12 cose da fare e vedere nel Giappone del Nord e 1 da non fare
Tour del Giappone centrale e settentrionale
Un itinerario che vi porterà alla scoperta del Giappone centro settentrionale e vi farà attraversare luoghi diversissimi: città moderne e città monumentali, villaggi rurali, borghi storici, castelli, zone termali, riserve naturalistiche, giardini paesaggistici, montagne, laghi e ovviamente tanti vulcani. Un tour che giungerà fino all’isola di Hokkaido, la terra del popolo Ainu dal forte appeal wilderness, e toccherà Sapporo, la città più a nord del paese, e la selvaggia penisola di Shiretoko, la cui punta settentrionale può essere raggiunta solo via mare o a piedi. Un percorso che vi darà la possibilità di osservare gli usi e la cultura del Giappone più tradizionale, quello dei luoghi rurali, poco turistici, e vi permetterà di testare le tante varietà gastronomiche di una cucina che non è certamente solo sushi, come potrebbe sembrare a noi occidentali. È un viaggio impegnativo da organizzare con grande attenzione, soprattutto se lo si compie a bordo dello Shinkansen, il treno ad alta velocità, o di altri vettori pubblici, dovendo calcolare in anticipo con esattezza sia la durata dei soggiorni in una determinata località sia gli orari di arrivo e partenza. Scoprite il nostro tour con 12 cose da fare e 1 da evitare in questo viaggio nella terra del sol levante.
Da Kyoto con due ore di treno si raggiunge la prima tappa di questo percorso del Giappone verso nord; è la città di Kanazawa, che in passato, grazie alla ricchezza derivatale dalla enorme produzione di riso, ha potuto competere con Kyoto e Tokyo in fatto di monumenti. Buona parte di questo antico splendore è rimasto intatto, in quanto, durante il secondo conflitto mondiale, Kanazawa venne risparmiata non avendo obiettivi militari. Sono varie le attrazioni storiche che possono essere visitate – la città vecchia, il castello, i quartieri dei samurai – ma il motivo per cui l’abbiamo inserita nell’itinerario è il giardino Kenrokuen, classificato come uno dei “tre giardini paesaggistici più belli” del Giappone insieme al Kairakuen di Mito e al Korakuen di Okayama. Kenrokuen nasce intorno al XVII secolo come giardino del castello di Kanazawa e per due secoli è stato arricchito di piante, di fontane e pagode. Venne aperto al pubblico nel 1871. Il nome Kenrokuen significa giardino delle sei sublimità. Secondo la teoria del paesaggio infatti un giardino per essere perfetto deve avere sei attributi essenziali: spaziosità, isolamento, artificiosità, antichità, acqua abbondante e ampie vedute. Kenrokuen comprende tutte queste sublimità: è grande, silenzioso, antico, pieno di punti panoramici, ma è anche ricco di artificiosità ovvero giochi d’acqua, ponticelli, case da tè, e di un elaboratissimo disegno paesaggistico in cui gli alberi e le piante creano uno spettacolo tutto l’anno. Due le stagioni di overbooking: la primavera con la fioritura dei ciliegi, lungo i ruscelli che attraversano il lato nord-orientale del giardino. E l’autunno con il foliage degli aceri arancioni e rossi. Ma anche d’inverno il giardino ha il suo “perché”; imbiancato dalla neve offre un’atmosfera particolarmente suggestiva a chi sceglie di visitarlo in questa stagione. Dopo averlo ammirato in lungo e largo, sarà piacevole fermarsi in una delle sue sale da tè per sorseggiare un te macha accompagnato da dolci tradizionali giapponesi. La Uchihashi-tei che si specchia sull’acqua dall’alto delle sue palafitte è la Tea House più bella del parco. Maggiori info su Kenrokuen qui: www.pref.ishikawa.jp/siro-niwa/kenrokuen/e/
Questa seconda tappa ci porta in un sito di grande bellezza naturalistica, la valle del fiume Shogawa nelle remote montagne che si estendono da Gifu alle prefetture di Toyama. Qui si trovano Shirakawa-go e Gokayama due comprensori di villaggi storici, patrimonio mondiale dell’UNESCO, dove l’orologio sembra essersi fermato. Il paesaggio urbano è contraddistinto dai tetti di paglia spioventi delle gassho-zukuri, case fattoria, alcune risalenti al 1600. Questi tetti sono stati costruiti così per resistere alle forti nevicate invernali e ricavare nell’attico uno spazio sufficientemente ampio per l’allevamento del baco da seta. Shirakawa-go