San Francisco

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San Francisco

11 cose da fare e vedere a San Francisco e 3 da non fare

Stabilmente tra le prime dieci destinazioni turistiche degli Stati Uniti, San Francisco è una città sorprendente sotto molti punti di vista. Innanzitutto per l’urbanistica e l’architettura sui generis; in secondo luogo per il mix di tolleranza e creatività che permea la vita di tutti i giorni. Sul lungo periodo queste attitudini (che hanno precise ragioni storiche cui accenneremo nel prosieguo dell’articolo) hanno a tal punto plasmato la città da farne un’avanguardia tecnologica, medica, letteraria, televisiva, cinematografica, artistica ecc. In altri termini, si può dire che San Francisco trovi conferma della sua unicità soltanto cambiando, innovando e sperimentando di continuo. Di seguito, proveremo a dar conto di tanta ricchezza e complessità con l’elenco delle principali attrazioni cittadine. Buona lettura.

1 Cable Cars

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In apertura abbiamo fatto cenno alla particolarità urbanistica di San Francisco. Una diversità dovuta in gran parte alla differente orografia della città, letteralmente abbarbicata sulle numerose colline che ne disegnano il profilo. Tra le colline e il mare le strade urbane piene di saliscendi, alcuni con pendenze significative, che hanno reso celebre San Francisco anche da un punto di vista cinematografico. Sviluppare una linea tranviaria adeguata a condizioni così particolari non è stato perciò impresa facile. Eppure, dalla fine del XIX secolo, i cable cars di San Francisco fanno tranquillamente su e giù per la città in mezzo al traffico crescente di auto e moto. Bisogna salirci (quasi) al volo e nella maggior parte dei casi aggrapparsi alle maniglie. Situazioni che, com’è facilmente intuibile, non sono adatte né a bambini né a persone anziane e/o con problemi di mobilità. Di contro, chi è in condizione, farà bene a muoversi con questo mezzo di trasporto (tecnicamente si tratta di un tram a trazione funicolare) che oltre a essere divertente è anche panoramico, con l’apertura di improvvisi scorci mozzafiato. Per maggiori informazioni sulle linee e gli orari consultare il sito: www.sfmta.com.

2 Coit Tower

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Nel racconto della Coit Tower entrano in gioco i due ingredienti principali dello storytelling di San Francisco: panorama e controcultura. Per il panorama bisogna necessariamente salire in cima alla torre; per gli aspetti culturali, invece, bisogna fare riferimento alla biografia della committente dell’opera e, ovviamente, al più largo contesto storico di riferimento. Vediamoli brevemente insieme. A volere la costruzione della torre fu un ricca ed eccentrica ereditiera, tale Lillie Hitchcock Coit. Si tratta di un omaggio ai Vigili del Fuoco di San Francisco, negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso molto impegnati dal proliferare degli incendi, nella maggior parte dei casi dovuti al largo utilizzo del legno nella costruzione degli immobili. La stessa Hitchcock Coit partecipò a diverse azioni di spegnimento dimostrando sin da ragazzina il suo anticonformismo fatto di coraggio e di un look ribelle per gli standards dell’epoca con jeans e capelli corti. Non è finita, perché all’interno della torre furono realizzati diversi dipinti murali raffiguranti gli abitanti di San Francisco riuniti alla mensa dei poveri o impegnati in letture di grandi classici, tra cui i testi di Karl Marx. Erano gli anni immediatamente successivi alla crisi del 1929 e questi affreschi rappresentavano la quotidianità della popolazione locale al tempo della “Grande Depressione”: da un lato, la povertà; dall’altro il bisogno di decrittare la realtà sociale e politica anche attraverso le teorie del filosofo tedesco. Inutile dire che questi affreschi sono stati alla base di numerose controversie, soprattutto all’indomani della Guerra Fredda con l’URSS. Fortunatamente i murales sono rimasti al loro posto e, insieme alla terrazza panoramica a 64 metri (raggiungiibile in ascensore), valgono senz’altro la visita alla Coit Tower. Da vedere!

