la sua vocazione commerciale innanzitutto per le necessità degli isolani. Fiori, frutta, pesce e carne le mercanzie esposte. Parliamo, in ogni caso, di eccellenze locali: dalle sterlizie, fiore simbolo dell’isola, al tamarillo, la papaya e le banane coltivate in gran quantità, fino al pesce spada pescato nel vicino Atlantico. Su quest’ultimo punto (il mercato del pesce) è necessaria una precisazione: se siete interessati ad assistere alla compravendita del pescato dovete recarvi di buon mattino al mercato. Il rischio, a muoversi più tardi del dovuto, è non trovare più nulla. Da non perdere!

Zona Velha

Zona Velha

A dispetto del suo essere la “zona vecchia” di Funchal, il quartiere, negli utimi 20-25 anni, è diventato il fulcro della vita notturna di Madeira. Quelle che erano vecchie case di pescatori e dimore ottocentesche dismesse si sono progressivamente trasformate in bar, ristoranti e gallerie d’arte. Rua de Santa Maria è la strada principale, quella dove sono concentrate la maggior parte delle attività e dove si attardano volentieri la sera turisti e residenti. Da vedere, all’estremità orientale della strada, la piccola Capela del Corpo Santo (vd. foto), antica chiesetta di pescatori risalente al XV secolo. L’edificio di cui, va detto, solo il portale è rimasto quello originario, è uno dei luoghi più fotografati della zona. In generale, però, conviene portarsi dietro la macchina fotografica. Zona Velha, tra strade strette, archi e scorci più o meno nascosti regala fotografie bellissime che rimarranno a lungo negli occhi e nel cuore. Provare per credere!

Museo di Arte Sacra

Museo di Arte Sacra

Può un’isola in mezzo all’Atlantico esser un territorio ricco di arte e cultura? Nel caso di Madeira assolutamente sì e l’abbiamo già visto nel precedente paragrafo dedicato al Museu Quinta das Cruzes. Per comprendere appieno la centralità di quest’isola negli equilibri dell’impero lusitano bisogna tener presente che la cattedrale aveva giurisdizione su tutti i territori portoghesi d’oltreoceano. Circostanza, questa, che favorì un’enorme accumulazione di opere d’arte oggi appunto visibili nelle sale del del Museu de Arte Sacra di Rua do Bispo. Non solo oreficeria, crocifissi, ostensori e paraventi appartenuti al vescovado dell’isola; nelle sale del museo sono esposti anche dipinti e statue appartenuti all’aristocrazia madeirense del XV e XVI secolo. Per saperne di più visita il sito ufficiale: www.museuartesacrafunchal.org.

Museo Quinta des Cruzes

Museo Quinta des Cruzes

Pur essendo un puntino in mezzo all’Oceano Atlantico, per di più maggiormente vicino all’Africa (ca. 600 km) che al Portogallo (Lisbona è a 1000 km.) Madeira non è mai stata un’isola povera. Anzi, sin dal XV secolo, divenne un importante snodo per il commercio della madrepatria. La circostanza, ovviamente, favorì il consolidamento di un’estesa classe mercantile che sull’isola aveva la base per i propri traffici. Non a caso, il Museu Quinta des Cruzes, altro non è che la residenza di João Gonçalves Zarco lo scopritore di Madeira e dell’arcipelago omonimo. Dopo la sua morte, nel 1471, la dimora ha subito diversi cambiamenti, il più importante nel ‘700 quando un’altra facoltosa famiglia, i Lomelino, provvide a una radicale ristrutturazione dell’edificio. Il Museo ospita mobili, ceramiche, quadri, arazzi ed altre suppelletteli appartenuti all’aristocrazia dell’isola per un arco temporale che va dal XV al XIX secolo. Un excursus storico, con fogli informativi in inglese, che rende bene l’idea della forza coloniale dell’impero portoghese. Molto bello anche il giardino antistante l’edificio. Per saperne di più visita il sito: http://mqc.gov-madeira.pt.

Cattedrale

Cattedrale

Quasi sempre la prima cosa ad esser visitata una volta messo piede a Funchal è la , la Cattedrale dell’Assunzione di Maria Vergine, il cui campanile domina lo sky line cittadino. La chiesa, risalente al XVI secolo, è un compendio perfetto dell’architettura sacra lusitana. In essa, infatti, ricorrono le stesse caratteristiche già incontrate a Lisbona, vale a dire quel felice connubio tra ispano-arabico (stile mudejar) e tardo gotico (stile manuelino) che a sua volta rimanda alle dominazioni esterne e alla storia coloniale del Portogallo. Degni di nota l’alfarje, lo spettacolare soffitto in cedro con incrostazioni di avorio e conchiglie, e l’altare maggiore in stile gotico. Peccato per il campanile che, a dispetto dell’imponenza, non è visitabile. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale della chiesa: www.sefunchal.com.

Sport a Fuerteventura

Sport a Fuerteventura

Come ricordato in apertura Fuerteventura compensa abbondantemente i suoi limiti mondani con la possibilità di praticare diversi sport all’aperto. Surf, windsurf e kitesurf vanno per la maggiore (Caleta de Fuste, Corralejo e Morro Jable sono i punti più indicati) ma anche le immersioni e il golf sono attività molto praticate. Menzione a parte per la mountain bike. Il paesaggio quasi lunare di Fuerteventura ne fa una delle mete preferite per gli appassionati di mountainbiking. La bici, ovviamente, potete portarla da casa o, in alternativa, noleggiarla sul posto per andare alla scoperta dei tanti sentieri costieri e dell’entroterra. La strada sterrata che collega Corralejo a El Cotillo è una delle più battute. Da provare!

