Saragozza

Foto di AKuptsova
Saragozza

10 cose da fare e vedere a Saragozza e 2 da non fare

Situata nel cuore dell’Aragona, lungo le sponde del fiume Ebro, Saragozza è una delle città più affascinanti e meno conosciute della Spagna. Quinta per dimensioni a livello nazionale, custodisce un patrimonio storico e artistico che attraversa più di duemila anni di storia: dalla fondazione romana di Caesaraugusta alle tracce arabe dell’epoca moresca, fino allo splendore barocco della Basilica del Pilar. Queste stratificazioni fanno di Saragozza un autentico crocevia di culture e di stili, dove il passato convive armoniosamente con l’energia di una città universitaria vivace e contemporanea. Tra piazze monumentali, palazzi mudéjar, musei dedicati a Goya e vicoli animati da tapas bar e locali, Saragozza si rivela una meta ideale per chi ama scoprire la Spagna più autentica, lontano dai circuiti turistici più battuti. Di seguito, la nostra lista di cose da fare e vedere in città, un canovaccio utile per una prima conoscenza del territorio, con l’aggiunta di qualche suggerimento anche su ciò che è meglio evitare. Buona lettura!

1 Basilica del Pilar di Saragozza

Foto di cristinamacia
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Cuore spirituale di Saragozza e simbolo dell’Aragona, la Basilica di Nostra Signora del Pilar si affaccia maestosa sulle rive del fiume Ebro, dominando con le sue quattro torri e le cupole maiolicate l’intero panorama cittadino. L’attuale edificio barocco, la cui costruzione iniziò nel XVII secolo, sorge sul luogo in cui, secondo la tradizione, la Vergine Maria sarebbe apparsa all’apostolo Giacomo nel 40 d.C., lasciando come segno della sua presenza una colonna di pietra – il “pilar”, appunto – che dà nome al santuario. All’interno, la basilica custodisce un ricchissimo patrimonio artistico: affreschi di Goya, stucchi dorati, altari monumentali e la celebre Santa Capilla, progettata da Ventura Rodríguez nel Settecento per custodire l’immagine della Vergine. Le decorazioni delle volte e la sontuosità dell’abside confermano la centralità del culto mariano nella storia e nella devozione spagnola. La pianta a tre navate e le numerose cupole conferiscono all’edificio un’imponenza scenografica che si apprezza appieno salendo sulla torre nord, da cui si gode una delle vedute più suggestive di Saragozza. Ogni anno, in occasione della Fiesta del Pilar (ottobre), la basilica diventa il cuore pulsante delle celebrazioni cittadine, richiamando migliaia di fedeli e visitatori da tutta la Spagna. Monumento religioso e civile insieme, il Pilar rappresenta la sintesi perfetta tra fede, arte e identità aragonese, punto di riferimento costante nel profilo urbano e nella memoria collettiva della città. Da vedere! Maggiori infoIl Tempio del Pilar

2 Cattedrale di San Salvador (La Seo) di Saragozza

Foto di GattoCeliaco
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La Cattedrale di San Salvador, conosciuta come La Seo, è uno degli esempi più affascinanti della stratificazione artistica e culturale dell’Aragona, dove stili e civiltà diverse si intrecciano in un racconto lungo secoli. Sorge nel cuore storico di Saragozza, sulla stessa piazza della Basilica del Pilar, e rappresenta un punto d’incontro fra mondo romano, islamico e cristiano: fu infatti edificata sull’antica moschea maggiore della città, a sua volta costruita su un precedente tempio romano dedicato a Cesare Augusto. La costruzione della Cattedrale iniziò nel XII secolo e si protrasse per diversi secoli, dando origine a una fusione armoniosa di stili che vanno dal romanico al gotico, dal mudéjar al barocco. L’esterno colpisce per la facciata barocca in mattoni e la torre campanaria seicentesca progettata dall’architetto Giovanni Battista Contini, allievo di Bernini. Sul lato absidale, le raffinate decorazioni in ceramica e mattoni intrecciati sono un magnifico esempio di arte mudéjar aragonese, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’interno, a cinque navate, rivela la stessa ricchezza e complessità stilistica: archi gotici, volte a crociera e cappelle laterali ornate da dipinti e sculture. Spiccano il retablo maggiore in alabastro realizzato da Pere Johan nel XV secolo, considerato uno dei capolavori del gotico spagnolo, e la preziosa collezione di arazzi fiamminghi custodita nel museo annesso, testimonianza del prestigio culturale e commerciale della Saragozza rinascimentale. Nel suo insieme, La Seo rappresenta la complessità e la ricchezza dell’identità aragonese, capace di fondere elementi cristiani, islamici e classici in un equilibrio di rara bellezza. Da non perdere! Maggiori info: La Seo.