3 Exploratorium

Foto di Yuichi Sakuraba
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A circa un chilometro da Coit Tower, l’Exploratorium è una tappa imperdibile di una visita a San Francisco. Si tratta di un museo dedicato alle scienze che però, a differenza di altri spazi simili, persegue il suo obiettivo divulgativo prevalentemente attraverso il gioco e l’arte. In altri termini, il fine è diffondere la conoscenza scientifica in modo interattivo, possibilmente attraverso esperienze coinvolgenti e, perché no, divertenti. A volerne la costruzione fu il fisico nucleare Frank Oppenheimer, fratello del più noto Robert, coinvolto, quest’ultimo, nella costruzione della prima bomba atomica. Dal 1969 al 2013 il Museo è stato alloggiato nel Palace of Fine Arts. Ad aprile di quello stesso anno, invece, il trasferimento ai moli 15 e 17 zona Embarcadero nella baia di San Francisco. Centinaia gli spazi espositivi tra gallerie interne ed esterne per un numero di visitatori annuo che si attesta stabilmente attorno le 500.000 presenze. Maggiori informazioni al sito: www.exploratorium.edu.

4 Ferry Building

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Una decina di minuti a piedi. Questa è la distanza che separa l’Exploratorium di cui abbiamo appena parlato e il Ferry Building, altra tappa imperdibile di un viaggio a San Francisco. Si tratta di un edificio storico, dalla fine dell’Ottocento agli anni ’30 del secolo scorso terminal dei traghetti in partenza e in arrivo da/a San Francisco. La costruzione del Bay Bridge e del Golden Gate Bridge insieme, naturalmente, alla diffusione dell’automobile, furono gli eventi alla base del rapido declino della struttura portuale i cui spazi, a partire dagli anni ’50, furono riadattati in semplici uffici. La rinascita del Ferry Building comincia all’indomani del devastante sisma del 1989 (Terremoto di Loma Prieta). L’edificio infatti sopravvisse alla scossa, dimostrando di essere molto più solido di tante altre strutture realizzate in tempi successivi. Da qui la decisione di trasformarlo in un emporio per i buongustai con diversi ristoranti e uno spettacolare mercato ortofrutticolo che si svolge tre volte la settimana (martedì-giovedì-sabato). Si tratta di prodotti dalla filiera cortissima, con tanto di certificazione governativa dello Stato della California, in prima linea nell’incentivazione dell’agricoltura sostenibile. Consigliatissimo. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.ferrybuildingmarketplace.com.

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5 SFMOMA

Foto di mliu92
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Come ogni grande città, anche San Francisco ha il suo museo di arte moderna. Inaugurato nel 1935, il San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA) conta oltre 30.000 opere d’arte spaziando tra fotografia, installazioni video, performance art e design industriale. La mission è “esplorare il nuovo, il difficile e l’inaspettato” migliorando “l’interpretazione, la presenza e la conservazione dell’arte moderna o contemporanea“. E, per essere all’altezza di un compito così impegnativo, nel 2016 il museo è stato ulteriormente ampliato. Da non perdere, al Quinto piano (sono Dieci in tutto), lo spazio dedicato alla Pop Art. Tra le opere presenti un magnifico Elvis di Andy Wahrol (titolo dell’opera “Triple Elvis”). Da vedere! Per i giorni, gli orari di apertura, i prezzi (ben 4000 mq di museo sono visitabili gratuitamente) consultare il sito ufficiale: www.sfmoma.org.

6 Asian Art Museum

Foto di Jarek Piórkowski
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Poco più di un miglio. Questa la distanza che separa SFMOMA e Asian Art Museum, il più grande spazio museale di arte asiatica di tutto il mondo occidentale. A fare la fortuna di questo museo, due imprenditori: Avery Brundage, industriale di Chicago, e Chong Moon Lee, coreano con solidi interessi nella Silicon Valley. Il primo, nel 1959, accettò di donare a San Francisco la sua collezione privata di arte asiatica (in tutto sono 7.700 le opere riconducibili all’impegno filantropico di Brundage), purché la città, in cambio, facesse propria l’ambizione a trasformarsi in uno dei più grandi centri di cultura orientale al mondo. Promessa mantenuta alla grande, dal momento che l’impegno di Chong Moon Lee subentra a metà anni ’90 proprio per dare una nuova dimora alla collezione nei 30 anni precedenti notevolmente ampliatasi. Ovviamente, in una città come San Francisco, dove la presenza della comunità cinese è assai significativa, i reperti riconducibili a questa civiltà la fanno da padrone (da non perdere i pregiatissimi vasi Ming, preziosa testimonianza dell’arte ceramica cinese). Ciò non toglie, però, che nell’Asian Art Museum si trovino capolavori provenienti da Taiwan, Tibet, Pakistan, Giappone e Corea. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.asianart.org.

