Normandia

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Normandia

12 cose da fare e vedere in Normandia e 2 da non fare

Anche se non esistono destinazioni turistiche complete, in grado di accontentare quasiasi tipo di viaggiatore, ci sono posti nel mondo che ci vanno molto vicino. La Normandia è sicuramente uno di questi. La bellezza del paesaggio costiero, l’entroterra rurale, le atmosfere sui generis di Caen, Rouen e Le Havre, senza dimenticare abbazie, monasteri e le innumerevoli specialità gastronomiche fanno di questa regione del nord della Francia una meta ideale per turisti diversissimi tra loro. Inoltre, rispetto al passato, sono stati fatti passi in avanti importanti per tutto quel che riguarda l’accoglienza turistica, con indubbi benefici economici e sociali per l’intera regione. Dalla sua, poi, la Normandia ha anche la storia: la memoria dello sbarco alleato nel giugno del 1944, ancora oggi richiama migliaia di visitatori da ogni parte del mondo, desiderosi di conoscere i luoghi di uno degli episodi più cruenti, e allo stesso tempo decisivi, del XX secolo. Nel racconto a seguire proveremo a tener conto di tanta ricchezza. Buona lettura.

1 Penisola di La Hague

Foto di CpaKmoi
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Il nostro viaggio alla scoperta della Normandia comincia dalla Manica (Manche, in francese) il più occidentale dei 5 dipartimenti in cui è divisa la regione. Prima tappa la Penisola di La Hague. La natura aspra e selvaggia della zona richiama prevalentemente surfisti e amanti del trekking. Diverse le cose da vedere. Segnaliamo en passant: le scogliere di Nez de Jobourg, il piccolo Port Recine e il Castello di Nacqueville. Le scogliere di Nez de Joubourg (vedi foto), all’estremità occidentale della penisola, sono la seconda attrazione della Manica dopo l’Abbazia di Saint-Michel. Alte 128 metri, rappresentano uno degli snodi più importanti del traffico marittimo dell’Atlantico. Ai piedi delle scogliere si aprono diverse grotte molto profonde che, volendo, possono essere visitate insieme a guide del posto. Recine, invece, è il porto più piccolo di Francia. Da qui la sua particolarità, che contrasta enormemente con la capienza del porto della vicina città di Cherbourg dove, invece, sono migliaia le imbarcazioni, compresi yachts e navi da crociera, ad attraccare annualmente. Infine Nacquiville, castello rinascimentale dei primi del ‘500 a cui, nel XIX secolo, è stato aggiunto un bellissimo parco-giardino con laghi, cascate, fiori, palme e altre piante ornamentali. Da Nacquiville parte anche il GR233, l’itinerario escursionistico più famoso della penisola. Ottanta chilometri circa, attraversa da nord a sud l’intero territorio, tra paesaggi magnifici, pascoli, muretti a secco, alte falesie e insenature meravigliose. Perciò, insieme all’abbigliamento tecnico, guai a dimenticare la macchina fotografica.

2 Granville

Foto di Falcon® Photography
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Dopo Cap de La Hague è la volta di Granville, una delle località balneari più rinomate di tutta la Francia. Considerando i paesi limitrofi (Saint Pair Sur Mer, Jullouville, Donville des Bains ecc.) sono oltre 20 i chilometri di litorale a disposizione dei turisti, molti dei quali provenienti da Parigi grazie all’efficiente collegamento ferroviario da/con la capitale francese. Se poi risaliamo la costa fino a Portbail, i chilometri balneabili diventano molti di più, il che spiega una parte del grande successo turistico di questo tratto di costa. L’altra parte, invece, è da ricondurre alla presenza del casinò nella parte vecchia (Haute Ville) di Granville (non a caso, la località è rinominata “Montecarlo del nord”). Ma non è finita perché al fascino di Granville contribuisce il fatto di essere la città natale di Christian Dior. Nella casa in cui il grande stilista trascorse tutta la sua giovinezza è stato allestito un museo con un buon riscontro di visitatori. I numeri, ovviamente, non sono gli stessi del Carnevale cittadino che, ricordiamo, è uno dei più importanti della nazione transalpina. Nei dintorni, infine, segnaliamo Coutances, distante una trentina di chilometri da Granville. La località è famosa per la Cattedrale, eretta nel XIII secolo nella parte più alta della città. Dalla torre di questa chiesa si scorge un panorama magnifico che da solo vale la visita. Da non perdere!