3 Palacio de la Aljafería di Saragozza

Foto di Pixels4Free
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Tra le cose da vedere a Saragozza, il Palacio de la Aljafería occupa senza dubbio un posto di primissimo piano. Siamo infatti al cospetto del più importante esempio di architettura islamica in Aragona e, insieme all’Alhambra di Granada e alla Mezquita di Cordova, di una delle tre grandi testimonianze del periodo andaluso in Spagna. Costruito nell’XI secolo come residenza dei re musulmani che governavano la Taifa di Saraqusta, il palazzo incarna al massimo livello l’eleganza e la raffinatezza dello stile mudéjar. Passeggiare nei suoi cortili e tra i portici ad arco moresco significa immergersi in un’atmosfera sospesa tra Oriente e Occidente. E, a proposito dello stile mudéjar appena richiamato, l’Arco dell’Aljafería, decorato con motivi geometrici e iscrizioni arabe, ne rappresenta uno degli esempi più splendidi: una sintesi culturale capace di racchiudere l’intera storia artistica dell’Aragona. Dopo la Reconquista, la fortezza venne trasformata dai Re Cattolici in residenza reale e successivamente adattata a funzioni militari, subendo modifiche che ne arricchirono ulteriormente la complessità architettonica. Oggi, oltre a essere Patrimonio UNESCO, l’Aljafería è sede delle Cortes de Aragón, il parlamento regionale, assurgendo così a simbolo di continuità tra passato e presente. All’interno si ammirano il Salone Dorato, i soffitti cassettonati rinascimentali e i raffinati cortili nei quali convivono armoniosamente le tracce islamiche, gotiche e barocche. Visitare il Palacio de la Aljafería significa riscoprire la radice multiculturale di Saragozza, città di frontiera e di incontri. Non a caso, il numero dei visitatori è in costante crescita, con il giusto mix di turismo interno e internazionale. Imperdibile!

4 Museo Goya di Saragozza

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Tra i luoghi che meglio raccontano l’identità culturale di Saragozza c’è senza dubbio il Museo Goya – Colección Ibercaja, tappa imprescindibile per conoscere da vicino l’opera e la figura del più grande pittore aragonese di tutti i tempi. Ospitato nella Casa de los Pardo, splendido esempio di architettura civile rinascimentale, il museo nacque nel 1979 per riunire le collezioni d’arte del professore aragonese José Camón Aznar e di sua moglie María Luisa Álvarez Pinillos. Dopo una profonda riorganizzazione, nel 2015 l’istituzione ha riaperto i battenti come Museo Goya – Collezione Ibercaja, affermandosi come il principale centro di riferimento per lo studio dell’artista in Aragona. Il percorso espositivo, composto da oltre 500 opere – tra cui 15 dipinti e l’intero corpus di incisioni di Goya – documenta l’evoluzione della pittura spagnola dal XVI al XIX secolo. Oltre ai celebri cicli dei Caprichos, dei Disastri della guerra, della Tauromachia e dei Disparates, sono esposti capolavori come il Ritratto della Regina Maria Luisa di Parma, l’Autoritratto e L’Adorazione del Nome di Dio da parte degli Angeli. In questo ambito, Goya è considerato, insieme a Dürer, Rembrandt e Picasso, uno dei più grandi incisori della storia dell’arte. Completano la collezione opere di maestri aragonesi come Francisco Bayeu, José Luzán, Francisco Pradilla e Pablo Gargallo, testimonianza della straordinaria vitalità artistica della regione. Mostre temporanee, attività didattiche e tecnologie interattive rendono la visita un’esperienza coinvolgente e attuale. Per informazioni su orari, mostre e biglietti consultare il sito ufficiale: museogoya.ibercaja.es.

