Lecce

Foto di Siggy Nowak
Lecce

9 cose da fare e vedere a Lecce e 2 da non fare

La Firenze del Sud. Sono molte le guide che definiscono Lecce in questo modo, anche se è un paragone che ai leccesi sta stretto. Non perché si voglia negare la straordinaria bellezza di Firenze, ci mancherebbe; ma perché Lecce è Lecce, un unicum evidentemente non riducibile ad altro. In effetti, il Barocco leccese, sia per la raffinata lavorazione del calcare che per i temi decorativi scelti non ha eguali nel patrimonio artistico-culturale italiano. Su questa particolarità, la città ha costruito in anni recenti la sua fortuna turistica attraendo un numero sempre maggiore di visitatori, e soprattutto molti giovani. Oltre all’arte, ai palazzi e alle tante chiese della città, l’altro fattore premiante è la collocazione strategica nel cuore del Salento, con il mare ad appena 10 chilometri di distanza. Quindi, non solo una città d’arte ma, volendo, anche una località estiva con una una vita notturna frizzante tra rassegne culturali, concerti e tradizioni popolari. Insomma, Lecce vale senz’altro una visita. Di seguito, la nostra personale lista con le cose da fare e vedere in città. Buona lettura.

1 Basilica di Santa Croce

Foto di *Blunight 72*
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L’emblema del barocco leccese. Dal portale principale delimitato da due coppie di colonne corinzie, alle decorazioni della balaustra (fiamme, leoni, pellicani, melograni, angeli, insegne, stemmi ecc.) fino al rosone romanico che domina la parte alta della facciata non c’è metro quadro di quest’edificio che non colpisca per la sua magnificenza. All’interno, lo stato d’animo non cambia: dal soffitto cassettonato della navata centrale agli altari, agli affreschi tutto testimonia la grandeur di questa basilica minore costruita tra XVI e XVII secolo. Determinante il contributo di quattro grandi architetti: Gabriele Riccardi al cui ingegno si devono la parte inferiore della facciata e la cupola; Francesco Antonio Zimbalo, autore dell’imponente portale maggiore, delle colonne e degli stemmi circostanti; infine, Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo (nipote di Francesco Antonio Zimbalo). Insieme a questi quattro, di volta in volta i migliori scultori e maestri scalpellini della città. Insomma, la Basilica di Santa Croce è una tappa imperdibile per chiunque capiti dalle parti di Lecce. Magnifica!

2 Anfiteatro e Teatro romano

Foto di giovanasousa
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Lupiae, così si chiamava l’antenata romana di Lecce, attiva tra il I e il II secolo d.C. Inizialmente città messapica, Lecce divenne “municipium romano” al termine della “Guerra sociale” dell’89 a. C. L’estensione dei diritti di cittadinanza alle popolazioni dell’Italia peninsulare permise all’élite messapica che comandava in città di trasferire il suo potere sotto le insegne dell’Impero romano. Da qui la costruzione dell’Anfiteatro e del Teatro, ubicati rispettivamente in Piazza Sant’Oronzo (patrono della città) e in Via Arte della Cartapesta. Il primo venne alla luce agli inizi del ‘900 durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia. Il secondo, invece, nel 1929. Entrambe le strutture furono in parte scavate e in parte costruite e pare potessero contenere circa 25.000 persone l’anfiteatro, e 5000 il teatro. Trentamila persone in tutto a cui era concesso di trascorrer il proprio tempo assistendo ai giochi gladiatori e alle attività teatrali cittadine. Annesso al teatro c’è un piccolo museo che ospita molti dei reperti rinvenuti durante gli scavi. Storia.

3 Cattedrale Santa Maria Assunta

Foto di Giovy
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Al pari della Basilica di Santa Croce, il Duomo è tappa obbligata per chiunque arrivi in città. Quello che vediamo è stato costruito a partire dal 1659 dall’architetto Giuseppe Zimbalo, detto “lo Zingarello su mandato dell’allora vescovo di Lecce Luigi Pappacoda. Zimbalo rivisitò in profondità l’edificio precedente conferendo anche alla cattedrale quel tocco di “barocco leccese” presente in tutta l’architettura religiosa della città. Bello il particolare dei due prospetti: il principale è quello a sinistra dell’Episcopio, settecentesco palazzo arcivescovile; quello secondario, invece, guarda il centro della piazza. Il fatto, poi, che dei due, quest’ultimo sia quello maggiormente decorato quasi sempre trae in inganno il visitatore persuaso di trovarsi al cospetto del portale principale d’ingresso. Anche il campanile è opera dello Zingarello. Oltre settanta metri d’altezza, dalla sua sommità è visibile nelle giornate particolarmente terse la costa dell’Albania dall’altra sponda del mar Adriatico. Esuberante da un punto di vista decorativo anche l’interno a tre navate e a croce latina. La navata centrale, come la Basilica di Santa Croce, è sormontata da un soffitto ligneo.