3 Abbazia di Saint Michel

Foto di Ridoe
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Con oltre 2,5 milioni di visitatori l’anno (alcune stime addirittura parlano di 3 milioni) l’Abbazia di Saint Michel è la seconda località più visitata di Francia dopo la capitale Parigi. Il primato, però, è tutt’altro che recente. Già nel Medioevo questo luogo era meta di pellegrinaggi da ogni parte d’Europa. Diversi i motivi alla base della straordinaria popolarità del sito. Il primo è la sua origine mitica. Si racconta, infatti, che l’edificazione della chiesa fu ordinata dall’Arcangelo Michele in persona, apparso ripetutamente in sogno al vescovo di Avranches, Saint Aubert. Il periodo, giova ricordare, è l’inizio dell’VIII secolo, per la precisione il 708, anno in cui venne costruita la prima chiesa. Ovviamente i lavori di ampliamento continuarono nel corso di tutto il Medioevo conferendo l’inconfondibile stile gotico-normanno all’abbazia. Abbazia alta 157 metri, e situata sulla sommità di un isolotto attorno al quale, nel tempo, sorse un piccolo villaggio, a sua volta cinto da possenti mura difensive. Ancora oggi, Saint Michel, oltre a essere un’abbazia, è un borgo disseminato di negozietti tipici, ristoranti e con una sua ricettività diffusa. L’altro motivo alla base del fascino planetario della località è il fenomeno dell’alta marea. Tutt’attorno l’abbazia, infatti, le maree oscillano finanche di 15 metri, motivo per cui, da anni, ne viene monitorato l’andamento in maniera costante. Chiaramente nel tempo sono state create le infrastrutture necessarie a rendere il sito visitabile in ogni stagione dell’anno: con la nebbia e col sole; con l’alta o la bassa marea. E qui veniamo al terzo motivo che ha decretato il successo della località: la sopraggiunta tutela UNESCO del 1979. Nel 2001, infine, il ritorno dopo secoli di monaci e suore della Fraternità Monastica di Gerusalemme (subito dopo la Rivoluzione Francese, infatti, l’Abbazia venne riadattata a prigione). Per maggiori informazioni sulla storia, i collegamenti terrestri e l’andamento delle maree consultare il sito: www.ot-montsaintmichel.com (disponibile la versione in inglese).

4 Costa di Madreperla (I luoghi del D-Day)

Foto di GiancarloGattelli
Booking.com: mostra mappa con hotel vicino a Costa di Madreperla (I luoghi del D-Day)

Come abbiamo detto in apertura, le spiagge e i luoghi dello sbarco in Normandia sono diventati negli anni una delle principali attrazioni turistiche di Francia. Sono tantissimi i visitatori che ogni anno, soprattutto durante i mesi estivi, ripercorrono le località della Côte de Nacre, la Costa di Madreperla. Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword sono le spiagge (Plages de Debarquement) dove, il 6 giugno 1944, sbarcarono inglesi, americani e canadesi per liberare la Francia dall’occupazione nazista. Il tributo di sangue fu enorme e, come sempre in guerra, a rimanere al suolo non furono solo gli alleati ma anche moltissimi soldati tedeschi. Tra cimiteri, musei e installazioni sono tantissime le cose da vedere. In questa sede ci limitiamo a segnalarne solo alcune: il Museo della Liberazione di Cherbourg; la chiesa di Saint Marine (ca. 40 km a sud est di Cherbourg) col manichino del soldato americano John Steele appeso sul campanile; e il cimitero americano di Colleville-sur-mer (sulla spiaggia di Omaha Beach). La visita dell’impressionante Normandy American Military Cemetary and Memorial è indispensabile per ricostruire una delle pagine di storia più sanguinose del ‘900. Il cimitero è aperto al pubblico tutti i giorni, tranne il 25 dicembre e il 1 gennaio. Dal 15 aprile al 15 settembre è aperto dalle 9:00 alle 18:00; il resto dell’anno dalle 9:00 alle 17:00. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.abmc.gov/cemeteries-memorials/europe/normandy-american-cemetery.