ha tre frazioni principali: Ogimachi, il villaggio più grande con 59 case, con il miglior punto di osservazione per ammirare tutto il paese dall’alto. Il belvedere si chiama Ogi-machi Castle Ruin Observation Area, perché qui sorgeva il castello di Ogi-machi, una tipica fortezza di montagna medievale; per arrivarci bisogna imboccare un sentiero in leggera pendenza nei pressi del Wada Residence. Gokayama è un po’ più difficile da raggiungere e richiede un cambio di autobus a Ogimachi; ciò rende il luogo meno affollato di Shirakawa-go, che invece ogni anno conta 1,5 milioni di visitatori. I villaggi qui sono più piccoli, più intimi e sostanzialmente più intatti dal punto di vista urbanistico, in quanto gli edifici moderni sono minori. I villaggi più belli di Gokayama sono Suganuma e Ainokura. Il modo migliore per visitare questi luoghi è pernottare in una delle fattorie, molte delle quali ora fungono da minshuku. È possibile prenotarle sul sito ufficiale dei due comprensori: ml.shirakawa-go.org/en/accommodation e su gokayama-info.jp/en/stay; questi siti utili da navigare anche per approfondire le possibilità di esperienze da fare nei villaggi: terme, percorsi enogastronomici, eventi. A Ogimachi è possibile visitare il museo all’aperto Gassho-zukuri Minkaen, che si trova dall’altra parte del fiume rispetto al centro del villaggio, dove sono esposte fattorie e altre strutture trasferite qui per salvarle dalla distruzione. Orario: 8:40-17:00 (9:00-16:00 da dicembre a febbraio). Maggiori info: www.shirakawago-minkaen.jp/english.
Come arrivare nei due comprensori?
Le linee Nohi Bus e Hokutetsu Bus offrono corse ogni ora tra Kanazawa e Shirakawago, impiegando 1 ora e 25 minuti per raggiungere la meta; per prenotare il biglietto e per info: www.nouhibus.co.jp/english/highwaybus www.chitetsu.co.jp/english.
Dal villaggio Ogimachi si può raggiungere il comprensorio di Gokayama in 30 minuti di autobus: gokayama-info.jp/en/access.
Continuiamo il nostro itinerario toccando un’altra perla storica del Giappone centrale, Takayama. Il relativo isolamento in cui si trovò per secoli, data la sua posizione in alta quota, le ha permesso di preservare intatto il suo patrimonio storico e di sviluppare una forte identità culturale. Takayama visse il suo massimo splendore nel periodo Edo (1600-1868) quando prosperò come una ricca città di mercanti. La città oggi si presenta con un territorio grandissimo, il più esteso del Giappone, essendo stata fusa a partire dal 1936, con varie città e villaggi vicini. Per ammirare la città vecchia bisogna recarsi nel distretto Sanmachi sūji, in particolare in via Sannomachi, dove sopravvivono intere strade risalenti al periodo Edo, con case antiche in legno e attività secolari come alcune piccole industrie di sakè e botteghe artigiane. Diverse abitazioni del centro storico sono aperte al pubblico, dando la possibilità di osservare l’interno di queste costruzioni in legno, dove in passato abitavano i mercanti locali. La zona va girata a piedi per ammirarne tutti i particolari, ma anche il risciò è una buona alternativa, favorendo tra l’altro l’immedesimazione nel mood retrò. Un tour di 30 minuti costa circa 7000 yen. Persino i due mercatini di Takayama sono storici: risalgono sempre al periodo Edo e da quell’epoca vengono chiamati, con una grazia lessicale tutta orientale, Asaichi, i mercati del mattino. Il mercato più grande, Miyagawa, prende il nome dal fiume sulle cui sponde si svolge; l’altro è Jinya-mae e si trova davanti al Takayama Jinya. Vi si può acquistare di tutto dagli alimenti, ai fiori, ai manufatti soprattutto in legno, ai souvenir come il sarubobo, letteralmente cucciolo di scimmia; si tratta di bamboline di pezza senza volto che nascono come talismani della zona dei monti Hida e oggi sono la mascotte di Takayama. Realizzate in diversi colori a seconda del potere espresso: quello rosso, il più classico, assicura un matrimonio felice, il giallo tanto denaro e il verde una buona salute, l’azzurro successo negli studi, ce n’è pure uno total black con effetto anti malocchio. Difficile scegliere! Le attrazioni di Takayama sono davvero tante; per un ragguaglio consigliamo: www.hida.jp/english/touristattractions/takayamacity/historyandculture.
