Nel cuore d’Italia non solo dal punto di vista geografico ma anche da quello sentimentale. Non solo d’Italia in verità, dal momento che le città, i borghi, le montagne e le valli dell’Umbria sono quasi tutte destinazioni turistiche internazionali grazie all’immenso patrimonio paesaggistico-ambientale di cui dispongono. Il puzzle però non è completo perché oltre a natura, storia e cultura, l’Umbria ha perlomeno altre due frecce al suo arco: la spiritualità (Assisi) e l’enogastronomia. Di seguito proveremo a dar conto di tanta varietà col nostro elenco di cose da fare e vedere in questa regione. Buona lettura.
Umbria
12 cose da fare e vedere in Umbria e 1 da non fare
1 Perugia
Perugia è un compendio fedele dello spirito umbro. La cinta muraria, per esempio, reca tracce etrusche, romane e rinascimentali; analogamente, l’articolato sistema viario del centro è fatto di vicoli risalenti alla civiltà etrusca mentre corsi e piazze si sono sviluppati durante il XIX secolo. I rimandi storici non finiscono qua, perché anche l’artigianato di prossimità, che a Perugia sopravvive a dispetto dei tempi, è erede diretto delle corporazioni medievali dei mestieri. Corporazioni di cui v’è traccia nei musei allestiti ai primi piani di quel Palazzo dei Priori che insieme a Piazza IV Novembre e alla Cattedrale di San Lorenzo sono tra i maggiori punti di interesse della città. E, sempre a proposito di musei, menzione obbligata per la Galleria Nazionale dell’Umbria, una delle pinacoteche più importanti d’Italia – sicuramente la più importante della regione – anch’essa ubicata all’interno del già citato Palazzo dei Priori. La collezione annovera diverse tele di Pietro Vannucci, detto “Il Perugino“, oltre a opere di Beato Angelico, Piero della Francesca e Bernardino di Betto Betti, in arte “Pinturicchio“. Insomma, a Perugia tutto è storia, e la vicenda della Rocca Paolina n’è ulteriore conferma. Infatti questa costruzione, simbolo del dominio pontificio sulla città, venne distrutta dopo la fine del processo unitario per far posto, appunto, a Piazza Italia, suggello del vittorioso Risorgimento. La storicità dei luoghi, però, non va a discapito della modernità. Al contrario, Perugia è una città all’avanguardia per i servizi offerti. In particolare, la mobilità: dalle scale mobili per arrivare in centro, al Minimetrò, linea ferroviaria a doppio binario che collega tutte le principali porte d’ingresso cittadine. Menzione obbligata, infine, per due eventi di caratura internazionale: Umbria Jazz (UJ) che tradizionalmente si svolge a luglio ed Eurochocolate, manifestazione gastronomica interamente dedicata al cioccolato che invece si svolge nel mese di ottobre. Da vedere!
2 Città di Castello
Città di Castello è una località particolare nel panorama umbro. Infatti, diversamente da Perugia e dalle altre città della regione, qui, grazie al mecenatismo della famiglia Vitelli, signori assoluti del territorio tra XV e XVI secolo, a prevalere è l’impronta rinascimentale e non quella medievale. E proprio nel palazzo principale di famiglia (Palazzo Vitelli), impreziosito dalle decorazioni del grande Giorgio Vasari, è allestita la Pinacoteca comunale, seconda, per importanza, soltanto alla perugina Galleria Nazionale dell’Umbria. All’interno sono custodite opere di Raffaello, Signorelli, Della Robbia, il Ghirlandaio e altri artisti rinascimentali. Non è finita, perché il legame di Città di Castello con l’arte abbraccia anche la contemporaneità. Il merito, in questo caso, è di Alberto Burri, il più famoso artista tifernate (1915 – 1995) le cui opere sono esposte a Palazzo Albuzzini e negli Ex Seccatoi del Tabacco, nell’immediata periferia cittadina. Dopo i musei, è la volta delle chiese. Due in particolare: San Domenico e San Francesco, entrambe abbellite dal genio di Raffaello Sanzio, anche se le opere dell’artista urbinate – “la Crocifissione” nel primo caso e “lo Sposalizio della Vergine” nel secondo – sono oggi rispettivamente esposte nella National Gallery di Londra e nella Pinacoteca Brera di Milano. Infine, menzione obbligata per il tartufo bianco, eccellenza gastronomica del territorio a cui da moltissimi anni, ormai, è dedicata una mostra-mercato di grande successo che generalmente si svolge a cavallo dei mesi di ottobre e novembre (nella foto il portale del duomo dedicato ai Santi Florido e Amanzio).
