Cordoba

Foto di Jocelyn Erskine-Kellie
Cordoba

10 cose da fare e vedere a Cordoba e 1 da non fare

Nell’anno Mille, periodo di maggiore splendore di Cordova (in spagnolo Córdoba), la città dapprima superò il mezzo milione di abitanti per arrivare al milione alla fine di quello stesso secolo. Numeri all’epoca superiori perfino a Parigi e Roma e che però sono andati via via scemando a partire dal Milleduecento. Per la precisione dal 1236, quando Domenico Munoz dos Hermanas, per conto di Ferdinando II di Castiglia, pose fine al lungo dominio musulmano sulla città. Tuttavia sarebbe un errore grossolano far coincidere la decadenza di Cordova con la fine dell’epoca moresca. Anzi, come vedremo nel prosieguo dell’articolo, gli splendidi palazzi nobiliari di epoca rinascimentale smentiscono quest’ipotesi. Non è sbagliato, invece, associare le più recenti fortune turistiche – anche – alla riscoperta del patrimonio architettonico arabo. Basti pensare, a riguardo, alla Mezquita e alla Medina Azahara, entrambe testimonianze significative della lunga stagione moresca e talmente belle da valere da sole la visita di Cordova. Di seguito, vediamo insieme le principali attrazioni turistiche della città. Buona lettura.

1 Juderia

Foto di Martin Haisch
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In apertura abbiamo suggerito di non tagliare la storia di Cordova “con l’accetta” appiattendone il racconto sulla sola dominazione musulmana, per quanto questa sia stata innegabilmente centrale. Perderemmo, infatti, il contributo dei romani, sotto il cui dominio la città visse un periodo di intensa crescita e, soprattutto, perderemmo, il contributo degli ebrei presenti a Cordova da prima che la dinastia omayyade entrasse in città. Il centro storico, per esempio, è ricco di tracce della secolare permanenza ebrea. C’è perfino una sinagoga a ricordare storicamente la circostanza. Quel che è più importante sottolineare, è che ci fu una lunga stagione in cui i tre monoteismi – musulmano, cattolico ed ebraico – trovarono a Cordova un modo di convivenza pacifico prosperando negli affari e nel piccolo commercio. Lo spazio dei traffici era appunto la Juderia, toponimo del centro storico, anche se, va detto, in passato si trattava di un’area molto più estesa dell’attuale. Tornando alle cose da vedere segnaliamo l’Iglesia de San Bartolomé, mirabile esempio di arte mudejar; la Calleja de Las Flores, la strada più famosa di tutta la città; e Plaza de Maimónides, dove ha sede il Museo Taurino. Infine, ricordiamo che l’Alcazar de los Reyes Cristianos e la Mezquita, di cui parleremo nei prossimi due punti, distano appena poche centinaia di metri. Da vedere!

2 Alcazar de los Reyes Cristianos

Foto di Pixels4Free
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Pur essendo più piccolo dell’Alhambra di Granada e del Real Alcazar di Siviglia, l’Alcazar de los Reyes Cristianos di Cordova non ha nulla da invidiare agli altri due siti. Anzi, le minori dimensioni giocano a favore della fruibilità turistica del bene e consentono al visitatore attento di familiarizzare prima e meglio con l’architettura del luogo. Architettura che rappresenta quasi un compendio perfetto della storia di Cordova, dal momento che questo palazzo racchiude in sé quasi tutta l’evoluzione stilistica e progettuale della città. Romani, visigoti, arabi e cristiani hanno lasciato, infatti, ciascuno la propria impronta anche se le tracce “moresche” prevalgono sulle altre. Il motivo va ricercato nel fatto che Alfonso XI saggiamente volle che la ristrutturazione del palazzo non oscurasse il suo passato storico (la fortezza venne costruita, infatti, nel 1328 sul luogo in cui sorgeva un antico palazzo arabo). E perciò si incontrano giardini, fontane, mura merlate e pavimenti in mosaico realizzati appunto, per la maggior parte, durante il dominio omayyade sulla città. La storia, però, va inesorabilmente avanti cambiando destinazione d’uso e significato ai luoghi. Così l’Alcazar de los Reyes Cristianos passò dall’essere la dimora di Ferdinando e Isabella di Castiglia a Tribunale dell’Inquisizione e, in seguito, nel XIX secolo, carcere civile. Agli inizi del ‘900 sotto l’edificio vennero scoperti e riportati alla luce i “Baños Reales”, i bagni di vapore molto diffusi all’epoca del califfato e tuttora elemento distintivo della cultura tradizionale araba. Anche qui, con lungimiranza, si scelse di valorizzare questa testimonianza che non ha tardato a imporsi tra le principali attrazioni turistiche cittadine. Per maggiori informazioni su storia, luoghi, orari e modalità di visita, consultare il sito: alcazardelosreyescristianos.cordoba.es.