Kamikochi, parte del Parco Nazionale Chubu Sangaku, è una famosa località montana, nella prefettura di Nagano, raggiungibile da Takayama in circa un’ora di viaggio in autobus. Qui in un ambiente incontaminato potrete ammirare alcuni dei paesaggi più spettacolari del Giappone. Non a caso è anche una delle mete più gettonate del paese sia in estate – metà luglio / tutto agosto – che in autunno. I giapponesi vanno matti per il foliage, quindi nei week end di ottobre potrebbe essere tutto sold out; occorre prenotare le strutture alberghiere in largo anticipo, specialmente intorno a Kappabashi. Il parco è aperto da metà aprile fino al 15 novembre e chiude durante l’inverno. Dal punto di vista fisico-geografico si tratta di un altopiano lungo 15 chilometri nella valle del fiume Azusa, a circa 1500 metri sul livello del mare, circondato da alte montagne, tra cui Nishihotakadake(2909 m), Okuhotakadake (3190 m), Maehotakadake (3090 m) e il vulcano attivo Yakedake (2455 m). Essendo una località protetta, nell’intera valle di Kamikōchi non è consentito l’accesso stradale alle auto private, ci si può giungere solo con autobus o in taxi. L’escursionismo la fa da padrone, con percorsi semplici e brevi, come il sentiero pianeggiante lungo il fiume Azusa, dallo stagno Taisho al ponte Myojin, fino alle salite alle vette circostanti, che invece, sono molto più impegnative, necessitano di una buona preparazione fisica e vanno preferibilmente intraprese solo nel periodo estivo, tra metà giugno e metà settembre. La vicinanza alla città fa sì che Kamikochi possa essere visitato in giornata, ma sarebbe un peccato vedere così poco! Consigliamo di soggiornare almeno un paio di notti, soprattutto se si vogliono affrontare trekking più interessanti; il più prestigioso – e dispendioso – tra gli alloggi disponibili in zona è il Kamikochi Imperial Hotel costruito nel 1933; ma ci sono alberghi, lodge e campeggi per tutte le tasche; info qui: www.kamikochi.org/plan/accommodation.
Con un’oretta di viaggio da Kamichochi si raggiunge Matsumoto, la seconda città più grande della Prefettura di Nagano. La tappa è ineludibile per gli appassionati di castelli, in quanto qui c’è uno dei manieri antichi più belli del paese. Il contrasto della caratteristica boiserie nera con le parti bianche della struttura gli dona un’aria di grandezza e compostezza. E la sua sagoma che si staglia vivida e solenne sul fondale delle scintillanti Alpi giapponesi, crea uno splendido scenario, entrato in pieno titolo tra le immagini iconiche del sol levante. Il castello di Matsumoto è un hirajiro – cioè un castello costruito in pianura piuttosto che su una collina o una montagna – ed ha la particolarità di avere un mastio secondario e una torretta adiacenti al mastio principale. Il mastio principale e quello più piccolo furono costruiti a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Nel 1635 furono aggiunte altre due torrette, una delle quali per l’osservazione della luna. L’interno, ancora originale, è tutto in legno, e il visitatore vive davvero un’esperienza di immersione nel passato salendo le scale ripide che vanno su e giù per la strutture, affacciandosi dalle aperture degli arcieri o da quelle usate per lanciare massi sugli invasori, salendo sul ponte di osservazione all’ultimo piano del mastio principale dal quale la vista sulla città è lenticolare. Come ogni castello che si rispetti è avvolto in una nube di leggende che potete approfondire navigando sul sito ufficiale, dove troverete anche numerose notizie storiche e informazioni sugli orari e giorni di visita: www.matsumoto-castle.jp/lang/eng/legend. In primavera, il castello di Matsumoto diventa particolarmente animato, ma – con buona pace dei fantasmi – è l’esterno a calamitare i giapponesi in questa stagione: nel parco ci sono infatti centinaia di alberi di ciliegio che ad aprile sono in piena fioritura per la delizia dei visitatori.