3 Gubbio
Se la prevalenza di elementi architettonici rinascimentali fa di Città di Castello un’eccezione nel panorama regionale, Gubbio, al contrario, è la quintessenza della città medievale umbra. Un aspetto talmente profondo che per una visita in città davvero basta solo farsi guidare dalla curiosità. Ciò detto, un elenco di cose da vedere, sia pure non esaustivo, ha comunque la sua utilità. En passant segnaliamo Palazzo dei Consoli, ubicato nella splendida Piazza Grande, e Palazzo Ducale, vicino al Duomo intitolato ai Santi Mariano e Giacomo. Palazzo dei Consoli, simbolo del periodo comunale, ospita il Museo Civico, il cui pezzo forte sono le Sette Tavole Iguvine (o Eugubine), lastre in bronzo con incisioni in lingua umbra e latina attestanti le origini del territorio. Palazzo Ducale, invece, voluto da Federico da Montefeltro quale simbolo dell’autorità signorile, ospita una pinacoteca con una collezione di pittori umbri dal ‘400 al ‘700 (acronimo MAD). Capitolo chiese: sono tante e ognuna meriterebbe una visita. Oltre alla già menzionata cattedrale, segnaliamo: la Chiesa di San Francesco in Piazza Quaranta Martiri; la Chiesa di San Francesco della Pace in via Savelli della Porta; e la Basilica di Sant’Ubaldo, fuori dalle mura cittadine. Le prime due richiamano momenti topici della vita del santo di Assisi: la fuga dalla casa paterna, la prima; l’ammansimento di un lupo famelico che minacciava Gubbio, la seconda. Quanto alla Basilica del santo patrono è famosa per essere il culmine della millenaria tradizione della Festa dei Ceri che ogni anno, il 15 maggio, vede una grandissima partecipazione di fedeli.
4 Assisi
Per storia e sviluppo architettonico Assisi è una città tipicamente umbra. Quello che la rende davvero unica al mondo sono due altri aspetti tra loro indissolubilmente legati: la spiritualità, emanazione del culto di San Francesco d’Assisi; e l’inestimabile patrimonio artistico sparso nelle innumerevoli chiese cittadine. Insomma, per importanza religiosa e capacità di ammaliare il visitatore il paragone più calzante è probabilmente con Roma. Da qui anche le sue fortune turistiche, pure se l’affluenza, specie nei periodi di alta stagione, inevitabilmente confligge con la dimensione più intima del turismo religioso. Stante queste premesse, le cose da vedere sono davvero tante. Quelle a nostro avviso davvero imperdibili sono la Basilica di San Francesco (o meglio le due Basiliche Superiore e Inferiore); la Basilica di Santa Maria degli Angeli; il Tempio di Minerva; la Cattedrale di San Rufino e in ultima, ma non per ultima, la Basilica di Santa Chiara. In particolare, le basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli sono i due punti di interesse senza aver visitato i quali non si può dire di essere stati davvero ad Assisi. Non solo, o non tanto, per l’importanza che queste due chiese hanno nella biografia del santo; quanto piuttosto per il patrimonio artistico che custodiscono. Da Giotto a Pietro Lorenzetti, passando per Cimabue questi luoghi sacri testimoniano una delle transizioni più importanti della storia dell’arte italiana: il passaggio dalla solennità bizantina al realismo dell’estetica medievale. Da vedere!
