Secondo molti il modo migliore di visitare Gubbio è passeggiare senza meta per le strade e i vicoli del suo centro storico. Questo per apprezzarne a pieno l’impronta medievale giunta incredibilmente intatta fino ai giorni nostri. Al miracolo urbanistico e architettonico hanno concorso una serie di fattori: da un lato, la conservazione delle antiche tecniche edilizie da parte delle maestranze locali; dall’altro, la lungimiranza della classe politica eugubina che, nel secondo dopoguerra, pensò bene di vincolare lo sviluppo della città alla preservazione del suo inestimabile patrimonio paesaggistico. Ovviamente, se oltre ad andare in giro per la città a “sentimento”, fidandosi cioè esclusivamente del proprio intuito, si preferisce un canovaccio minimo da seguire, allora i successivi consigli possono tornare utili per un primo approccio coi luoghi. Buona lettura.
Gubbio
10 cose da fare e vedere a Gubbio
1 Piazza Quaranta Martiri
Canonicamente la visita di Gubbio parte da Piazza Quaranta Martiri. Diversi i motivi che giustificano la scelta: il primo, fin troppo banale, è che parte della piazza è adibita a parcheggio intercettando così i visitatori che si muovono in auto; in secondo luogo, perché consente una visuale dal basso verso l’alto della città con lo sfondo di quel Monte Ingino che coi suoi 900 metri sovrasta Gubbio; in ultimo, ma solo per esigenze espositive, per la sua importanza storica. Storicità che si dipana lungo diversi fili: quello medievale, essendo stata per secoli sede del mercato cittadino; quello religioso, stante la vicinanza con la Chiesa di San Francesco, si dice edificata sulla casa dell’antica famiglia eugubina degli Spadalonga che per prima accolse il santo di Assisi dopo l’estromissione dalla dimora paterna; infine la storia repubblicana: il nome alla piazza, infatti, ricorda un terribile eccidio compiuto nel 1944 dai nazisti a danno della popolazione locale. Insomma, Piazza Quaranta Martiri è sì la base di partenza per una visita a Gubbio, col valore aggiunto, però, di avvisare fin da subito il turista della straordinaria importanza storico-culturale della città che ci si appresta a visitare.
2 Piazza Grande
Da Piazza Quaranta Maritiri, punto di partenza di una visita a Gubbio; a Piazza Grande in assoluto il luogo più amato sia dai locali che dai turisti. La particolarità di questa piazza è che si tratta di uno spazio pensile, sorretto da una serie di archi e volte che la sopraelevano sugli ambienti circostanti. A lato di questa piazza, che sicuramente da un punto di vista urbanistico rappresenta uno dei momenti più alti di età comunale, si trova Palazzo dei Consoli di cui parleremo più diffusamente nel prossimo paragrafo. Da vedere!
3 Palazzo dei Consoli
La maestosità di Piazza Grande, testé descritta come uno dei momenti più alti di età comunale, è tutt’uno con Palazzo dei Consoli che, coi suoi 60 metri di altezza, domina Gubbio. Del resto, la sua edificazione, decretata nel 1321, doveva sancire proprio la grandeur raggiunta dalla città umbra; grandezza che, visitando le sale del palazzo, sede delle maggiori istituzioni di età comunale, traspare ancora oggi a distanza di secoli. Anche la scelta di realizzare il complesso monumentale in modo tale che tutti e quattro i quartieri cittadini – San Martino, Sant’Andrea, San Pietro e San Giuliano – risultassero tangenti ai nuovi edifici, tradisce una forte ambizione di primato. Dal 1909 Palazzo dei Consoli ospita il Museo Civico: diverse le collezioni e le opere da vedere, anche se il reperto in assoluto più importante è costituito dalle 7 Tavole Eugubine: si tratta, appunto, di sette lastre in bronzo recanti incisioni in etrusco e latino con istruzioni dettagliate per officiare cerimonie di purificazione, sacrifici rituali, feste e momenti del calendario cerealicolo. Da vedere!