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5 Bayeux

Foto di Sachitha Obeysekara
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Parlando dei luoghi del D-Day abbiamo accennato alla gran quantità di musei cittadini dedicati allo sbarco in Normandia. Uno di questi si trova nella graziosa cittadina di Bayeux, circa 15000 abitanti nel dipartimento di Calvados e Orne. Si chiama Musée Memorial de la Battaille de Normandie e raccoglie diversi reperti sullo sbarco alleato del ’44. Ma Bayeux merita una visita anche per altri motivi. La Cattedrale, per esempio: realizzata nel XIII secolo, è unanimemente riconosciuta come una delle più belle di Francia (vedi foto). Anche il vescovado e gli altri palazzi sorti tra il ‘400 e il ‘700 testimoniano l’importanza del patrimonio architettonico di questa piccola città, in gran parte risparmiata dalla furia distruttrice della seconda guerra mondiale. Tuttavia, il reperto di maggior importanza è il famosissimo Arazzo di Bayeux. Si tratta di un arazzo di oltre 70 metri su cui sono state ricamate le diverse fasi della conquista dell’Inghilterra a opera del Duca di Normandia Guglielmo I. C’è chi giustamente ha visto in questo reperto un antenato del fumetto, anche per la frivolezza di alcune delle scene raccontate. Ovviamente a spiccare è lo straordinario valore documentale dell’opera, non a caso inserita dall’UNESCO nel suo speciale Registro della Memoria del mondo (Memory of the world) fondato nel 1992. Per maggiori informazioni sull’arazzo e sullo spazio museale dedicato allo sbarco in Normandia consultare il sito: www.bayeuxmuseum.com.

6 Caen

Foto di janeb13
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L’aeroporto più importante della Normandia, nonché una delle università più antiche di Francia: bastano pochi cenni per spiegare l’importanza presente e passata di Caen, capoluogo del dipartimento di Calvados. Una città di poco più di 100.000 abitanti, profondamente segnata dai fatti del ’44. Il centro abitato, infatti, fu completamente raso al suolo nei due mesi di furibonde battaglie tra truppe alleate e nazisti. La parte vecchia, invece, venne quasi del tutto risparmiata, il che ha consentito la preservazione dei suoi splendidi monumenti. Monumenti che  in gran parte risalgono all’XI secolo, costruiti su impulso di Guglielmo Il Conquistatore, l’eroe della battaglia di Hastings del 1066 con cui il Regno di Normandia si estese fin sulle coste inglesi dall’altro lato della Manica. Guglielmo I ordinò la costruzione della cinta muraria di Caen (Chateau Ducal) e delle due abbazie, rispettivamente riservate agli uomini (Abbaye aux Hommes) e alle donne (Abbaye aux femmes). Ancora oggi, tutti e tre questi monumenti rappresentano i punti di maggior interesse turistico della città. Specie le due abbazie: nella prima, nota anche col nome di Chiesa di Santo Stefano, fino al 1563 è stato sepolto lo stesso Guillarme le Conquerant; nella seconda, invece, nota col nome de La Trinité, sua moglie Matilde delle Fiandre. Meritano una visita anche il Memorial de Caen e la chiesa di San Pierre. Inaugurato nel 1988, il Memoriale ospita innumerevoli reperti storici dello sbarco in Normandia più numerose altre testimonianze sui conflitti internazionali dal 1918 a oggi (www.memorial-caen.fr). Quanto alla chiesa di San Pierre, risale al XIII-XIV secolo ed è famosa per il suo campanile di circa 80 metri (vedi foto).

7 Costa dei Fiori

Foto di edmondlafoto
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A est della Côte de Nacre si susseguono le località della Côte Fleurie, o Costa dei Fiori. Cabourg, Deauville, Dives-sur-mer e Honfleur sono le tappe principali di questo litorale che ha conosciuto il culmine della sua fama turistica nella seconda metà del XIX secolo. Famosissimo, per esempio, è il lungomare di Cabourg intitolato a Marcel Proust. Il grande scrittore francese fu un assiduo frequentatore della località, presente in uno dei suoi romanzi più famosi, “Alla ricerca del tempo perduto”, col nome di Balbec. A Cabourg c’è anche un casinò, mentre Deauville è famosa soprattutto per le aste dei cavalli cui partecipano compratori provenienti da ogni parte del mondo, e per l’American Film Festival che dal 1975 si svolge la prima settimana di settembre. Honfleur, invece, è il tipico borgo marinaro della Francia settentrionale (vedi foto). Assai caratteristica è la zona del porto (Vieux Bassin): pescherecci, yachts e barche a vela fanno da sfondo a gallerie d’arte, ristoranti e localini di ogni tipo in cui si mangia e beve benissimo. Poco distante da Honfleur si incontra lo spettacolare Ponte di Normandia di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

8 Ponte di Normandia

Foto di Luc Mercelis
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Costruito tra il 1988 e il 1995 il Pont de Normandie ha notevolmente accorciato la distanza tra Honfleur e Le Havre portandola a 25 chilometri invece dei 60 un tempo necessari. Un’opera ingegneristica non solo utile ma anche esteticamente gratificante al punto da diventare, nel giro di pochi anni, una delle principali attrazioni turistiche della regione. La struttura in ferro e acciaio, lunga poco più di 2 chilometri, dispone anche di una corsia pedonale e di una per le biciclette a fianco di quella carrabile. Le prime due sono percorribili gratuitamente e garantiscono una visione spettacolare della Senna e dell’entroterra circostante. La corsia automobilistica, al contrario, prevede il pagamento di un pedaggio. In alternativa, sempre da Honfleur, è possibile salpare a bordo di un’imbarcazione che passa proprio sotto il ponte. Da vedere!

