Il Castello Aragonese

Il Castello Aragonese

Senza dubbio la cartolina più famosa dell’isola d’Ischia. Si trova in fondo al caratteristico borgo di Ischia Ponte collegato alla terraferma da un istmo in pietra fatto realizzare nel 1447 da Alfonso V d’Aragona. Un comodo ascensore porta in cima alla struttura proprio sotto il Maschio (che non è visitabile). Il panorama è mozzafiato, come pure molto belli sono i resti della Cattedrale dell’Assunta, la chiesa dell’Immacolata e il cimitero delle suore Clarisse. Il Castello aragonese è visitabile tutto l’anno anche se in estate, tra visite teatralizzate e rassegne culturali, c’è molto più fermento. Segnatevi l’appuntamento di fine giugno con l’Ischia Film Festival.

La prima fondazione della fortezza è da attribuire a Gerone I, tiranno di Siracusa (474 a.C.). I Cumani cedettero l’isola a “Ierone l’Etneo” quale ricompensa per l’aiuto fornito nella vittoriosa guerra contro i Tirreni. Nei secoli successivi, Ischia fu vittima di ripetuti saccheggi a opera di Visigoti, Arabi, Normanni, Svevi e Angioini, nonché di una violenta eruzione vulcanica (nota come “Colata dell’Arso”) che nel 1301 distrusse gran parte del versante nord-orientale dell’isola. Il susseguirsi di questi eventi favorì la formazione di un consistente insediamento all’interno delle mura del Castello aragonese dove, alla fine del ‘500, vivevano più o meno stabilmente circa 2000 nuclei familiari.

La Cattedrale dell’Assunta cui abbiamo accennato all’inizio risale, invece, al XIII secolo. Nel 1509, vi si celebrarono le nozze tra i giovanissimi Ferdinando Francesco D’Avalos, detto Ferrante, e la poetessa Vittoria Colonna. Sebbene il matrimonio servisse soprattutto a sugellare l’alleanza tra le rispettive famiglie, entrambe al servizio della Spagna, pare riuscì anche dal punto di vista sentimentale. Tuttavia, dopo la prematura morte di Ferrante in quel di Milano, Vittoria Colonna trascorse periodi sempre più lunghi all’interno del Castello aragonese di Ischia. I ripetuti soggiorni della poetessa, sia pur dettati dall’esigenza di superare il dolore per la perdita subita, coincisero con un periodo culturalmente felice per il territorio. Vittoria Colonna, infatti, amava circondarsi di artisti e letterati.

Tornando alla cattedrale, sono rimaste soltanto le rovine. L’edificio, infatti, nel 1809, fu bombardato dagli inglesi, alleati della Spagna nella guerra contro l’Impero Francese. In quegli anni, Ischia, al pari di Napoli, era sotto il controllo politico-militare di Gioacchino Murat, nominato re da Napoleone Bonaparte al posto dei Borbone. La circostanza, inevitabilmente, trasformò l’isola in teatro di guerra. Stessa sorte della Cattedrale toccò anche al Convento di suore Clarisse. Le celle che ospitavano le suore oggi sono stanze di un albergo che occupa un’ala dell’antico convento di clausura. Rimane visitabile il cimitero. Nient’altro che una stanza sotterranea, però con un dettaglio decisamente spettrale: appoggiati alle mura, infatti, ci sono dei sedili in pietra su cui le suore defunte venivano adagiate a scolare. Un processo macabro che serviva a favorire la mummificazione dei corpi. Da vedere anche la Chiesa dell’Immacolata (1737) la cui cupola domina la vista del Castello. Oggi quest’edificio viene utilizzato per mostre di pittura e scultura.

Dopo il congresso di Vienna (1815), i Borbone tornarono in possesso del Regno di Napoli. Il Castello aragonese fu prontamente riconvertito in prigione da Ferdinando I di Borbone. Dapprima vi furono reclusi gli ergastolani del regno; in seguito, invece, la fortezza divenne un carcere politico per i fautori del Risorgimento. Tra i prigionieri politici napoletani, vanno ricordati i celebri Silvio Spaventa, Michele Pironti, Carlo Poerio e Luigi Settembrini che pagarono appunto con la detenzione le loro idee unitarie e libertarie.

Dopo l’Unità di Italia (1861) il Castello aragonese entrò a far parte dei beni del demanio. Nel 1912 poi venne messo all’asta passando da bene pubblico a privato. Da questa data in avanti la storia del Castello aragonese coincide con quella dei proprietari che si sono succeduti nel corso degli anni. Va detto che non è mai venuta meno la funzione turistica del bene, numerose volte teatro di iniziative culturali di grande spessore. Oltre all’Ischia Film Festival ricordato in apertura, vale la pena accennare anche al raduno degli Urban Sketchers che da anni si danno appuntamento al castello d’Ischia nel mese di ottobre.

Il Castello aragonese di Ischia è aperto tutto l’anno, 7 giorni su 7. Dalle ore 9.00 alle 16.00 durante i mesi invernali; dalle ore 9.00 alle 20.00 nel periodo estivo. Per maggiori informazioni sulla storia e le tariffe d’ingresso consultare il sito ufficiale: castelloaragoneseischia.com.