3 Mezquita

Foto di bogitw
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In apertura abbiamo accennato al fatto che la Mezquita vale da sola la visita di Cordova. In realtà, l’importanza storica, religiosa, artistica e culturale dell’edificio travalica la sola dimensione cittadina. Parliamo, infatti, del monumento più importante di tutto l’Occidente islamico e, in assoluto, di uno dei più sorprendenti al mondo. Inevitabile la tutela UNESCO del 1984, riconoscimento che indubbiamente ha contribuito moltissimo alle fortune turistiche del monumento e della città. L’origine della moschea risale alla fine dell’ottavo secolo, periodo in cui il califfo Abderraman I, per venire incontro al bisogno di preghiera che accompagnava l’accresciuta presenza araba, acquistò per intero lo spazio su cui in precedenza insisteva una basilica paleocristiana. I laterizi utilizzati per la costruzione di questa basilica furono largamente reimpiegati per la realizzazione della nuova moschea e, del resto, la stessa suddivisione dello spazio tra ampi colonnati e doppie arcate risente dell’influenza romana e visigota. Da questo punto di vista, il complesso monumentale della Mezquita di Cordova testimonia, ancor più dell’Alcazar de los Reyes Cristianos, l’evoluzione stilistica della città. Da vedere, oltre alle colonne e alle arcate bicrome, c’è il Mihrab, sontuosa nicchia per la preghiera islamica, e la Cattedrale costruita nel XVI secolo per volere dell’allora vescovo Alonso Manrique. Come la moschea rispettò i precedenti canoni stilistici, anche la cattedrale cristiana ha rispettato in parte l’architettura araba, con l’aggiunta di elementi rinascimentali. Per maggiori informazioni sulla storia, gli ampliamenti e le modifiche della struttura consultare il sito ufficiale: mezquita-catedraldecordoba.es.

4 Museo Archeologico

Foto di Amelia Wells
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Cordova, abbiamo visto, è una città in cui si avverte il “peso della storia”. In altri termini, il passato influenza moltissimo il presente, soprattutto dal punto di vista turistico-culturale. Perciò la visita del Museo Arquelogico Provincial è una tappa fondamentale per chi è realmente interessato ad approfondire l’evoluzione della città dalla Preistoria al tardo Medioevo. Il museo si trova in Plaza Jerónimo Páez, all’interno di uno degli edifici rinascimentali più belli di Cordova (Palacio Páez de Castillejos). In realtà questa è la sede del museo dal 1959, dal momento che da metà ‘800 agli anni ’20 del secolo scorso i reperti archeologici romani, visigoti, iberici e arabi hanno condiviso gli stessi spazi con le opere del Museo delle Belle Arti (vedi prossimo punto). Tornando al Museo Archeologico, bisogna aggiungere che nel tempo la sua fama è molto cresciuta fino a imporsi come uno dei più importanti di Spagna nel suo genere. Per maggiori informazioni sulle opere esposte, orari, prezzi e modalità di visita consultare il sito: www.museosdeandalucia.es.