9 Le Havre

Foto di Frédéric BISSON
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Un viaggio alla scoperta della Normandia non può escludere Le Havre, prima città per numero di abitanti (ca. 190.000) dell’intera regione. Non è l’unico primato: il porto, con un indotto occupazionale di gran lunga superiore alle 10.000 unità, è il secondo più importante di Francia dopo Marsiglia. Di sicuro è il primo per traffico commerciale e transito di contaneir, il che dà una dimensione internazionale a una città che, giova ricordare, era uscita completamente distrutta dagli scontri successivi allo sbarco alleato del ’44. E qui sta il vero motivo di fascino di Le Havre. Subito dopo la guerra, infatti, cominciò la ricostruzione del centro cittadino secondo le direttive di Auguste Perret, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi architetti del XX secolo. Nel 2005 l’UNESCO ha inserito il centro storico di Le Havre tra i siti Patrimonio dell’Umanità, definendo l’operato di Perret “un eccezionale esempio di pianificazione urbana e architettura del dopoguerra, basato sullo sfruttamento innovativo del potenziale del calcestruzzo“. Diverse le cose da vedere: la chiesa di Saint Joseph, pure questa ristrutturata secondo le linee guida del “poeta del cemento” come era soprrannominato Perret; la Cattedrale, col suo mix di gotico e rinacimentale (vedi foto); il Museo di Arte Moderna, l’antico porto di pescatori di Sainte Andresse, e soprattutto l’Espace Oscar Niemeyer, più noto come “le Volcan” per la sua forma che richiamerebbe appunto quella di un vulcano. Insieme al campanile della già richiamata chiesa di Saint Joseph quest’avveneristica struttura a due piani realizzata nel 1982 dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, scandisce la vita culturale e artistica della città tra spettacoli teatrali ed eventi musicali. Per maggiori informazioni visita il sito: www.levolcan.com.

10 Étretat

Foto di bigfoot
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Il paesaggio costiero è uno dei motivi di maggior fascino della Normandia. L’abbiamo visto con le scogliere di Nez de Joubourg nella penisola di La Hague (vedi punto 1), ci accingiamo a vederlo ora con la Falaise d’Aval nella cittadina di Étretat, 30 chilometri a nord di Le Havre. Grazie alla cornice naturale rappresentata da Courtine, Manneporte, Aguille Belvalle e le altre scogliere di calcare che si susseguono lungo l’altopiano del Pays de Cux, Étretat si è trasformata in una rinomata stazione balneare, affrancandosi dal passato di borgo marinaro. La spiaggia di ghiaia, cinta dalle imponenti scogliere appena descritte, fa il resto, attraendo migliaia di visitatori specie durante il periodo estivo. Nelle altre stagioni dell’anno, invece, sono gli itinerari escursionistici dell’altopiano ad attirare soprattutto gli amanti del trekking. Proseguendo a nord di Étretat, lungo la Costa di Alabastro (Côte d’Albâtre, in francese), sono molte altre le località che meriterebbero una sosta. Segnaliamo, di passaggio, Fecampe, distante solo 16 chilometri, e Dieppe che di chilometri ne dista, invece, all’incirca 80. Da vedere!

11 Abbazia di Jumièges

Foto di Michael Day
Booking.com: mostra mappa con hotel vicino a Abbazia di Jumièges