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5 La Ruta de los Museos de Caesaraugusta

Foto di CARLOS TEIXIDOR CADENAS
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Dopo il Museo Goya, il viaggio nella Saragozza storica prosegue sottoterra alla scoperta delle radici romane della città. La Ruta de los Museos de Caesaraugusta è un itinerario culturale che unisce quattro spazi archeologici – Foro, Porto Fluviale, Terme Pubbliche e Teatro Romano – testimoniando l’eredità imperiale dell’antica Caesaraugusta, fondata da Augusto tra il 15 e il 14 a.C. sotto l’attuale centro storico. Il percorso parte dal Museo del Foro Romano, situato sotto Plaza de La Seo, dove si ammirano i resti del foro e del mercato, cuore politico e commerciale della colonia. Prosegue al Museo del Porto Fluviale, che ricostruisce l’importanza dell’Ebro come via di comunicazione e scambio; alle Terme Pubbliche, che restituiscono scorci sulla vita quotidiana romana; e si conclude al Teatro Romano, con la sua capienza e il suo evidente ruolo nella vita culturale dell’antica città (vd. foto). La Ruta de Caesaraugusta è più di un semplice circuito museale: è un percorso esperienziale che permette di comprendere come la Saragozza contemporanea sia cresciuta su fondamenta bimillenarie. Per orari, prezzi e modalità di visita consultare i siti ufficiali dei singoli musei o il portale del Comune di Saragozza: zaragoza.es.

6 Parque José Antonio Labordeta di Saragozza

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Il Parque José Antonio Labordeta è il cuore verde di Saragozza, un’immensa area naturalistica che si estende nella parte sud della città, ideale per una pausa rilassante dopo le visite culturali al centro storico. Inaugurato nel 1929 e conosciuto fino al 2010 come Parque Grande, è oggi il parco urbano più esteso dell’Aragona e uno dei più amati dagli abitanti di Saragozza. Viali alberati, giardini fioriti e fontane monumentali rendono questo luogo perfetto per passeggiate tranquille, jogging o giri in bicicletta. Tra i punti più scenografici spiccano il Monumento al poeta Labordeta e la Fuente de la Princesa, oltre ai belvedere naturali da cui ammirare la città dall’alto. Il parco ospita anche il Jardín Botánico e diversi spazi culturali, spesso teatro di concerti e manifestazioni all’aperto durante la bella stagione. Con la sua atmosfera rilassata e la ricca varietà di alberi e sentieri, il Parque Labordeta rappresenta il luogo ideale per scoprire il volto più verde e autentico di Saragozza. Da non perdere!

7 Paseo Echegaray y Caballero di Saragozza

Foto di Willtron
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Il Paseo Echegaray y Caballero corre lungo la riva dell’Ebro e rappresenta uno dei luoghi più suggestivi di Saragozza. Questo elegante viale pedonale, dedicato al poeta e drammaturgo aragonese José Echegaray, è perfetto per una passeggiata al tramonto, quando la luce dorata si riflette sulle acque del fiume e sulla facciata della Basilica del Pilar creando un’atmosfera davvero incantevole. Lungo il percorso si incontrano aree verdi, punti panoramici e scorci fotografici tra i più belli della città, con viste che spaziano dal Puente de Piedra fino ai quartieri più moderni. È un luogo molto amato sia dai turisti sia dagli abitanti di Saragozza, che lo scelgono per correre, passeggiare o semplicemente sedersi a godere del panorama. Al calar della sera, le luci della città e il riflesso del Pilar sull’acqua trasformano il paseo in uno dei simboli più romantici di Saragozza. Da non perdere!