4 Palazzo Ducale
Da un palazzo a un altro; da un’epoca a un’altra; da un museo a un altro: è parere comune, infatti, che la visita di Palazzo Ducale a Gubbio vada fatta in abbinamento a quella di Palazzo dei Consoli. L’argomento è che solo visitando in successione i due edifici sia possibile cogliere le evoluzioni architettoniche nella rappresentazione del potere tra Medioevo e Rinascimento. Già perché il Palazzo Ducale di Gubbio è opera di un uno dei massimi interpreti del Rinascimento italiano, quel Francesco di Giorgio Martini, architetto alla corte di Federico da Montefeltro, e già artefice dell’omonima residenza signorile di Urbino. Quanto all’allestimento museale, il Palazzo Ducale di Gubbio ospita il Museo d’Arte Ducale (MAD). Da vedere, la riproduzione dello studiolo del Duca Guidobaldo da Montefeltro (l’originale è al Metropolitan Museum di NewYork), e ai piani alti del Palazzo, le opere di Leoncillo, Pomodoro, Castellani, vincitrici della Biennale d’Arte Contemporanea di Gubbio.
5 Duomo di Gubbio
Pur non essendo la chiesa più bella in città, la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo merita comunque una visita. Si tratta pur sempre del luogo di culto più importante di Gubbio, e poi approfondirne lo stile consente di familiarizzare con gran parte dell’architettura religiosa eugubina in cui il gotico si sovrappone al romanico con giustapposizioni rinascimentali e barocche. Tipica, per esempio, è la navata unica a croce latina, nel caso del Duomo impreziosita da 10 archi ogivali che terminano idealmente con la vetrata del coro. La facciata esterna, invece, è piuttosto scarna, in linea con l’impronta romanica e gotica prima richiamate, mentre per trovare tracce di barocco bisogna indugiare sulla Cappella del Santissimo Sacramento affrescata dal pittore locale Francesco Allegrini, artista non di primo piano ma comunque presente in diverse chiese e gallerie in giro per l’Italia, specie a Roma e, in misura minore, Genova. Da vedere!
6 La fontana dei matti
Si va a Gubbio per apprezzarne le vestigia medievali e… per prendere la “patente di matto“. L’onorificenza viene rilasciata (purché sia un locale a farlo) a chiunque giri per tre volte la Fontana del Bargello, bagnando nel mentre leggermente il capo con l’acqua. Il rito certifica l’adesione a uno stile di vita, quello degli abitanti di Gubbio, in cui il gioco, lo scherzo, la leggerezza sono ingredienti fondamentali che legano bene con la profonda spiritualità legata al culto di San Francesco d’Assisi, a cui sono dedicate diverse chiese sul territorio. Di una, quella di Piazza Quaranta Maritiri, abbiamo già detto; ma ce n’è un’altra quella “dei Muratori” di cui parleremo più diffusamente nel prossimo paragrafo. Tornando alla fontana del Bargello, val la pena visitare anche l’omonimo palazzo.
7 Chiesa di San Francesco della Pace
Dedicata a San Francesco della Pace e appartenente all’Università dei Muratori Scalpellini e Arti Congeneri (da cui l’altro nome di San Francesco “dei Muratorii”), questa chiesa si trova nel punto in cui, secondo la tradizione, visse la lupa ammansita da San Francesco. Architettonicamente si tratta di una chiesa semplice, in linea con le altre presenti sul territorio, ma la sua grande popolarità – al punto da essere tra le tappe obbligate di una visita a Gubbio – è appunto legata a uno degli episodi più famosi della vita del santo di Assisi. Episodio richiamato più volte all’interno dell’edificio: c’è una statua che raffigura l’ammansimento dell’animale da parte del santo e c’è addirittura una pietra, rinvenuta nel 1873 poco distante dalla chiesa, che sarebbe stata messa a copertura della tomba dell’animale. Insomma, Gubbio è indissolubilmente legata alle gesta di San Francesco ma non solo a lui, però: nella piccola chiesa di San Francesco dei Muratori, infatti, sono custodite le statue dei tre Santi, Ubaldo (patrono della città), Giorgio e Antonio, poste sui ceri che ogni anno il 15 maggio vengono portati in spalla per le strade di Gubbio nell’ambito della tradizionale Festa dei Ceri su cui ci soffermeremo nel prosieguo dell’articolo.