7 Chinatown

Foto di Thomas Hawk
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Ovviamente la conoscenza della cultura orientale non può ridursi alla visita del solo Museo di Arte Asiatica. Perlomeno non a San Francisco, dove c’è la Chinatown più antica degli Stati Uniti. Poco più di tre chilometri quadrati in cui vivono all’incirca 100.000 persone che tra loro parlano solo cinese e, in più di qualche caso (con l’eccezione significativa dei più giovani), non conoscono altra lingua. Varcare Dragon’s Gate a Grant Avenue significa perciò entrare in un altro mondo fatto di negozietti, ristoranti e mercati rionali in cui rivive la millenaria vocazione commerciale cinese. Non mancano templi tai, buddisti (Buddha’s Universal Church, il tempio buddista più grande degli Stati Uniti), e nemmeno una chiesa, l’Old St. Mary’s Church, fondata subito dopo la metà dell’Ottocento con lo scopo precipuo di convertire al cristianesimo la sempre più numerosa comunità orientale. Da non perdere Portsmouth Square, cuore di Chinatown e, proprio di fronte ad essa, il Chinese Culture Center of San Francisco, museo che raccoglie diverse opere della pittura tradizionale cinese senza disdegnare, però, incursioni nell’arte contemporanea. Altra tappa imperdibile è il Chinese Historical Society of America, edificio in cui vengono ripercorse le successive tappe dell’integrazione cinese nella cultura americana, dall’età dell’oro alla beat generation. Da vedere!

8 Fisherman’s Wharf

Foto di BKD
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Non si può dire di essere stati a San Francisco senza una visita al Fisherman’s Wharf. Non solo perché è il quartiere col maggior numero di attrazioni dell’intera città, ma soprattutto perché in origine era nient’altro che una malfamata zona portuale, per di più pericolosamente vicina al super carcere di Alcatraz (vedi prossimo punto). Oggi, invece, Fisherman’s Wharf è diventato il simbolo della città che vuol divertirsi. Moltissime le cose da fare e vedere, specie se ci si muove coi figli al seguito: l’Acquarium Bay, il Musée Mecanique, l’US Pampanito (sottomarino impiegato durante la Seconda Guerra Mondiale) e una moltitudine di negozi e ristoranti che vi terranno inchiodati qui, sul versante settentrionale del lungomare di San Francisco, almeno per una giornata intera. Assolutamente da non perdere i leoni marini che vivono attorno il Molo (Pier) 39. Sono centinaia e, legge alla mano, hanno la precedenza sulle imbarcazioni che volessero attraccare in zona (perlomeno da gennaio a luglio). Maggiori informazioni al sito: fishermanswharf.org.

9 Alcatraz

Foto di Wendy
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Tra le tappe imperdibili di una vacanza a San Francisco c’è sicuramente la visita di Alcatraz, il carcere di massima sicurezza più famoso al mondo. Situato sull’isola omonima a poco più di due miglia nautiche dalla città, questo penitenziario ha ospitato alcuni tra i peggiori criminali degli Stati Uniti. Su tutti, Al Capone, il boss mafioso che fece le sue fortune grazie al contrabbando di alcolici durante il proibizionismo. Tuttavia, la fama di questo supercarcere è indissolubilmente legata alla fuga di Frank Morris e dei fratelli John e Clarence Anglin. Un’evasione divenuta presto leggendaria per due motivi: il fatto che dei tre evasi non si sia mai saputo più nulla, nonostante anni di ricerche in tutti gli Stati Uniti e, in secondo luogo, il film del 1979 con Clint Eastwood nella veste di attore protagonista (Frank Morris). Due circostanze che, con l’avvento del turismo di massa, hanno trasformato Alcatraz in una delle maggiori attrazioni della San Francisco Bay. Per raggiungere l’isola e il supercarcere (che chiuse definitivamente i battenti nel 1963, un anno dopo la fuga dei tre su ricordata) occorre salpare dal Molo (Pier) 33 con l’Alcatraz Cruises, compagnia di navigazione concessionaria ufficiale della National Park Service, ente da cui dipende la tutela dell’isola. Diverse le formule disponibili (tra visite diurne e serali) anche se per ognuna è consigliabile prenotare in anticipo. Maggiori informazioni al sito: www.alcatrazcruises.com.