Avete presente l’immagine delle scimmie giapponesi che fanno il bagno nelle vasche termali? Se volete incontrarle dal vivo dovete recarvi a Yamanouchi, un comune nella prefettura di Nagano settentrionale, a circa 4 ore e mezzo di viaggio da Kamikochi o a 5 ore da Takayama; è qui infatti che si trova il Jigokudani Monkey Park la cui attrazione sono i macachi giapponesi, conosciuti anche come scimmie delle nevi, che hanno trovato un modo molto piacevole di bypassare i rigori invernali: starsene a mollo nelle calde acque delle sorgenti termali naturali di cui è ricca la zona. Il parco ha una piscina artificiale, vicina all’ingresso, dove si riuniscono le scimmie. Pur essendo selvatiche, sono abituate agli umani per cui si lasciano osservare e fotografare senza fare una grinza, anzi ignorando completamente la presenza degli uomini. L’immagine più accattivante delle scimmie balneari si coglie quando l’area è coperta di neve. Il momento migliore per una visita è quindi gennaio e febbraio, ovviamente non sarete soli! Comprensibilmente queste simpatiche creature non sono molto propense a farsi delle abluzioni a 40° durante i mesi più caldi dell’anno; però anche in estate the show must go on! Così, se capitate nel parco in questo periodo, potrete vedere i guardiani del parco affaccendati nel convincere le scimmie a bagnarsi, lanciando continuamente del cibo nelle piscine. Al di là dei bagnetti termali, il luogo è molto interessante per osservare le interazioni di questi primati che vivono in grandi gruppi sociali. Chi volesse approfondire un po’ di etologia potrà recarsi presso il centro informazioni del parco, dove vengono spiegati usi e costumi dei macachi e le terribili lotte di potere dei maschi alfa. Per info sul parco: en.jigokudani-yaenkoen.co.jp/information.
Kusatsu Onsen è una delle località termali più frequentate del Giappone. Le sue sorgenti sono tante e abbondanti; inoltre la qualità medicamentosa delle acque è talmente buona da far dire ai giapponesi che qui si possono curare tutte le malattie, tranne il mal d’amore. Già famosa nella nazione, Kusatsu lo divenne anche in Europa grazie a Erwin von Baelz, un medico tedesco che prestò servizio presso la corte imperiale nella seconda metà dell’800 e nei suoi libri lodò il potere benefico di queste acque termali. La città è assai singolare, sviluppata com’è intorno ad una imponente sorgente termale, Yubatake, che sgorga con una produzione di 5000 litri al minuto, da una roccia. Frastuono d’acqua, vapori bollenti – l’acqua raggiunge i 70 gradi Celsius – e un forte odore di zolfo conferiscono al luogo una nota infernale molto apprezzata dai visitatori a caccia di posti insoliti. Sebbene non si tratti di un unicuum in Giappone, è la prima della lista nella top ten delle onsen giapponesi. Siccome è bollente non viene utilizzata sul posto, ma viene convogliata in condotti di legno dove si raffredda prima di essere distribuita ai vari ryokan e ai bagni pubblici raggruppati intorno allo Yubatake. I bagni pubblici più importanti sono il Sainokawara Rotemburo con grandi e spettacolari piscine all’aperto nel Parco Sainokawara, l’elegante Otakinoyu con piscine in legno di diverse temperature al coperto, e Gozanoyu, un bellissimo edificio in legno vicino allo Yubatake con due semplici bagni tradizionali; per approfondire queste onsen e i loro orari di ingresso: sainokawara.com. Non solo terme a Kusatsu che arroccata a 1200 metri di altitudine, tra le montagne della prefettura di Gunma, offre la possibilità di sciare in inverno e di praticare escursionismo nelle altre stagioni dell’anno.