Penisola di Jandia

Penisola di Jandia

La penisola di Jandia, versante sud-occidentale di Fuerteventura, è il corrispettivo meridionale di Corralejo. Solo che mentre il Parque Natural de Corralejo è frequentato soprattutto da inglesi, il Parque Natural de Jandia, che ricomprende quasi per intero la penisola omonima, è a maggioranza tedesca. La massiccia presenza teutonica risale agli anni ’60 del secolo scorso, anche se c’è chi retrodata la circostanza tirando in ballo la controversa figura di Gustav Winter. Quest’ultimo, ingegnere tedesco stabilitosi sull’isola negli anni ’30, già in vita venne accusato di essere una spia al servizio di Hitler e di aver trovato riparo in Spagna forte della protezione di Francisco Franco. Ad avallare questo racconto che però, va detto, non è mai stato suffragato da prove certe, la costruzione di una misteriosa villa a Cofete, minuscolo villaggio all’estremità meridionale di Fuerteventura. Il mistero nasce dal fatto che Winter non vi abitò mai. E allora a che serviva una villa in un luogo così inospitale? Da qui le ipotesi più disparate, compresa quella secondo cui la casa avrebbe dovuto ospitare Hitler in caso di fuga. Tornando all’attualità, le attrazioni principali della penisola di Jandia sono: Morro Jable (dove peraltro Winter risiedeva stabilmente) e l’annessa spiaggia di Playa del Matorral; Punta de Jandia dove c’è un faro solitario molto fotografato dai turisti; e appunto Cofete a 10 chilometri da Morro Jable. La strada per arrivare è davvero assai insidiosa, ragione per cui, nel caso desideriate davvero vedere Villa Winter e la spiaggia selvaggia del villaggio (Playa de Cofete) il nostro consiglio è essere quanto più prudenti possibile o, al limite, di farla a piedi.

Museo del Queso Majorero

Museo del Queso Majorero

A Fuerteventura ci sono più capre che esseri umani. Per la precisione capre majorero, varietà molto docile il cui nome pare derivi dall’antico “Mahoh”, identificativo degli indigeni di stanza sull’isola (c’è chi sostiene, però, derivi dai sandali “mahos” un tempo calzati dai pastori). Etimo a parte, l’allevamento caprino per secoli è stata l’attività principale del territorio e perciò non deve stupire che i piatti più famosi di Fuerteventura siano appunto lo stufato di capra e il formaggio. Specie quest’ultimo, il queso majorero, non solo vanta la denominazione di origine controllata ma ha addirittura un museo interamente dedicato. Il Museo del Queso Majorero si trova ad Antigua a pochi chilometri da Betancuria e merita assolutamente una visita. All’interno, diverse esposizioni interattive tra cui una mungitura virtuale che di sicuro non dispiacerà ai bambini (se ci si muove con figli al seguito). Da vedere!

Betancuria

Betancuria

Per approfondire la storia di Fuerteventura è indispensabile una visita a Betancuria. In realtà, l’importanza di questo piccolo comune dell’entroterra travalica la storia locale. Betancuria, infatti, è uno dei principali punti di riferimento per approfondire la storia coloniale dell’arcipelago canario. A fondare la città agli inizi del XV secolo fu il condottiero normanno Jean de Béthencourt che, subito dopo la conquista di Lanzarote, passò alla colonizzazione di Fuerteventura al tempo abitata da una fiera comunità Guanche. La decisione di non accamparsi lungo la costa si spiega con la frequenza delle incursioni della pirateria marocchina. Scelta la località, Béthencourt fece costruire una serie di abitazioni e una cappella. A seguire, cominciarono a trasferirvisi sempre più francescani che, nei secoli successivi, molto hanno contribuito al primato della cittadina, fino al 1834, capoluogo dell’isola (attualmente è Puerto del Rosario). Oggi la città vive esclusivamente di turismo ma ha conservato la sua dimensione rurale fatta di muretti a secco, palmizi e case bianche. Da vedere, il piccolo museo archeologico (Museo Arquelogico de Betancuria) e la chiesa di Santa Maria (Iglesia de Santa Maria) risalente al XVII secolo. Meritano anche i dintorni: dal Belvedere di Morro Velosa all’oasi di Vega de Rio Palmas, consigliamo vivamente di non dimenticare la macchina fotografica. L’ampiezza dei panorami e dei paesaggi non lascia indifferenti.

El Cotillo

El Cotillo

Da Corralejo si arriva agevolmente anche a El Cotillo, antico villaggio di pescatori che ha conservato pressocchè intatta la sua atmosfera marinara. La località è frequentata da gourmet desiderosi di assaggiare la prelibata cucina dei ristoranti della zona, e da appassionati di kitesurf che, specie nel versante meridionale della playa (El Alijbe de la Cueva), trovano le condizioni ambientali ottimali per la disciplina. Le altre due spiagge, invece, La Concha e Los Lagos, brillano per le acque cristalline e l’atmosfera rilassata. In questa baia, diversamente da Corralejo, il nudismo è poco diffuso. Volendo, la distanza tra Corralejo ed El Cotillo può esser percorsa anche in mountain bike che, come vedremo, è un’altra attività molto praticata a Fuerteventura.