5 Foligno
Ci sono guide sull’Umbria in cui Foligno non viene nemmeno menzionata. I motivi vanno ricercati nella carenza di rimandi medievali e nell’orografia prevalentemente pianeggiante, elementi che discostano la città dall’immagine del tipico borgo umbro andata via via consolidandosi nell’immaginario turistico. In altre guide, invece, è proprio la diversità di Foligno a essere esaltata, strizzando l’occhio al turista che ama andare alla scoperta di luoghi meno battuti e per questo più autentici. E, va detto, autentica Foligno lo è davvero. Basta dirigersi a Piazza della Repubblica, cuore pulsante della città, per rendersene conto. Attorno a questa piazza, una delle più belle della regione, sono concentrati la maggior parte dei punti di interesse cittadini. A cominciare dal Duomo intitolato al patrono San Feliciano, proseguendo per Palazzo Trinci, dove è allestito il Museo civico, fino all’Oratorio della Nunziatella e alla Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata. Nel primo c’è Il Battesimo, famosa tela del Perugino, mentre nella Chiesa della Santissima Trinità c’è uno dei capolavori riconosciuti dell’arte contemporanea. Stiamo parlando della Calamita Cosmica dell’artista marchigiano Gino De Dominicis, un enorme scheletro in polistirolo e calce dai molteplici significati simbolici. Se ce n’è modo merita una visita anche Rasiglia, paesino distante pochi chilometri da Foligno, famoso per il suo paesaggio bucolico fatto di torrenti, cascate e mulini. Menzione speciale, infine, per la tradizionale Giostra della Quintana, torneo equestre di origine seicentesca tornato in auge dopo la seconda guerra mondiale.
6 Castelluccio di Norcia
Il posto più freddo dell’Umbria, con temperature che durante l’inverno possono raggiungere i -30°C; ma, dal punto di vista naturalistico, probabilmente anche il più bello, richiamo per migliaia di turisti che dalla fine di giugno alla metà di luglio raggiungono Castelluccio di Norcia, paesino a circa 1500 m.s.l.m., nel cuore dei Monti Sibillini, per assistere alla fioritura delle lenticchie. Il terremoto che nel 2016 ha colpito il Centro Italia e che a Norcia e nelle frazioni tutt’attorno ha provocato danni ingentissimi non ha fermato quello che con gli anni è diventato una sorta di pellegrinaggio laico per vedere da vicino uno spettacolo naturale con pochi eguali al mondo. La particolarità, infatti, sta nella policromia della fioritura: non solo quella delle lenticchie, i cui fiori oscillano dal bianco al viola, ma pure quella dei papaveri (rossi), delle margherite (bianche) e dei fiordalisi (blu) che grosso modo tutti assieme fioriscono nella distesa del Pian Grande. Dettaglio non trascurabile: la Lenticchia di Castelluccio di Norcia è un prodotto agricolo a Indicazione Geografica Protetta (IGP) dalle grandissime qualità nutritive.
7 Spoleto
Meno spirituale di Assisi; meno medievale di Gubbio; meno artistica di Perugia: eppure Spoleto è una meta turistica internazionale e forse il segreto sta proprio in quel “meno” che non significa assenza di solidi ancoraggi storici, religiosi e artistici; al contrario significa che qui, diversamente dalle località sopraccitate, le vestigia classiche, medievali e rinascimentali sono in equilibrio tra loro, senza alcun elemento predominante. Questo spiega il dinamismo della città, in cui c’è spazio anche per incursioni colte nella contemporaneità suggellate nell’annuale appuntamento col Festival dei Due Mondi a cavallo dei mesi di giugno e luglio. Quanto alle cose da fare e vedere sono molte, tant’è che generalmente si consiglia di soggiornare almeno un weekend. Qui ricordiamo la Cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta che, insieme alla circostante Piazza Duomo, a Piazza del Mercato e più in generale al dedalo di strade che disegna l’ampio centro storico (Via delle Mura Ciclopiche, Via di Porta Fuga eccetera) costituiscono i punti di interesse più rappresentativi di Spoleto. Da vedere!