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5 Museo di Belle Arti

Foto di José Luis Filpo Cabana
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In Plaza del Potro, a circa 400 metri dal Museo Archeologico di cui abbiamo appena parlato, c’è Il Museo delle Belle Arti di Cordova con un’importante collezione di quadri e sculture dal XVI fino al XX secolo. Diversamente dall’altro, il Museo di Belle Arti occupa la stessa sede dal 1862, fermo restando, ovviamente, gli inevitabili restauri e ampliamenti del caso. La durata della visita è stimata dai 40 ai 60 minuti, tempo sufficiente per ammirare le opere di alcuni tra i più grandi artisti spagnoli, nonché avere una panoramica completa sull’evoluzione dell’arte cordovana attraverso i secoli (medioevo, rinascimento, manierismo, barocco, realismo, eccetera). Per maggiori informazioni consultare il sito: www.museosdeandalucia.es.

6 Palazzo de Viana

Foto di Andrew and Annemarie
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Palacio de Viana è tra le tappe imperdibili di un viaggio a Cordova. Passeggiare tra i cortili di questa splendida residenza nobiliare del XIV secolo aiuta a capire l’importanza culturale del Festival dei Cortili di Cordova che si disputa ogni anno a maggio e di cui parleremo più diffusamente nel prosieguo dell’articolo. Pavimenti maiolicati, composizioni floreali, fontane e giardini testimoniano l’evoluzione di una tradizione antichissima – quella del patio cordobese – tramandatasi dai romani, agli arabi, fino ai giorni nostri. Anche le sale all’interno del palazzo trasudano storia, con la capacità unica di mescolare elementi nobiliari ad altri più schiettamente popolari. Insomma, com’è di moda dire oggi, “alto” e “basso”, con la vista che spazia tra porcellane, arazzi, quadri d’autore e uno splendido soffitto cassettonato in stile mudejar. Da non perdere, nei mesi estivi, le “Noches de Viana”, frequentetassime serate culturali tra reading, concerti e rappresentazioni teatrali. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.palaciodeviana.com.

7 Museo delle Tre Culture

Foto di -JvL-
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Il Museo de las Tres Culturas (musulmana, cristiana e giudaica) è tappa imperdibile di un viaggio a Cordova. Lo è sia perché offre la possibilità di approfondire la bellezza e la complessità di al-Andalus, anche attraverso focus sulle personalità di maggior rilievo del tempo (Averroè, Ibn Arabi, Maimonide, Alfonso X Il Saggio eccetera); sia perché regala una magnifica vista sul fiume Guadalquivir, sulla Mezquita e sul Ponte Romano, di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto. L’aspetto più intrigante è che il museo si trova all’interno della Torre de la Calahorra, costruita nel XIII secolo a protezione del ponte cui abbiamo appena accennato. Ovviamente, nel corso dei secoli, la torre ha subito diverse ricostruzioni, tuttavia resta il fascino di un “museo storico” all’interno di un “edificio storico” in un gioco di rimandi tra “dentro” e “fuori” che richiama ogni anno migliaia di visitatori, giustamente attratti dall’opportunità di visitare un edificio che avvicina alla storia di cui esso stesso è parte integrante. Per maggiori informazioni sul “Museo Vivo de al-Andalus” consultare il sito: www.torrecalahorra.es.

8 Ponte Romano

Foto di Sandra Vallaure
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In precedenza abbiamo detto che il valore aggiunto della Torre Calahorra consiste nel raccontare (attraverso il Museo delle Tre Culture) la storia andalusa di cui essa stessa fa parte. Beh, il discorso va esteso anche al Puente Romano, a maggior ragione se si considera l’epoca in cui fu edificato. Parliamo, infatti, del I secolo a. C. e, come non bastasse, per i due millenni successivi ha rappresentato l’unica via di ingresso in città. Al netto di restauri e ricostruzioni (l’ultima tra 2006 e 2008) si tratta di un primato storico incredibile che spiega l’importanza architettonica della struttura pure questa, insieme al resto del centro storico, sotto tutela Unesco. Al centro del ponte – che, ricordiamo, è lungo 240 metri e poggia su 16 archi -, c’è una statua dell’Arcangelo Raffaele, patrono di Cordova, realizzata nel XVI secolo dallo scultore Bernabé Gomez del Rio. Appena oltre il ponte, invece, c’è la piccola riserva di Sotos de la Albolafia, gioiellino naturalistico di poco più di due ettari in cui nidificano diverse specie di uccelli. Da vedere!