8 La Funivia del Colle Eletto e la Basilica di Sant’Ubaldo
A sud del centro storico medievale si trova la stazione della funivia di Gubbio che dal centro abitato porta fin sulla cima del Colle Eletto dove si trova la la basilica di Sant’Ubaldo, patrono cittadino. Appena sei minuti di viaggio che hanno notevolmente arricchito l’offerta turistica eugubina consentendo a visitatori e turisti di godere di una magnifica vista sulla città e le colline circostanti. Esclusi i periodi di fermo per manutenzione, la cestovia (questo è il nome corretto) è aperta tutto l’anno con diversi picchi di affluenza. Uno in particolare durante le festività natalizie, quando, sotto la linea, vengono accese le luminarie del famoso albero di Natale di Gubbio. Per maggiori informazioni: www.funiviagubbio.it. Quanto alla Basilica di Sant’Ubaldo, termine della celebre Festa dei Ceri prima richiamata, custodisce le tre architetture lignee (i ceri, appunto) portate in spalla per la festa e l’urna con le spoglie del Santo Patrono.
9 La Festa dei Ceri
Tra i tanti motivi per cui val la pena visitare Gubbio c’è sicuramente la Festa dei Ceri. Si tratta di una delle più antiche manifestazioni folcloristiche italiane e si svolge ininterrottamente dal XII secolo. Per capirne l’importanza – non solo per gli abitanti di Gubbio – basta considerare che i Tre Ceri, emblema della festa, dal 1973 sono presenti nel gonfalone della regione. Due le interpretazioni prevalenti sulla genesi dell’evento: quella religiosa, secondo cui la festa rappresenterebbe l’evoluzione di un’originaria offerta di cera per Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio, da parte delle corporazioni medievali (muratori, commercianti e contadini) presenti in città; l’altra ipotesi, invece, individua l’origine dell’evento in un cerimoniale pagano legato al risveglio della primavera in onore della Dea Cerere (da cui il nome “Ceri”). Secondo l’antropologo inglese Herbert M. Bower l’ipotesi pagana sarebbe suffragata proprio dal contenuto delle Tavole Eugubine, e pertanto la Chiesa non avrebbe fatto altro che risignificarne il contenuto al fine di renderlo coerente col messaggio religioso. Quale che sia la genesi, resta il fatto che il 15 maggio, giorno della ricorrenza, la città vive una giornata di autentico tripudio a cui, da anni ormai, partecipa un numero sempre crescente di turisti. Turisti a cui però viene costantemente suggerita discrezione e prudenza nell’approccio alla festa, giacché si dipana tra i vicoli del centro storico e a essere invadenti si rischia di farsi male o di raccogliere le imprecazioni dei locali impegnati attivamente nello svolgimento dell’evento. Per maggiori informazioni: www.ceri.it.
10 I dintorni di Gubbio
A pochi chilometri da Gubbio val la pena visitare Gualdo Tadino, Umbertide e Montone. La prima località è famosa per la sua tradizione ceramistica; Umbertide, invece, per la Rocca le sue numerose chiese; Montone, infine, per le strepitose vestigia medievali grazie alle quali questo piccolo paese di poco più di 1000 abitanti nella Valle del Tevere figura tra i Borghi più belli d’Italia, E, a proposito di borghi, guai a non menzionare Spello. Rispetto alle località fin qui citate, la distanza da Gubbio è maggiore (ca. 60 km), ma una volta in paese del tragitto fatto ci si dimentica completamente. Provare per credere!