Il tour del Giappone centro nord che vi stiamo proponendo a questo punto potrebbe virare verso est per fare tappa a Tokyo. Proseguiamo invece il nostro viaggio in direzione nord e giungiamo a Nikko, città all’ingresso del Parco Nazionale di Nikko, un luogo incantevole ricco di laghi, cascate, sorgenti termali, luoghi panoramici e numerosi sentieri escursionistici. Oltre che per il pregevole patrimonio naturalistico, la città è famosa soprattutto per il Toshogu, il santuario più riccamente decorato del Giappone. Si tratta del mausoleo di Tokugawa Ieyasu, un samurai, vissuto nel XVII secolo, fondatore dello shogunato Tokugawa, talmente celebre che compare anche in vari videogiochi tra cui Age of Empires III: The Asian Dynasties. Un anno dopo la sua morte, Ieyasu venne consacrato come divinità Tosho Daigongen, ovvero la grande divinità dell’Oriente splendente. Inizialmente Toshogu era un mausoleo semplice, poi fu ampliato dal nipote di Ieyasu, Iemitsu, durante la prima metà del XVII secolo, diventando il magnifico e opulento complesso che possiamo visitare oggi, costituito da vari edifici decorati con foglie d’oro e sculture di legno. Toshogu contiene sia elementi shintoisti che buddisti. Fino al periodo Meiji nei luoghi di culto si celebravano entrambe le religioni. Poi, quando lo shintoismo venne separato dal buddismo, anche i santuari si orientarono definitivamente verso una o l’altra religione, ma ciò a Toshogu non fu possibile tanto profondamente esse erano intrecciate tra loro. Per maggiori info su orari e biglietti: www.toshogu.or.jp/english. Consigliamo di programmare un soggiorno a Nikko di più giorni in modo da poter agevolmente visitare sia il tempio di Rinnoji e gli altri luoghi di interesse culturale sia il parco nazionale – in particolar modo il lago Chuzenji, posto di grande bellezza che offre il meglio di sé in autunno, ammantandosi di caldi colori autunnali.
Immerso all’interno dell’Honshu settentrionale, il Parco Nazionale Towada-Hachimantai è un luogo di grande pregio naturalistico che offre scenari mozzafiato e la possibilità di praticare infinite attività all’aperto in ogni stagione. Il Parco Nazionale Towada-Hachimantai è diviso in due zone: quella della regione di Towada-Hakkoda e la zona della regione di Hachimantai. La bellissima gola di Oirase, dove alberi lussureggianti incorniciano la discesa del torrente. Il monte Akita-Komagatake, un vulcano attivo, celebre per la fioritura estiva di fiori alpini coloratissimi. L’immenso lago Towada, 46 km di circonferenza e 327 metri di profondità, uno dei luoghi della top ten giapponese per il foliage autunnale: i colori caldi delle foglie degli alberi in contrasto con il blu dell’acqua sono un colpo d’occhio straordinario. Quelli citati sono solo alcuni dei posti da visitare nel parco Nazionale Towada-Hachimantai – per approfondire https://www.env.go.jp/en/nature/nps/park/towada/point/index.html. Data la natura vulcanica del territorio, il parco abbonda di sorgenti termali, intorno alle quali si sono sviluppati alcuni villaggi consacrati al turismo termale; tra questi il più caratteristico è Nyuto Onsen nella Prefettura di Akita; il nome della località significa “sorgente calda dei capezzoli” e deriva dalla forma del vicino Monte Nyuto. Nel villaggio ci sono otto ryokan, alcuni dei quali hanno oltre 300 anni. Tsurunoyu Onsen è la locanda più antica e famosa, alcune delle sue stanze risalgono al periodo Edo (1603-1867) e offrono un soggiorno in un ambiente rustico e spartano. L’ingresso giornaliero è di circa 600 yen. Pernottamento: da 10.000 a 20.000 yen a persona inclusi 2 pasti. Maggiori info: http://www.tsurunoyu.com/FONDMENT/t-heya.html.