4 Museo Faggiano

Foto di paride de carlo
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Via Ascanio Grandi: in questa strada c'è la chiesa di San Niccolò dei Greci, luogo di culto della comunità arbëreshë salentina, e c'è il Museo Faggiano, che fino al 2000 era nient'altro che un edificio privato del centro storico cittadino. Nel 2001, a causa di lavori di manutenzione straordinaria, bisognò rompere il pavimento. Fu così che dal sottosuolo affiorarono diversi reperti di notevole importanza storica: un pavimento di epoca messapica (V sec. a.C.); cisterne per la raccolta dell'acqua piovana e la conservazione del grano; una piccola tomba di bambino; una, più grande, comune; e altri reperti ceramici e murari. È emerso, tra le altre cose, che la casa era stata un convento di suore chiuso, presumibilmente, tra XVI e XVII secolo. Tutte queste testimonianze sono venute alla luce grazie a un paziente un lavoro di restauro, conclusosi nel 2007, portato avanti dalla famiglia Faggiano, proprietaria dell'immobile (da cui il nome del Museo), con la supervisione della Soprintendenza dei beni archeologici di Taranto. Più di 2000 anni di storia della città di Lecce a portata di mano. Il museo Faggiano è aperto ogni giorno dalle 9.30 alle 20.00. Il biglietto costa 5,00 €uro, mentre per gruppi e scolaresche è richiesta la prenotazione. Per contatti: www.museofaggiano.it

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5 Museo Sigismondo Castromediano

Foto di Dan Diffendale
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Il Museo più antico di tutta la Puglia con reperti che vanno dalle ceramiche messapiche, ai vasi attici fino alle statue di età imperiale rinvenute durante gli scavi dell’anfiteatro. Insomma, ci sono oltre mille anni di storia perfettamente catalogati e raccontati (grosso modo dal IX secolo a.C. al II d.C.). E non è finita perché questo museo, fondato nel 1868 dall’archeologo e patriota italiano Sigismondo Castromediano (1811-1895) ospita una biblioteca e una pinacoteca con due sezioni: una è riservata ad opere pittoriche di gusto rinascimentale e barocco; la seconda, invece, custodisce tele dei maggiori artisti salentini del XIX e XX secolo. Tutto perfettamente tenuto e, quel che è più importante, tutto perfettamente gratuito. Il Museo archeologico Sigismondo Castromediano è aperto tutti i giorni tranne la domenica pomeriggio dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.30.

6 Castello di Carlo V

Foto di kaskitêwatim
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Progettato dall’architetto regio Gian Giacomo dell’Acaya, il Castello fu fortemente voluto da Carlo V d’Asburgo per difendere la città dai pericoli provenienti dall’altra parte dell’Adriatico. La nuova costruzione modificò radicalmente l’aspetto medievale della fortezza di cui tuttavia restano visibili le tracce nelle due torri superstiti (“Torre Maestra/Magistra” e “Torre Mozza“) e nelle gallerie sotterranee oggetto di un’intensa attività di scavi archeologici. Dalla fine del XVI secolo fino all’Unità d’Italia il Castello di Carlo V ha attraversato più di due secoli di lento ma inesorabile declino fino a che, nel 1870, venne trasformato in Distretto Militare e posto sotto il controllo del Ministero della Difesa del neonato Stato italiano. Per oltre un secolo, fino al 1979, tale è rimasta la sua destinazione finchè negli anni ’80 del secolo scorso è passato al comune di Lecce che ne ha fatto sede privilegiata per mostre, spettacoli e convegni, oltre che sede dell’Assessorato alla Cultura.