9 Medina Azahara

Foto di Jocelyn Erskine-Kellie
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Non si può dire di essere stati veramente a Cordova senza aver visitato Madinat al-Zahra, circa 10 chilometri a ovest della città. Come abbiamo detto in apertura la visita di questo sito archeologico, in abbinamento alla Mezquita, vale da sola il viaggio. Parliamo, infatti, di una città islamica di 112 ettari costruita nel X secolo (nel 936 o nel 940) su ordine del califfo omayyade Abderraman III (Abd al-Rahman III). L’edificazione di questa reggia, che poteva arrivare a ospitare all’interno delle mura fino a 12.000 persone, era parte integrante del programma politico, economico e ideologico di Abderraman III che in questo modo intendeva competere coi califfati de Il Cairo e di Baghdad. La zona del palazzo, nella parte alta della città, ospitava le case dei dignitari di corte e degli organi amministrativi dello Stato, a cui era stato imposto il trasferimento da Cordova. Fu così che per circa 70 anni Medina Azahara divenne la capitale di al-Andalus, salvo poi cadere in rovina al termine della guerra civile che tra il 1010 e il 1013 divampò all’interno del califfato omayyade decretandone la fine. Da capitale che era Medina Azhara divenne una cava per altre costruzioni e solo nel 1911, quindi molti secoli dopo, è cominciata la rivalutazione del sito attraverso un paziente e meticoloso lavoro di recupero archeologico. Da qui il riconoscimento di Monumento Storico Nazionale prima, e quello più importante di Patrimonio dell’Umanità UNESCO poi. Per maggiori informazioni sulla storia, l’urbanistica e l’architettura di Madinat al-Zahra, nonché sulle modalità di visita dell’area archeologica consultare il sito: www.museosdeandalucia.es.

10 Festival dei Cortili di Cordova

Foto di KEPA1964
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Ogni anno, per due settimane a maggio, a Cordova si tiene il Festival dei Cortili, usanza risalente agli anni ’30 del secolo scorso e interrotasi soltanto durante la guerra civile spagnola. L’idea alla base della ricorrenza è tanto semplice quanto geniale: abbellire i cortili delle case del centro con fiori, alberi da frutto, fontane, maioliche e altri elementi decorativi, e aprirli a residenti e turisti. Il festival è diviso in due sezioni: architettura antica e moderna. In questo modo si esaltano sia gli elementi stilistici tradizionali del tessuto urbano, sia le innovazioni introdotte dalla modernità. Più di tutto, però, il Festival dei Cortili di Cordova esalta i legami comunitari: familiari, di vicinato e quelli tra residenti e turisti con questi ultimi invitati a partecipare a canti tradizionali e a condividere cibo e bevande. E proprio l’esaltazione di questi sentimenti di armonia e convivialità ad aver suggerito all’Unesco l’inserimento del festival dei patii cordobesi tra i Beni Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Perciò, prendete nota: le prime settimane di maggio sono probabilmente il periodo migliore per visitare Cordova. Da fare!

1 Attenzione ai borseggiatori

Cordova è una città sicura e con un basso indice di criminalità. Perciò l’unica cosa a cui fare attenzione sono i borseggiatori, specie nelle zone di maggiore afflusso turistico come nei pressi dell’Alcazar e della Mezquita. In questo caso valgono le stesse precauzioni che abbiamo evidenziato per Granada e Siviglia: evitare di girare con molti contanti; lasciare incustodita la borsa ai tavolini del bar; tenere il portafogli nel taschino posteriore dei pantaloni; indossare orologi, catene, bracciali di grande valore eccetera. Per il resto, niente paura e buona vacanza!

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