8 Terni
Medioevo versus Rinascimento. Finora è stato questo il “termometro” utilizzato per misurare l’aderenza al genius loci umbro dei territori raccontati. Nel caso di Terni, però, bisogna fare un’eccezione. Non che in città manchino tracce architettoniche, elementi urbanistici e riferimenti culturali riconducibili a questo o a quel periodo, ma la vera “cifra” della seconda città dell’Umbria è il ‘900, secolo in cui, grazie alle sue acciaierie, si affermò come icona della produttività nazionale. Uno dei simboli dell’identità siderurgica di Terni è l’obelisco “Lancia di luce” realizzato dallo scultore Arnaldo Pomodoro. L’opera, ovviamente in acciaio, si distingue per le diverse colorazioni dei blocchi che la compongono a rimarcare, appunto, l’arte dei maestri fonditori della città. Non è finita perché merita assolutamente una visita anche il Centro Arti Opificio Siri (CAOS): si parla, in questo caso, della riconversione di un’ex fabbrica chimica che oggi ospita diversi spazi museali e innumerevoli eventi culturali. Per il resto, come detto poco sopra, a Terni non mancano vestigia romane (Anfiteatro Fausto); medievali (Torre Barbarasa) e rinascimentali (Palazzo Spada); come pure non mancano le chiese (Cattedrale di S. Maria Assunta, Chiesa di San Salvatore, San Francesco eccetera) a conferma di come non solo Assisi ma tutta l’Umbria possa essere considerata centro nevralgico della cristianità.
9 Cascata delle Marmore
La cascata più alta d’Europa. Irruenta o esotica a seconda della portata d’acqua regolata dalle paratie. Già, perché la Cascata delle Marmore non è naturale. Al contrario, è opera dell’uomo, risalente addirittura al 271 a.C. Furono i romani a realizzare il salto, con lo scopo di favorire il deflusso delle acque del Velino che, esondando, distruggevano i territori circostanti. Va detto, però, che il problema delle piene venne risolto solo sul finire del ‘700 grazie all’intervento dell’architetto Andrea Vici a cui si deve il volto definitivo della cascata. Cascata nel XIX e XX secolo ha attratto numerosi artisti e letterati provenienti da ogni parte d’Europa. Tra questi il poeta e politico inglese Lord Byron che alle Marmore dedicò versi memorabili e alla cui figura è dedicata una statua all’interno del Parco istituito nel 1995 allo scopo di proteggere la cascata e l’habitat boschivo tutt’attorno. Proteggere e allo stesso tempo valorizzare, facendo di quest’area a cavallo delle province di Terni e Perugia una delle attrazioni principali della regione. Per maggiori informazioni su orari, prezzi, modalità di visita e percorsi escursionistici consultare il sito: www.cascatadellemarmore.info.
10 Narni
Resa celebre dai romanzi fantasy “The Chronicles of Narnia” (trad. “Le cronache di Narnia“) dello scrittore inglese C.S. Lewis, Narni è una delle destinazioni turistiche più famose dell’Umbria meridionale. A renderla tale, però, non c’è solo il turismo letterario. Sono perlomeno altri tre i fattori che concorrono alle fortune turistiche di questa cittadina di circa 18.000 abitanti: in primis il centro storico medievale (da vedere: Palazzo dei Priori; Palazzo Comunale e soprattutto la Cattedrale San Giovenale); in secondo luogo la scoperta, nel 1979, di un percorso sotterraneo ricco di testimonianze storiche (dall’epoca romana fino alla Santa Inquisizione); in ultimo ma non per ultimo, il primato di Centro Geografico d’Italia (sia pure conteso con Rieti) individuato in corrispondenza di un antico ponte romano, Ponte Cadorna, da allora meta gettonata dagli appassionati di trekking. Non è finita, perché c’è un altro antico ponte romano degno di menzione: stiamo parlando del Ponte di Augusto sulle acque del fiume Nera, a circa mezz’ora di cammino da Piazza dei Priori. Merita una visita, infine, pure la Rocca di Albornoz, fortezza papale che domina dall’alto il paese, quest’ultima distante dal centro circa 20 minuti a piedi. Da vedere!