Orari

Invernale
Lunedì-Venerdì ore 9.00 – 20.30
Sabato, Domenica e Festivi ore 9.30 – 20.30

Estivo (dal 01/06 al 15/07 e dal 01/09 al 30/09)
Lunedì-Venerdì ore 9.00-21.00
Sabato, Domenica e Festivi ore 9.30-21.00

Estivo (dal 16/07 al 31/08)
Lunedì-Venerdì ore 09:00-23.00
Sabato, Domenica e Festivi ore 9.30-23.00

La biglietteria chiude sempre 30′ prima

Biglietti
Intero (in assenza di mostre): 3,00 €uro
Ridotto (in assenza di mostre): 2,00 €uro
Visite guidate Sotterranei: 2,50 €uro
Visite guidate Castello e Sotterranei: 5,00 €uro

Previste ulteriori riduzioni e sconti per fasce d’età, gite e scolaresche.

7 Abbazia di Santa Maria di Cerrate

Foto di Pierluigi Luceri

Un cenobio di monaci greci, seguaci della regola di San Basilio. Questa è l’origine più plausibile dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate sulla strada provinciale che unisce Lecce, Brindisi e Otranto. L’insediamento, risalente al 1200, fu voluto da Boemondo d’Altavilla, figlio del valoroso Roberto il Guiscardo anche se, secondo altra fonte, fu re Tancredi d’Altavilla a volerne l’edificazione dopo l’apparizione della Madonna durante una battuta di caccia. Nel 1531, l’abbazia entrò nella disponibilità patrimoniale dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli salvo, però, nel 1711, esser saccheggiato e distrutto dalla temibile pirateria turca. Ne sono seguiti secoli di incuria e abbandono finché l’amministrazione provinciale di Lecce non ha messo mano al bene incaricando l’architetto Franco Minissi del suo completo recupero: dalla chiesa romanica alle grotte sotterranee utilizzate per la raccolta e la lavorazione delle olive. Nel 2012, infine, la Provincia di Lecce ha affidato al FAI la valorizzazione del complesso monumentale. Opera che il FAI sta portando avanti grazie al contributo di autorevoli soci privati coinvolti nell’obiettivo di render nuovamente fruibile la zona. Per maggiori informazioni: www.visitfai.it/abbaziadicerrate/

8 Le spiagge

Foto di fabcom
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Tra i valori aggiunti di Lecce c’è il fatto di trovarsi praticamente a metà strada tra Ionio e Adriatico. I due versanti costieri sono a pochi chilometri di auto e questo dà la possibilità di fare il bagno ogni giorno in un posto diverso. Le spiagge sono davvero tante che non ce la si fa a metterle dentro tutte. Punta Prosciutto a Porto San Cesareo e Baia Verde a Gallipoli sono tra le più rinomate della costa ionica. Dall’altro lato, Torre dell’Orso e la spiaggia degli Alimini, in prossimità dei laghi omonimi, pure meritano una visita. Unico consiglio: armarsi di pazienza il mese di agosto. Per queste, come per altre spiagge qui non menzionate, le recensioni negative (affollamento; difficoltà a trovar parcheggio; prezzi alti per ombrelloni, lettini e sdraio ecc.) sono quasi tutte riferite a questo mese. Negli altri, invece, non ci sono problemi se non quello di dover andar via a malincuore. Viva il Salento!

9 Grecia Salentina

Foto di Paolo Margari
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C’è davvero molto da scoprire nei dintorni di Lecce. Per esempio, i nove paesi (nel 2007 diventati poi undici) della cosidetta Grecia salentina. Un’unione di comuni nata innanzitutto per tutelare e valorizzare il dialetto “griko” parlato dalla popolazione locale. Un idioma antichissimo, risalente alla Magna Grecia e alla successiva dominazione bizantina, che mischia vocaboli greci ad altri neolatini e tipicamente dialettali. I comuni sono Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino e gestiscono in maniera consortile tutta una serie di servizi tra cui – dettaglio fondamentale – la promozione turistica. È in questo contesto che nasce la “Notte della Taranta”, festival itinerante che ogni anno, il mese di agosto, porta in queste terre centinaia di migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Magia del Salento!

1 Non andarci senza auto

Andare a Lecce (e nel Salento in generale) senza auto non è consigliabile, quanto meno è opportuno noleggiarne una per potersi muovere agevolmente verso le spiagge. Questo perchè le distanze sono lunghe e i mezzi pubblici che vanno verso la costa risultano spesso congestionati. Inoltre molte delle spiagge più belle non sono raggiungibili dai bus.

2 Non attardarsi ad andare in spiaggia

Meglio non andare in spiaggia troppo tardi, i lidi più gettonati sono presi d’assalto dopo le 10 del mattino.

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