8 Puente de Piedra di Saragozza

Foto di Rab Lawrence
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Il Puente de Piedra, o Ponte di San Lázaro come lo chiamano i saragozzani, è uno dei simboli più affascinanti della città. La sua storia comincia nel XII secolo, quando Saragozza decise di sostituire le vecchie passerelle di legno sul fiume Ebro con un ponte solido e duraturo. Leggenda vuole che la prima pietra fosse posta durante una cerimonia alla presenza del re Alfonso I, e che le acque del fiume custodiscano ancora il fascino di antichi patti tra muratori e santi protettori. Il ponte attuale conserva cinque grandi arcate in pietra arenaria, eleganti e perfettamente proporzionate, affiancate da torri che un tempo servivano a controllare il passaggio di merci e persone. Nel corso dei secoli ha subito diverse ricostruzioni e restauri, ma ogni intervento ha rispettato il fascino medievale originale, rendendolo oggi sia un’infrastruttura funzionale che un’opera d’arte architettonica. Camminando sul Puente de Piedra si gode di una vista spettacolare sulla Basilica del Pilar, le cupole che si riflettono sull’Ebro e le strade storiche del centro cittadino. È un ponte che collega non solo due sponde, ma anche passato e presente, offrendo scorci perfetti per fotografie e passeggiate romantiche. Per gli appassionati di storia, vale la pena osservare i dettagli delle torri e dei parapetti, che raccontano storie di mercanti, soldati e pellegrini. Che sia all’alba, quando l’Ebro riflette le prime luci del giorno, o al tramonto, con il Pilar sullo sfondo, il Puente de Piedra regala scorci perfetti per fotografie mozzafiato, ideali per chi ama catturare l’architettura storica e i panorami fluviali della città. Curiosità: il Puente de Piedra è spesso protagonista di eventi culturali, spettacoli e feste cittadine, diventando un punto d’incontro per saragozzani e turisti. Da non perdere!

9 Mercato Centrale di Saragozza

Foto di FRANCIS RAHER
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Mercado Central è una tappa imperdibile di qualsiasi visita a Saragozza, un vero crocevia di sapori, culture e curiosità. Inaugurato nel 1903, questo mercato coperto è un esempio di architettura modernista spagnola, con volte in vetro e ferro, mosaici e ceramiche decorative che illuminano ogni banco e, allo stesso tempo, esaltano la freschezza di frutta, verdura, carne e pesce, trasformando la visita in un piacere anche per gli occhi. Camminare tra le corsie significa immergersi in un’esperienza sensoriale unica: il vociare dei venditori, l’odore di pane appena sfornato e i colori vivaci dei prodotti locali raccontano la tradizione gastronomica dell’Aragona. Visitare il Mercado Central al mattino presto permette di coglierne l’essenza più autentica, osservando il pesce appena pescato o i formaggi locali esposti con cura. Tra i banchi ordinati, le luci filtrate dalle vetrate e le sfumature dei prodotti stagionali, il mercato si rivela particolarmente instagrammabile, regalando scorci perfetti per fotografie che raccontano Saragozza meglio di tante parole. Maggiori informazioni sul sito ufficiale. Da vedere!

10 Quartiere El Tubo di Saragozza

Foto di Daniel_Nebreda
Booking.com: mostra mappa con hotel vicino a Quartiere El Tubo di Saragozza

Restando in tema di cibo e vita locale, dopo il Mercado Central non si può lasciare Saragozza senza aver fatto tappa nel quartiere El Tubo, cuore pulsante della movida cittadina. Un dedalo di vicoli nel centro storico – tra le vie Mártires, Libertad, Estébanes e Cuatro de Agosto – dove si susseguono tapas bar, taverne e locali specializzati in piccoli assaggi e buon vino. È qui che si pratica l’arte del tapear, autentico rito aragonese fatto di croquetas, miguelitos, jamón ibérico e un buon bicchiere di vino Somontano o vermut locale. Ogni bar ha la sua specialità, e l’atmosfera conviviale si anima soprattutto di sera, quando le luci accese e i tavolini all’aperto animano il vicolo. Grazie alla posizione centrale e vicina a monumenti come la Basilica del Pilar e il Palacio de Sástago, El Tubo è diventato un punto di riferimento non solo per i turisti ma anche per i cittadini. In alcuni edifici storici del quartiere – come la chiesa di San Gil Abad e le case del Prior Ortal, Torrero e del Canal – si respira ancora l’anima autentica del centro medievale di Saragozza. L’atmosfera è informale, vivace e perfettamente in equilibrio tra la tradizione delle tapas e la modernità della vita urbana. Da non perdere!

1 Limitarsi alla Basilica del Pilar

La magnificenza della Basilica del Pilar è indiscutibile, ma Saragozza sa offrire molto altro. Speriamo di essere riusciti, almeno in parte, a trasmettervelo.

2 Cenare troppo presto

A Saragozza, come nel resto della Spagna, la cena è un rito che inizia tardi: i ristoranti si riempiono dalle 21 in poi, e prima di quell’ora si rischia di trovare locali ancora semivuoti o con la cucina chiusa. Gli spagnoli amano godersi lunghe serate all’aperto, tra tapas, vino e chiacchiere senza fretta, spesso protraendo la cena fino a mezzanotte, soprattutto nei fine settimana.

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