11 Orvieto
In una lista di cose da fare e vedere in Umbria, Orvieto non può certo mancare all’appello. Poco importa la posizione: noi l’abbiamo messa all’undicesimo posto ma, venendo da sud, dal confinante Lazio, potrebbe benissimo essere al primo. E se non al primo, sicuramente ai primissimi posti Orvieto merita di stare sia dal punto di vista paesaggistico-ambientale che da quello artistico. La città, infatti, è abbarbicata su una rupe e, a vederla dall’autostrada, desta prima stupore e poi, man mano che ci si avvicina, meraviglia. Artisticamente, invece, le frecce all’arco sono moltissime, anche se un’attrazione spicca su tutte le altre: la Cattedrale Santa Maria Assunta. L’imponente facciata del Duomo di Orvieto è considerata una delle massime espressioni del gotico italiano, ma il meglio è sicuramente all’interno: il riferimento è alla Cappella di San Brizio, universalmente riconosciuta come uno dei capolavori dell’arte italiana per via degli affreschi, realizzati a 40 anni di distanza l’uno dall’altro, dal fiorentino Beato Angelico e dall’aretino Luca Signorelli, raffiguranti il Giudizio Universale. Come detto, il percorso storico-artistico della città si compone di molti altri capitoli. Senza pretesa di esaustività ne segnaliamo altri due: il Museo Archeologico Nazionale (Palazzi Papali) e il Museo Etrusco “Claudio Faina”. Insieme, questi due complessi, rappresentano la summa delle storia antica della città e pertanto sono tappa obbligata per chiunque sia interessato ad approfondire il genius loci del territorio. Menzione obbligata, inoltre, per la Torre del Moro, dalla cui cima, al termine di 240 scalini, si gode un magnifico sky line di Orvieto; per il Pozzo di San Patrizio, pozzo di 62 metri realizzato nel 1527 per l’approvvigionamento idrico della città; e last but not least per Orvieto Underground, percorso sotterraneo che arrichisce ulteriormente l’offerta turistica cittadina.
12 Todi
Per Todi vale quanto detto in precedenza per Gubbio (vd. punto 3). Siamo al cospetto di un borgo medievale perfettamente conservato, tant’è che la cosa migliore è perdersi tra le sue stradine acciottolate e godere dei particolari urbanistici e architettonici che il territorio offre in gran quantità. Una quieta meraviglia che è valsa alla comunità tudertina l’appellativo di “città ideale“, e basta mettere piede nella centralissima Piazza del Popolo per rendersene conto. In questa piazza sono concentrati i maggiori punti di interesse del territorio: all’estremità nord-occidentale c’è il Duomo intitolato all’Annunziata; dall’altro lato, i contigui Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano; e infine, a chiudere questo scrigno di bellezza, nonché cuore pulsante della città, il rinascimentale Palazzo dei Priori. Non è finita perché poi c’è il capitolo chiese: della cattedrale abbiamo già detto, ma ce n’è perlomeno un’altra (in realtà tutte meriterebbero una visita) che vale la pena vedere: parliamo della stupenda Chiesa di San Fortunato, capolavoro dello stile gotico, al cui interno sono custodite le spoglie del personaggio storico più illustre della città: il poeta medievale Jacopone (da Todi, appunto) venerato come beato dalla Chiesa cattolica. Menzione dovuta, infine, per Todi sotterranea. Sotto Piazza del Popolo, infatti, si apre una fitta rete di cunicoli, gallerie e cisterne realizzate perlopiù in epoca romana per l’approvvigionamento idrico della città. Da vedere!
1 Occhio alle strade e alla scelta dell’hotel
Per una vacanza in Umbria controindicazioni vere e proprie non ce ne sono. Certo, nei centri di maggiore afflusso possono verificarsi piccoli furti ma niente di socialmente allarmante. Perciò, a parte evitare di lasciare incustoditi o troppo in mostra gli oggetti personali c’è da stare assolutamente tranquilli. L’unica cosa a cui bisogna prestare un po’ più attenzione sono le strade. Come abbiamo avuto modo di vedere, l’Umbria è fatta perlopiù di graziosi borghi medievali, tutti saliscendi e strade acciottolate. Insomma, luoghi bellissimi da visitare ma non sempre comodi da fare a piedi sia che ci si muova con carrozzini e figli piccoli che con persone a mobilità ridotta. A maggior ragione in quest’ultimo caso, bisogna fare attenzione anche alla scelta della struttura ricettiva: alla sua ubicazione – che non sia troppo lontana dai punti di interesse che si intende visitare -, e soprattutto ai servizi offerti.