La prossima tappa del nostro itinerario è Hirosaki, dove si trova uno dei castelli giapponesi più importanti del paese. La prima parte del percorso, che dal parco nazionale Towada-Hachimantai conduce in città, vale da sola il viaggio: la strada Hachimantai Aspite Line, chiusa in inverno, taglia la montagna ed offre panorami straordinari ad ogni curva. Sviluppatasi intorno al castello, durante il periodo Edo, Hirosaki era la capitale politica e culturale della regione di Tsugaru, la parte occidentale dell’attuale prefettura di Aomori. Ancora oggi è uno dei luoghi culturalmente più vivaci della regione, ricco di edifici storici da visitare. Oltre al castello, infatti, in città sopravvivono molte antiche residenze dei samurai nel distretto dedicato (per saperne di più: Distretto dei samurai di Hirosaki).Gli eventi in città sono tantissimi e si svolgono quasi tutti intorno al Castello: si comincia in primavera con il Festival dei fiori di ciliegio, si continua in estate con Festival di Neputa, caratterizzato dall’esibizione di decine di carri illuminati, alti più di nove metri, che rappresentano celebri personaggi della storia e della mitologia giapponese; si passa poi all’autunno col Festival del fogliame autunnale fino al Festival delle lanterne di neve che si svolge in inverno. Hirosaki è detta anche la città delle mele, essendo la maggiore produttrice nazionale di questo frutto. Anche intorno a questa risorsa ortofrutticola è stato organizzato un circuito di eventi e di attrazioni turistiche; si va dalla raccolta delle mele nell’Hirosaki Apple Park, da agosto a metà novembre, all’Apple Flower Festival, la fioritura dei meli che si tiene a maggio e che prevede anche degustazioni di piatti a base di mela.
Cosa vedere in città?
Ovviamente il castello costruito nel 1611 dal clan Tsugaru. Il maschio originale di cinque piani fu incendiato nel 1627, dopo essere stato colpito da un fulmine. L’attuale mastio a tre piani risale al 1801 ed è tra i pochi esemplari giapponesi non ricostruiti in epoca moderna. Della maestosa costruzione originaria sopravvivono anche le porte con delle torrette angolari e dei fossati. La cosa più straordinaria del complesso è il parco con oltre 2500 alberi che danno vita a un percorso fiabesco fatto di gallerie vegetali di fiori di ciliegio, fossati e sentieri pieni di petali; insomma il paradiso in terra per i giapponesi e una vera manna per gli albergatori che registrano overbooking durante tutto il periodo della fioritura. Altri siti di interesse all’interno del Parco sono: il Giardino Botanico, il Santuario Gokoku, il ramo Aomori del Santuario Yasukuni. Info su come raggiungere il parco e il Castello con i mezzi pubblici: www.hirosakipark.jp.
È venuto il momento di raggiungere la parte più a nord del Giappone dove si trova la grande isola di Hokkaido, dalla natura selvaggia e incontaminata. L’isola, che originariamente era la terra del popolo Ainu, ha pochi centri urbani, è però estremamente ricca di attrazioni naturalistiche. Vulcani, terme naturali, alte montagne, percorsi escursionistici e piste di sci la rendono una meta turistica frequentata sia in estate che in inverno. È possibile raggiungere la capitale di Hokkaido, Sapporo, in treno da Hirosaki. Consigliamo un soggiorno di almeno due notti per esplorare la città. Sapporo, che in lingua Ainu significa grande fiume che scorre attraverso una pianura, è la quinta città più grande del Giappone. La sua crescita è stata rapidissima: nel 1857 la sua popolazione era di appena sette persone. Fu portata alla ribalta internazionale nel 1972, quando vi si tennero i Giochi Olimpici Invernali. Oggi Sapporo è un vivace centro urbano pieno di ristoranti gourmet, negozi e boutique di ogni genere, luoghi di cultura; la città è inoltre caratterizzata da una vivace vita notturna e vari eventi, tra cui spicca il festival della neve che si tiene a febbraio.
Da non perdere in città
Parco Odori Si estende per circa un chilometro e mezzo e divide la città in due parti, è un’oasi con 92 tipi di alberi tra cui spiccano lillà e olmi. Dagli anni ‘50 qui vi si svolge il Sapporo Snow Festival, l’importante evento dedicato alle sculture di neve o di ghiaccio; il festival si tiene a febbraio e dura circa una settimana (maggiori info: SapporoSnow Festival). All’estremità orientale del Parco si erge la Torre della TV di Sapporo, che ha una piattaforma di osservazione con belle viste sul parco e sulla città circostante, perfetta per scattare selfie e foto ricordo.
La Torre dell’Orologio
Il simbolo di Sapporo. L’edificio fu costruito durante il primo periodo dello sviluppo di Sapporo nel 1878 come sala per esercitazioni del Collegio Agrario di Sapporo. Nel 1881 fu installato un orologio acquistato da Boston.