10 Golden Gate Bridge

Foto di Free-Photos
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Non fatevi ingannare dalla collocazione al decimo posto tra le cose da fare e vedere a San Francisco. Assieme ad Alcatraz, infatti, il Golden Gate Bridge è l’attrazione principale della città californiana. Al fascino di questo ponte concorrono diversi fattori: le dimensioni (2700 metri di lunghezza); il colore (un arancione di cui gli abitanti di San Francisco sono molto orgogliosi) e la resistenza (il ponte è stato progettato per far fronte sia alle raffiche di vento della baia che a eventuali scosse di terremoto, con cui bisogna fare i conti considerata l’elevata sismicità della zona). Anche la nebbia è un fattore, poiché avvolgendo spesso per intero il ponte, conferisce un’aura quasi magica alla struttura, soprattutto per gli amanti della fotografia. E, a questo proposito, vanno sinteticamente menzionati i diversi punti di osservazione del Golden Gate Bridge. A sud abbiamo il Golden Gate Bridge Welcome Center, mentre a nord il Vista Point. Sotto il ponte, invece, c’è il Fort Point, piccola fortezza costruita al tempo della Guerra di Secessione e utilizzata, invece, come punto di osservazione privilegiato del ponte di San Francisco. Va da sé, il Golden Gate Bridge è attraversabile anche a piedi e /o in bicicletta, purché nel rispetto delle vigenti norme di circolazione. Dal ponte, inoltre, è facilmente raggiungibile Sausalito, ridente località di mare rinominata la “Portofino d’America”. Raggiungerla a piedi, in auto o in bici è senz’altro tra le cose da fare. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.goldengatebridge.org.

11 Muir Woods

Foto di chris18769
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All’appello di un viaggio a San Francisco non può mancare una visita alla Muir Woods, foresta di sequoie alle porte della città (poco distante dal Golden Gate Park e dal Golden Gate Bridge). Un luogo bellissimo e naturalisticamente assai interessante, testimonianza di quel che la California era prima dell’antropizzazione massiva del XIX secolo. Alcuni di questi alberi giganteschi hanno quasi mille anni e offrono un habitat ideale di riproduzione per diverse specie di uccelli e mammiferi. C’è anche un torrente, il Redwood Creek, famoso per la pesca a salmoni e trote. Insomma, Muir Woods è un un bosco ricco di fascino ultimamente scelto anche dal cinema hollywoodiano che qui ha girato alcune scene del film “Apes Revolution”, ottava serie del rinomato “Il pianeta delle scimmie”. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.nps.gov/muwo/planyourvisit/reservations.htm.

1 Occhio alle trappole per turisti

Quello delle “trappole per turisti” è un argomento che ritorna spesso nelle grandi città. Nell’articolo abbiamo fatto cenno ai ristoranti di Fisherman’s Warf e Chinatown ma, va detto, sono tra le zone di San Francisco dove le probabilità di restare delusi dal cibo o dal rapporto qualità/prezzo sono maggiori. Il consiglio è quello di sempre: prestare la giusta attenzione alla scelta del ristorante, magari leggendo preventivamente le recensioni o, se ce n’è modo, chiedendo consiglio a qualcuno che ha visitato la città in precedenza. Meglio ancora chiedere consiglio a qualcuno del posto purché, ovviamente, non abbia interessi specifici a suggerire un indirizzo piuttosto di un altro.

2 Non guidare quando puoi camminare

San Francisco si gira benissimo coi mezzi pubblici, inclusi i caratteristici cable cars cui abbiamo fatto riferimento in apertura di articolo. In verità si gira comodamente anche a piedi, dal momento che la maggior parte delle attrazioni turistiche non sono molto distanti l’una dall’altra. E, giacché ci siamo, ne approfittiamo per fare menzione di altre attrazioni non trattate nell’articolo. Per esempio, la mitica Lombard Street, strada tutta tornanti delimitata da aiuole fiorite che, tornando in tema “auto”, è di gran lunga preferibile attraversare a piedi. Anche Mission è un quartiere che vale assolutamente la pena esplorare, soprattutto per connettersi con lo spirito anticonformista e libertino degli abitanti di San Francisco.

3 Occhio a cosa mettere in valigia

L’errore che si fa più di frequente è pensare che a San Francisco faccia caldo (quasi) tutto l’anno per il sol fatto di trovarsi in California. Sbagliato. Il bello, o il brutto della città (dipende dai punti di vista), è che non fa freddissimo ma nemmeno mai caldo torrido. In altri termini, l’inverno è piovoso ma non regala mai gelate, mentre l’estate è insolitamente fresca grazie alle correnti oceaniche. Autunno e primavera, invece, da un punto di vista climatico sono assai simili alle nazioni europee che si affacciano sul Mediterraneo. Come vestirsi quindi? Beh, il consiglio più semplice da dare é: “a strati”. Tessuti leggeri e traspiranti che, all’occorrenza si possono aggiungere o togliere. In inverno bisogna sicuramente portare con sé una giacca antivento e antipioggia; d’estate, invece, ci si può portare anche il bermuda, purché in valigia vi siano delle alternative casomai il tempo non fosse dei migliori. Avvisati.

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