In Normandia ci sono capolavori della natura come le falesie di Étretat e altri capolavori, invece, che testimoniano la grandezza dell’uomo. L’Abbazia di Jumièges, a circa 30 chilometri da Rouen (vedi prossimo punto), appartiene di diritto a questa seconda categoria. Al punto che è riduttivo circoscrivere al solo ambito regionale la straordinaria bellezza di questo luogo, non a caso considerato il più bel rudere di Francia. E già, perché visitare l’Abbazia di Jumièges, significa attraversare circa 9 secoli di storia: più precisamente dal IX, periodo in cui venne realizzata l’Abbazia di Notre Dame, al XVII, periodo nel quale vennero fatti gli ultimi lavori di ampliamento della struttura prima che i frati benedettini andassero via il secolo dopo. Al complesso si accede da un portico del XIV secolo, mirabile esempio di architettura gotica. Una volta entrati si scorgono la già richiamata Abbazia di Notre Dame, con le sue due torri di circa 50 metri l’una, e l’annessa chiesa di Saint Pierre che presenta interessanti elementi pre-romanici. Ricco di fascino anche il parco tutt’attorno. All’incirca 15 ettari di verde in cui è si scorge tutt’ora l’articolato sistema di terrazzamenti realizzato dai monaci che abitavano il convento. L’Abbaye de Jumièges è aperta tutti i giorni (tranne 1 gennaio, 1 maggio, 1 novembre e 11 dicembre, 25 dicembre). Dal 15 aprile al 15 settembre è visitabile dalle 09.30 alle 18.30. Dal 16 settembre al 14 aprile dalle 09.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Non è consentito l’ingresso agli animali. Per maggiori informazioni su storia, percorso e tariffe d’ingresso consultare il sito: www.abbayedejumieges.fr.

12 Rouen

Foto di mout1234
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Ultima tappa del nostro racconto è Rouen, capoluogo della Senna Marittima. La città conta poco più di 100.000 abitanti (500.000 considerando l’area metropolitana) ed è un importante scalo portuale. Infatti, pur distando 90 chilometri dalla costa, sono migliaia le imbarcazioni che ogni anno navigano le acque della Senna “in partenza da” o “in arrivo a” Rouen. A giovarne non è stato solo il commercio, ma anche l’economia turistica. Basti pensare a un grande evento come “Armada”, raduno internazionale di velieri provenienti da diversi paesi nel mondo. Nel 2019 ci sarà un nuovo appuntamento di quest’importante manifestazione che grazie all’imponente sforzo organizzativo richiama in città migliaia di turisti (www.armada.org). E, di cose da vedere, in special modo nella parte vecchia di Rouen, ce ne sono davvero moltissime. Case a graticcio, strade lastricate, chiese e musei dappertutto: visitare Rouen è una delle esperienze più gratificanti di un viaggio in Normandia. Imperdibile la Cattedrale Notre Dame de l’Assomption, una delle chiese più importanti di Francia, sede dell’arcidiocesi cittadina. Una testimonianza significativa dell’architettura medievale della Normandia in cui a spiccare sono soprattutto le tre torri: la Torre di San Romano, la Torre di Burro (così chiamata perché costruita coi proventi delle indulgenze per il consumo di burro in tempo di Quaresima) e la Torre Lanterna, alta ben 151 metri. Non è finita perché Rouen è famosa anche per essere la città in cui venne arsa al rogo Giovanna d’Arco. Il martirio dell’eroina di Francia avvenne il 30 maggio 1431 in Place de Vieux Marché, l’antica piazza del mercato cittadino. Meritano inoltre una visita la chiesa di Saint Maclou e Gros Horloge, l’arco rinascimentale nella piazza omonima sormontato da un orologio astronomico del XVI secolo. Quanto ai musei, dicevamo, sono tantissimi: “Belle Arti”, “Storia della Medicina”, “Educazione” ecc. Per l’approfondimento degli spazi museali di Rouen consultare il sito: www.rouen-musees.com.

1 Non sottovalutare il pericolo della marea a Mont-Saint-Michel

Ne abbiamo già parlato (vedi punto 3) ma repetita iuvant. Il mare attorno Saint-Michel si ritira per chilometri (bassa marea) con molta velocità e, con altrettanta velocità, vi fa ritorno (alta marea). Perciò meglio non sottovalutare i rischi connessi all’andamento repentino delle maree, magari avventurandosi in escursioni solitarie. Da non fare!

2 Occhio alle trappole per turisti

In un territorio grande come la Normandia non mancano certo locali, trattorie e ristoranti. In alcuni si mangia bene, nel pieno rispetto della gastronomia regionale; in altri, invece, la cucina è decisamente al di sotto delle aspettative. A ben vedere questo succede in quasi tutte le località turistiche e, più in generale, molto dipende anche dal valore che si attribuisce al cibo in vacanza. Se siete tra i fedeli al motto “eat local”, allora è bene scegliere senza fretta dove andare a mangiare, magari aiutandovi con le recensioni in rete e/o i consigli di qualcuno/a del posto. Nel caso della Normandia, per esempio, c’è chi addirittura suggerisce di seguire la traccia dei tir. Della serie: se volete mangiare bene, abbondante, spendendo il giusto, fidatevi dei camionisti!

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