Susukino
Il più grande quartiere dei divertimenti del Giappone a nord di Tokyo. È pieno di negozi, bar, ristoranti, negozi di karaoke, saloni di pachinko e anche locali a luci rosse. Nel quartiere c’è una stradina il cui nome la dice lunga: si chiama Ramen Yokocho e vi troverete i migliori ristoranti di ramen della città.
Il Museo della birra
Hokkaido è la culla della birra in Giappone. La birra Sapporo, uno dei marchi di birra più antichi e popolari del paese, viene prodotta dal 1877. Il museo offre un itinerario per conoscere la storia della birra in Giappone e il processo di produzione. Pagando un extra è possibile fare un tour di degustazione.
Abbiamo già scritto che Hokkaido è soprattutto un territorio dal grande interesse naturalistico. Varrebbe quindi la pena di girarla tutta per apprezzarne i diversi angoli, ma questo sarebbe un viaggio a parte. Noi per questo itinerario vi suggeriamo di visitare almeno la penisola di Shiretoko, dove si trova uno dei parchi nazionali più belli e incontaminati del Giappone, lo Shiretoko National Park. La zona è talmente selvaggia che la strada arriva solo fino a tre quarti della penisola; la punta settentrionale può essere raggiunta solo via mare in un tour in barca oppure a piedi, con un trekking che dura vari giorni. La penisola ospita una grande varietà di animali selvatici, tra cui orsi bruni, cervi e volpi. In inverno, la costa della penisola, lungo il Mare di Okhotsk, diventa una delle regioni più meridionali dell’emisfero settentrionale per vedere il ghiaccio alla deriva. Nel 2005 Shiretoko è stata inserita nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità per il valore insostituibile dell’ecosistema e della biodiversità della penisola.
Highlights del parco
Capo Shiretoko
Situato sulla punta della penisola, Capo Shiretoko è costituito da vaste praterie che si affacciano sul Mare di Okhotsk. Il miglior modo di ammirarne la bellezza è partecipare a una gita in barca.
Cascate di Frepe-no-taki
Caratterizzate da spruzzi d’acqua sotterranei che emergono da una fessura nella scogliera. Particolarmente suggestiva la scena invernale della cascata ghiacciata.
Laghi Shiretoko Goko
Si tratta di un insieme di cinque piccoli laghi formati molto tempo fa dall’eruzione del vicino Monte e alimentati da sorgenti sotterranee. Da qui si gode una splendida vista sulle montagne circostanti.
Le cascate di Kamuiwakkayu
Queste cascate sono state una delle destinazioni termali per eccellenza del Giappone fin quando, a causa del pericolo di caduta massi, la parte alta e più spettacolare del fiume è stata chiusa al pubblico. Ora è possibile percorrere solo la parte inferiore del fiume lunga 140 metri dove ci sono pozze termali tiepide.
Monte Rausu
Dalla vetta del Monte Rausu si gode una magnifica vista della penisola, ma per conquistare questo super belvedere occorre una scalata di circa otto ore; una faccenda da alpinisti esperti a causa delle gole piene di neve fino alla fine di luglio.
Viola kitamiana
Una pianta alpina che si trova solo a Shiretoko, nell’isola di Etorofuto e nell’isola di Kunashirito, ed è un simbolo di Shiretoko. A giugno, i fiori bianchi spuntano dalla ghiaia montana formando un mantello candido straordinario.
1Cosa non fare: non toccateci, siamo giapponesi!
Quando viaggiamo è sempre bene tenersi aggiornati sugli usi e tradizioni del luogo che visitiamo per non cadere in gaffes imbarazzanti. I giapponesi non sono abituati come noi, popoli latini, al contatto con altre persone. Sebbene ormai nessuno, o quasi, di loro vi rifiuterà una stretta di mano, è bene non salutare in questo modo. Non cadete nell’errore opposto iniziando a inchinarvi in maniera teatrale e vistosa, basterà mantenersi a distanza e abbassare leggermente il busto o solo la testa. Il body language diversificato continua anche altrove: in metro, in treno e su altri vettori di trasporto pubblico, evitate di sedervi accanto a un giapponese, e lasciate un posto vuoto tra voi e lui.